Macintosh, 25 anni di storia simpatica!
Maiom, Macintosh All-in-One Museum, durante lo scorso weekend ha esposto a Roma i suoi pezzi migliori della storia di Apple.
C'era una volta il Macintosh... un simpatico parallelepipedo a sviluppo verticale, appendice a forma di topo, schermo bianco, tastiera e fessura per i microdrive. Con questo era particolarmente divertente, nonché molto facile, fare tutto: tutto ciò che un computer sa fare, che un utente possa desiderare, e tant'altro... compreso molte cose che gli altri non fanno o non fanno con altrettanta facilità. Nacque così la filosofia Macintosh: tramite mouse possiamo interagire facilmente col sistema operativo, coi programmi e con le periferiche della macchina. Il tutto nel modo più intuitivo possibile, manipolando oggetti visibili e (attraverso il mouse) tangibili.
Con queste righe, nel lontano (sempre più lontano...) luglio 1987, a pochissimi mesi dal mio insediamento nella redazione di MCmicrocomputer, cominciava la mia prova su strada del Macintosh II, la macchina che ha segnato il nuovo corso storico della fortunata serie Apple: il colore. Già... per chi si è affacciato più di recente nel mondo informatico, magari proprio perché nell'87 nemmeno era nato (buon per lui/lei), anche un dettaglio tanto scontato come questo - la possibilità di creare, trattare, stampare, le cose a colori - a quell'epoca non era del tutto secondario.
Il Mac II, inoltre, fu anche il primo Macintosh modulare, fatto (diciamo...) come un normale personal computer, di allora come di oggi: unità centrale, tastiera&mouse, monitor esterno, possibilità di aggiungere una o più schede di espansione interne... per ogni specifica, ancorché particolare, esigenza. A ben guardare, però, il Macintosh nella sua accezione più Classic :-) è sempre stato quello All-in-One (tutto d'un pezzo, o quasi). Monitor, dischi e unità centrale rigorosamente all'interno del medesimo cabinet. Separata solo la tastiera - e, ovviamente, il mouse! - ma solo per sacrosanti motivi ergonomici.
I tempi, animaleschi, dei computer fissi, talmente tanto fissi da stringere fortemente a sé la tastiera erano, ringraziando Iddio, già passati da un pezzo! Proprio in questi giorni a Roma, presso il negozio Apple inTown, s'è svolta un interessantissimo evento: Maiom, acronimo di Macintosh All in One Museum (opera dell'irrefrenabile Paolo Cognetti... che di sbagliato, come sa, ha solo le iniziali! :-), ha esposto i suoi pezzi migliori della storia di Apple. Non solo Macintosh, a ben guardare.
Facevano, dunque, bella mostra di sé praticamente tutti gli esemplari più importanti dell'azienda di Cupertino. Dal primo Mac in assoluto, il modello 128 (in quanto dotato di ben 128 K: proprio K, non mega o giga di RAM!) a buona parte dei portatili della mela morsicata. Senza dimenticare le tante (troppe?) pietre miliari di Apple che, come noto, ha segnato la strada in ogni dove nel mondo informatico o, più in generale, in quello tecnologico. Così, nella ricca esposizione di Paolo Cognetti, era possibile trovare pezzi molto rari, come il cosiddetto TAM (Twentieth Anniversary Macintosh) uno dei primi, se non addirittura il primo..., computer fisso dotato di display a colori LCD, presentato e venduto a caro prezzo nel 1997, in occasione del ventesimo anniversario della fondazione di Apple Computer.
Poi c'erano alcuni pezzi davvero mai visti, se non in qualche foto, non essendo mai stati commercializzati al di qua dell'oceano. Uno di questi era il Power Macintosh G3 All-in-One, un brutto coso dalla forma, in verità, poco piacevole: durò poco a listino, subito rimpiazzato nei mesi a seguire dalla più fortunata (ma ancor più orribile a guardarsi, a mio modesto avviso!) serie iMac, fortemente voluta dall'appena rientrato in Apple Steve Jobs.
Altra vera e propria pietra miliare, anche questa lì esposta, era il Macintosh Portable (portatile... più di nome che di fatto!) del 1989. Il formato... detto in tutta sincerità... era più che altro quello di una macchina da scrivere portatile, nemmeno tanto leggera: tenete presente che a quei tempi i notebook non erano, per motivi esclusivamente tecnologici, ancora stati inventati. Sono ben lontani, per dirla in altri termini, i tempi del MacBook Air, spesso come una rivista... mensile! A margine della interessantissima mostra, anche due piccole sotto-esposizioni: da un lato gli Apple II che, ancor prima di Macintosh, hanno fatto la vera storia dei personal computer e quella (meno fortunata) dei piccoli grandi Newton: i palmari intelligenti di Apple che, probabilmente, hanno avuto solo il torto di essere arrivati sul mercato troppo in anticipo sui tempi.
Capita anche questo... :-)