Sharp MZ-700, tutto incluso
... riguardo l'hardware! Viceversa lato software la linea Sharp MZ-700 - si trattava infatti di una allegra 'famigliuola' - risultava piuttosto carente.
In Giappone comparvero a fine 1982, in Europa arrivarono non meno di un anno dopo. Per l’Italia se ne parlò nel 1984 abbondante… come se il ritardo nella commercializzazione, in quei mesi così ribollenti, fosse cosa secondaria.
I tre modelli inziali, 711-721-731, si differenziavano per la dotazione di periferiche aggiuntive-aggiunte. Il primo ne era totalmente spoglio, nel secondo trovavamo un registratore a cassette, nel top di gamma (si fa per dire…) si materializzava anche la nota stampantina plotter a quattro pennini/colori e tanta voglia di tracciare. Naturalmente era possibile anche l’upgrade post-vendita in quanto i dispositivi accessori Sharp MZ-1T01 e MZ-1P01, T come tape, P come printer, erano acquistabili anche in un secondo momento, per completare alla bisogna il proprio puzzle informatico.
L’output video era agevolato su televisore, grazie al modulatore TV posizionato anche questo all’interno, così come lo era l’alimentatore complessivo: si collegava direttamente alla rete (elettrica). Dal punto di vista dell’ottimizzazione degli spazi e la riduzione delle scatolette da connettere poteva dare lezioni, nonostante si trattasse in fin dei conti solo di un home computer e non di un dispositivo professcional dedicato a tutt’altra tipologia di utenti. In ogni caso, per gli incontentabili, Sharp offriva anche due monitor veri e propri, l'MZ-1D04 a fosfori verdi e l'MZ-1D05 - vado al massimo! - a colori.
Viceversa, come anticipato, era al minimo la dotazione software, in particolare quella disponibile nella ROM di pochi KB. Praticamente c’era solo il minimo sindacale per manovrare le varie componenti hardware e poco più. Sharp lo chiamava Clean Design, traducibile in questo caso più come immacolato, vergine, aperto a tutto (in forza della sua vuotezza) che come pulito nel senso positivo del termine. Finanche l’interprete Basic - pesante ben 28 KB - andava caricato da nastro prima di ogni utilizzo e, come molti ricorderanno, i load a quei tempi, con quella tipologia di supporti magnetici, si protraevano (a dita incrociate specie per quelli più lunghi) per minuti interi. Oltre al fatto che l’interprete lo perdevamo, nel senso che bisognava ricaricarlo da nastro, in caso di pressione del pulsante di reset del sistema, ad esempio a seguito di un blocco del programma Basic in esecuzione, non gestibile con le buone maniere. Sullo Sharp MX-700 si programmava da eroi!
Volendo vedere a tutti i costi il bicchiere mezzo pieno… potremmo dire che grazie a questa sua verginità firmware era possibile caricare differenti versioni del Basic, così come vari linguaggi di programmazione alternativi, che spaziavano dal Fortran al Lisp, passando per Pascal e Forth. In sintesi si trattava di una macchina dedicata prioritariamente agli smanettoni: la documentazione fornita a correndo, diversamente da quanto avvenne per il Mattel Aquarius (caratterizzato da omertà… tecnica), era particolarmente ricca ed esaustiva, pertanto chi aveva voglia di fare (e non solo usare) trovava terreno fertile. Come si legge nella prova pubblicata a suo tempo su MC, nel luglio 1984, «… le 210 pagine del manuale in dotazione, che è tradotto in italiano, contengono una quantità di informazioni utili: l'ovvia guida di riferimento al Basic, lo schema logico della macchina, il suo schema elettrico completo (compreso alimentatore, plotter e registratore), il listato in assembler del monitor, tutte le configurazioni di memoria (e il modo di cambiarle), i vari set di caratteri grafici e così via». Uhm!
Tornando all’hardware, come processore utilizzava il più che collaudato Zilog Z80, clockato a 3.5 MHz, mentre la memoria RAM era tutta quella gestibile, ovvero 64KB. Nella (bassa) media del periodo anche le performance grafiche, con possibilità di visualizzare caratteri in 8 colori su una finestra 40 colonne per 25 righe, la metà verticale dell’area complessiva di 50 righe. Trovavamo anche qui una pseudo-grafica a pseudo-pixel, ottenuta giostrando con caratteri speciali e quindi in grado di arrivare a gestire appena 80x50 punti.
Pochi pochi…