C5, la monoposto di Sir Clive
Perché parlare, qui dentro, di un veicolo elettrico? Per il semplice fatto che quando c'è di mezzo Sinclair, per varie ragioni, la cosa si fa interessante.
Clive Sinclair, Baronetto (Knight Bachelor) di Sua Maestà, è sempre stato al centro dell’interesse generale per le sue idee a volte geniali, a volte solo stravaganti. Fondò nel 1961, a Cambridge, la Sinclair Radionics Ltd, come ci racconta Zia Wiki, «dopo aver raccolto fondi scrivendo articoli per la rivista Practical Wireless e prendendo in prestito 50 sterline». Bello, no?
Fortemente attratto dalla miniaturizzazione, uno dei suoi primi cavalli di battaglia fu la radiolina Micromatic, lanciata nel 1967 come la radio più piccola al mondo, dopo alcuni tentativi precedenti non andati a buon fine. Lo stesso si ripeté anni avanti, quando provò a realizzare un micro-televisore, commercializzato solo nel 1977, ben 11 anni dopo i primi tentativi… finiti male.
Era poi anche “ossessionato” dai prezzi di vendita contenuti. Pur di riuscirci, i suoi prodotti erano spesso venduti in scatola di montaggio, per la gioia (ulteriore) degli smanettoni dell’epoca. Così è stato per il suo orologio digitale Black Watch e per le calcolatrici, proposte anche in kit, così come per i primi computer, di cui s’è occupato da fine anni 70.
Non si è trattato sempre di operazioni di successo. Spesso furono veri e propri flop, anche perché Sir Clive aveva un po’ il difetto il lanciare sul mercato prodotti non abbastanza maturi. Così avvenne anche per l’orologio digitale, affetto (tra l’altro) di scarsa precisione, cosa non di poco conto per un oggetto di questo tipo, specialmente in quegli anni.
Saltando al 1983, in piena fase ascendente dell’home computing Sinclair (a cavallo tra ZX Spectrum e QL, arrivato poco dopo) Sir Clive fonda la Sinclair Vehicles Ltd con il preciso intento di realizzare, a modo suo, veicoli elettrici. Il primo e unico modello fu il C5 che Zia Wiki (inglese) definisce, saggiamente, battery electric recumbent tricycle (triciclo elettrico reclinato, a batteria), a differenza della sorella italiana che lo chiama, più coraggiosamente, veicolo elettrico a batteria. Triciclo, in realtà, lo era a tutti gli effetti: non solo per l’indiscutibile caratteristica di avere tre ruote, ma anche perché dotato di pedali per agevolarlo in partenza.
Un oggetto stranissimo, per il quale non si capisce nemmeno “come gli sia venuto in mente”, da guidare in posizione semisdraiata, il recumbent di prima. Per sterzare aveva un manubrio, simil scooter, posizionato sotto le gambe da mantenere in posizione semiflessa. Il veicolo - ops, il triciclo - era peraltro bassissimo, tant’è che per renderlo un pelino più visibile sulle strade era consigliabile dotarlo di un vistoso catarifrangente double face (optional), posizionato su due stecche alte un metro circa.
La trazione elettrica era assicurata da un motore Hoover (quella degli aspirapolvere) che spingeva una sola ruota, la posteriore sinistra. I circa 20-30 km di autonomia erano assicurati da una batteria al piombo da 12 volt, in pratica una di quelle normalmente usate nelle autovetture termiche. Era anch’essa posizionata posteriormente, così contribuiva all’aderenza dell’unica ruota motrice. E quest’è!
La carrozzeria era interamente realizzata in polipropilene (plastica!), mentre il telaio a Y fu progettato - tenetevi forte! - da Lotus Cars. Nelle intenzioni del baronetto sarebbe dovuto essere il primo di una famiglia di veicoli elettrici via via più sofisticati, ma lo sviluppo dei successivi modelli C10 e C15 non si è mai concretizzato. Anche perché la C5, diciamolo, fu un fallimento commerciale: pochi mesi dopo il suo lancio la Hoover smise di assemblarlo per insolvenza da parte di Sinclair Vehicles.
Nonostante ciò, e la cosa non mi meraviglia affatto, il triciclo di Clive è diventato un oggetto di culto per molti appassionati: «Migliaia di C5 invenduti sono stati acquistati da investitori e venduti a prezzi enormemente gonfiati, fino a 6.000 sterline rispetto al valore al dettaglio originale di appena 399. Gli appassionati hanno fondato club di proprietari e alcuni hanno modificato sostanzialmente i loro veicoli, aggiungendo ruote più grandi, motori a reazione e motori elettrici ad alta potenza per spingere i loro C5 a velocità fino a 150 miglia all'ora (240 km/h)»
Se lo dice Zia Wiki!