IPv6: il 'digitale terrestre' del Web
C'è una notiziola, questa settimana, che ha scosso le coscienze tecnologiche dei più ansiosi. L'8 giugno sarà una data da ricordare.
C'è una notiziola, questa settimana, che ha scosso un po' le coscienze tecnologiche dei più ansiosi. Il prossimo 8 giugno sarà una data da ricordare. Si "festeggia" (virgolette obbligatorie...) il World IPv6 Day e, come alcuni giornali hanno riportato (copio & incollo, per spirito di carità SENZA citare la fonte) "sarà la prima sperimentazione su larga scala per prepararsi alla migrazione, obbligatoria per tutti entro la fine dell'anno"
Se fosse vero ci sarebbe davvero da non dormire la notte. Anzi, le notti, da qui fino al prossimo capodanno! No, ringraziando TUTTI non è vero un fico secco e lo "switch-off" dell'attuale protocollo IPv4, se mai avverrà, non sarà prima di qualche decennio, per la gioia (e soprattutto la pace) di chi deve ammortizzare gli attuali investimenti. Vero è che l'IP attuale è praticamente giunto a saturazione: i circa 4 miliardi di indirizzi possibili con il "vecchio" protocollo sono quasi tutti assegnati (siamo a circa il 95%) e procedendo di questo passo entro fine anno (forse si riferivano a questo???) non ce ne saranno più disponibili. Ma questo NON vuol dire che quelli attualmente in circolazione, i 4 miliardi di indirizzi succitati, imploderanno nel nulla: coesisteranno perfettamente con il protocollo nuovo che, tanto per esser chiari, è già attivo e funzionante da alcuni anni.
Il World IPv6 Day non è altro che una giornata di prove generali, appunto, della convivenza dei due protocolli (vecchio e nuovo) che vedrà coinvolti i maggiori siti Web del globo: Facebook, Yahoo!, Google, Akamail e altri. A detta loro - e c'è da crederci - oltre il 95% degli utenti non si accorgeranno nemmeno della cosa in quelle ore, qualcuno accuserà rallentamenti e solo pochissimi avranno reali problemi di accesso. Questo, nonostante il fatto che ad oggi appena lo 0.2% degli internauti ha il nuovo protocollo attivo e operativo.
IPv6, chi era costui?!?
Chi configura, a vario titolo, connessioni di rete e quant'altro sa bene - almeno "ad occhio" - cosa sia un indirizzo IP. È generalmente una sequenza di 4 numeri, separati da un punto, che identifica univocamente (quantomeno all'interno della rete in questione) la macchina dal punto di vista logico. Non è "dal punto di vista fisico" in quanto un computer può, naturalmente, avere anche più indirizzi IP che, visto dalla "rete", corrisponde effettivamente a più macchine diverse. Ma non ci andiamo ad incasinare troppo in tal senso.
Quel che è più importante notare, calcolatrice alla mano, è che con 4 numeri da 8 bit (ovvero in decimale numeri compresi tra 0 e 255) possiamo indirizzare, come detto, "soltanto" 256x256x256x256 nodi, pari a circa 4 miliardi abbondanti di possibili combinazioni (per l'esattezza: 4.294.967.296, un numero, come vedremo tra poco assolutamente miserrimo!).
Se, infatti, qualche decennio fa 4 miliardi e passa di postazioni erano pressoché l'infinito (e oltre...), col passare del tempo ci si è resi presto conto che tale limite era assai più vicino che mai. Del resto, nel mondo, siamo miliardi e miliardi di persone, molti di noi con 3 o 4 indirizzi IP a "corredo" (computer a casa, computer in ufficio, palmare, tablet, ecc. ecc.) pertanto immaginare che prima o poi questo quantitativo risultasse insufficiente non era chissà quale gran sforzo!
IPv6, innanzitutto, utilizza una quantità quadrupla di bit per indirizzare i singoli nodi. Se prima (IPv4) i bit erano 32 (4 numeri da 8 bit), il nuovo protocollo ne utilizza ben 128, rappresentati come sequenza di 8 numeri da 16 bit l'uno o, per meglio dire, da 4 cifre esadecimali, separate questa volta dal simbolo "due punti". Ad esempio, il nostro computer potrebbe, un giorno, "chiamarsi":
2001:ab52:35f5:0000:0000:654a:44de:12ab
Con questa nuova versione del protocollo IP il numero di macchine indirizzabili è a dir poco spaventoso. L'ordine è quello di 10 elevato alla 38... un numero che sicuramente è impronunciabile... e che provo a scrivere qui di seguito:
340.282.366.920.938.463.463.374.607.431.770.000.000
come dire... 340 miliardi di miliardi di miliardi di miliardi di macchine!!! (non avranno esagerato?!? :-))) Forse in cuor loro c'è, prima o poi, l'idea di fornire un indirizzo IP anche agli organismi unicellulari... visto che se sommassimo anche tutti gli essere viventi visibili ad occhio nudo, immagino, non si raggiunge un numero così elevato. Nemmeno in estate, zanzare comprese! :-) Il numerone di cui sopra, è talmente tanto ESAGERATO, che se provassimo a installare un tale quantitativo di computer su tutta la terra (mari compresi) dovremmo riuscire a trovare il modo per farcene stare, non si sa in che modo, ben 667.000 miliardi di miliardi (avete letto proprio bene: è dell'ordine di 10 alla 23) in ogni metro quadro!!!
(è chiaro il concetto???)
Comunque, al di là del numero assolutamente fuori misura dei nodi collegabili, IPv6 offre anche diversi vantaggi in termini prestazionali, visto che si è lavorato anche in tal senso, fatto tesoro della precedente esperienza IPv4. Per dirne una, nel nuovo protocollo sparisce il concetto (per alcuni un po' ostico) di rete e sottorete - che al più viene lasciata gestire, se necessaria, all'utilizzatore finale - e in più l'indirizzo IP stesso è svincolato dal provider Internet essendo possibile abbinarlo - come avviene per i numeri telefonici - all'utilizzatore. Con tanto di auspicabile "portabilità" passando da un operatore all'altro.
(come abbiamo fatto finora, senza?!? :-)))
Oltre a questo l'IPv6 utilizza intestazione dei pacchetti con un numero inferiore di campi (appena 7 invece di 14) il che consente ai router di trattare gli stessi più velocemente, migliorando così le prestazioni di banda. Nel periodo transitorio da IPv4 a IPv6 (lo switch-over che durerà decenni...) verrà adottato un meccanismo dual stack: le macchine IPv6 comunicheranno con le macchine IPv4 grazie a un secondo stack di protocolli IPv4 in parallelo a quello IPv6. L'informazione di quale stack usare (v4 o v6) gli sarà data dal DNS, che insieme all'indirizzo di rete comunicherà quali protocolli sono supportati dalla macchina in questione.
Semplice no?!? (non proprio... :-)