Articolo pubblicato sul n. 147 di
MCmicrocomputer
(Edizioni
Technimedia Srl - Roma) nel gennaio 1995
Digital
Imaging:
Ufficio Timbri
di
Andrea de Prisco
Voglio
confessarvi una cosa. L'ufficio timbri (che da' il nome a
questa puntata di Digital Imaging, poi capirete perche') non
so proprio cosa sia. Non so, in pratica, se si tratti
un'istituzione reale , ingranaggio della perversa macchina
burocratica italiana o una divertente invenzione
cinematografica (tanto per far ridere)
dato che mi e'
capitato di vederne uno in un film di Toto' e un altro in un
film di Fantozzi. In entrambi i casi si trattava di una
stanzetta di modeste dimensioni nella quale alcuni impiegati
passavano il tempo ad imprimere centinaia di timbrate al
minuto, ad un ritmo da martelletti di macchina da scrivere
in mano ad una svelta dattilografa anni sessanta, sulle
montagne di autorizzazioni, licenze, dichiarazioni,
certificazioni ed affini che giungevano a carriolate
nell'apposito ufficio di competenza. Sin dal corridoio si
poteva avvertire il terribile martellio continuo, cosa che
permise a Fantozzi di far credere al Direttore del
Personale, grazie ad un nastro registrato, che anche in
quell'ufficio si lavorava sodo (mentre erano tutti assenti a
prendere il sole in terrazza). In "Toto' cerca casa",
invece, ci va per le piste un onorevole anziano e in abito
bianco: Toto' preso da un raptus timbrifico, oltreche'
contento per aver trovato casa e lavoro (ignorando ancora
che si tratta di un posto di guardiano in un cimitero),
aggredisce a timbrate il malcapitato senatore che finisce a
terra in preda al malore.
Tranquilli, tutto quello che avete letto fino a questo
momento non c'entra assolutamente nulla con il tema di
questa puntata di Digital Imaging. Sara' un articolo
interamente dedicato ad uno strumento fondamentale dei
programmi di elaborazione digitale delle immagini,
denominato "Timbro" o "Clonatore". E' lo strumento
generalmente utilizzato per mascherare porzioni indesiderate
di immagini, ma anche realizzare effetti particolari
sfruttando in vario modo gli elementi compositivi
dell'immagine di partenza fino al raggiungimento del
risultato cercato.
Come un vero e proprio timbro permette di riprodurre in una
zona della nostra immagine di partenza una porzione di
un'altra immagine o un'altra zona della stessa. Ma, a
differenza dei timbri reali, non ha un funzionamento statico
bensi' dinamico. Come avremo modo di vedere piu' avanti in
quest'articolo, non si comporta come un semplice pennello
dal momento che il suo effetto varia man mano che spostiamo
il mouse sulla scrivania. E' in pratica un "Copia & Incolla"
continuo che, utilizzato nel modo giusto, puo' sorprendere
noi stessi per la sua velocita' ed immediatezza.
A questo punto molti di voi si staranno gia' chiedendo come
mai e' stato deciso di dedicare un intero articolo di sei
pagine ad un solo strumento di elaborazione. Il problema e'
proprio all'opposto: il timbro e' uno strumento, per quanto
semplice, talmente potente che ben difficilmente sara'
possibile mostrare per intero ed in maniera esaustiva tutte
le sue peculiarita'. Il nostro scopo e', come sempre, non
tanto quello di fornirvi un dettagliato corso a puntate di
elaborazione digitale delle immagini (lungi da noi una
simile banalita'...), ma di stuzzicare la vostra creativita'
mostrandovi solo alcuni esempi significativi scelti tra le
infine possibilita' della materia. Come gia' anticipatovi lo
scorso mese, restiamo in attesa di ogni vostro contributo
alla nuova rubrica, sotto forma di consigli, idee, proposte,
ma anche riguardo eventuali elaborazioni da voi effettuate o
da voi richieste, mandando in redazione il materiale da
pubblicare e/o elaborare (vedi riquadro a pagina _______).
Ogni mese sceglieremo i lavori o le elaborazioni piu'
interessanti pubblicando, prima e dopo "la cura", le
immagini che vorrete inviarci.
Una
doverosa premessa
Gli
esempi mostrati in questo articolo e, presumibilmente, anche
quelli che mostreremo in futuro, sono effettuati utilizzando
come programma di elaborazione digitale delle immagini il
"mitico" Photoshop della Adobe. Disponibile nella versione
3.0 sia in versione Macintosh che Windows (nonche' per altre
piattaforme), Photoshop rappresenta per certi versi il
riferimento assoluto dei programmi di questo tipo.
Naturalmente esistono in commercio anche molti altri
prodotti di pari capacita', per i quali le funzioni
descritte si comportano in maniera analoga e possono
cambiare solo i nomi di alcuni strumenti o alcune
caratteristiche secondarie. Visto che questi articoli sono
rivolti soprattutto a chi non e' ancora utilizzatore di tali
sistemi, la scelta di Photoshop come programma utilizzato ci
sembra senza dubbio la piu' opportuna, vista soprattutto la
larga diffusione di questo programma e la disponibilita'
molto ampia riguardo le piattaforme supportate.
Uno
strumento, piu' funzioni
Come
anticipato nell'introduzione, il timbro di Photoshop puo'
essere utilizzato in diversi modi a seconda dell'immagine di
origine utilizzata per ritoccare l'immagine di destinazione.
Come lo strumento "Pennello", anche il timbro puo' essere
piu' o meno grande, puo essere piu' o meno sfumato, puo'
operare con una pressione maggiore o minore. Posto che
l'immagine di destinazione e' l'immagine che stiamo
ritoccando, a seconda dell'immagine di origine utilizzata
otterremo una diversa funzione per il nostro timbro.
L'immagine di origine puo' essere una piccola porzione di
un'altra immagine utilizzata come pattern ciclico
bidimensionale per colorare manualmente aree, come
nell'esempio mostrato in figura 1 e 2.
Una seconda funzione e' data dalla possibilita' di
attingere, come immagine di origine, all'immagine
precedentemente salvata su file o eseguire al volo
un'istantanea (in pratica una "foto della foto") da
utilizzare, sempre, come area di partenza. In entrambi i
casi il procedimento si utilizza per ripristinare zone di
immagine ad uno stato precedente. Ad esempio possiamo
applicare un filtro digitale o effettuare delle modifiche su
tutta l'area e poi, con il timbro regolato per utilizzare
l'immagine precedentemente salvata o fotografata,
ripristinare alcuni particolari. Ovviamente punto di origine
e punto di destinazione hanno esattamente le medesime
coordinate e tale modalita' puo' essere utilizzata solo se
non abbiamo effettuato ridimensionamenti dell'immagine
destinazione dopo l'ultimo salvataggio o dopo aver scattato
l'istantanea.
La terza ed ultima funzione dello strumento timbro riguarda
la possibilita' di ricopiare zone generiche della stessa
immagine o di un'altra immagine su quella di destinazione.
Grazie a questa funzionalita' del timbro potremo, con una
certa facilita', eliminare particolari indesiderati
dell'immagine o addirittura ricostruire porzioni mancanti
dell'immagine iniziale. Piu' avanti in quest'articolo,
vedremo due esempi interessanti.
P come
Pattern
Per
costruire l'immagine di figura 2 a partire dalla fotografia
della bella modella di figura 1, e' stata dapprima
selezionata la zona rettangolare intorno alle labbra, poi
l'occhio, l'orecchino e infine il dito indice della mano
destra. Dopo ogni selezione si richiama da menu' la voce
"Definisci pattern" e dopo aver settato il timbro in
modalita' pattern, muovendo il cursore sull'immagine di
destinazione (figura 2) otteniamo come risultato il
tracciamento del pattern selezionato. Photoshop offre due
possibilita': pattern continuo e pattern non continuo. Nel
primo caso il pattern e' logicamente agganciato ad una
ipotetica griglia di tracciamento e anche rilasciando il
mouse e continuando in un altro punto dell'immagine il punto
d'origine di ogni tassello verra' tracciato sempre a
coordinate multiple del tracciamento iniziale (in modo da
evitare il disallieamento dei tasselli riavvicinandosi con
cursore al punto di partenza). Nel secondo caso non vi e'
alcun collegamento tra tracciamenti successivi e si ha una
maggiore liberta' nel decidere, di volta in volta, il punto
di origine.
Voglia
di flou
Il
secondo esempio di utilizzo del timbro e' mostrato nelle
figure 3 e 4 e riguarda l'applicazione di un effetto flou
opportunamente calibrato sulle varie parti del soggetto.
La prima operazione da compiere e' creare un'istantanea
dell'immagine originale. Il sistema, in pratica crea una
copia dell'immagine, immodificabile, all'interno della
memoria dalla quale potremo attingere tramite lo strumento
timbro, opportunamente regolato su tale modalita' di
funzionamento. Per "scattare" l'istantanea non dobbiamo far
altro che richiamare la corrispondente voce dal menu
"Composizione" di Photoshop. A questo punto dobbiamo sfocare
l'immagine di partenza e per farlo utilizziamo un filtro
digitale denominato Controllo Sfocatura. Si tratta di un
filtro il cui intervento e' regolabile e si indica in Pixel.
Nel nostro caso abbiamo applicato una sfocatura pari a 4
pixel. Ora inizia il bello: prendiamo lo strumento timbro e,
impostata un'opacita' del 50% dalla finestra dei pennelli e
una dimensione piuttosto ampia, iniziamo ad accarezzare
(dolcemente) il volto e il corpo della modella. In pratica,
dove passiamo il nostro timbro, sovrapponiamo l'immagine
originaria, precedentemente scattata come istantanea,
all'immagine sfocata. Grazie all'opacita' del timbro
regolata al cinquanta per cento, la sovrapposizione non
sara' completa ma avverra' per trasparenza: l'immagine
nitida originaria e l'immagine sfocata saranno visibili
contemporaneamente, creando un bellissimo effetto flou.
Passando piu' volte sulle stesse porzioni di immagine,
l'effetto di nitidezza aumentera' in conseguenza. Gli occhi
e la bocca, ad esempio, hanno subito un trattamento doppio
proprio per evidenziare l'espressione particolarmente
intensa della modella, troppo addolcita dall'effetto flou
generale. Il risultato, mostrato in figura 4, parla da se'.
Speriamo, come sempre, che la resa tipografica non massacri
il tutto.
Via quel
pomello
Date uno
sguardo all'immagine di figura 5. Cos'e' quell'antiestetica
palla posizionata tra l'attacco del lucchetto e il
(presumibile) buco della serratura? Potrebbe essere un
pomello, proviamo a farlo sparire (Bidibibodibibu'). Il
risultato finale e' mostrato in figura 6, del pomello non
c'e' piu' traccia e il vecchio portone riacquista il suo
originario splendore (si fa per dire).
E' lo spunto per introdurre l'utilizzo piu' spettacolare
dello strumento timbro: l'eliminazione di particolari
indesiderati. In modalita' "Clone", il timbro non fa altro
che trasferire la porzione d'immagine definita col il punto
d'origine nel punto in cui muoviamo il mouse
successivamente. Destinazione e origine sono tra loro
rigidamente legate e spostando tramite mouse la prima,
sposteremo anche la seconda. Questo ci permette di
riprodurre in un punto qualsiasi una superficie gia'
esistente in un'altra zona, con evidenti vantaggi riguardo
il risultato finale. Se, per eliminare il pomello, si fosse
preso semplicemente un colore rosso e con un normale
pennello avessimo tentato la cancellazione il risultato
sarebbe stato fin troppo deludente. Avrebbe si' mascherato
il pomello, ma con un discutibile ed irreale cerchio rosso
che anche un ultrapresbite avrebbe notato. Nel nostro caso
il pomello viene coperto utilizzando, clonando, altre
porzioni della stessa immagine. Del resto abbiamo a
disposizione tutto il legno di cui abbiamo bisogno, basta
solo scegliere i pezzi giusti. In figura 7 sono mostrate i
punti iniziali di origine e destinazione. Tenendo premuto il
tasto Alt, l'icona del timbro mostra un triangolino bianco:
posizioniamoci sul punto indicato in figura e diamo il primo
click. Il posizionamento proprio a ridosso dell'ombra del
supporto del chiavistello non e' casuale e ci serve come
riferimento per definire il punto di destinazione. Ci
spostiamo col mouse alcuni centimetri piu' a destra e diamo
un secondo colpo di mouse dopo aver rilasciato il tasto Alt.
E' importante che anche il punto di destinazione sia preso
lungo l'ombra del supporto del chiavistello in modo da
ricostruire anche quella man mano che facciamo sparire il
pomello. Siamo pronti per partire, in figura 8 e' mostrato
il primo "attacco" alla palla. Il cursore si sdoppia: la
croce indica l'origine, il timbro la destinazione. Spostando
il mouse muoveremo entrambi i cursori e tutto quello che si
trova sotto la croce verra' trasferito sotto il timbro. Da
cio' si evince perche' sia cosi' importante allinearsi
perfettamente lungo un preciso riferimento al momento di
definire origine e destinazione. Come e' possibile notare in
figura 8, la palla sta scomparendo lasciando al suo posto la
continuazione del supporto del chiavistello compresa la sua
ombra e la superficie irregolare del legno e del metallo
verniciato. Continuando a spingerci verso destra (si tenga
sempre sottocchio la figura 8) elimineremo altro pomello
fino a quando non abbiamo ricostruito tutto il supporto del
chiavistello e la sua ombra. Dato che croce e timbro si
spostano insieme, e' sempre necessario tenere sotto
controllo tutt'e due i cursori per essere sempre certi di
ottenere l'effetto desiderato e non quello contrario. Se, ad
esempio, ci spostiamo erroneamente con la croce sulla palla,
il timbro traccera' un nuovo pomello sulla nostra porta.
Se vi e' chiaro il procedimento, comprenderete anche che con
la prima definizione di origine e destinazione non riusciamo
a far scomparire completamente il pomello. E' necessario
posizionarci su un altro punto e ripetere la definizione
(sempre con il tasto Alt). In figura 9, abbiamo selezionato
come punto di origine la superficie legnosa in basso e come
destinazione il bordo inferiore della palla. In pochi attimi
quasi tutto il pomello scompare, sostituito da altre
porzioni di immagine originaria. Rimane solo la
ricostruzione dell'attacco del lucchetto, per il quale manca
un intero angolo e la vite nascosta dal pomello. Niente
paura: per l'angolo e' sufficiente riprodurre i bordi
mancanti con il solito trucchetto di sorgente e destinazione
ben allineati (prima in verticale e poi in orizzontale)
presi lungo il bordo dell'attacco del lucchetto; per la
vite, possiamo rubarci quella in basso a sinistra, come
mostrato in figura 10. Con Photoshop a volte mi sento un
falegname, a volte un chirurgo plastico, a volte un abile
illusionista...
Effetto
Copperfield
Per
l'appunto. L'esempio che tratteremo ora riguarda la
sparizione di un faro dal bel paesaggio marino di figura 11.
Il risultato, visibile in figura 12, anche dal punto di
vista estetico non e' male. Nella realizzazione di questa
fotoelaborazione il difficile, come vedremo, non e' stato il
mascheramento del faro (se mi avete seguito nell'esempio
precedente sareste in grado di farlo anche voi in pochi
attimi) ma la ricostruzione della casa appoggiata a
quest'ultimo. Osservate attentamente la figura 12 ed in
particolare la casetta la centro ricostruita
artificialmente. Piu' in particolare date uno sguardo alle
finestre e controllate anche la figura 11. Noterete che la
casa "inventata", procedendo da sinistra verso destra, e'
formata dalla casa iniziale, seguita dalla casetta a
sinistra alla quale e' stata aggiunta la finestra piccola
prelevata dalla casa di partenza. Come sempre e' stato
utilizzato lo strumento timbro (figura 13) avendo
l'accortezza di definire punto di origine e punto
destinazione in maniera ben allineata. Discorso analogo per
il tetto che e' stato ricostruito clonando quello
originario. Dopo una prima ricostruzione approssimativa
della casetta, si procede con la demolizione del faro,
mostrata in figura 14. Si prendono alcune porzioni di cielo
come punto di origine e si cancella definitivamente
l'esistenza di quella costruzione: grazie anche alla
presenza delle nuvole, si riesce nell'impresa in maniera
abbastanza semplice ed immediata. L'importante e' cambiare
spesso punto di origine, in modo da rendere l'effetto finale
il piu' realistico possibile, tenendo conto anche della
tonalita' variabile delle zone da clonare (figure 14 e 15).
Il passaggio finale prevede la ricostruzione del panorama
marino che si intravede tra la casa ricostruita e la casa
marrone, proprio nel punto coperto dal faro abbattuto. Nulla
di piu' facile (beh, non esageriamo): basta attingere alla
zona destra dell'immagine originale (figura 16) e il gioco
e' fatto. Per finire una ritoccatina al tetto della "casa
inventata" (utilizzando il cielo per coprire i pezzi da
eliminare) e, visto che mi trovavo con mattoni e cemento a
portata mano, ho innalzato un piccolo muretto di cinta (tra
le due casette) onde evitare che qualcuno potesse cadere di
sotto e farsi male, tanto male.
(Riquadro)
A tutti
i lettori
Se siete
interessati all'argomento "Digital Imaging" potete anche voi
contribuire alla nostra rubrica inviando in redazione alcune
fotografie scattate da voi stessi, delle quali vorreste
modificare o correggere alcune componenti, al fine di
migliorare il risultato finale. Non inviate, pero', foto
sfuocate o mosse perche', ve lo anticipo subito, nulla e'
possibile fare a riguardo se non riscattare la fotografia
con piu' attenzione la prossima volta. Fate riferimento, se
volete un'idea circa la fattibilita', alle immagini che
mensilmente pubblichiamo in queste pagine. E' importante, in
ogni caso, inviare sempre una stampa su carta (anche di
formato piccolo) delle vostre immagini e mai (MAI!) gli
originali su pellicola negativa o diapositiva. Per i soliti
problemi organizzativi, il materiale inviato non verra'
restituito.
Ogni mese, l'elaborazione proposta piu' interessante verra'
gratuitamente eseguita presso la nostra redazione e il
risultato pubblicato in queste pagine. Per questo motivo e'
necessario allegare alle fotografie una dichiarazione
liberatoria, firmata dall'autore delle fotografie, in cui si
dichiari la paternita' delle stesse e se ne autorizza la
pubblicazione sulle pagine di MCmicrocomputer.
Chi, invece, fosse gia' attrezzato per effettuare
elaborazioni di immagini, puo' inviare i propri lavori piu'
interessanti, allegando sempre l'immagine originaria,
l'immagine elaborata e la dichiarazione liberatoria di cui
sopra. Ogni mese il lavoro piu' interessante verra'
pubblicato su MCmicrocomputer e l'autore ricompensato con un
gettone di 100.000 lire. Fatevi avanti!
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su
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