64 mila baci :-)))
A volte ritornano: un 'nuovo' Commodore 64 arriverà, forse, sul mercato. Ma si tratta solo di un normale PC dalle sembianze retrò.
Notiziona bomba della settimana, almeno per chi... come me... "c'ha 'na cert'età" è stata il lancio, non so quanto reale (ad aprile, e non solo il primo, non bisogna mai abbassare la guardia!) del "nuovo" Commodore 64. L'annuncio è della sedicente Commodore USA (www.commodoreusa.net), azienda che ha acquisito i diritti di sfruttamento dei marchi Commodore e Amiga, promettendo nuova vita a questi tanto amati prodotti del passato. In realtà, chiariamolo subito, e sempre che sia un prodotto reale, sembianze a parte il nuovo nato ha davvero ben poco a che spartire con il suo lontanissimo antenato. Non è altro che un PC di medie caratteristiche assemblato alla meno peggio dentro un guscio quasi identico a quello del Commodore 64. Come dire: "una grande strunXXta!!!". Per capire quanto si siano impegnati davvero poco nell'opera, basta dare uno sguardo al retro del nuovo nato. Fa capolino la flangia connettori di una comunissima piastra madre (in standard mini-ITX) che ripropone anche l'attacco per tastiera esterna, nel caso in cui quella integrata sia poco... visibile!
Quando c'era Lui...
Certo, a conti fatti, bisogna proprio avercela una certa età. Personalmente ho messo il naso nel mondo dell'informatica quando, a titolo personale, sì e no si poteva contare sulle calcolatrici programmabili. Solo dopo sono arrivati i Personal Computer e, qualche annetto più tardi, i cosiddetti "Home Computer". Il Commodore 64 (per chi non lo sapesse... immagino NESSUNO dei miei lettori), è stato certamente il più diffuso di questa categoria, ma non fu nemmeno il primo. A precederlo c'era un altro glorioso "personaggio", il Commodore VIC-20, che rappresentò davvero uno dei primissimi computer non pensato per utilizzi professionali o piccolo-aziendali.
In realtà, io le ossa me le sono fatte proprio sul VIC-20, ed ero talmente tanto "innamorato" di questo aggeggio che sulla torta del mio, appunto, ventesimo compleanno (era il 1982, non mi vergogno a raccontarlo, ma forse dovrei...) feci disegnare dal pasticcere, senza dargli tante spiegazioni, addirittura la scritta VIC-20!!! (ero da ricovero, lo so... :-))) Quelli comunque erano i tempi in cui la nascente informatica "per tutte le tasche" generava negli utenti vera e propria passione, seconda solo - forse... - alla cosiddetta fede calcistica. Noi ragazzini, infatti, al primo approccio informatico - manco fosse un imprinting - ci incanalavano per sempre su una delle due uniche scuole di pensiero esistenti a quei tempi: si stava o di qua o di là. C'erano i fedelissimi Commodore e i fedelissimi Sinclair. I primi hanno iniziato con il VIC-20, sono subito dopo passati al più evoluto 64, per finire (come me) la propria carriera "commodoriana" con quell'altro gioiello ipertecnologico denominato Amiga. Dall'altra sponda c'erano i fedelissimi della serie ZX, prima con il modello 80, poi con l'81, passando per lo Spectrum e chiudendo con il poco fortunato QL.
Chi, a quei tempi, inizio anni 80, aveva qualche annetto (ma soprattutto qualche soldino) in più ci guardava dall'alto in basso con il sempreverde Apple II. Questi utenti, col passare degli anni, sono poi passati a Mac o al PC propriamente detto che, per chi non lo sapesse, era una ben precisa macchina di IBM. L'IBM Personal Computer, appunto.
I segni del tempo...
Fa un po' impressione, a dirla tutta, vedere serigrafato sui tasti funzione del "nuovo" Commodore 64 scritte tipo Internet ed Email. A quei tempi, primi anni 80, praticamente non esistevano ancora o se c'erano stavano solo all'interno dei campus universitari (americani) più tecnologicamente avanzati, per mettere in contatto al più gli studenti (ma forse solo i professori) tra un edificio e l'altro. Non tra un continente e l'altro come è normalissimo oggi. La memoria RAM di questo nuovo nato può raggiungere i classici, per oggi, 4 GB... e a quell'epoca il suo antenato ne aveva a disposizione un quantitativo "64K volte inferiore". Già, ironia della sorte, se moltiplichiamo la quantità di memoria disponibile allora (64 KB, pari a 65536 byte) per il quantitativo stesso, 65536 otteniamo proprio la dimensione di memoria massima del nuovo nato!
Meno distante anni luce, se vogliamo, le rispettive velocità del processore. Nel primo si viaggiava a 1 MHz (ed eravamo tutto sommato contenti...), nel secondo si va a 1.8 GHz, come dire che siamo "appena" 1800 volte più veloci. Ma sono pronto a scommetterci che quando qualcuno lo proverà dirà che è addirittura lento! La memoria di massa interna, totalmente assente nel modello originario (bisognava ricorrere al registratore a cassette o all'unità floppy disk, entrambi esterni) va da un minimo di 160 GB per il modello Basic (venduto a ben 595 dollari!) al terabyte tondo della versione Ultimate, venduto a 300 dollari in più. Su questo, però, troviamo anche un lettore BluRay (se no che Commodore 64 è?!? :-))) la memoria già espansa al massimo (4 GB) ed entrambe le connettività wireless di oggi: WiFi e Bluetooth.
Non mancano, su tutti i modelli, ben tre uscite video (HDMI, DVI e, per i nostalgici, una bella VGA) mentre a quei tempi si collegava il tutto al televisore di casa. E non tramite presa scart (allora ben pochi televisori l'avevano!) ma addirittura tramite un piccolo sintonizzatore interno che modulava il segnale video trasformandolo in segnale d'antenna compatibile con l'analogo ingresso del TV. Mi fermo qua. Non so nemmeno come definire la mia emozione in questo momento. Da una parte tornare indietro nel tempo può fare, teoricamente, piacere un po' a tutti. Dall'altra mi pare, viceversa, che sia stato addirittura profanato qualcosa che, molti di noi, tendono ancora a reputare "sacro". O quasi...
Non so quanti ne venderanno di questi "new 64", ma c'è anche da dire che le immagini riportate sul loro sito non sono altro che rendering, pertanto non è escluso che se non si tratta di una bufala poco ci manca.
Staremo a vedere, come sempre.