Si fa presto a dire touch!
Penna ottica', chi era costei? Vabbè, dai, è facile: chi non l'ha mai non dico avuta ma almeno desiderata.
Non era altro, si fa per dire, che un dispositivo di puntamento specifico dei monitor CRT, antesignano degli schermi touch con o senza annessa stylus pen, più recente. Inizialmente utilizzata per costosi terminali grafici di mainframe per applicazioni molto particolari, arrivò negli anni 80 anche sugli home computer e, con la stessa tecnologia, a forma di pistola o fucile, come periferica sparante dei primi animati videogiochi che molti di noi, da ragazzi, abbiamo impugnato.
Per quanto potessse sembrare incredibile agli occhi dei utilizzatori poco o per nulla esperti, funzionava intercettando l’istante in cui il pennello elettronico del tubo catodico colpiva il sensore interno alla penna. In base a una congettura temporale tutta sua e di chi le aveva ideate, si poteva in questo modo capire - non era magia, era un calcolo! - con una certa approssimazione il punto più o meno esatto dove l’utente aveva appoggiato l’aggeggio sullo schermo o nel caso dei videogames l’area puntata dalla finta arma. Che, chiariamolo, non sparava nulla... in quanto al più erano i fotoni (la luce) emessa dallo schermo a colpire la pistola (o la penna). Tutto qui. Si fa per dire!
Dal funzionamento meno magico, in quegli stessi anni, ovvero molti prima dell’ampia diffusione di mouse e interfacce a finestre, nacquero anche le tavolette grafiche. Il loro scopo, più che per l’interazione con gli oggetti mostrati a video, era/è quello grafico, nel senso creativo del termine. I primi modelli di allora e quelli più economici di oggi si compongono di una base sensibile collegata al computer e da uno stilo (spesso, ma non sempre, passivo) con il quale effettuare facilmente operazioni sullo schermo, senza la scomodità operativa delle penne ottiche. Quelli più moderni ed evoluti integrano un proprio display a colori, comodo per avere a portata di stilo strumenti e palette.
Successivamente si sono visti anche veri e propri tentativi touch (per capirci: con le dita!) su monitor e computer più recenti. L'HP 150, visibile in apertura, disponeva di una serie di sensori lungo il perimetro dello schermo. Servivano per intercettare, con una risoluzione di un paio di centimetri (!!!), quelli che più in là avremmo chiamato tap sul display. Si usava per selezionare oggetti grandi, come pulsanti software o caselle testo.
Ben più intrigante (ai limiti della fantascientienza) era la base basculante, e soprattutto incredibilmente sensibile ai micromovimenti, dell'IBM 8516 Touchscreen CRT Monitor. Riusciva, non si sa come, specialmente a quei tempi, a percepire le minime oscillazioni del monitor provocate dalle pressioni del dito sullo schermo. In pratica, capiva da questo dove l’utente stesse toccando. Peraltro con una precisione, stavolta, grafica davvero. Da non crederci…
… e infatti un po’ ancora non ci credo!