dT n.38/2011 del 07.11.2011
Cornice stile Ritorno al futuro
NOV 07 2011


Immagine di apertura

Mars 500: son 'tornati' sani e salvi!!!

Il progetto di ricerca Mars 500 ha 'riportato' sani e salvi 'sulla Terra' i sei astro-internati coinvolti nella 'missione' spazio-virtuale.

Immagine_inlineTre russi, un francese, un italiano e un cinese. Sembra proprio l'inizio di una barzelletta e, anche se non proprio in molti sono a pensarlo, poco ci manca! Sapevate del progetto di ricerca Mars 500, giunto felicemente a conclusione appena l'altro ieri? Sì, quello del viaggio simulato su Marte (ne avevo parlato, tra le varie cose, qui), che ha coinvolto due agenzie spaziali (russa e europea) nonché 6.000 persone da oltre 40 paesi di di tutto il mondo. Grazie a questo progetto è stata "scientificamente testata" la capacità di convivenza ravvicinata di sei individui (i fantastici sei di cui sopra)... "come se" stessero viaggiando realmente verso Marte e... ritorno.

Praticamente li hanno chiusi tutti quanti in una finta astronave per circa un anno e mezzo, limitando al limite le comunicazioni con la "base Terra" (situata al di là della parete...), perfino aumentando "strada facendo" il ritardo tra domanda e risposta man mano che si allontanavano virtualmente dalla Terra (roba seria, che credete). A metà periodo li hanno anche fatti uscire per qualche settimana su una finta superficie marziana (ovviamente bardati a dovere: su "Marte" come minimo serve la maglia di lana!) per poi rinchiuderli nuovamente nella finta astronave per altrettanti mesi e mesi di finto viaggio di ritorno. Bello, no?!?

Non ci crederete: nessun problema neanche al "rientro"... peraltro avvenuto spaventosamente in orario! Sono "atterrati" (forse ammarati, chi lo sa?!) lo scorso 5 novembre tutt'e sei sani e salvi "sulla Terra", ovviamente festeggiati da veri eroi. (contenti loro... :-)))

Dissacrante io?

Sì, lo so, sto esagerando un (bel) po', ma lo sto chiaramente facendo a posta. Però vederli così all'opera durante la loro difficoltosissima "missione" spaziale (ammirateli spaparanzati qui a lato da valorosissimi astro-internati... in mutande) una seppur lieve, ancorché facile e scontata, ilarità non possono non provocarla. Parlando seriamente, che si sia trattato di un vero e proprio esperimento scientifico non c'è dubbio. Diciamo più di natura medico-psicologica che fisico-interplanetaria, ma questo certamente basta & avanza per essere comunque roba interessante.

Certo è che per la prima volta sei individui (non a caso tutto di sesso maschile: evitiamo un po' di complicazioni scontate... ;-) hanno passato così tanto tempo a stretto contatto. Condividendo spazi ridotti, assenza di luce naturale, viveri razionati e turni veglia/sonno programmati. In più erano da verificare gli effetti sul metabolismo di simili condizioni, così come tenere sotto controllo la presenza e l'eventuale moltiplicazione di batteri in un ambiente totalmente chiuso per così tanti mesi.

Mission possible...

L'intera missione Mars 500 si è svolta in tre fasi: la prima di appena 15 giorni nel lontano 2007, la seconda di 105 nel 2009 la terza, più interessante, è iniziata lo scorso anno, precisamente il 3 giugno 2010. Cinque le zone di cui è composta l'intera struttura messa a punto per la missione, costata una quindicina di milioni di dollari. Quattro relative al viaggio, una alla superficie marziana, come detto simulata anch'essa.

Come nelle missioni Apollo della Luna, una volta giunti nell'orbita (virtuale) di Marte, il modulo d'atterraggio si è staccato (sempre virtualmente, come tutto del resto!) dall'astronave principale per consentire agli astronauti prescelti di "scendere" sul pianeta. Il modulo centrale, detto anche modulo abitabile, contiene sei cabine individuali per i sei astronauti, un'area comune, la cucina, la lavanderia, i servizi igienici e, molto importante!, la console principale di comando missione. Virtuale anche questa... :-)

Il modulo di servizio, parallelo al primo, contiene una piccola palestra, la "greenhouse" (un giardino per gli esperimenti), i magazzini per gli alimenti (la maggior parte di questi surgelati e mantenuti in appositi congelatori: ovviamente tutto è dentro la struttura, nulla poteva essere aggiunto o integrato una "partiti"). Non manca, infine, un modulo medico, con tutto l'occorrente per qualsiasi emergenza gestibile a bordo senza compromettere l'esito della missione. Immagino, o per meglio dire spero, che in caso di problemi gravi non li avrebbero certo lasciati crepare lì dentro!

Certo è che la simulazione si è potuta spingere solo fino a un certo punto. Ad esempio non è possibile simulare l'assenza di gravità (se non per qualche secondo negli aerei in caduta... parabolica) e anche sul piano psicologico, un conto è rimanere chiusi in due o tre container per mesi e mesi (sapendo che in caso di emergenza è comunque possibile scappare via), un altro è sapere che in caso di problemi reali, qualunque essi siano, si sarebbe dovuto trovare (o non trovare) la soluzione da soli.

Insomma, non si sa se davvero un giorno andremo su Marte, ma se ciò avverrà sarebbero da ricordare: Romain Charles, ingegnere francese; Sukhrob Kamolov, medico chirurgo russo; Alexei Sitev, ingegnere russo nonché comandante della missione; Alexander Smoleevsky, fisiologo russo; Wang Yue, astronauta cinese; last but not least Diego Urbina, ingegnere italo-colombiano.

A tutti e sei: BEN "TORNATI" SULLA TERRA! :-)

AdP

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Progetto a cura di

Andrea de Prisco - AdP

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