dT n.19/2009 del 18.05.2009
Cornice stile Ritorno al futuro
MAY 18 2009


Immagine di apertura

Un computer di pelle di pollo...

C'era un quarto 'personaggio' coinvolto nella Missione Apollo: si chiamava AGC e, non essendo moderno, funzionò alla perfezione.

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... fatto negli anni sessanta, per il Programma Apollo! :-))) Tra poche settimane, si sa, festeggeremo i nostri... (inteso come genere umano!) ... primi quarant'anni. Esattamente alle ore 2:56:15 (UTC) del lontanissimo 21 luglio 1969 - tutti lo ricorderanno, anche chi a quei tempi non era ancora nato... - un certo Neil Armstrong, comandante della missione Apollo 11, poggiò il suo (con rispetto parlando...) famosissimo piede sul suolo lunare. O, per essere più precisi, adagiò per la prima volta le sue estremità scalpitanti su un generico suolo che non fosse... di tipo terrestre! :-)

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A far compagnia nell'impresa, oltre al pilota del modulo lunare Buzz Aldrin (secondo bipede sul suolo lunare), e al pilota del modulo di comando Michael Collins (immagino morì di invidia in orbita lunare ad attendere il rientro dei due... raccomandati!), un altro personaggio :-) fece parte del variegato equipaggio di quella storica missione. Il suo nome era AGC, acronimo di Apollo Guidance Computer, un vero e proprio mostro di evolutissime tecnologie, tutte evidentemente di natura digital-informatica, atto ad assistere i piloti dei due moduli nella guida spaziale. Era basato nientepopodimeno che su una unità di calcolo da ben 2 MHz di velocità di clock, la bellezza di 2 Kwords di memoria RAM e la ragguardevole cifra di una trentina (abbondanti), sempre di Kwords, di memoria ROM contenente, principalmente, dati e programmi. Incredibile a dirsi, il cosetto era però multitasking, essendo in grado di eseguire, senza incasinarsi (immagino...), ben 8 programmi contemporaneamente.

Quello che vedete nell'immagine in alto è il cosiddetto DSKY (pronuncia dis-chi, stava per display-keyboard) ovvero l'unità di interfacciamento del complesso sistema informatico con l'equipaggio umano di bordo: nient'altro che una comoda tastiera numerica e un essenziale display, altrettanto numerico. In molti video disponibili su YouTube, possiamo addirittura ammirarlo e apprezzarlo all'opera, in tutta la sua bellezza tecnologica dell'epoca.

E se Armstrong fu il primo uomo sulla Luna, l'ACG - per non essere da meno! - fu il primo computer ad utilizzare circuiti integrati (almeno così afferma Zia Wiki). Per l'esattezza 4.100 chip nella sua prima versione, 2.800 nella seconda. Ma non certo perché la release numero due fosse meno potente della prima, anzi! Sia la prima che la seconda utilizzava, infatti, un solo tipo di integrato: delle comunissime porte logiche NOR con le quali, si sa, è possibile costruire qualsiasi giocattolo in grado di masticare bit e fare calcoli/operazioni su di essi.

La versione duepuntozero, a differenza della prima, poteva contare su ben 2 porte logiche per chip, pertanto pur essendo diminuito il numero di circuiti integrati utilizzati lo stesso non avveniva per il numero complessivo di NOR (che arrivava, quindi, a 5.600). Già a quei tempi si facevano strada, piano piano, i primi tentativi di integrazione controllata.

Tutta questa mappazza di integrati, a quanto pare (anche se mi pare proprio strano...) era tra loro interconnessa con un sistema di wire-wrapping, ovvero di... intorcinamento a filo :-))) A detta degli esperti del tempo, tale sistema garantiva un collegamento migliore rispetto alle saldature su circuito stampato. Meno male che nel frattempo, sempre gli esperti, hanno cambiato idea! Avrei voluto vedere, se no, come mi interfacciavano il mio moderno Intel Core i7 (con ben 1366 piedini-non-piedini) al resto degli integrati presenti sulla mia motherboard! (e quando avrebbe mai funzionato con le attuali velocità di clock in gioco?!?).

Tornando all'AGC, un'ultima nota (degna di nota...) riguarda le memorie, RAM e ROM utilizzate. Lì non c'erano integrati cui affidare questo prezioso compito, né dischi, nastri o quant'altro, contenente dati e programmi. I tempi non erano certo maturi per questi dispositivi, oggi, all'ordine del giorno. Le memorie, a quei tempi, erano a nuclei di ferrite: per ogni bit di informazione era necessario magnetizzare (o smagnetizzare) al volo un piccolo anello calamitato, posto all'intersezione di riga e colonna della matrice stessa di memoria. Per apparare un solo Kbit di RAM (tranquilli: non sto per raccontarvi, nuovamente, quante pizze ci vogliono per... :-) è sufficiente - calcolatrice alla mano! - una matrice di 32 righe per 32 colonne e, ovviamente, 1024 anellini di ferrite pronti a memorizzare ferromagneticamente il loro stato di 0 o di 1.

Bene... concedetemi a questo punto un, conclusivo, pensiero poetico: ma ci saremmo mai arrivati, sulla Luna, con un computer di oggi? Mi immagino, nelle comunicazioni con la Base Terra un passaggio audio (o magari più d'uno...) del genere:

Houston... abbiamo un problema... ecc. ecc.

Base Terra ad Apollo: attivare urgentemente procedura d'emergenza Alfa-1, RIAVVIATE!!! :-)))

 

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Progetto a cura di

Andrea de Prisco - AdP

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