dT n.01/2009 del 12.01.2009
Cornice stile Ritorno al futuro
JAN 12 2009


Immagine di apertura

Vaio P: perché non parli?

Sony 'rilancia' al tavolo da gioco dei netbook. O forse dei sub-notebook. O, meglio, dei sub-subnotebook, oggetto dei desideri per molti.

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È notizia fresca fresca, precisamente del recentissimo Consumer Electronics Show di Las Vegas, il «rilancio» di Sony al tavolo da gioco dei netbook. O forse dei sub-notebook. O, meglio, dei sub-subnotebook. O, invero, dei mega-cosini-quasi-tuttofare, oggetto dei desideri per molti - di noi... - nel mondo. Ci manca solo, stile Cenerentola-Disney, un sottofondo musicale del tipo: «i Sony son deeesideeeri... di felicità!!!». E magari - abbondandis... abbondandum, diceva Totò - come sottotitolo un bel: «Il mondo è bello perché è Vaio!».

Parlo, s'era capito, dell'appena atterrato Sony Vaio P: quel nanocoso multi colorato quasi tascabile, con hard disk - potendo scegliere tra un classico 60 giga roteante e un futuribile 128 giga SSD (roboante) - a dimensione... di portafoglio. Prezzi al (folto?) pubblico, da un minimo di 999 «euri» ad un massimo (scusate se è molto) di 1499. Dipende da quanto, lor signori e lor signore, lo vogliono grande. E soprattutto svelto, l'hard disk.

Salta certamente all'occhio, sin da subito, un display extralarge da paura (in tutti i sensi, nel bene e nel male... da vedere con gli occhi e, probabilmente, gli occhiali). È inoltre caratterizzato da un sistema operativo «vero» - parola di Microsoft! - , da una tastiera di dimensioni dichiaratamente giapponesi, da una sezione «quasi completa» - si veda appresso! - WWAN 3G/HSDPA e... tanta voglia di fare.

Un po' mi ricorda, emotivamente parlando (non certo tecnologicamente, quelli erano altri tempi, i «fantastici anni 90»!) il glorioso Psion Series 5 che, per la cronaca, ancora tengo gelosamente conservato, fisicamente, in qualche cassetto dei ricordi. A quello, pensandoci ora, ci mancavano davvero tante cose... ma noi eravamo tanto felici ugualmente, come si dice spesso, con poco.

La «P» di «Vaio P» - originariamente di chiara ispirazione «Pockettiana» - può, nel nostro idioma, di certo suggerire tante cose. «P» come Prezioso, «P» come Piccolo, «P» come Pratico. Speriamo anche «P» come Performante, Professionale e, perché no?, Poliedrico (o polivalente che dir si voglia).

Un oggetto, per farla breve, in grado di consentici tante cose: dalle più «particolari», come la navigazione Web nel bel mezzo di un tragitto in tram, comodamente appollaiati sullo strapuntino (sono tutti bravi a farlo in «aeroporto/imbarchi_intercontinentali/business_area»!), fino a quelle notoriamente «scontate», come la connessione al server aziendale, alla ricerca di un documento «importante», nel bel mezzo di una cena d'affari. Tra un fresco gamberetto in salsa rosè e una calda terrina di crème brùlée.

Manca qualcosa...

Tante «P», dicevamo, meno una: quella di Parlare. Nel senso «telefonico-classico» del termine (con Skype, MSN, e VOIP non vale!). Da questo... il «quasi completa» di cui prima, riferendomi alla sezione WWAN 3G/HSDPA (quindi UMTS) di cui il bel «nanocoso» è dotato.

Pertanto, la domanda nasce spontanea: che costava infilarci dentro anche la possibilità di effettuare normali chiamate telefoniche se non, addirittura! (uauuuuu...), videochiamate?

L'elettronica c'è proprio tutta: webcam, microfono e «casse» comprese (anche se sarebbe quanto mai d'obbligo, in tale circostanza, un auricolare bluetooth). È evidente che la scelta è solo di natura commerciale, quindi (da utente) criticabile. E continuo a chiedermi: ma quando la smetteranno, tutti i produttori, di costringerci a portarci dietro così tanti ammennicoli elettronici? (e, in caso di valigia, così tanti «alimentatorini»???).

Al di là di questo, ci tengo a dichiararlo pubblicamente, il Vaio P è proprio un bell'oggetto. Come tutte le cose può essere migliorato e lo stesso varrà, a seguire, anche per il suo successore... quando sarà il suo turno.

È proprio vero, in questa valle di bit, non siamo mai contenti. Ma è proprio questo il bello! :-)

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Progetto a cura di

Andrea de Prisco - AdP

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