L'e-vangelo in Giovanni Paolo II
È difficile far finta di nulla, finanche in queste pagine 'digitali', nel giorno della beatificazione di Giovanni Paolo II.
È difficile far finta di nulla, finanche in queste pagine "digitali", nel giorno della beatificazione di Giovanni Paolo II: il primo Papa, televisivamente parlando, "interamente a colori", ma soprattutto il Papa dell'era digitale, elevato al soglio pontificio ancor prima che si diffondesse l'informatica personale, la telematica e Internet, cavalcandone appieno la nascita, negli anni '80, e l'evoluzione, negli anni '90 e nel millennio seguente. La foto in apertura di questo articolo, sia ben chiaro, non è un fotomontaggio. Risale al 2001 e ritrae il Santo Padre in un gesto destinato a segnare la storia. Per la prima volta al mondo un documento pontificio, Ecclesia in Oceania, è stato promulgato via email.
Non abbiate paura!
"Non abbiate paura delle nuove tecnologie!" non è una versione rivista in chiave moderna del suo più famoso invito, ma sue testuali parole nella Lettera Apostolica del 24 gennaio 2005 - pochi mesi prima della sua "miglior vita" - indirizzata ai responsabili della comunicazione sociale, nella ricorrenza di San Francesco di Sales, peraltro Patrono dei giornalisti. A ben guardare il "vederci lungo" di Santa Romana Chiesa affonda le sue radici in tempi ancor meno sospetti, all'epoca del Concilio Vaticano II, alcuni decenni prima. Queste le parole del suo predecessore Papa Paolo VI: "Tra le meravigliose invenzioni tecniche che, soprattutto nel nostro tempo, l'ingegno umano è riuscito, con l'aiuto di Dio, a trarre dal creato, la Chiesa accoglie e segue con particolare sollecitudine quelle che più direttamente riguardano le facoltà spirituali dell'uomo e che hanno offerto nuove possibilità di comunicare, con massima facilità, ogni sorta di notizie, idee, insegnamenti. Tra queste invenzioni occupano un posto di rilievo quegli strumenti che, per loro natura, sono in grado di raggiungere e influenzare non solo i singoli, ma le stesse masse e l'intera umanità. Rientrano in tale categoria la stampa, il cinema, la radio, la televisione e simili. A ragione quindi essi possono essere chiamati: strumenti di comunicazione sociale" (Cfr. Inter mirifica, 4 dicembre 1963).
Simili... ad Internet
Naturalmente è "merito" del pontificato di Papa Wojtyla anche il sito web della Santa Sede, www.vatican.va, nato nel marzo 1997. Può sembrare una battuta, ma quello del Vaticano, oltre ad essere uno dei più visitati al mondo (1,3 miliardi di accessi lo scorso anno!!!), è forse il più ecumenico fra tutti i siti sparsi nelle agitate acque di Internet. Oltre ad essere forse l'unico al mondo disponibile in ben otto lingue, dal cinese al latino, è basato sulla più classiche delle tecnologie: migliaia di pagine realizzate in puro e semplice HTML, facilmente visualizzabili - senza complicazioni - da qualsiasi browser, qualsiasi dispositivo, qualsiasi piattaforma, senza bisogno di plug-in et similia.
Probabilmente fa eccezione la sola pagina "Vatican Player" (su PC è prevista l'installazione automatica di Microsoft Silverlight) tramite la quale, come recita la didascalia, "... è possibile seguire in diretta tutte le celebrazioni papali riprese dal Centro Televisivo Vaticano, con audio e cronache in lingua curati dalla Radio Vaticana." Beatificazione di Papa Wojtyla compresa, come sta accadendo in quest'istante, mentre scrivo queste righe. Durante il suo pontificato, molti sono stati i documenti della Chiesa che hanno trattato, nel dettaglio, il fenomeno Internet. È del 2002 l'importante documento "La Chiesa e Internet" nel quale è possibile trovare numerosi spunti al riguardo:
I moderni mezzi di comunicazione sociale sono fattori culturali che svolgono un ruolo in questa storia. Come osserva il Concilio Vaticano II, «benché si debba accuratamente distinguere il progresso terreno dallo sviluppo del regno di Cristo, tuttavia nella misura in cui può contribuire a meglio ordinare l'umana società, tale progresso è di grande importanza per il regno di Dio» [...] Oggi ciò vale in modo particolare per Internet, che contribuisce ad apportare cambiamenti rivoluzionari nel commercio, nell'educazione, nella politica, nel giornalismo, nel rapporto fra nazione e nazione e cultura e cultura, cambiamenti riguardanti non solo il modo in cui le persone comunicano, ma anche quello in cui interpretano la propria vita.
[...] la Chiesa cerca un «dialogo onesto e rispettoso con i responsabili dei media», un dialogo che si rivolga in primo luogo all'elaborazione della politica che li riguarda. «Questo dialogo implica che la Chiesa faccia uno sforzo per comprendere i media - i loro obiettivi, i loro metodi, le loro regole di lavoro, le loro strutture interne e le loro modalità - e che sostenga e incoraggi coloro che vi lavorano. Basandosi su questa comprensione e su questo sostegno diventa possibile fare delle proposte significative per poter allontanare gli ostacoli che si oppongono al progresso umano e alla proclamazione del Vangelo». Nel documento "Etica in Internet", sempre del 2002, possiamo leggere:
Lo sviluppo eccezionale dell'informatica ha accresciuto moltissimo le capacità di comunicazione di alcune persone e gruppi privilegiati. Internet può aiutare le persone ad usare responsabilmente la libertà e la democrazia, a espandere la gamma di scelte disponibili nei diversi campi della vita, ad ampliare gli orizzonti culturali ed educativi, a eliminare le divisioni, a promuovere lo sviluppo umano in una moltitudine di modi. [...] Internet può unire le persone, ma può anche dividerle, sia come individui sia come gruppi diffidenti l'uno nei confronti dell'altro e separati dall'ideologia, dalla politica, da passioni, dalla razza, dall'etnia, da differenze intergenerazionali e perfino dalla religione. È già stato utilizzato in modo aggressivo, quasi come un'arma di guerra, e si parla già del pericolo rappresentato dal «ciber-terrorismo». Ah, però!!!
Il rapido sviluppo
Nella lettera apostolica di Giovanni Paolo II del 2005 ai responsabili delle comunicazioni sociali leggiamo: Le nuove tecnologie, in particolare, creano ulteriori opportunità per una comunicazione intesa come servizio al governo pastorale e all'organizzazione dei molteplici compiti della comunità cristiana. Si pensi, ad esempio, a come internet non solo fornisca risorse per una maggiore informazione, ma abitui le persone ad una comunicazione interattiva. Molti cristiani stanno già utilizzando in modo creativo questo nuovo strumento, esplorandone le potenzialità nell'evangelizzazione, nell'educazione, nella comunicazione interna, nell'amministrazione e nel governo. Ma a fianco di internet vanno utilizzati altri nuovi media e verificate tutte le possibili valorizzazioni di strumenti tradizionali. Quotidiani e giornali, pubblicazioni di varia natura, televisioni e radio cattoliche rimangono molto utili in un panorama completo della comunicazione ecclesiale.
Non mancano, esattamente oggi...
Complice il momento storico della sua beatificazione, non potevano mancare le applicazioni per smartphone e tablet dedicate a Giovanni Paolo II, quasi tutte a pagamento. Si va dalle più semplici e quindi più economiche, null'altro che raccolte di immagini, video e scritti del Papa, "rubacchiati" qua e là su Internet, a quelle dai contenuti specialistici e dedicate a un preciso ambito della sua esistenza, come avviene nell'app Il Vangelo dello Spirito Santo, a cura di Salvatore Martinez. Contiene circa 1000 espressioni del Santo Padre riferite allo Spirito Santo, la cui raccolta è frutto di un'accurata ricerca di pensieri, riflessioni e preghiere nel corso dei ventisei anni di pontificato.
Discutibilmente ricca di contenuti "vari ed eventuali", l'app Giovanni Paolo II, il Papa di tutti, a parte la consueta raccolta di informazioni dell'amato Pontefice facilmente rintracciabili anche su Internet (infanzia, giovinezza, carriera ecclesiastica, l'elezione, il pontificato, i miracoli e l'incontro con i grandi della storia) offre ai suoi clienti uno sconto e un canale d'accesso riservato "senza fila" per la visita guidata, a pagamento, nella Basilica di San Pietro, nonché la possibilità di inviare cartoline virtuali. Il tutto non senza aver rivissuto virtualmente una giornata tipo con Wojtyla in Vaticano, ripercorrendo i luoghi ufficiali e quelli più familiari che lo hanno visto protagonista. E niente più... :-)))