dT n.44/2011 del 19.12.2011
Cornice stile Ritorno al futuro
DEC 19 2011


Netbook: qui finisce l'avventura

Pare che il fenomeno netbook sia finalmente arrivato al capolinea. Dell ha gettato la spugna e tanti altri rallentano la produzione.

Immagine_inline"Pare" (scritto tra virgolette perché qui dentro, nell'informatica moderna, è sempre vero tutto e il contrario di tutto) che il fenomeno netbook sia finalmente arrivato al capolinea. Dico "finalmente" perché, tutto sommato, era un evento che attendevo da tempo. Non ho mai capito - come tante altre cose del resto... - come potessero ottenere tutto questo successo.

Ovviamente io "medesimo di persona" non faccio eccezione. Ne ho acquistato ben due: il primo dorme sonni tranquilli - o forse è passato a miglior vita, chissà... - nel terzo cassetto della scrivania, il secondo - ben più "performante" del primo... - l'ho rivenduto da lì a poco, non sapendo veramente cosa farci. Temo - si fa per dire! - che in milioni-altri abbiano avuto il medesimo comportamento. L'avventura dei netbook - ammesso sempre che volga davvero al termine - credo abbia generato i peggiori malcontenti informatici di tutti i tempi. La gente lo comprava per il prezzo basso, ma non sempre aveva chiaro che NON era un notebook di piccole dimensioni, ma un giocattolino per navigare... e pure in siti non troppo "complicati". Del resto se fino a pochi mesi prima un notebook ultracompatto costava 2000 euro e passa, come poteva essere possibile che una "cosa simile" dall'oggi al domani potesse essere venduto a un quinto - cifra poi dimezzatasi nel tempo - di tale importo? La "nuova" moda alle porte, sperando duri, si chiama Ultrabook. Esattamente il contrario, dimensioni a parte, dei netbook... ovvero il portatile ultracompatto di lusso come c'era cinque o sei anni da. Corsi e ricorsi storici...

Il primo netbook non si scorda mai...

In tanti pensano che il primo netbook della storia sia stato l'Asus EeePC 700, visibile in apertura, elegantemente sorretto in punta di dita. In realtà "netBook" (scritto, credo, con la B maiuscola) è stato un prodotto di fine millennio scorso, prodotto da Psion per tanti anni, tant'è che trattandosi di un marchio registrato sono state portate avanti dalla stessa numerose battaglie legali al riguardo. Non so dirvi come è andata a finire, ma immagino non tanto bene per Psion... o magari si stanno ancora scannando a colpi di carte bollate!

In realtà il "netBook" di Psion ben poco aveva a che fare con i prodotti attuali, se non per le dimensioni compatte... ma non certo per il prezzo di vendita al pubblico che lo posizionava, semmai, in ambito professionale e industriale. Un po' più dedicato al largo pubblico fu, viceversa, il poco fortunato Psion 7 (simile nella architettura e nell'estetica/ergonomia), teoricamente successore dello Psion 5 che in molti, spero, ricorderanno.

Tanto il "netBook" quando il "Series 7" (così come il "5") utilizzavano il sistema operativo proprietario EPOC (padre di tutti i Symbian), non c'era traccia di hard disk e tutto si svolgeva tra RAM, ROM e schedine di memoria, proprio come accadeva con gli Psion più piccini. Il di più era dato uno schermo a colori (mai visto prima in casa Psion) di dimensioni "enormi", visto che i pollici in gioco erano ben 7.7, e una tastiera di dimensioni quasi standard. In barba, poi, ai suoi successori di 5-6 anni dopo, il padre di tutti i netbook aveva anche uno schermo touch, da toccare però con l'apposito pennino a corredo. I tempi "polpastrellici" inaugurati da iPhone erano ancora lontani da allora...

L'eeera Asus

Molti anni dopo, a sorpresa, Asus annuncia il suo Eee PC. Un portatilino compatto con display da appena 7 pollici, tastiera mignon (ovvero di dimensioni tutt'altro che standard), niente hard disk nel senso classico del termine... ovvero dotato di una piccola quantità di memoria permanente dove salvare i propri dati. Qui l'appellativo di netbook sta ad indicare, anzi a limitare, il campo di utilizzo stesso del dispositivo. Nasce soprattutto per navigare in Internet, tant'è che i primi dispositivi di questo tipo (anche per ragioni di costi) erano basati su Linux dovendo sì e no far girare il browser. Con questo non voglio dire che con Linux non si riesce a fare altro (ci mancherebbe altro! :-))) ma solo che non avrebbe rappresentato un problema per l'utente il non poter caricare questo o quel videogioco del PC (causa incompatibilità del sistema) essendo questo dedicato esclusivamente ad Internet.

È stato il passo successivo, semmai, la nota stonata. Dopo il primo modello basato su Linux, visibile qui a lato, ne sono arrivati altri con XP, e da questo il pensare che potesse essere un computer normale (solo più piccolo e comodo da portarsi dietro) è diventato molto facile. Così, dopo un po', si sono visti schermi più grandi (prima 9, poi 10 e finanche 12 pollici), dotazioni di disco del tutto paragonabili a quelle dei notebook e... tanta voglia di fare, ma anche di deludere, di lì a poco, il malcapitato utente.

C'è chi dice no!

Bene, veniamo ai nostri giorni. È notizia della settimana che Dell, uno dei principali se non il maggiore produttore di computer al mondo, ha deciso di dire addio ai netbook (la serie Inspiron Mini) e anche riguardo ai tablet pare abbia gettato la spugna. In realtà su questa seconda parte della frase la mano sul fuoco non ce la metto. Di sicuro sono stati "dismessi" i due modelli minori (Streak 7 e Streak 5, mai arrivati peraltro in Italia), ma con Android 4 alle porte, in ambito tablet, non è da escludere che qualcosa del genere compaia, a sorpresa, sul più bello.

Di sicuro Dell volgerà lo sguardo (interessato) al mondo Ultrabook, ovvero ai portatilini ultrasottili, ultrapotenti, ultracostosi fortemente voluti e sponsorizzati da Intel. Orientamento simile, anche se non ancora contraddistinto da decisioni drastiche, è quello degli altri competitor del settore: Samsung, Acer e Asus. Se non c'è stato, per questi tre, ancora un addio definitivo ai netbook l'orientamento è comunque quello di diminuirne la produzione, puntando maggiormente sui nascenti Ultrabook.

In tutto ciò, come facilmente immaginabile, Apple se la ride sotto i baffi. Non ha mai creduto nel fenomeno netbook (tant'è che non è mai esistito un prodotto di questo tipo basato su Mac OS) e se c'è un "Ultrabook" per antonomasia, questo è senza ombra di dubbio il MacBook Air, giunto ormai alla sua terza generazione. Come sempre Apple segna la strada e, prima o poi, tutti gli altri la percorrono. È così ormai da più di trent'anni!

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Andrea de Prisco - AdP

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