Skinput: non-ci-posso-credere!
Circola in Rete, in queste ore, una 'notizia' che ha dell'incredibile: basterà, un giorno, 'toccarsi' per avere effetti (tecnologici) sorprendenti!
Da quando, qualche giorno fa, ho letto in Internet la notizia... ho cominciato - scherzo, naturalmente! - a non dormire sonni tranquilli. Per la serie "e perdiamo tempo!" (Totò docet...) Skinput è - sarebbe? - una nuova tecnologia in grado di trasformare il nostro stesso corpo umano - in particolare la nostra cara pelle - in un dispositivo di input per tutto quello che di tecnologico ci circonda. Che sia il fido telefono cellulare, l'immancabile lettore MP3, la capricciosa macchinetta per acquistare i biglietti in stazione o il nostro pensante forno a microonde poco importa: basterà "toccarsi" per interagire digitalmente con tutto.
Mi chiedo: come abbiamo fatto finora, senza??? :-)))
A me, detto francamente, continua a sembrare una bufala a colori!
Detto in altri termini, non riesco a credere che si stiano investendo soldi in una roba simile...
O, meglio: mi sarebbero pure tornati i conti se dietro tutto ciò ci fossero ingenti finanziamenti pubblici (stile truffa nei confronti della Comunità Europea, per intenderci...) ma a quanto pare non è vero nemmeno questo. Pertanto il dubbio "bufalico" rimane.
Sentite cosa è possibile leggere, qui di seguito riportato in corsivo, sul sito di riferimento del progetto:
"Dispositivi con notevole potenza di calcolo e funzionalità ora possono essere facilmente trasportati con noi. Tuttavia, loro minuscole dimensioni in genere offrono uno spazio di interazione limitato (ad esempio, piccoli schermi, pulsanti e manopole) e diminuisce di conseguenza la loro funzionalità e usabilità. Dal momento che non possiamo semplicemente avere pulsanti e schermi più grandi senza perdere il vantaggio principale delle piccole dimensioni, dobbiamo considerare approcci alternativi che migliorino l'interazione con i piccoli sistemi mobili.
Una possibilità è di sfruttare opportunisticamente una superficie pre-esistente per scopi interattivi. Ad esempio, la tecnologia Scratch Input (ci mancava anche questa!!!, ndr) permette di trasformare una qualsiasi superficie in un dispositivo di input, analizzando il suono prodotto dalle proprie dita su di essa. Tuttavia, non sono sempre disponibili tali superfici e, in un contesto mobile, gli utenti difficilmente vorranno portarne una con loro (troppo bella: portiamoci appresso una tavoletta di legno per cambiare brano all'iPod in tasca senza dover interagire coi suoi piccoli tasti!!!, ndr). Tuttavia, c'è una superficie che è stata finora trascurata come dispositivo di input, eppure la portiamo sempre con noi: la nostra pelle.
L'utilizzazione del corpo umano come dispositivo di input è interessante non solo perché abbiamo circa due metri quadrati di superficie esterna, ma anche perché gran parte di essa è facilmente accessibile dalle nostre mani (per esempio le braccia, le cosce, il tronco). Inoltre, la propriocezione (la capacità di percepire e riconoscere la posizione del proprio corpo nello spazio tridimensionale) ci permette di interagire accuratamente con esso anche ad occhi chiusi. Ad esempio, possiamo facilmente toccare ciascuna delle nostre dita, la punta del nostro naso e battere le mani insieme senza supporto visivo. Pochi dispositivi di immissione dati esterni possono rivendicare questa caratteristica di input senza utilizzare gli occhi, e fornire uno spazio così grande di interazione".
(pausa meditativa... :-)
Alzi il mouse chi non ha mai desiderato, dal profondo del proprio cuore, cambiare canale TV tirandosi l'orecchio destro, alzare o abbassare il volume accarezzandosi quello sinistro (inutile aggiungere che il muting si richiama tappandosele, brevemente, entrambe!), nonché spegnere o accendere il tutto cliccandosi il naso!!! Grrrrrrrrrrrrrrrrrr...
A questo punto la domanda nasce spontanea: ma stiamo scherzando, vero??? Allora... sarò anche all'antica (uno di quei vecchi che usano ancora l'e-mail per comunicare!), tradizionalista & cultore dello slow food (faccio personalmente ottime pizze partendo da farina, acqua, lievito e sale!), ma quest'ennesimo tentativo di stravolgere le nostre sane abitudini tecnologiche - in nome di non si sa bene cosa - proprio non lo riesco a comprendere! Aiutatemi... :-)))
Anche per questo continuo a fare il tifo per la versione "pesce d'aprile" (seppure con un bel po' di anticipo) della notizia. O della non notizia, dipende. Stando a quanto spiegato (anche) nel video qui a lato, presente su Youtube come tutto, la nuova tecnologia di "input a pelle" si basa, almeno nel prototipo fin qui realizzato (sempre se è tutto vero...), su un apposito braccialetto in grado di "sentire" cosa avviene nell'epidermide circostante. Non manca, naturalmente, un piccolo proiettore integrato che mostra, sul nostro corpo, in tempo reale, i vari "pulsanti" da premere. E niente più!
Nella foto in alto possiamo intravederlo puntato sull'avambraccio dell'assai "fortunato", ancorché invidiabile, sperimentatore del sistema: sarà l'autore (o per meglio dire il colpevole) medesimo dell'improbabile inutil-tecnologico marchingegno? Beh, sì, un particolare tipo di "braccialetto" proprio se lo meriterebbe...
Vi prego, svegliatemi!!!