dT n.39/2010 del 27.09.2010
Cornice stile Ritorno al futuro
SEP 27 2010


Dalla Cina con stupore!

Sembra, visto da lontano, un iPhone 4. È invece un famoso 'clone' cinese denominato Air Phone 4. Indovinate come va.

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Alla fine, devo ammetterlo, ho ceduto alla tentazione. Ma non di quelle più di moda di questi tempi, anzi! No, non ho ceduto alle voci suadenti delle sirene Apple, ma ho voluto osare ben oltre. Ho acquistando via Internet, in diretta dalla Cina, uno dei più riusciti (figuriamoci gli altri!) "iClone" in vendita da quelle parti. Quello che vedete in foto, infatti, nonostante le apparenze ben riuscite, è tutt'altro che un iPhone 4. È uno dei suoi tanti "omologhi cinesi", in vendita via Internet a qualche decina di euro. 89,99 per l'esattezza, che rappresentano circa un settimo dell'importo medio necessario per accaparrarsi l'originale, in vendita dai 600 ai 760 euro a seconda del modello (16 o 32 GB) ma soprattutto in funzione del "pusher" utilizzato: Tre, almeno sulla carta, li vende ad un prezzo sensibilmente inferiori rispetto al listino originale.

Ma torniamo alla Cina... con stupore. Anche se un titolo più consono per questo "pezzetto" sarebbe stato certamente "Dalla Cina con... umore!". Nel senso di "buon umore" o, per essere più precisi, con la non meglio precisata traduzione italiana del termine inglese "humor", che rende meglio l'idea.

Un po' di storia...

Riuscire ad accaparrarsi direttamente dalla Cina uno di questi "gioielli" (le virgolette sono d'obbligo...) non è del tutto semplice. Ma non per colpa dei cinesi. Purtroppo - è c'è poco da star allegri... - il disagio è tutto nostro, dovuto esclusivamente alle lungaggini burocratiche della nostra amata dogana. Il "pacco" (ops... mi sono scappate di nuovo le virgolette! :-))) tutto sommato arriva in Italia in una manciata di giorni, una settimana circa, ma è qui che inizia il calvario. Per una o due settimane non succede, apparentemente nulla, in attesa dei controlli. Scattati questi ultimi, il pacco viene gentilmente aperto dai nostri solerti operatori per verificarne il contenuto. E fin qui nulla di male... il problema sono le due settimane di assestamento iniziali a lasciare interdetti. Effettuata la verifica, la dogana contatta l'utente (a mezzo raccomandata, tanto i conti - compresi quelli postali per dirimere la matassa - alla fine li fanno loro...) minacciando non si sa bene cosa nel caso in cui non venga inviata la documentazione mancante: fotocopia del documento e del codice fiscale, copia della mail d'ordine (o del pagamento), un loro modulo firmato nel quale, in pratica, si giura di dire la verità, tutta la verità, nient'altro che la verità.

Il tutto va inviato via fax o via posta ordinaria: naturalmente se vogliamo, da parte nostra, accelerare un po' i tempi conviene utilizzare i più antiquati mezzi telematici (di indirizzo e-mail, manco a parlarne!). Se a questo punto pensavamo di essere a posto, non dobbiamo far altro che metterci l'anima in pace e continuare ad aspettare. Di solito di settimane ne passano un altro paio... e (prima o poi) il pacco arriva alla meta gravato di contrassegno calcolato unilateralmente dall'ufficio doganale. Si paga l'IVA (il 20% del prezzo dichiarato & accertato) più "dazi vari" - da intendersi iniziante per "c" e con una "z" in più... - che comprendono le spese postali e di ispezione. Totale: ulteriori 25 euro che si vanno ad aggiungere ai 90 pagati per l'acquisto. Comunque un affare! (vedremo... :-)))

Air Phone 4

Questo è il nome, ufficiale, del clone cinese raccontato in queste pagine. A livello estetico l'hanno copiato proprio bene. Anche la scatola, se non identica all'originale, ne è fortemente ispirata: è facile riconoscere nell'illustrazione riprodotta superiormente il vero iPhone 4 e non il "cinesino" contenuto al suo interno. Le differenze estetiche, ripeto, così come quelle di feeling (da spento!) sono comunque minime! Clonati, a sufficienza, anche gli ammennicoli accessori che troviamo nella confezione: auricolari e cavo USB rigorosamente bianchi, alimentatore mignon, anch'esso in perfetto stile iPhone. In più, rispetto all'originale, una seconda batteria ricaricabile (ohhhhh!!!) che, in questo falso, è addirittura intercambiabile: almeno qualcosa in più rispetto all'originale ce l'ha! :-)))

Giusto per dovere di cronaca ci sono un altro paio di caratteristiche in più rispetto all'iPhone 4: l'Air Phone è un "doppia SIM" (e sottolineo SIM, come vedremo tra poco), in grado di rimanere "sintonizzato" contemporaneamente su entrambe, e ha uno slot interno per schede di memoria MicroSD, inizialmente occupata da un esemplare da 2 GB che, per il tipo di apparecchio, sempre come vedremo, mi sa mi sa che sono più che sufficienti!

Il vano batteria/DualSIM/MicroSD è accessibile togliendo delicatamente il coperchio posteriore che sembra mantenuto al suo posto quasi per miracolo: non so quanto possa durare intero a furia di metti e togli. La batteria, comunque, ha una durata stupefacente. Tra l'altro, nonostante sia rimasta al suo interno oltre un mese e mezzo (dubito - anche se a pensar male di solito ci si azzecca... - che in dogana l'abbiano messo sotto carica per giocarci un po'!) al suo arrivo era ancora carica all'80 per cento, tant'è che ho potuto utilizzarlo per un giorno intero prima di metterlo sotto carica per la sua (spero) prima volta in Italia. Tutto questo per dire che la seconda batteria più che altro è un "ricambio" da utilizzare una volta resa inutilizzabile, da affaticamento, la prima. Di solito, si spera!, un paio d'anni dopo...

Il coperchio posteriore integra anche l'antenna GSM: da segnalare (voglia di sfottere???) che sullo scarno manualetto a corredo è specificato che in funzione di come impugneremo l'apparecchio potremo avere una migliore o peggiore ricezione!

(Troppo forte!!! :-)))

Dicevamo della SIM: la prima (e non sarà l'unica...) amara sorpresa è che il clonofonino non accetta, nemmeno in modalità roaming, le cosiddette USIM. È inutile, in altre parole, provare a metter dentro una scheda Tre: la rifiuta come totalmente incompatibile con l'apparecchio. Questo vuol dire anche che non sfrutteremo la rete UMTS nemmeno per gli altri operatori che utilizzano SIM tradizionali: l'apparecchio è assolutamente GPRS, ma viste le sue capacità comunicative (quasi nulle...) non è una gran perdita. Certo, se ci avesse consentito almeno di telefonare con una scheda Tre... non sarebbe stato male!

Questa sua anima retrò, in realtà si manifesta in quasi tutte le sue restanti caratteristiche: in particolare quelle software. Se da una parte è vero che hanno intenzionalmente (ma va?!?) copiato quanto più possibile l'interfaccia utente, rendendola penosamente simile a quella originale, il "motore" che sta alla base è vecchio di almeno una decina d'anni. Tante cose ormai scontate nei telefonini di oggi (dalla sincronizzazione con le informazioni presenti sul PC, alla scrittura "semplificata" dei messaggi e alla presenza di un client e-mail) - assai rare negli apparecchi del millennio scorso - sono altrettanto assenti nell'Air Phone 4.

Ora, è vero che l'Air Phone costa "due lire"... ma non era meglio farlo pagare qualcosina in più (a ben guardare anche il doppio o il triplo poteva valerne la pena) e offrire un oggetto utilizzabile non solo dai bambini ma anche dai "grandi"? I limiti (tanti...) dell'Air Phone emergono prepotentemente dopo qualche minuto di utilizzo: è un giocattolo, ripeto! Pur collegandosi correttamente alle reti Wi-Fi (tanto per citarne una...) in realtà molti dei programmi preinstallati al suo interno, compreso Opera Mini - che a questo punto non ho capito che ci sta a fare... - la ignorano completamente rivolgendosi, comunque, alla connettività GPRS. Bello, no?!?

I programmi stessi, inoltre, sono preinstallati all'origine e non c'è modo - almeno "ufficiale" - di aggiungerne altri. Del resto a chi, negli anni novanta, sarebbe mai venuto in testa di installare qualcosa sul telefonino?!? Insomma, per farla breve, come "scherzo di carnevale" può sicuramente andar bene. O, al massimo, per fare un regalo "figo" al nipotino fresco fresco di prima comunione.

Voto finale? Zero meno meno! (e sono stato buono...)

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Andrea de Prisco - AdP

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