dT n.09/2012 del 02.04.2012
Cornice stile Ritorno al futuro
APR 02 2012


Immagine di apertura

L'auto «vadasé» di Google…

Negli USA, in questi giorni, ha fatto tanta eco la notizia di un cieco alla 'guida' - si fa per dire - di un'autovettura ipertecnologica.

Paese che vai, notizie che trovi. Negli USA, in questi giorni, ha fatto tanta eco la notizia di un cieco alla guida - si fa per dire - di un'autovettura. Si chiama Steve Mahan e passerà, probabilmente già è passato, alla storia. Qui da noi, viceversa, non ci facciamo più caso... con tutti i falsi ciechi che guidano quotidianamente sulle nostre strade che notizia sarebbe?!? :-)))

Scherzi a parte, lo Steve in questione è cieco per davvero. A non essere cieca è l'autovettura al suo fianco, la Self-driving car di Google, di cui si parla da almeno un paio d'anni a questa parte. Immagine_inlineCerto, quando c'è Google di mezzo, tutto fa notizia: in realtà la guida totalmente automatica dei veicoli è materia nota da tempo, in cui tantissime aziende del settore automobilistico investono da sempre. O almeno da quando la tecnologia permette loro di pensare anche in questi termini. Noi di MC, tanto per non fare nomi, già ne parlammo negli anni '90, se non ricordo male relativamente a uno studio - con annesso prototipo sufficientemente funzionante - di Mercedes Benz. E scusate se è poco!

A parte questo, la guida totalmente automatizzata dei veicoli chiude, se vogliamo, un cerchio aperto all'incirca 120 anni fa. Parliamo non del secolo scorso, ma di fine di quello addirittura prima, l'800. Riguarda l'origine stessa del termine automobile - peraltro inizialmente usato al maschile (Zia Wiki docet...) - che identificava i veicoli «in grado di muoversi autonomamente, ovvero senza l'ausilio diretto di forze animali, umane o determinate da fenomeni naturali come il vento, la gravitazione o il moto ondoso». Presto ci sarà un'altra forza da aggiungere all'elenco: la forza dell'intelligenza umana di chi siede all'interno. Saranno auto-mobili, nel senso più ampio del termine.

Immagine_inlineGoogle Car, questa sconosciuta

Apro una piccola parentesi sulle cosiddette Google Car, che (forse, ma non è detto!) nulla hanno a che vedere con la Self-driving car, sempre di Google. Sono le vetture utilizzate in tutto il mondo per le riprese fotografiche del progetto Street View, ben noto a tutti e utilizzato correntemente da milioni e milioni di persone in tutto il mondo.

Mi sono sempre chiesto: ma le riprese le hanno fatte pensando anche al futuro? Perché guardando la qualità delle immagini fruibili oggi attraverso StreetView se non c'è da piangere, poco ci manca. Non è che questi GoogleBoys tra non molto ricominceranno a girare per acquisire dell'altro, che al primo giro non avevano considerato? Spero, per loro, di no. Comunque è fin troppo evidente che quel vistoso ambaradan sul tetto non fa solo fotografie, e se anche facesse solo quelle non credo poco che le scatti a risoluzione VGA...

Immagine_inlineSì, ma che c'entra?!?

Tempo al tempo... :-) Ben più attrezzata, di certo, è la Self-driving car vera e propria. Nell'immagine qui a lato c'è una descrizione, per quanto possibile, dettagliata. Il sistema si basa, come intuibile, su numerosi sensori e, chiaramente, su un sofisticato sistema di calcolo preposto ad elaborare tutti i dati ricevuti da tali dispositivi periferici.

La parte più appariscente, e per certi versi più importante, è quel sensore laser rotante posto sul tetto che non fa altro che acquisire in tempo reale l'ambiente circostante, generando una mappa 3D. Una videocamera, posizionata all'interno dell'abitacolo nelle vicinanze dello specchietto retrovisore e puntata frontalmente, è utilizzata per il riconoscimento dei semafori e degli ostacolo in movimento, compresi pedoni e ciclisti.

Non mancano, naturalmente, tutt'intorno un po' di radar (tre frontali, uno posteriore) per l'individuazione degli oggetti distanti (tipicamente gli altri autoveicoli); un banale sensore GPS (chi non ne ha almeno due o tre addosso di questi tempi?!?); un sensore inerziale e uno di verifica posizione. Immagine_inlineQuest'ultimo è semplicemente ancorato alla ruota posteriore sinistra, ed è in grado di misurare anche gli spostamenti minimi per un più preciso posizionamento del veicolo sulla... mappa.

Ed è qui che casca l'asino... :-)

Il sistema automotive di Google non sta tutto dentro al veicolo, nel senso che non è in grado di circolare dappertutto, anche in posto del tutto sconosciuti, come potrebbe fare un guidatore umano. Si basa anche - ma dovremmo dire soprattutto - su mappe 3D dettagliatissime, acquisite in precedenza e disponibili sul sistema. Perciò mi chiedevo, e mi chiedo: per caso le Google Car hanno già acquisito anche questo?!?

Torniamo a noi. Durante la guida automatica viene costantemente confrontata la mappa precaricata con quanto acquisito in tempo reale dallo scanner 3D: in questo modo è (si fa per dire...) più semplice capire cosa sta succedendo nell'ambiente circostante per prendere le decisioni del caso. Immagine_inlineSia che si tratti di pedoni in attraversamento (qui è semplice: tocca fermarsi e lasciarli passare), sia nei confronti di altri veicoli per i quali in alcuni casi è consigliabile assumere un atteggiamento più intraprendente.

In un incrocio a quattro vie, ad esempio, non è pensabile attendere all'infinito che non passi nessun'altra macchina con diritto di precedenza su di noi, ma bisogna (e pare proprio che la Self driving car di Google lo faccia) avanzare un po' alla volta per mostrare agli altri automobilisti la propria intenzione di impegnare l'incrocio, alla ricerca, come avviene nel mondo reale, di qualcuno cortese che ci lasci passare. Mi sorge un dubbio: l'aspetto cortesia, a sua volta, è stato programmato? Perché se nei test finora effettuati la Self driving car è una e tutti gli altri, cortesi e scortesi, sono umani, cosa succederà quando saranno tutte automatiche?

Ah, saperlo!

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Progetto a cura di

Andrea de Prisco - AdP

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