dT n.25/2012 del 10.12.2012
Cornice stile Ritorno al futuro
DEC 10 2012


Immagine di apertura

Commodore 64: e parliamone!

Alcune testate, specialmente online, stanno festeggiando il 30° anniversario del C-64, come se fosse una ricorrenza di questi giorni.

Si tratta, in realtà, di una 'quasi-falsa' notizia. In realtà il Commodore 64, negli Stati Uniti, è nato ufficialmente nell'agosto del 1982, ma già allo SMAU dello stesso anno - appena un paio di mesi dopo - s'è visto in anteprima in Italia (vedi MC n. 14).

Immagine_inlineLa commercializzazione nel nostro Bel (?) Paese, se la memoria non m'inganna, è da datare almeno 4-5 mesi dopo, ovvero intorno al febbraio-marzo 1983. Questo si deduce anche dalla prova su strada pubblicata all'epoca da MC n. 18, nell'aprile '83, in cui si parla chiaramente di una macchina - cito testualmente - «in distribuzione da pochissimo tempo».

Ciò che, viceversa, è totalmente falso, e che pure è circolato in questi giorni sui giornali, è che del gingillo in questione ne siano stati venduti oltre 70 milioni di esemplari nel mondo, notizia subito riportata (frettolosamente) su Wikipedia Italia, nella pagina del Commodore 64. Speriamo correggano quanto prima... (basta dare uno sguardo alla voce inglese, certamente fatta meglio di quella nostrana: facciamoci sempre riconoscere, mi raccomando!!!)

Anni luce avanti...

A rileggere le brochure Commodore dell'epoca (1982) c'è quasi da commuoversi. Il 64 veniva paragonato a personal computer del calibro dell'Apple II, dell'IBM PC, del TRS-80 e, forse unico accostabile, l'Atari 800. Il tutto fa naturalmente perno sul prezzo di vendita, di appena 595 dollari, con i quali riuscivi ad avere quello che altri non ti danno nemmeno con il doppio del prezzo.

Immagine_inlineA cominciare dalla memoria RAM integrata che per il povero PC IBM è addirittura un quarto di quella del 64, per non parlare di altre caratteristiche uniche (o quasi), come l'uscita TV direttamente disponibile on board senza bisogno di utilizzare accessori esterni. La lista delle caratteristiche messe a confronto prosegue poi con le capacità audio (ricordo che il C-64 disponeva di un vero sintetizzatore musicale al suo interno), la possibilità - rara a quell'epoca - di poter disporre di lettere maiuscole e minuscole richiamabili dalla tastiera, più una non meglio specificata possibilità di collegare periferiche intelligenti (Smart Peripherarls, con le virgolette riportate tal quali!).

Si parla anche di una famigerata compatibilità CP/M (il sistema operativo pro dell'epoca... pre-MSDOS), ma anche ammettendo - io non ricordo, ma non faccio testo! - che sia stato davvero rilasciato un upgrade simile, non penso che l'abbiamo visto (e soprattutto usato) in tanti...

La chiave di un successo annunciato!

Confrontato l'hardware, si passa al software. Cito testualmente: I programmatori Commodore hanno esaminato l'intera giungla di software disponibili oggi - letteralmente centinaia di programmi - isolando i più popolari e i più utili. Quindi li hanno fatti meglio. Il risultato: una varietà di programmi altamente raffinati, perfetti per la casa, le aziende e l'istruzione.

Immagine_inlineMa c'è, naturalmente, di più. Produttori indipendenti di software sono già saliti sul treno del 64, sono venuti in Commodore per seguire corsi di formazione sul 64 e stanno già adattando i loro software per questa macchina.

Infine la risposta alla domanda che tutti si stanno facendo: Perché il 64 arriva da Commodore e non da qualsiasi altro? Semplice, perché noi creiamo da soli i nostri chip. Non fa una piega: Commodore era una delle poche aziende a progettare e a produrre in proprio i circuiti integrati, cosa che le permetteva di ridurre i costi finali per l'utente. Non solo, disponendo in casa della tecnologia, anche gli sviluppi futuri sarebbero stati più semplici, immediati, e a minor costo finale. Beh, visto come sono andate le cose negli anni a seguire (Amiga docet...), non possiamo certo darle torto!

Caratteristiche di prim'ordine! (gulp...)

Trent'anni fa i computer erano molto diversi da quelli attuali. Basti pensare che all'epoca non c'erano ancora, o quasi, mouse e finestre e, come dicevo la scorsa settimana, l'informatica si svolgeva tutta in punta di dita. L'interfaccia utente era il solo video (spesso non grafico) e l'immancabile tastiera. Quella del 64, peraltro, era anche di ottima qualità!

I processori a quei tempi si misuravano in MHz (spesso al singolare, 1 MHz) e la memoria si conteggiava in KB, unità di misura che in molti o non conoscono o hanno già bell'e dimenticata. Fa quasi impressione pensare che un computer di oggi ha a disposizione un quantitativo di RAM circa 100.000 volte maggiore di quella di allora...

Il Commodore 64 poteva dunque contare su un processore MOS 6510 (evoluzione del precedente 6502) e su ben 64 KB di RAM, da cui il suo nome. Di questi, però, solo 39 KB erano a disposizione dell'utente per i programmi in Basic, che salivano a circa 52 KB nel caso si utilizzasse solo linguaggio macchina. Non mancavano inoltre 20 KB di ROM, altra sigla di cui non si sente più parlare da tempo. Sta/stava per Read Only Memory, e conteneva il sistema operativo e l'interprete Basic della macchina.

Il video poteva contare su una strabiliante risoluzione di 320x200 pixel (quella che oggi troviamo nei telefonini da 29 euro!) con possibilità di utilizzare la bellezza di 16 colori diversi, naturalmente scelti non a caso, ma tra quelli previsti dall'azienda. Immagine_inlinePer fortuna che c'erano gli 'Sprite', oggetti animabili a video e gestiti direttamente dall'hardware grafico, grazie ai quali realizzare videogames era un tantino più semplice del previsto.

Notevole, per quei tempi, era il chip audio (MOS 6581, Sound Interface Device) con tre voci indipendenti, ognuna modulabile su un range di nove ottave, quattro forme d'onda disponibili, generatore ADSR (Attack, Decay, Sustain, Release) e filtri indipendenti programmabili per ogni voce. Olè!

Il modem, questo sconosciuto...

Ebbene sì. Sin dal lancio del Commodore 64, tra gli accessori opzionali troviamo finanche un modem. Per l'esattezza il VICMODEM, il che mi fa pensare che fosse addirittura un accessorio del VIC-20, suo nobile ed estimatissimo predecessore. Immagine_inlineLa brochure del 1982 para chiaro: Con circa 100 dollari in più il Commodore 64 può accedere a informazioni e programmi da computer di molti milioni di dollari.

E ancora: Un modem è un dispositivo che collega il tuo computer al telefono. Lo chiamano 'Telecomputing', una cosa notoriamente costosa. Tant'è che normalmente un computer e un modem non costa meno di 1.500 dollari.

Viceversa, il 'magico' Commodore 64, con meno della metà di questa cifra ci permetteva di accedere tramite telefono a quotazioni di borsa, posta elettronica e computer shopping... tanto per citare qualcosa. E pensare che Internet ancora non c'era!

Un sistema completo

Oltre al modem, prima citato, il C-64 disponeva al lancio di altri accessori e periferiche. Si va dal joystick a leva a quello a manopola (per gli amanti dell'indimenticabile Pong...) passando per stampante, registratore a cassetta e unità Floppy Disk da 'ben' 170 KB.

Immagine_inlineQuest'ultima, direttamente derivata da un'analoga versione per il VIC-20, era a mio modesto parere il fiore all'occhiello di tutto il sistema Commodore per l'home computing. Si trattava infatti di un'unità 'intelligente', dotata di propria logica interna, tant'è che i comandi di accesso, lettura, scrittura su disco non venivano gestiti (come avveniva con tanti altri nobili competitor) direttamente dal computer - leggi: a spese del processore principale - ma delegati al processore, alla memoria, ai circuiti integrati, presenti nell'unità esterna. Anello debole della catena (sofisticatissima sotto il profilo puramente teorico) l'interfaccia tra C-64 e unità disco che spesso costringeva ad attese estenuanti. Questo fino a quando non arrivarono cartucce d'espansione che permettevano velocità d'accesso anche cinque-dieci volte superiore. Per non parlare di alcune soluzioni hw/sw che volavano grazie a un'interfaccia parallela da sostituire a quella (di serie) seriale.

Che tempi...

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Progetto a cura di

Andrea de Prisco - AdP

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