GPT vs MC
Una breve analisi di ChatGPT dal punto di vista dell'utente, in stile MCmicrocomputer.
Mettetevi comodi. Il rischio c’è davvero: questo dovrebbe essere solo un post - ho appena iniziato a scrivere - ma ho la vaga sensazione che possa diventare, per lunghezza, un vero articolo. Vediamo.
Argomento, assai di moda in queste settimane: La pluricliccata ChatGPT.
Metodo - virgolette d’obbligo - di analisi: né più, né meno, quello di MCmicrocomputer. Ovvero, mettiamoci dal punto di vista dell’utente, o per meglio dire del potenziale utente, e proviamo ad analizzare non il tutto, ma almeno un po’ di cose, dalla prospettiva di quest’ultimo.
Svolgimento: Come dicevo, moda delle ultime settimane è questa fantomatica ChatGPT che sprizza intelligenza artificiale da tutti i pori. E qui la prima domanda: l’intelligenza artificiale, nel caso in questione, si applica? (altrettanto artificialmente) Proviamo a fargli qualche domanda. Un secondo dopo la registrazione la prima bella sorpresa (che sinceramente non avevo dato per scontato da subito) ovvero: Parla italiano!!! e qui mi gioco la prima citazione di Totò, se non sapete a cosa mi riferisco andate tranquillamente avanti, è del tutto ininfluente!
Se infatti le/gli parli nel nostro idioma, vieni servito con lo stesso linguaggio. E, a quanto pare (o, meglio, a quanto dice) domande e risposte NON sono semplicemente tradotte da/in una lingua base (una a caso…) ma la conoscenza retrostante utilizzata è quella della/nella lingua in questione.
Interessante. Del resto è noto - per fare un esempio terra-terra - che chiedere a Zia Wiki italiana non è la stessa cosa di farlo con Zia Wiki inglese e, successivamente, tradurre la voce visualizzata. I contenuti sono diversi, ma soprattutto sono diversi i contributori. O almeno la stra-stragrande maggioranza di loro. Vabbè. Andiamo avanti!
La prima cosa da dire, giocando con la sua AI, è che un po’ di sintesi nelle risposte, a meno che si chieda di approfondire maggiormente, non avrebbe guastato. Pare che abbia sempre una eccessiva voglia di chiacchierare, cosa che (ma deve essere un problema mio) non sopporto troppo facilmente. Mi sembra, a volte, uno spreco. E lo dico in tutti i sensi, non solo di tempo sprecato per chi legge, ma anche per quello energetico… visto che la baracca in questione non gira certo su Arduino.
Poi se si segnala un errore, non gli/le basta prenderne atto, ma parte con mortificazioni iniziali e ripete a pappardella tutto il testo precedente già visualizzato, incastonando al suo interno la minima correzione suggerita. E qui mi sparo un Vincenzo m’è padre a me!, altra citazione da un famoso film del Principe del sorriso… un po’ più criptica della precedente… in caso di dubbi provate a chiedere a GPT… poi fatemi sapere che vi risponde!
(se invece volete andare a colpo sicuro, rivolgetevi a Nonno Google…)
Tornando seri, si fa per dire, con la voglia di rendere il match più interessante, qualche giorno fa, ho chiesto info su Garibbaldi (con due b). È partito/a a razzo con l’eroe dei due mondi, senza minimamente porsi la questione, molto nota in altri lidi, in termini di intendevi dire Garibaldi?. Avrò un carattere quantomeno particolare, ma mi sono sentito sottilmente trattato da ignorante. Ovvero come uno che non sa nemmeno quante b ci siano in Garibaldi, cosa che da terrunciello quale sono nemmeno mi preoccupa… ma, caro/a GPT, se ti faccio una domanda precisa… cerca di non partire per la tangenDe. Eccheccazz!!!
A proposito di o/a, ovvero se considerarlo/a un lui o una lei. In realtà masculo jè o almeno così si sospetta essere: nelle rare volte in cui emerge questo particolare (es. Mi dispiace, mi sono confuso) non rimane tanto spazio ai dubbi. Peccato, io avrei lasciato la questione aperta, sarebbe stato più intrigante…
GariBBaldi a parte, la stessa cosa è successa poco dopo quando ho chiesto info, seriamente, sullo Psion netBook, scritto proprio così (attenzione: spoiler! ). È partito nuovamente a razzo cantandomi dei normali palmari inglesi, sbilanciandosi anche con caratteristiche specifiche di singoli modelli che attribuiva agli psion-tutti. Alè!!!
Non va bene, paisà, e per due motivi: ti ho chiesto info riguardo al netBook, dell’azienda in questione, cerca di non mischiare/confondere troppo le poche o tante informazioni in tuo possesso. Che non ci fai sempre bella figura… (è che non la sai!!!, per citare questa volta Anna Marchesini). A proposito, GPT, si dice lo Psion, non il Psion, ma ti perdono ancora facendo anche qui leva sulla mia inseparabile terronaggine!
(sono insopportabile, lo so!)
Per concludere questa iniziale esplorata, mi sono giocato il jolly… che poi dà il titolo a questo lungo post. Ho chiesto se conoscesse MCmicrocomputer, iniziando a tremare in sincro con la rotellina che girava in preparazione della risposta, arrivata come sempre in pochi secondi. La buona notizia è che sapeva cosa fosse, la brutta è che nuovamente segnalo una abbondante superficialità… confusionaria. Cinque meno meno, per essere buoni.
MCmicrocomputer era una rivista italiana dedicata alla cultura dei microcomputer e all'informatica in generale. Ne parla giustamente al passato, anche se questo è in contrasto con il finale: Tuttavia, non ho informazioni dettagliate su quando la rivista è stata interrotta e non sono sicuro se sia ancora in pubblicazione.
Viceversa la seconda frase è stata come un pugno nello stomaco: Era edita dalla rivista di divulgazione scientifica Macchine Calcolatrici e veniva pubblicata mensilmente a partire dal 1977. Due errori al prezzo di uno. Glielo segnalo, si scusa nuovamente cospargendosi il capo di cenere, e rispappardella il tutto - che palle!!! - come è sua abitudine rettificando in forma fin troppo esplicita la frase incriminata. E come direbbe stavolta Aldo Baglio sarà pure logorroico, ma per me parla troppo!
Ricapitolando, sa di certo un sacco di cose ma a mio modesto avviso le usa male. Molto male. E non perché spari errori a gogò, nessuno è perfetto!, quanto per il fatto che nel risultato ottenuto non è MAI chiaro cosa sa per certo e su cosa, letteralmente, improvvisa. Sembra veramente uno studentello, interrogato, in difficoltà (sport preferito, arrampicamento… sugli specchi) e lo dico proprio da ESPERTO: mi reputo, senzadubbiamente, cintura nera di studentello in difficoltà. (dis)Honoris causa!
Visto che dialoghi così bene, cosa ti costa far trasparire meglio quello che sai-sai e quello che sai-forse? Il rischio è che le sue risposte vengano prese come oro colato. Anche perché prima delle bastonature sfoggia un parlare quasi accademico. Chi viceversa chiede a Nonno Google, ottiene una serie di pagine Web (anche se l’ordine lo decide lui) e poi sta alla propria sensibilità/esperienza valutare, volendo, cosa prendere in considerazione e cosa no. Qui invece si ottiene il risultato finale, il suo, indiscutibile se non sei in grado di discuterne, e NON va bene. Ripeto.
Buttiamola sul fattore novità, sperando che migliori (tanto) nel tempo. Inteso come giorni, non mesi/anni/ecc.
E quest’è!