dT n.33/2010 del 16.08.2010
Cornice stile Ritorno al futuro
AUG 16 2010


Net Neutrality: qui Google ci cova

In questi giorni si è parlato di un accordo 'non troppo chiaro' tra due giganti dell'informatica mondiale.

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Il mio primo collegamento telematico lo feci in epoca pre-Internet, non mi ricordo (e non voglio ricordarmelo... :-) quanti decenni fa, tramite un modem telefonico sparato alla velocità di 300 bit al secondo. Stavo per scrivere al posto di bit la parola caratteri, salvo accorgermi in tempo che già stavo bluffando (involontariamente) di un bel fattore 10. Capperi! :-)

Oggi lo scenario, si sa, è completamente diverso: tanta acqua (intesa come fiumi di bit) è passata sotto i ponti (radio?) e viene voglia di chiedersi: come sarà la telematica dei prossimi 10, 20, 30 anni? È scontato attendersi velocità di connessione sempre maggiori, chissà magari anche 100-200 volte maggiori (così come lo sono quelle di oggi rispetto a quelle di 20 anni fa) ma il punto potrebbe essere un altro. Cosa avverrà non tanto sotto il profilo quantitativo ma riguardo a quello qualitativo?

Verrà mantenuta (ammesso che oggi lo sia davvero...) la net neutrality - la neutralità dell'infrastruttura di trasporto rispetto a quanto trasportato - o c'è da preoccuparsi di qualcosa al riguardo? In questi giorni si è parlato di un accordo non troppo chiaro tra due giganti dell'informatica mondiale. Da una parte Google, dominatrice incontrastata delle ricerche, dall'altra Verizon che, negli States, è quasi sinonimo di connettività Internet sotto vari punti di vista.

Sette i punti principali sui quali ruota la proposta:

1) Gli utenti devono essere liberi di accedere a tutti i contenuti (legali) attraverso qualsiasi applicazione o servizio loro scelta.
2) Google e Verizon chiedono l’aggiunta di alcune regole che impediscano ai provider di dare precedenza a determinati contenuti in danno di altri (anche dietro pagamento).
3) Massima trasparenza, sia per provider wired che wireless, nel fornire precise informazioni ai propri abbonati sui servizi offerti, in particolare riguardo alle politiche di gestione del traffico sotto il proprio controllo.
4) Maggior potere di controllo da parte delle autorità garanti sull’apertura della Rete, con la possibilità di imporre a seconda dei casi delle multe fino a 2 milioni di dollari a chi dovesse violare le regole stabilite.
5) Rendere l’infrastruttura a banda larga una piattaforma d’innovazione, che permetta ai provider di offrire altri tipi di contenuti come il monitoraggio della salute, servizi educazionali avanzati e nuove possibilità d’intrattenimento e gioco.
6) Parziale applicazione, in ambito mobile, di tutti i principi possibili attualmente riguardanti l’accesso a Internet via cavo, tranne quelli legato alla trasparenza. (Uhm..., ndr)
7) È interesse nazionale per tutti gli americani l'accesso a banda larga a Internet. Pertanto, Google e Verizon sostengono la riforma del Servizio federale Fondo universale, in modo che si concentri sulla distribuzione di banda larga in zone dove non è disponibile ora.

Ora, c'è da chiedersi: ma quando mai Google ha fatto qualcosa nell'interesse esclusivo dell'utente?Vedremo come va a finire. Non credo, però, che ci sarà da attendere qualche decennio per avere un po' di luce...

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Andrea de Prisco - AdP

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