dT n.35/2011 del 10.10.2011
Cornice stile Ritorno al futuro
OCT 10 2011


Immagine di apertura

Apple: in principio era questo

Tanti e tanti anni fa, in un 'famoso' garage californiano nasceva un computer, e sopratutto un marchio, destinato a cambiarci la vita.

Immagine_inlineIl numero di "Digitando, digitando...", davanti ai vostri occhi, l'avrei voluto dedicare - semplicemente! - al mancato iPhone 5, ovvero alla quella via di mezzo che è stata presentata in settimana da Apple: il coraggioso iPhone 4S. Viceversa, come naturalmente sanno miliardi di persone nel mondo, la stessa settimana passerà (anzi è passata) alla storia per la morte di Steve Jobs... e miliardi di parole sono già state spese in questi giorni per raccontarne vita, opere e, naturalmente, miracoli. Tecnologici, s'intende! (e si spera...)

Internet tutta, la stampa mondiale, i nostri TG nostrani, in questi giorni non hanno fatto altro che parlare (giustamente) di quest'uomo, che tutti vorrebbero santo subito! Ha realmente cambiato la nostra vita - non solo quella digitale - oltre ad aver scombussolato (positivamente) i piani industriali di migliaia d'aziende, tutto sommato portando ricchezza anche a loro stessi, concorrenti di Apple. Non sono mancate, come sempre, le tipiche "cappellate" televisive: tra le tante cose che ho sentito in questi giorni c'era, ad esempio, che l'Apple II fosse il prototipo degli attuali Mac, così come che il mouse fosse un'invenzione dello stesso Jobs... affermazione altrettanto falsa, se non sotto il profilo commerciale! Ma cosa è stata, per tutti noi, la Apple e, conseguentemente, come ha cambiato la nostra vita Steve Jobs?

Partendo dalla fine - o quasi - della storia, basta citare l'iPhone e tutto quello che ha perturbato nel mondo della telefonia mobile. Così come si può dire lo stesso - più recentemente - di iPad per quel che concerne il fenomeno tablet, e qualche anno indietro in merito a iTunes e alle ripercussioni che ha avuto nel mondo della musica disponibile, legalmente & a pagamento, online. Saltando indietro di circa un decennio, con la nascita dei coloratissimi iMac, è nata l'era dei computer belli, finanche oggetti d'arredamento, cosa che prima di allora era materia assai rara, se non per qualche sparuta eccezione.

Se il salto all'indietro lo facciamo di (ben?) 27 anni, ecco a voi il primo Mac e, soprattutto, quella geniale interfaccia a finestre (che in inglese si traduce proprio "windows"), il cui DNA - checché ne dicano NOI invidiosi - scorre a fiume in qualsiasi computer prodotto da quei tempi fino ai giorni d'oggi (e chissà per quante generazioni tecnologiche ancora), ovviamente non solo in quelli prodotti dalla "mela morsicata". Ma quale è stata, nei primi mesi, la storia della Apple? Sì, quella del garage dei due piccoli-grandi Steve (Jobs e Wozniak) dentro al quale è stato concepito, partorito e prodotto uno dei primi personal computer della storia, l'Apple 1, questo sconosciuto! (era infatti "solo" una scheda madre...)

PC = Pinocchio Computer? :-)))

Se facciamo un salto su Google e proviamo a cercare immagini del mitico (mitologico...) Apple 1, tra l'altro costruito in appena 200 esemplari, ci troveremo davanti inspiegabili computer di legno, per di più anche molto diversi l'uno dall'altro. È vero che si tratta di decenni fa, ma che fosse un prodotto a base di tavole segate a mano e tra loro inchiodate e/o incollate appare quanto mai sconcertante! Il motivo è molto semplice: l'Apple 1 non era un computer in "carne e ossa", ma - come anticipato - semplicemente una scheda madre, venduta alla bellezza di 666,66 dollari! (in realtà una sciocchezza a quei tempi, considerate le alternative esistenti).

All'utente (tipicamente uno studente universitario o, al più, un ingegnere elettronico o un matematico/fisico appassionato anche di cose pratiche) rimaneva l'onere di completarlo, a propria cura, fantasia, e spesa. Bisognava dotarlo di un televisore come monitor, di una tastiera alfanumerica per digitare (ovviamente a mano) dati e programmi, fornirgli la giusta alimentazione elettrica, e sistemare il tutto in qualche modo... a proprio, sacrosanto, piacimento. Ad esempio costruendo a mano un ligneo cabinet (mica penserete che a quei tempi si trovavano belli e pronti in vendita?!?) o lasciando i vari pezzi sparpagliati sul tavolo, in questo caso limitandosi a provvedere i giusti collegamenti tra i differenti pezzi. Che poi faceva anche "più figo", volendo... :-)))

Chi aveva "a budget" qualche biglietto verde in più poteva anche passare agli "accessori". Per appena 75 dollari era disponibile, sempre già bella e pronta, una comoda interfaccia per registratore a cassette: questo permetteva, come minimo, il non dover ricominciare tutto da capo ogni volta che si spegneva l'accrocco. E scusate se è poco! :-)

Byte into an Apple

Tra i tanti reperti archeologici riemersi a seguito delle mie ricerche Googliche sull'Apple 1, degna di nota è la pagina pubblicitaria del nuovo nato (datata ovviamente 1976) nella quale è possibile trovare numerosi spunti interessanti. Si parte dal "logo" aziendale di quei tempi che nulla, proprio nulla, aveva a che fare con quello attuale: la mela morsicata. Lì la mela c'è, anche se si vede poco... sta al suo posto, sull'albero, e a giudicare dalla sua luminosità (altrimenti nessuno l'avrebbe notata) è in procinto di cadere, come da copione, in testa a Newton. Forse il messaggio era: come la mela di Newton ha cambiato la sua esistenza, questa "mela" può cambiare la vostra. (potrebbe pure essere, no!?! :-)))

C'è da chiedersi, però, se l'omino raffigurato (Newton, appunto) avesse in mano un libro o un... iPad, ma questa è tutt'altra storia (di fantascienza!). Di morsicato, a livello di mele, c'è però un piccolo gioco di parole, che dà il titolo anche a questo paragrafo: "Byte into an Apple". Lo slogan, che campeggia accanto al logo originario nella pagina pubblicitaria dell'epoca, non è altro che un storpiatura, voluta, di "bite into an apple" che, sempre google-translator alla mano, sta per "mordere una mela". Appunto.

Ma torniamo alla pubblicità dell'Apple 1, qui sotto visibile in tutto il suo splendore (cliccare per credere!). Il messaggio è assai chiaro: "Apple presenta il primo sistema microcomputer a basso costo, con video terminale (inteso come 'circuiteria per...') e 8K byte di RAM su una singola piastra madre". Continuando a leggere e a tradurre gli occhi si fanno inequivocabilmente lucidi: "Con l'aggiunta di una tastiera e di un video monitor, avrai un computer estremamente potente (a questo punto la domanda poteva essere: "per farci cosa???") ... che può essere usato per qualsiasi cosa, dallo sviluppo dei programmi all'uso di giochi, così come con il BASIC".

L'elogio vinobuono/oste prosegue mettendo ben in evidenza che "L'Apple utilizza i nuovi chip di memoria a 16 pin da 4 K (bit). Sono più veloci e occupano un quarto dello spazio necessario per i chip usati dagli altri concorrenti. Questo significa 8K bytes in 16 chip. Che significa anche non più di 28 ampere (VENTOTTO AMPERE??? :-) di assorbimento. Il sistema è pienamente espandibile a 65K (dicesi 'sessantaquattro!') attraverso un connettore in grado di trasportare il bus indirizzi, il bus dati, l'alimentazione e i segnali di timing. Ancora, l'Apple Computer può essere aggiornato per utilizzare i chip da 16K quando saranno disponibili. Ovvero 32K bytes on-board con appena 16 circuiti integrati, l'equivalente di 256 chip 2102 (della concorrenza)".

E per finire: "Diversamente da molte altre interfacce per registratori a cassette presenti sul mercato, le nostre funzionano sempre. E siccome è molto veloce (1500 bit al secondo) è possibile leggere o scrivere 4 K bytes in circa 20 secondi. Diversamente da altre interfacce che richiedono costosi registratori a nastro, l'Apple Cassette Interface lavora praticamente con qualsiasi registratore audio".

Che tempi... che tempi!!!

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Progetto a cura di

Andrea de Prisco - AdP

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