dT n.09/2014 del 07.04.2014
Cornice stile Ritorno al futuro
APR 07 2014


Immagine di apertura

Google Ara, Project controcorrente!!!

L'innovativo e inaspettato progetto intende portare nelle tasche di miliardi di potenziali utenti lo smartphone modulare.

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Se ne parlicchia, distrattamente, da qualche settimana: Project Ara, di Google, promette di portare nelle tasche di miliardi di potenziali utenti il primo smartphone modulare. L'idea non è nuova, sono svariati anni che si ipotizzano soluzioni simili, ma con Google di mezzo e, soprattutto, i suoi fantastilioni di dollari e di interessi collaterali (che Dio solo, forse, lo sa) potrebbe essere la volta buona... anche se tanti sono gli scettici, a cominciare dal sottoscritto.

Non tanto perché l'idea non sia buona, anzi! È che spaventa per quanto sia controcorrente in un'era tecnologica in cui - come dicono a Roma, e non chiedetemi traduzione - è grasso che cola se uno smartphone moderno ha la batteria intercambiabile o la banale (?) possibilità di espandere la memoria. Figuriamoci quanto sia inimmaginabile poter scegliere il processore, il tipo di fotocamera, gli speaker e quant'altro, non solo a proprio iniziale piacimento, ma anche come upgrade successivo o mera sostituzione per rottura. Con tanto di vantaggi, sostengono i sostenitori, per l'ambiente che sentitamente & speranzosamente ringrazia! Eppure... proprio questo è quanto promette Google, con il suo Project Ara delle meraviglie!

Lo smartphone a quadretti

Lo dico? Va bene, lo dico: secondo me questo progetto sfonderà quando i popoli tutti legifereranno in tal senso rendendo obbligatorie soluzioni tecnologiche (anti spreco) di questo tipo e, sia ben chiaro, non solo per gli smartphone. Del resto non si capisce perché lo stesso non dovrebbe avvenire per i tablet e i computer portatili, per quelli (fin troppo) all-in-one, per il televisore in salotto, il microonde in cucina, il cruscotto ultra elettronico nella nostra auto e, last but not least, per la video & foto camera digitale (o, ehm ehm, da digitalizzare).

Sarebbe troppo interessante per gli utenti e troppo poco per le aziende, che ormai provano a farci cambiare lo smartphone ogni 6 mesi o quasi, come sta avvenendo con Samsung e HTC con i suoi due inutili, rispettivamente, S5 e M8. Non me ne vogliano i rispettivi fans (peraltro io farei parte dei secondi, gli HTC boys :-))) ma a me sembra di capire che l'S5, rispetto all'S4, ha solo il lettore di impronte digitali in più e l'M8, rispetto all'M7, due fotocamere posteriori e qualche decimo di pollice di display in più, sempre e solo (?) Full HD. Quanto basta, a parer mio, per NON cambiarlo!

Immagine_inlineGli smartphone del Project Ara (che poi sono parenti stretti, se non addirittura figli, di Phonebloks, qui sotto) si compongono a proprio piacere, incastrando i moduli di cui si necessita in appositi alloggiamenti, inizialmente sei, previsti nell'unità base. Quest'ultima, che dovrebbe comprendere il solo display e un minimale modulo wi-fi, verrà venduta da Google al prezzo simbolico di appena 50 dollari, che da noi potrebbero essere 50 euro grazie al cambio tecnologico 1:1.

Potremo non solo scegliere tutti e solo i moduli di cui abbiamo realmente bisogno, ma per ogni tipologia sarà prevista (quant'è bello sognare...) più d'una variante. Così se siamo più interessati alla fotografia che alla musica sceglieremo una fotocamera più performante e degli speaker minimali. Viceversa se necessitiamo di una maggiore autonomia e utilizziamo lo smartphone principalmente per applicazioni office e poco o nulla svago, potrebbe essere utile installare due batterie (o una doppia) e un modulo storage specifico per avere dietro tutto l'archivio dati storico di cui potremmo aver bisogno, anche in assenza di connessione dati. Se, viceversa, anche solo nei weekend, fossimo interessati maggiormente all'aspetto ludico, cosa c'è di meglio di un processore maggiorato con abbinato un sottosistema grafico da paura e, perché no, una coppia di altoparlanti frontali da sballo?

Troppo bello per essere, davvero, vero!

AdP

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Progetto a cura di

Andrea de Prisco - AdP

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