Google Chromebook: la svolta?
'Nient'altro che Internet': con questo slogan BigG lancia sul mercato, tra poche settimane, i computer destinati a cambiare le nostre abitutini.
L'11 maggio è, almeno per me, una data certamente da ricordare. È il giorno del mio vero compleanno, di quello della mia gattina (per inciso lei è nata esattamente 44 anni, in fila per sei col resto di due, dopo di me) e del lancio ufficiale del mio prossimo portatile: Google Chromebook, "il cloud computing... fatto computer!".
Quello che secondo (non solo) me rappresenta il computing del futuro ha, a ben guardare, un fortissimo legame con il passato. Si sta tornando, finalmente, al concetto di "terminale stupido" - proprio com'era prima dell'avvento dei personal computer, una trentina abbondante di anni fa! - ovvero di dispositivi assolutamente privi di vita propria, ma appendice di qualcos'altro di ben più grande. Decenni fa erano i cosiddetti Mainframe, oggi è la Rete allo stato puro, ma mi raccomando quella con la R maiuscola. Non è un caso, infatti, che lo slogan principale di Google utilizzato per identificare il nuovo digital pensiero sia: "Nient'altro che Internet". E scusate se è poco... :-)
Cloud is in the air...
... everywhere I look around. Come più volte ripetuto anche in queste pagine, il tanto di moda Cloud Computing, almeno nella sua essenza più generale, non dovrebbe sconvolgere più di tanto la nostra vita. Forse non ce ne siamo accorti, ma sono anni e anni che gestiamo alcune nostre cose "tra le nuvole" e non più, direttamente, all'interno del nostro computer. Pensiamo, ad esempio, alla nostra casella di posta elettronica consultata via web, ma anche ai nostri contatti di Skype, così come alle nostre "interazioni" su Facebook. Tutte cose che senza una connessione Internet a portata di mouse non possono che essere solo un ricordo.
I nuovi computer di casa Google - o per meglio dire il suo nuovo sistema operativo, Chrome OS - estendono questo modus operandi all'intero utilizzo dell'hardware in questione, non a caso è privo di qualsiasi tipo di memoria di massa per l'utente. Tutto sarà custodito su Internet, non solo i nostri messaggi, i dati, i contatti, i nostro file... ma finanche le applicazioni stesse per le quali l'installazione non sarà altro che un'aggiunta alle nostre preferenze, come fosse una pagina web "preferita" o un'amica taggata a dovere, dove e come più ci pare! (on the web... :-)
Come primo effetto collaterale desiderato, i nuovi Chromebooks (che brutto nome, però...) si avviano in pochi secondi, non dovendo "caricare" null'altro che il browser per la navigazione Internet, attraverso il quale sarà possibile fare davvero di tutto. Compreso salvare - se proprio non ci fidiamo della Rete - copia dei nostri file su una chiavetta USB, così come "installare" (sempre tra virgolette, come spiegato prima) tutte le applicazioni che desideriamo, accedendo all'apposito webstore messo a disposizione da Google (funziona solo con il loro browser).
Secondo effetto collaterale altrettanto desiderato, sicuramente più interessante del primo, è che i dati e le applicazioni, non essendo in alcun modo presenti all'interno del portatile, non "vanno via" con questo in caso di perdita, furto, rotture & quant'altro. Basta disporre di un nuovo hardware, reinserire le stesse credenziali d'accesso, e trovare il "proprio" computer esattamente come l'avevamo lasciato. Applicazioni "installate" comprese, che saranno rimaste ad attenderci... tra le nuvole! Terzo punto a vantaggio del Cloud Computing all'ennesima potenza di Chrome OS è che tanto il sistema operativo quanto le applicazioni sono sempre costantemente aggiornate senza alcun intervento da parte dell'utente o notifica allo stesso indirizzato. I Chromebooks sono, infine, anche totalmente esenti da virus visto che - banalmente - non installano nulla al loro interno, né con il consenso, né senza il consenso dell'utente. Era ora, no?!? :-)))
Due modelli due
Stanno per arrivare sul mercato, tra poche settimane, ben due portatili Chrome OS. Il primo è proposto da Acer, il secondo da Samsung. Le caratteristiche dei due modelli sono molto simili. Il Samsung ha uno schermo leggermente più grande, 12.1 pollici contro 11.6 dell'Acer, ma quest'ultimo ha in più una porta HDMI che chiaramente può essere utilizzata anche per il collegamento di un monitor esterno (non solo il mega LCD in salotto), purché questo abbia almeno un ingresso DVI.
Non mancano, per entrambi, una webcam HD, una signora tastiera di dimensioni standard, un paio di porte USB, uno slot multiformato per memory card (utile più che altro per trasferire nella nuvola i nostri scatti fotografici), un bel processore Intel Atom Dual-Core, connettività standard WiFi e opzionale 3G. Prezzi a partire da 349 euro, che molti reputano elevato... per un portatile, tutto sommato, senza hard disk. Ma non era semmai proprio questa la sua carta vincente?!?