dT n.09/2011 del 28.02.2011
Cornice stile Ritorno al futuro
FEB 28 2011


Immagine di apertura

Il mio nome è Bolt, Thunderbolt!

La nuova interfaccia proposta da Intel e da Apple consente performance da capogiro: da 10 Gbit al secondo in su.

Immagine_inlineZitta zitta (si fa per dire...), mamma Apple ne ha fatta un'altra delle sue. Un'altra di quelle che, probabilmente, cambierà un po' di cose nella nostra sempre più movimentata vita digital-tecnologica. Con i nuovi Macbook Pro, presentati questa settimana, fa capolino una nuova porta di comunicazione (Thunderbolt, Fulmine) destinata a mettere finalmente un po' di ordine in quella miriade di cavi che siamo ogni giorno costretti a utilizzare attorno al nostro PC, nonostante il fatto che più tempo passa più ci vengono fatte promesse wireless.

La nuova interfaccia, proposta da Intel e da Apple, originariamente denominata Light-Peak, permette infatti performance da capogiro (si parte con 10 Gbit/s, ma è destinata ad aumentare nel tempo) valori assolutamente impensabili, ad oggi, con le tecnologie "senza filo". Si tratta - era ora! - di una connessione totalmente universale (ben più dell'ormai classica USB), grazie alla quale non solo potremo collegare dischi, scanner e stampanti, ma finanche il monitor stesso (ovviamente digitale) e/o il televisore di casa e il videoproiettore. Come ha dichiarato la stessa Intel al riguardo, "potrebbe essere l'ultimo cavo di cui avete bisogno". Ovviamente fino a quando 10 Gbit/s ci continueranno a sembrare un'infinità. Poi, come al solito, tra una decina d'anni, ci faremo quattro risate al riguardo: appuntamento al 2020! :-)))

In principio era il caos...

Alzi la mano del mouse chi, come il sottoscritto, c'era tanti (nemmeno tantissimi, a pensarci bene) anni fa. Se "vagamente" ci ricordiamo com'era fatto un computer di fine millennio (epoca "Windows 98", ad esempio), sicuramente ricorderemo la varietà di porte di interfacciamento retro-disponibili. Già la tastiera e il mouse si collegavano tramite due prese differenti (come posizione e logo, il connettore era lo stesso ed era facile fare confusione, prima che "inventassero" due colori diversi...), ma questo era solo l'inizio. Si proseguiva con l'immancabile accoppiata di porta parallela e porta seriale (non ho mai capito il perché di questa filosofica differenziazione, visto che sotto il profilo prestazionale non è mai cambiato granché) con le quali collegavi LA stampante e IL modem (sorvolo sulla velocità di questi ultimi a quei tempi....).

Poi c'era, immancabile, la porta "giochi", un altro connettore multipolare di dimensioni medie, utilizzabile esclusivamente per collegare un Joystick o altra periferica video-ludica. Si finiva, quando andava bene, con l'uscita video VGA, rigorosamente analogica, per il collegamento al monitor esterno, naturalmente a tubo catodico. I più fortunati trovavano, sempre a fine millennio, anche un paio di porte USB, ma spesso farle funzionare non era facilissimo. Inoltre erano quelli i tempi della release 1.0 della futura interfaccia seriale universale, quindi il loro uso non andava oltre le poche stampanti parimenti equipaggiate (driver permettendo) e alcuni mouse o tastiere futuribili. Non è un caso, infatti, che a quei tempi il "plug & play", ovvero la capacità di alcuni dispositivi di autoinstallarsi al primo utilizzo, veniva pronunciato con un semplice, quanto sarcastico, cambio di consonante. Era, spesso, un "plug & pray"... :-)

Per tutto il resto, quando c'erano particolari esigenze, bisognava attrezzarsi: molte porte, non disponibili sulla piastra madre (a cominciare, spesso, da quella di rete), venivano aggiunte tramite schede d'espansione. Cosa che, naturalmente, non faceva che aumentare il caos o, per meglio dire, la probabilità d'intoppo.

Come un fulmine a ciel cupo...

È evidente che qualcuno, Intel, ha detto basta (sembra quasi di sentire l'applauso di sottofondo). La nuova porta di comunicazione presente (inizialmente solo) sui Macbook Pro annunciati questa settimana promette di cambiare molte cose in tal senso. Fonde, in pratica, due distinte protocolli di trasferimento dati: DisplayPort, finora utilizzata per "pilotare" monitor e proiettori digitali, PCI Express che siamo soliti collocare mentalmente all'interno dei nostri PC, come bus d'espansione per le schede grafiche, ma non solo queste ultime. Entrambe sono, di fatto, interfacce di trasferimento digitale ad alta velocità, quello che è stato fatto è uniformare il canale di trasferimento dell'una, dell'altra o di entrambe le tecnologie.

Aspettiamoci, quindi, monitor collegati al computer dai quali un altro cavo dello stesso tipo collegherà hard disk esterni e, sempre in cascata (perché questa è una delle non-novità), qualsiasi altro dispositivo digitale bisognoso di un'alta velocità di trasferimento dati. Ad esempio una videocamera digitale fresca fresca di riprese FullHD da trasferire velocemente su computer. Ricorda, in questo, il vecchio "SCSI" che allo stesso modo, in cascata, collegava tra loro dispositivi diversi: scanner, lettori CD-ROM, hard disk, unità esterne di memorizzazione, come i famosi dischi "Zip" di Macintoshiana memoria...

Per finire, ma non meno importante, la connessione Thunderbolt (in stile USB) fornisce anche la potenza elettrica per i vari dispositivi collegati, per ben 10 watt, più che sufficienti nella maggioranza dei casi, ferma restando (ovviamente) la possibilità che i dispositivi esterni siano a loro volta autoalimentati (sicuramente i monitor...). Il connettore è del tutto identico, nonché (ovviamente) compatibile con il precedente DisplayPort, già utilizzato da tempo nel mondo dei Mac. Le performance, come detto, sono entusiasmanti: 10 Gbit/s ed è solo l'inizio. Tanto per cominciare, infatti, all'interno di un singolo connettore trovano posto due distinti canali, pertanto i 10 Gbit/s diventano già 20 allo stato attuale. Inoltre è previsto l'utilizzo anche di cavi in fibra ottica che spingerebbero lo standard a quota 100 (sempre gigabit al secondo: ma vi rendete conto?!?) con performance che definire stratosferiche appare finanche riduttivo. C'è solo da aspettare un po' (un annetto buono, a quanto pare) prima di vedere questa interfaccia anche al di fuori dal mondo Mac. Che poi equivale (non me ne vogliano i mela-boys) al vero e proprio trampolino di lancio per l'ampia diffusione del nuovo standard.

AdP

Condividi su Facebook Condividi su Twitter Condividi su LinkedIn Condividi su WhatsApp Invia per email

Progetto a cura di

Andrea de Prisco - AdP

Per ulteriori informazioni, scrivi a:

i-n-f-o(a)adpware.it
(tolti i trattini e con la @ dove serve!)

oppure utilizza il modulo Contattami