L'informatica di terza età
Mi diverte, ogni tanto - l'ho già fatto altre volte in passato! - suddividere la storia dell'informatica personale in periodi storici distinti.
Mi diverte, ogni tanto - l'ho già fatto altre volte in passato! - suddividere la storia dell'informatica personale in periodi storici distinti. A volte due, a volte tre, a volte anche quattro o cinque, a seconda di quanto stringo o allargo i margini di separazione dei vari sotto-periodi che pure sono facilmente individuabili.
Viceversa diventa difficile, se non impossibile, stabilire l'anno zero dell'informatica personale stessa. C'è chi vorrebbe farla coincidere, banalmente, con la nascita dei personal computer... ma anche sulla definizione esatta di questi ci sarebbe da discutere (inutilmente) a lungo.
Ad esempio, per me (inteso non come secondo me ma per come l'ho vissuta soggettivamente) l'informatica personale all'inizio era quella delle calcolatrici programmabili. Dispositivi in voga a fine anni settanta che oggi sarebbe pure complicato da spiegare agli alieni dei nostri tempi. Per altri, assai più smanettoni del sottoscritto, in quegli stessi anni l'informatica personale poteva essere quella delle schede a microprocessore... magari programmate in esadecimale... altra tipologia di oggetti che a raccontarli oggi si rischierebbe di passare solo per abili pallonari. Capita... :-)
Non ci sono più i .com di una volta!
In questa breve passeggiata informatica vorrei partire dai tempi in cui possedere un computer significava per l'utente conoscerlo quasi più da dentro che da fuori. Chi, sul finire degli anni '70 disponeva di un computer tutto per lui, nella quasi totalità dei casi si scriveva da solo i programmi specifici per le proprie esigenze. Erano delle scatole vuote, oserei dire inutili, da rendere utili - con le proprie forze - all'occorrenza.
Negli uffici comunemente detti praticamente non ce n'era traccia, mentre si cominciavano ad intravedere negli studi tecnici degli ingegneri (mentalmente) più evoluti e al più presso qualche futuristico commercialista per l'automazione di buste paga e poco altro ancora. A quei tempi, infatti, non era ancora possibile avere registri bollati meccanizzati e quindi la contabilità vera e propria veniva fatta a mano, con biro blu o nera fermamente e responsabilmente trattenuta tra le dita.
Poi c'erano gli smanettoni che utilizzavano il computer per il proprio svago... dove lo svago era proprio quello di scrivere programmi per qualsiasi esigenza, presunta o reale che fosse. Giochini compresi, sebbene con la (non)grafica disponibile a quei tempi si faceva davvero molto poco. I display erano quasi sempre monocromatici, al più impreziositi dai fosfori verdi che - si diceva a quei tempi - facevano meno male alla vista affaticando meno l'utente/operatore. Chissà se era vero... :-)
L'informatica di allora, come noto, si svolgeva tutta in punta di dita, non certo nel senso che intendiamo oggi con gli schermi touch e altre diavolerie simili. L'interfaccia utente era basata esclusivamente su video e tastiera e tramite questa accoppiata (vincente?) si faceva di tutto & di più. Mouse finestre e interfacce grafiche, che pure cominciavano a gemere in vari laboratori di ricerca, erano ancora lontani anni luce... luce che poi, comunque, sul più bello, arrivò.
E Lisa fu...
In molti credono, ancora oggi, che a portare il mouse nella casa (e negli uffici) di tutti gli utenti di personal computer sia stato il Macintosh: è vero, sì, ma solo fino a un certo punto. In realtà esso stesso ha un piccolo grande predecessore che quasi nessuno ricorda: l'Apple Lisa, arrivato sul mercato all'inizio del 1983 e finito dopo un anno o poco più. Costava la bellezza di quasi 10.000 dollari e questo, chiaramente, ne frenò il successo commerciale.
Fu però il capostipite di tutti gli Apple a seguire (a cominciare dall'appena citato Macintosh) e per molti versi di tutti i personal computer proposti e venduti anche da tutti gli altri competitor.
Quell'appendice magica a forma di topo, legata con un filo (e un'interfaccia seriale...) al computer, trasmetteva i nostri movimenti attraverso una pallina gommata presente all'interno e due sensori di rotazione, verticale e orizzontale. La combinazione di questi consentiva di indirizzare con sufficiente precisione uno spazio bidimensionale corrispondente a quanto, graficamente, rappresentato a video. In primis finestre e icone come fu - ed è tuttora - nei decenni a seguire.
Ma ciò che ha rappresentato davvero il Lisa è stato l'inizio ufficiale dell'informatica personale 2.0: non più dedicata a chi i programmi prevalentemente se li doveva scrivere, ma chi i programmi - scritti esclusivamente da altri - li doveva solo usare. Nel modo più semplice e intuitivo possibile. E scusate se è poco: finalmente il computer andava in mano a chi di computer non ne capiva niente, ma capiva SOLO di quello che doveva fare.
Che Apple e tutto il suo fruttuzzaro avesse ben chiaramente indicato la strada è testimoniato dalla storia a seguire, in particolare da quella di Windows, ad opera di Microsoft, che vide la luce un paio abbondante di anni dopo, con la nascita della sua prima release di interfaccia a finestre.
Interfaccia e non sistema operativo, in quanto all'inizio Windows non era che un programma MS-DOS che aggiungeva tali funzionalità gestuali all'interfaccia a carattere originaria. Sono dovuti passare ancora molti anni, una decina circa, perché Windows diventasse un vero sistema operativo a se stante, con la ben nota versione '95... che tanto fece parlare di sé nel bene e nel male. Così come avvenne e avviene tuttora con molti dei suoi successori. 8 compreso! :-)
Nell'era dei touch screen
Potremmo nuovamente dare il merito (o la colpa...) alla Apple se l'informatica di oggi, che per estensione dovremmo chiamare 3.0, è quella che è diventata o sta diventando. Siamo passati nel giro di qualche decennio - che certo non è poco... - dal produrre in proprio i programmi, al produrre in proprio i contenuti utilizzando i programmi di altri, all'utilizzare programmi di altri per fruire principalmente di contenuti di altri.
Già, l'informatica personale terza maniera - e qui temo di farmi molti nemici... - rischia di toglierci anche la soddisfazione di creare contenuti, in quanto è quasi tutto già presente o previsto in quel nuovo (e infinito) mondo di nome Internet. Attenzione: non sono così matto da demonizzare la Rete, come molti (folli) fanno, il mio è un pensiero rivolto esclusivamente agli utenti, che con l'avvento dei dispositivi touch (smartphone e tablet) finiscono per non produrre più contenuti, accontentandosi (scritto tra virgolette per ovvi motivi) di quel tantissimo che già c'è.
A ben guardare, l'utente moderno di informatica personale... moderna, cosa fa principalmente con il proprio dispositivo digitale, nella stragrande maggioranza dei casi portatile? Guarda le foto, ascolta la musica, naviga in Internet, scrive una email, legge un ebook, posta qualcosa su Facebook o twitta su Twitter! Se poi ha banda in abbondanza, ci guarda un film o ci segue un incontro di calcio della propria squadra del cuore tramite il canale satellitare che più tale non è.
Ecco, questa invasione delle tecnologie touch (che Microsoft vuol far sconfinare nell'informatica personale tutta) un po' mi preoccupa: senza tastiera si vive meglio perché si fa di meno!
Che tristezza...