RIP Sir!
Sir Clive Sinclair se n'è andato davvero, alla «ragionevole» età di ottantuno anni.
E no, non è una bufala. Come per ogni grande che se ne va, nonostante la scarsa eco della stampa - l'ho appreso, non mi vergogno a dirlo, su FB, stamattina - c'è da rattristarsi e non poco. Ha fatto tanto per l'informatica personale degli anni 80, spingendosi in più di un'occasione ben oltre i limiti.
A suo tempo non facevo, né ho mai fatto, parte della sua squadra di aficionados essendo, come molti ricorderanno, dell'altra sponda (ma, si sa, tutto è relativo!) ovvero Commodoriano purosangue. Da ragazzetto sbavante davanti ai vari PET che non potevo permettermi, smanettante con il Vic-20, il 64, il 128, gli Amiga e poi... basta!
I vari ZX, Spectrum, QL ecc. li ho sempre e solo guardati, da lontano, mai con disattenzione, semmai in qualche caso con un po' di invidia. Ad esempio per l'architettura interna a 32 bit del QL, i mitici microdrive dello Spectrum, la cucciolosissima microprinter dello ZX, che, insieme a tante altre cose di questo genio, hanno stuzzicato il mercato e soprattutto gli utenti.
E non solo i suoi.
Sempre oggi mi chiedevo, commentando un post, cosa sarebbe successo se fosse stato americano e avesse manovrato da lì. Come sarebbe cambiato il panorama informatico (personale) mondiale? Secondo me tanto, ben di più di come sono andate le cose, e di sicuro non avrebbe sfigurato in campo, americano (quindi un po' più mondiale di quello aspirante EU, all'epoca un po' troppo UK) accanto a Steve e Bill.
E quest'è!