dT n.37/2011 del 24.10.2011
Cornice stile Ritorno al futuro
OCT 24 2011


Immagine di apertura

Il cubo di Robot

Un team di 'esagerati' ha messo su una macchinetta in grado di risolvere, automaticamente, il Cubo di Rubik in poco più di 5 secondi.

Immagine_inlineNon ci si può distrarre una trentina d'anni (29, per la precisione) che qui - nel mondo - succede di tutto e di più. Notiziola della settimana è che un team di "esagerati" ha messo su una macchinetta in grado di risolvere, automaticamente, il Cubo di Rubik in poco più di 5 secondi. A governare tutto l'ambaradan non c'è un supercomputer nascosto sul retro, ma un sottilissimo Samsung Galaxy II. "Questi", prima osserva attentamente il cubo da tutti i lati con la sua fotocamera integrata e immediatamente comanda i servomeccanismi per ripristinare il rompicapo al suo stadio originario: le sei facce con i colori giusti al posto giusto.

La cosa di per sé potrebbe risultare poco interessante a tante persone, ma non al sottoscritto... più che altro per motivi storico affettivi. Infatti, uno dei miei primi contributi alla compianta MCmicrocomputer - nel lontano, appunto, settembre 1982 - fu proprio un programma per la soluzione (altrettanto automatica) del rompicapo, "sviluppato" per l'indimenticabile Commodore Vic-20. Con i suoi appena 16 KB di memoria RAM (espansa), un processore da 1 MHz e, soprattutto, tanta, tanta voglia di fare!

Correva l'anno... 1982!!!

"Il micidiale rompicapo degli anni '80, in arte "Cubo Magico", è ormai diventato familiare a tutti: al mondo ne esistono oggi più di 20.000,000 di esemplari. Il suo geniale inventore, l'architetto ungherese Erno Rubik, prima di accorgersi di avere per le mani un affare da miliardi usava il suo (allora unico!) cubo per spiegare agli studenti universitari problemi di geometria tridimensionale."

A rileggere quell'articolo, tutto sommato, non dico che scappa la lacrimuccia... ma poco ci manca. Erano quelli i tempi dei primi anni universitari e, detto sinceramente, quell'affarino colorato ce l'avevamo un po' tutti nella valigetta d'ordinanza... atenea. Non ero velocissimo a risolverlo, ma nemmeno la peggiore delle schiappe "in aula": se la memoria non m'inganna (naturalmente oggi non saprei da che parte iniziare!), il mio record personale era di una sessantina di secondi: una vera eternità rispetto a oggi, con "campioni" in grado di fare lo stesso in un decimo del tempo.

Da qui a "pensare" di farlo risolvere al mio Vic-20 il passo fu assai breve: in due, dovendo anche caricare a mano una per una tutte le sei facce scombinate (e a quei tempi non c'erano né i mouse né gli schermi grafici!), ci si impiegava ancora di più... ma la soddisfazione di vederlo poi fare a "lui" era, alla fine, impagabile! A trent'anni di distanza lo scenario è assai diverso. I creatori della infernale macchinetta, denominata CubeStormer II, si chiamano Mike Dobson e David Gilday e non sono nuovi nell'impresa. Del resto quel "II" nel nome del marchingegno, se no, che ci sta a fare?

La cosa simpatia, se vogliamo, è che l'hardware meccanico è della Lego!!! Già, anche i mattoncini colorati non sono più quelli di una volta... e m'è toccato apprendere anche questo nel giro di poche ore, dopo aver deciso di scrivere il mio pezzettino settimanale su questo commuovente argomento! Esiste infatti (e non faccio fatica ad ammettere la totale ignoranza in materia: in più non sapevo di non sapere... e dunque non posso nemmeno appellarmi a Socrate e al suo pensiero! :-) un fantastico kit della Lego ideato, pare, per costruire (come minimo) un robottino intelligente. Di fatto, però, gli utenti si sbizzarriscano a realizzare le cose più disparate.

(se no che costruzioni sono?!?)

Il kit è composto da tre servomotori, alcuni sensori (tattile, luminoso, sonoro, ultrasuoni) e un "cuore intelligente" che governa il tutto. Al suo interno "batte" a 48 MHz un processore a 32 bit ARM7, troviamo un coprocessore a 8 bit da 8 MHz, il tutto circondato da un po' di Ram (appena 64 KB) e un po' di memoria flash (256 KB, e che miseria!). Fatto sta che con quattro di questi kit i due "maledetti" :-) hanno assemblato l'arnese infernale che, a vederlo all'opera, si rabbrividisce. Almeno per chi, come me, quasi trent'anni fa, non avrebbe mai osato pensare una cosa simile. Eppure c'è!

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Progetto a cura di

Andrea de Prisco - AdP

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