Articolo pubblicato sul n. 151 di MCmicrocomputer (Edizioni Technimedia Srl - Roma) nel maggio 1995

MCmicrocomputer


Digital Imaging:
Kai's Power Tools: I filtri KPT

di Andrea de Prisco

Architettura aperta, in informatica, e' se vogliamo sinonimo di espandibilita'. Oggi tutti i computer, chi piu' chi meno, utilizzano un'architettura aperta grazie alla quale produttori cosiddetti "terze parti" possono proporre accessori e schede d'espansione di ogni tipo. Uno dei primi personal computer basato su un'architettura Copertina del numero di MCmicrocomputer contenente l'articolodi questo tipo fu senza dubbio l'Apple II, che con i suoi slot d'espansione interni ispiro' addirittura la stessa IBM col suo Personal Computer (iniziali in maiuscolo!), nel lontano 1981. Anche il Macintosh, col passare degli anni divenne "aperto", offrendo un bus d'espansione piuttosto evoluto, in grado di ospitare qualsiasi tipo di scheda, capace finanche di prendere l'intero controllo del sistema.
Vi racconto queste note, non tanto per ripercorrere ulteriormente la storia informatica di quest'ultimi anni (trattata lo scorso mese, MC n. 150) ma per collegarmi ad una caratteristica di alcuni programmi software di recente realizzazione che implementano anch'essi il concetto di espandibilita'. Cosi' come con un computer nudo e crudo abbiamo un'unita' base gia' perfettamente funzionante al 100% delle sue capacita' iniziali, anche i programmi espandibili non sono da meno. Se nel computer possiamo installare una scheda per ottenere una funzione in piu', non prevista dall'architettura base, anche per questo tipo di programmi possiamo aggiungere moduli per aumentarne la potenza.
Photoshop, tanto per non fare nomi, implementa il meccanismo dei plug-in (o "moduli aggiuntivi" che dir si voglia): veri e propri sottoprogrammi in grado di svolgere le funzioni piu' disparate, effettuando le elaborazioni sull'immagine trattata e modificandola senza necessita' di trasferirla manualmente dall'uno all'altro ambiente. Un plug-in puo' anche essere, ad esempio, un modulo per importare o esportare immagini (da uno scanner o verso una stampante intelligente) ma l'applicazione piu' tipica dei plug-in e' senza dubbio l'esecuzione di particolari filtri digitali non compresi tra quelli forniti a corredo.
Questo mese parleremo della piu' famosa collezione di filtri digitali "terze parti" denominati KPT (Kai's Power Tools) nella sua piu' recente versione 2.1. Si tratta di filtri molto potenti, pensati per sprigionare al massimo la creativita', grazie ai quali e' possibile "rigirare" le nostre immagini al punto da renderle quasi irriconoscibili. Se questo sia un pregio o un difetto non dipende ne' dal sottoscritto, ne' dai filtri, ma come al solito dalla vostra bravura.
I
Un pacchetto KTP di "oggi"... filtri KPT non funzionano solo con Photoshop, ma possono essere utilizzati con tutte le applicazioni in grado di richiamare questo tipo di moduli aggiuntivi: Fractal Design Painter, Pixel Paint Pro 3, ColorIt! (del quale troviamo una versione demo inclusa nel pacchetto KPT), Canvas, Adobe Premier, Strada 3D, Avid Videoshop, JAG II e... chi piu' ne ha piu' ne installi.
Noi, come sempre, in questa sede tratteremo maggiormente l'aspetto relativo alla fotoelaborazione digitale, ma non lasceremo da parte le potenzialita' di "texture" di KPT con le quali e' possibile creare infiniti fondi colorati, navigando in un mondo multicromatico con un apposito "Explorer" fatto apposta per avere, sempre, l'imbarazzo della scelta. Seguitemi.

Installazione

Come consueto, essendo presente all'interno del primo dei due dischetti un programma "Installer", per effettuare l'installazione sara' sufficiente clickare due volte sulla sua icona. Se sul nostro computer e' presente una protezione antivirus e' necessario disabilitarla prima di procedere con le operazioni.
L'unica domanda alla quale dovremo rispondere riguarda la posizione della cartella (o della directory) "Moduli Aggiuntivi" ("Plug-In") in cui effettuare l'installazione. Se utilizziamo Photoshop 3.0, indicheremo all'installer non la cartella "Moduli Aggiuntivi" ma la sua sottocartella "Filtri".
Tutti i filtri e le utility sono in formato compresso: una volta espansi occupano poco meno di quattro megabyte di spazio sul nostro hard disk. Esistono tre possibilita': installazione completa, installazione dei soli moduli aggiuntivi o installazione della sola cartella "KPT Extras" contenente alcune immagini demo e un comodo programmino di visualizzazione per immagini e filmati QuickTime.
L'installer riconosce automaticamente il tipo di processore (PowerPC, 680x0 con o senza coprocessore matematico) ed installa la corretta versione per il nostro sistema. Tutti i moduli, con la sola eccezione di Fractal Explorer (come dice il suo nome si tratta di un programma per disegnare frattali) non richiedono il coprocessore matematico. Tuttavia, cinque filtri (Glass Lens Normal, Bright, Soft, Sharpen Intensity and Page Curl), pur funzionando in tutti i casi viaggiano ben piu' velocemente sulle macchine dotate di tale unita' (ricordo che PowerPC ha un potentissimo coprocessore matematico integrato). Se sul nostro Power Macintosh avevamo installato un emulatore FPU (utile per i programmi 680x0 che lo richiedono) e' necessario disabilitarlo prima dell'installazione al limite eliminandolo momentaneamente dalla Cartella Sistema.
La casa raccomanda, infine, di disinstallare un'eventuale precedente versione dei filtri KPT al solo fine di "evitare confusione": allo stesso modo dobbiamo eliminare la cartella "KPT 2.0 Support Files" relativa alla precedente versione di KPT.
Cio' premesso, entriamo nel merito dei filtri KPT descrivendovi brevemente uno per uno tutti i nuovi sottomenu' disponibili, soffermandoci maggiormente sui filtri piu' interessanti. Nelle illustrazioni che accompagnano questo testo, troviamo alcune applicazioni "semplici" dei filtri KPT. Come gia' detto nell'introduzione, ancora una volta il limite degli strumenti di questo tipo e' dato solo dalla creativita' e dalla fantasia di chi li utilizza.

Blur

Il primo menu', in ordine alfabetico, e' Blur. Tradotto letteralmente sta per imbrattatura, sbavatura o anche offuscamento. Al suo interno troviamo sette filtri rispettivamente denominati "Gaussian Electrify", "Gaussian Glow", "Gaussian Weave", "Smudge Darken Left", "Smudge Darken Right", "Smudge Lighten Left", "Smudge Lighten Right". Come vedete tutti i nomi sono in inglese, cosi' come i menu', i comandi, le opzioni e finanche l'help. Purtroppo non esiste, almeno attualmente, una versione italiana dei filtri KPT: chissa' se un giorno non piovesse dal cielo anche la localizzazione di questo interessantissimo pacchetto.
"Gaussian Electrify" e "Gaussian Glow" sono in realta' due filtri che implementano procedimenti comunque possibili attraverso una serie di passaggi effettuati con Photoshop "liscio". Sono comunque molto comodi da utilizzare proprio per la loro immediatezza. Come tutti i filtri, hanno il livello di intervento variabile attraverso l'uso del tastierino numerico. Basta tenere premuto, proprio mentre si richiama il filtro, un tasto compreso tra 1 e... 0 (inteso come 10) per ottenere un minore o un maggiore intervento. "Gaussian Electrify" equivale in pratica all'utilizzo di un filtro flou posto davanti all'obiettivo. Agisce, sfuocandole, solo sulle zone chiare (luminose) dell'immagine. "Gaussian Glow" fornisce l'effetto opposto, agendo solo sulle parti scure. Puo' essere utilizzato per dare un tocco "sintetico" alle nostre immagini.
Con "Gaussian Weave" possiamo esplorare un mondo fantastico fatto di riflessi orizzontali e verticali, come mostrato nell'esempio a pagina 284 nella foto centrale, elaborazione della "barcaccia" di Piazza di Spagna a Roma (mostrata in alto). Un po' come un filtro ottico cross-screen, l'effetto "stella" e' applicato solo alle parti luminose dell'immagine, ma non soltanto alle sorgenti.
Gli ultimi quattro filtri presenti nel sottomenu' Blur, impastano l'immagine trascinando rispettivamente verso sinistra (left) o verso destra (right) i pixel piu' chiari (lighten) o i pixel piu' scuri (darken). L'imbarazzo della scelta, naturalmente, non manca.

Distort

Nel sottomenu' Distort troviamo cinque filtri: "Glass Lens Bright", "Glass Lens Normal", "Glass Lens Soft", "Page Curl" e "Vortex Tiling".
I primi tre realizzano un effetto sfera tridimensionale illuminata rispettivamente da una luce intensa, una luce normale e una luce "soft". Il tastierino numerico serve per variare la direzione di illuminazione secondo otto direzioni laterali piu' l'illuminazione frontale e posteriore. In combinazione con gli strumenti di texture, possiamo realizzare vere e proprie "palle" colorate, simili a quelle visibili sulla scatola del pacchetto mostrato nella foto d'apertura di quest'articolo.
"Page Curl" arrotola un angolo dell'immagine (come mostrato nell'esempio a pagina 289) anche questo con un effetto particolarmente tridimensionale. Per non arrotolare un bordo intero, e' sufficiente applicare il filtro solo ad una porzione dell'immagine preventivamente selezionata. In questo caso il tastierino numerico serve per indicare l'angolo da arrotolare e il verso desiderato.
"Vortex Tiling" puo' essere pericoloso. Implementa un effetto altamente caleidoscopico (che razza di termini che sono capace di inventare!) frullando l'immagine di partenza senza ritegno alcuno. Applicato all'immagine di un volto, puo' generare una collezione completa di caricature piu' o meno mostruose, tutte intrecciate tra loro. Non so se mi spiego.

KPT 2.1

Il terzo sottomenu', per motivi in realta' a me ignoti, si chiama come l'intero pacchetto: KPT 2.1.
Le prime quattro voci, piu' che semplici filtri richiamano veri e propri programmi: "Fractal Explorer", "Gradient Designer". "Gradient on Paths", "Texture Explorer". Il primo serve per "giocare" con i frattali, il secondo per creare sfumature da applicare a selezioni, il terzo applica le sfumature ai bordi di una selezione, il quarto permette di creare fondi colorati. In tutti i casi le immagini frattali, i fondi o le sfumature possono essere sovrapposti all'immagine originale o miscelati in vario modo, attraverso tecniche differenti che non tratteremo in questa sede per ragioni di spazio (come al solito!).
"3D Stereo Noise" permette di realizzare immagini SIRDS (Single Image Random Dots Stereogram) apparentemente composte da puntini buttati li' alla rinfusa e invece magicamente tridimensionali una volta osservate nel modo giusto. E' piu' difficile da spiegare che da comprendere, ma sicuramente vi sara' capitato di vedere in giro poster di questo tipo, spesso in vendita perfino in strada dagli extracomunitari di colore, tra montagne di calzini e l'immancabile distesa di orologi simil-Rolex.
"Fade Contrast", come indica il suo nome, permette di diminuire il contrasto di un'immagine o di una parte di essa. Anche in questo caso mi sfugge la sua effettiva utilita', visto che Photoshop effettua la medesima operazione con un apposito cursore (mostrando, tra l'altro, continuamente l'anteprima).
"Pixel Storm", "Pixel Breeze" e "Pixel Wind" effettuano una vera e propria esplosione di pixel rimescolando l'immagine secondo vari livelli di intervento. Il primo, il piu' aggressivo, frulla i punti con una "lama" larga duecento pixel, il secondo, moderato, si limita ad ottanta, il terzo, piu' delicato, colpisce nel raggio di trenta. In tutt'e tre i casi, sempre da tastierino numerico, possiamo impostare il livello di intervento. Un vero robot da cucina...
"Seamless Welder", tradotto letteralmente, sta per "saldatore senza giunture". Attraverso questo filtro possiamo realizzare pattern di riempimento in cui il motivo definito si ripete ciclicamente senza mostrare linee di separazione.
Infine, "Selection Info" non e' un filtro digitale nell'accezione classica del termine, ma una finestra Info che rivela alcune caratteristiche della selezione attiva in quel momento: dimensione in pixel (larghezza, altezza, numero totale) e percentuale rispetto all'immagine totale. Utile.

Noise

Nel sottomenu' "Noise" troviamo sette filtri fatti a posta per disturbare l'immagine (noise, per l'appunto, vuol dire disturbo). "Grime Layer" sovrappone all'immagine uno strato (piu' o meno spesso) di fuliggine: puo' essere utilizzato per risaltare maggiormente il soggetto principale trattando con tale filtro solo il resto dell' immagine.
Seguono tre filtri: "H-P Noise Maximum", "H-P Noise Medium", "H-P Noise Minimum". "H-P" sta per Hue Protected e indica che l'applicazione di questi filtri disturbatori non causa variazioni di tonalita' dell'immagine. In tutt'e tre i casi (quello che varia e' solo il livello di intervento) l'effetto e' molto bello, simile alla naturale sgranatura fotografica. Ottimo per "risollevare" artisticamente immagini digitali a bassa risoluzione. Meglio la grana che i pixelloni quadrati!
Gli ultimi tre filtri disturbatori, "Special Blue Noise", "Special Green Noise", "Special Red Noise", intervengono sull'immagine con un effetto cromatico rispettivamente blu, verde o rosso. Un esempio di tale applicazione e' mostrato a pagina ___.

Sharpen

Il filtro "Sharpen Intensity", unica voce del sottomenu' "Sharpen" puo' in molti casi correggere automaticamente il contrasto e la brillantezza dei colori delle immagini "mosce". Applicando piu' volte tale filtro si ha un effetto "posterizzazione" (altissimo contrasto cromatico) di particolare effetto grafico. Facile ed immediato, puo' quantomeno essere richiamato al volo per quelle situazioni piu' critiche dove e' piu' difficile prendere una decisione iniziale. Tanto, se non siamo soddisfatti, possiamo sempre invocare l'annullamento dell'ultima operazione svolta (Undo).
Come per la maggior parte dei filtri, il livello di intervento si regola attraverso il tastierino numerico: prima di "lasciar perdere" e' comunque il caso di provare livelli differenti controllando a video il risultato raggiunto. Funziona!

Stylize

Nel sottomenu' "Stylize", ultimo della serie, troviamo cinque filtri di "stilizzazione".
Il primo "Diffuse More", applicato all'immagine finale di pagina 286, e' in pratica un'estensione di un analogo filtro gia' presente in Photoshop denominato, per l'appunto, "Diffondi". La versione originale utilizza per l'intervento un'area di soli 25 pixel, la versione KPT pesca all'interno di un'area quattro volte piu' grande. Inoltre, con il livello di intervento variabile tramite tastierino numerico, abbiamo la possibilita' di utilizzare in pratica dieci effetti differenti.
"Find Edges & Invert" ha un effetto simile a quello offerto dal filtro originale di Photoshop "Individua Profilo" di cui abbiamo parlato lo scorso mese (ricordate l'immagine finale del Rockfeller Center?). Anche in questo caso, grazie all'intervento variabile, abbiamo molte possibilita' di scelta.
Il terzo filtro, "Find Edges Soft", a differenza del precedente (e del successivo, come vedremo) non effettua l'inversione dell'immagine e il risultato ottenuto e' su sfondo scuro invece che chiaro. Un esempio dell'applicazione di questo filtro e' mostrato nella terza immagine di pagina 284.
"Find Edges Charcoal" assomiglia anch'esso al filtro "Individua Profilo", ma utilizza una tecnica di tracciamento differente, simile a quella ottenibile con un carboncino grigio. Anche per questo filtro l'immagine e' invertita e il risultato finale e' su fondo chiaro.
L'ultimo filtro "Scatter Horizontal", come recita il suo nome, applica il suo effetto di diffusione solo lungo l'asse orizzontale. Ovviamente per eseguire tale filtro "in verticale" sara' sufficiente ruotare di 90 gradi l'immagine prima dell'applicazione per riportarla alla sua iniziale posizione subito dopo. Oppure possiamo applicare il filtro prima in un verso e poi nell'altro, all'intera immagine o a parti di essa (ad esempio in orizzontale il soggetto e in verticale lo sfondo). L'imbarazzo della scelta non manca!

Concludendo

Gli esempi mostrati in queste pagine rappresentano si e no la milionesima parte delle possibilita' offerte dai filtri KPT. Detto in altre parole, per esplorare nel dettaglio il mondo KPT non basterebbero alcune decine di numeri di MCmicrocomputer pieni zeppi di esempi e, soprattutto, esperienze. Questo discorso vale, naturalmente, per tutti i filtri digitali (non solo per i KPT): l'unico modo per rendersi conto delle infinite potenzialita' offerte e' provare e riprovare alla ricerca del risultato voluto... ma anche del risultato assolutamente inaspettato. Questo e' il bello! Applicando sequenze di filtri otteniamo risultati via via diversi e, ovviamente, cambiando l'ordine di applicazione l'immagine finale risultera' differente. Se a questo aggiungiamo che ogni filtro (come piu' volte ripetuto, forse fino alla nausea, all'interno dell'articolo) ha il livello di intervento variabile, ci dovremmo rendere facilmente conto delle effettive infinite possibilita', tutte da scoprire personalmente. Uno o piu' articoli, in questo caso, possono solo dare una lievissima idea: la realta' della fotografia digitale, una volta acquisiti gli strumenti giusti, e' ben diversa. Provare per credere.

(Riquadro)

S.O.S. Digital Imaging

Sandro e' un mio "temibile" amico, conosciuto quasi quindici anni fa in quel di Pisa nell'aula S1 dell'Universita'. "Temibile" per la sua imprevedibilita' (a volte, questa e' una confessione, mi lascia senza parole) ma anche per il fatto che, proprio in virtu' della nostra ultraconsolidata amicizia, non amiamo trattenere peli sulla lingua bastonandoci a vicenda di santa ragione... quando abbiamo ragione.
Se fossi un tifoso del "Cusenza" (la mia citta' natale: a proposito, passata bene la Pasqua?) dovrei odiarlo essendo il medesimo di Catanzaro e tra le due citta' (come avviene sempre tra confinanti) ci si odia. Per fortuna entrambi non soffriamo di questo tipo di idiosincrasie demenziali e tiriamo avanti cosi'.
L'ultima volta che e' "sceso" a Roma (ora lavora, cosi' dice, a Bologna) mi ha preso per "i fondelli" per una buona mezza giornata sulla storia degli orizzonti storti da me raddrizzati. Secondo lui ogni volta che apriva un numero di MC trovava un'immagine di questo tipo e... non ne poteva piu'. Bugiardo: e' successo solo due volte, a dicembre e a febbraio, se non ricordo male.
Tanto per sottolineare o confermare la mia innata dispettosita', non c'e' due senza tre e l'immagine scelta questo mese tra quelle pervenute dai lettori per l'intervento di correzione e/o elaborazione riguarda proprio un problema di questo tipo. Sentiamo cosa dice l'autore della foto:
Il difetto risulta chiaramente evidente. La grande attenzione posta nel cogliere il momento migliore per lo scatto, mi ha fatto commettere uno dei piu' banali errori: ho scattato con la macchina inclinata, a causa della scomodita' della mia posizione. Con l'orizzonte inclinato trovo l'immagine insopportabile.
Ma quale scomodita'! Il motivo e' ben diverso: una cosi' bella ragazza fa proprio girare la testa. E se la testa e' del fotografo c'e' il rischio di scattare fotografie storte. Tutto qui.
A parte gli scherzi, visto che anche la ragazza si trova, conseguentemente, in una posizione troppo inclinata in avanti, non raddrizzeremo solo lo sfondo ma l'intera immagine. Diverso e' il caso in cui l'orizzonte risulta inclinato a causa del fatto che si e' preferito tener conto dell'inclinazione del soggetto rispetto all'inquadratura: in questo caso (come abbiamo fatto precedentemente) l'intervento va effettuato solo sullo sfondo.
Misurata l'inclinazione (Photoshop ci aiuta anche in questo) raddrizziamo l'intera immagine utilizzando l'apposito comando "Ruota" dal menu' "Immagine". Nel nostro caso l'angolo da impostare e' pari a 7.2 gradi, ovviamente la rotazione e' in senso orario. Fatto questo (bastano pochi secondi) definiamo il nuovo taglio dell'immagine, ad esempio quello da me proposto nell'immagine piccola. Scartato tutto quello che si trova al di fuori della linea tratteggiata rimane il problema di riempire i quattro angoli rimasti bianchi. Nessun problema, usa lo strumento Timbro e... ti passa la paura. Beh, diciamo "quasi". Mentre non c'e' stato nessun problema ne' per gli angoli inferiori, ne' per l'angolo superiore destro, un po' piu' difficoltosa e' stata la ricostruzione dell'angolo superiore sinistro in quanto era necessario ricostruire la sfumatura del tramonto. L'effetto finale e' visibile in questo stesso riquadro: se avessi potuto dedicare all'operazione piu' tempo poteva anche venire meglio. Per questa volta accontentatevi...


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