Articolo pubblicato sul n. 133 di MCmicrocomputer (Edizioni Technimedia Srl - Roma) nell'ottobre 1993
Anteprima: Non abbiamo saputo resistere alla tentazione. Pur avendo ricevuto un bel po' di materiale dalla Amstrad per scrivere questa breve anteprima sul loro PenPad, ce ne siamo fatti mandare uno di corsa per giocarci un po' prima di scrivere il pezzo. Questo nuovo mondo dei PBC (Pen Based Computer) e' veramente affascinante: ancor piu' interessante e' constatare quanto siamo ancora agli inizi e quanto ancora dovremo esplorare questa strada. Per fare un paragone di quelli "facili-facili", potremmo andare indietro di una ventina d'anni e ripensare alle protozoiche calcolatrici digitali appena uscite sul mercato. Ve le ricordate? Facevano si e no le quattro operazioni, costavano cifre esorbitanti (alcune centinaia di migliaia di lire che a quei tempi erano davvero tante), ma nessuno di noi poteva essere cosciente del fatto che dietro quei mattoncini con le cifre luminose a LED si nascondeva (in agguato!) l'immenso universo dell'informatica personale che da li' a pochissimi anni sarebbe letteralmente esploso (a mo' di big bang) nella nostra societa'. Se da una semplice calcolatrice elettronica, coma la gloriosa Datamat della Texas Instruments (che ancora conservo gelosamente) siamo arrivati alle macchine basate su Pentium incalcolabilmente piu' potenti e veloci, cosa ci dovremo aspettare come evoluzione degli attuali Pen Based Computer? Gia' oggi questi oggetti riconoscono abbastanza agevolmente la scrittura manuale. Il processore utilizzato al loro interno non e', in nessun caso, niente di eccezionale e riescono a capire le nostre intenzioni piu' elementari. Figuriamoci tra qualche anno, quando la tecnologia del basso consumo a fronte di una potenza di calcolo sempre maggiore consentira' di costruire oggetti simili sempre piu' potenti e versatili. Che ne dite, ad esempio, della possibilita' di riconoscere la voce? Non tanto come semplice mezzo di comando per le funzioni, ma come converitore da segnali vocali a testo ascii: si utilizzerebbe come un normale registratorino "da intervista" con la differenza che al termine disporremo gia' del testo "sbobinato". Basta cosi': non sciupiamo la magica atmosfera dell'attesa. Rendiamoci conto pero' che acquistare oggi un Pen Based Computer vuol dire soprattutto investire in un avvenire informatico sempre piu' a misura umana. Quale sottoprodotto del nostro minimo investimento, avremo una macchina tecnologicamente avanzata che ci aiutera' ad essere produttivi in una maniera completamente diversa, tutta da scoprire. Ah, dimenticavamo una premessa importantissima. Mai come nel caso dei Pen Based Computer abbiamo a che fare con un qualcosa di strettamente personale. Oseremmo dire intimo: queste macchine apprendono durante l'utilizzo la nostra scrittura. Piu' li usiamo piu' imparano. Siamo noi, e solo noi, il loro unico grande maestro: non vi venga in mente di comprarne uno per utilizzarlo un po' voi un po' i vostri amici o familiari. Rischiereste di confondergli le idee...
L'emozione
In redazione abbiamo un po' tutti questo irriducibile difetto. Qualsiasi cosa circoli per le nostre mani, ben difficilmente prendiamo in mano il manuale di istruzioni prima di averlo acceso e scoperto la maggior parte delle, poche o tante, funzionalita'. Con l'Amstrad PenPad non si e' trattato solo di "diffusa abitudine". Il manuale, ricco ed esauriente nonostante sia di poche pagine (tradotte in cinque lingue compreso l'italiano) e' stato messo da parte volutamente per testare subito la sua facilita' di utilizzo, come serigrafato anche sul coperchio del PenPad. Inserite le pile ed estratta la pennina dal fondo, per accendere la macchina dovremo premere, con l'attrezzo, il piccolo pulsante sotto al display. Le prime interrogazioni avvengono da parte dell'allievo verso il maestro: occorre inserire, sempre utilizzando la pennina, la lingua utilizzata (Inglese, Francese, Tedesco, Spagnolo, Italiano), l'ora e la data corrente. Non scrivendo a mano tali informazioni (il sistema non e' ancora in grado di riconoscere la nostra scrittura) ma agendo su appositi cursori per l'ora o toccando il giorno corrispondente su un calendario che compare sullo schermo. Un'altra semplicissima operazione da compiere riguarda la taratura del touch screen rispetto al display sottostante e al nostro punto di osservazione. La macchina ci chiedera' di centrare due piccoli quadratini visualizzati in alto a sinistra e in basso a destra del display. La fase successiva, riguardante un primo apprendimento della nostra scrittura manuale, e' di sicuro la piu' importante. Come abbiamo avuto modo di leggere successivamente sul manuale e' raccomandabile non lesinare tempo in questa fase a tutto vantaggio dell'operativita' successiva. La macchina ci chiede di scrivere l'alfabeto mostrandoci una casella per ogni lettera. La sottile linea che divide in due le caselle e' la linea di "galleggiamento": utilizzeremo la parte inferiore solo per i caratteri discendenti, come la "p", la "q", la "f", la "y". La fase iniziale di apprendimento riguarda tutte le lettere maiuscole e minuscole nonche' le cifre da "0" a "9".
I primi vagiti
Terminata questa operazione il nostro PenPad e' pronto per funzionare. Non sperate pero' di avere gia' una macchina in grado di comprendere al cento per cento la vostra scrittura. All'inizio c'e' da ritenersi fortunati se comprendera' un settanta, ottanta per cento di quello che scriviamo. Purtroppo, a differenza di Newton, non esiste al suo interno un vocabolario di termini per tentare un riconoscimento delle parole anche quando uno o piu' caratteri non vengono riconosciuti. Con questo PBC abbiamo a che fare con singoli caratteri (che per di piu' digiteremo all'interno di caselline separate) con i quali la macchina familiarizzera' sempre di piu'. Accediamo ad esempio alla rubrica telefonica. Per farlo e' necessario toccare con la pennina l'icona a forma di telefono presente sul bordo del display. Per inserire un nominativo sara' sufficiente toccare la pagina della rubrica telefonica visualizzata. E' in questo momento che compare la mascherina con le caselline per l'inserimento manuale. Proviamo a scrivere ROSSI ALFREDO: man mano che scriveremo i caratteri il PenPad sostituira' a questi i corrispondenti caratteri riconosciuti. Potremmo a questo punto leggere qualcosa tipo: 2OS3I RLTREDO. Niente paura, torniamo sui caratteri "toppati" e proviamo a riscriverli. Se notiamo (cosa molto probabile all'inizio) che per alcuni caratteri la macchina fatica molto a riconoscerli dovremo darli una lezione! Toccando con la pennina sull'icona della tastiera in basso a sinistra vedremo comparire l'intera tabella dei caratteri visualizzabili. Se, sempre ad esempio, si avevano problemi con la "R" tocchiamo questa per procedere al suo addestramento. Comparira' sul display una finestrella piu' piccola, contenente quattro caselline di input e la dicitura "Addestra R". Nelle quattro caselline scriveremo con la pennina quattro volte la lettera "R" per fornire altri quattro campioni al sistema di riconoscimento caratteri. Volendo possiamo ripetere piu' volte il procedimento per fornire piu' campioni al sistema. Anzi, piu' campioni diamo, maggiore sara' l'accuratezza del riconoscimento: sarebbe buona abitudine addestrare uno per uno tutti i caratteri, anche quelli che apparentemente non danno problemi. E' sorprendente constatare come dopo l'addestramento il riconoscimento funzioni molto, molto meglio. Per il momento ci fermiamo qui, ma torneremo presto sull'Amstrad PenPad con una esauriente prova per mostrarvi tutte le caratteristiche offerte. Articolo pubblicato su www.digiTANTO.it - per ulteriori informazioni clicca qui |