Articolo pubblicato sul n. 153 di
MCmicrocomputer
(Edizioni
Technimedia Srl - Roma) nel luglio 1995
Digital
Imaging:
Fargo PrimeraPro
di
Andrea de Prisco
Quasi un
anno fa, precisamente lo scorso settembre, e' stata provata
su MCmicrocomputer una stampante a dir poco eccezionale: la
Fargo Primera. Pur trattandosi di un "normale" apparecchio a
trasferimento termico, di "eccezionale" aveva la
caratteristica di trasformarsi in pochi secondi in una ben
piu' interessante
stampante a sublimazione grazie ad un
apposito kit di "fotorealismo"
composto essenzialmente da un
diverso nastro colorato e un diverso tipo di carta. In
questo modo era possibile produrre stampe di qualita'
"quasi" fotografica, con un apparecchio dal costo come
minimo cinque o sei volte inferiore a quello delle stampanti
a colori di stampo professionale (Tektronix, Kodak, QMS, 3M,
Rank Xerox, Fuji, ecc.)
Alla base di tanta differenza di prezzo non troviamo una
tecnologia di stampa differente (come noto, la fisica,
compreso il capitolo "sublimazione", e' uguale per tutti) ma
un hardware ridotto all'osso. In pratica la Fargo Primera (e
come vedremo anche la versione Pro recensita in queste
pagine) e' in un certo senso una stampante "vecchia
maniera". Priva, cioe', di qualsiasi logica interna: tutto
e' delegato al software di gestione installato nel computer,
che si occupa di rasterizzare l'immagine prima della stampa
effettiva, rendendo cosi' possibile il contenimento del
prezzo di vendita a livelli quasi incredibili. La Fargo
Primera poteva cosi' costare poco piu' di due milioni (oltre
l'IVA) e grazie a questo non trascurabile particolare ha
fatto felici moltissimi utenti. Il tutto grazie anche al
fatto di poter essere pilotabile sia da Macintosh
(scontato!), sia da Windows, sia da Amiga (anche gli utenti
di questo computer, in fatto di elaborazioni a colori la
sanno certamente lunga).
Ovviamente, per la serie "inutile farsi banali illusioni",
stampante a basso costo e logica software all'interno del
computer vuol dire essenzialmente che sara' quest'ultimo a
pilotare, in tutto e per tutto, ogni pixel stampato (con
conseguente rallentamento di ogni altra operazione durante
la stampa, piu' o meno veloce a seconda anche del computer
utilizzato). Inoltre, i tempi di stampa non sono certo
rapidi: per ogni "uscita", specie
se a sublimazione,
possiamo aspettare anche una buona ventina di minuti.
Dipende, appunto, dalla velocita' del nostro computer, ma
anche dalla quantita' di memoria disponibile e dalla
risoluzione impostata.
Ma in tutto questo che anche un rovescio della medaglia, una
volta tanto, positivo. Grazie alla "morbidezza" del software
e' possibile in ogni momento, ed a costi molto contenuti,
effettuare l'upgrade della "logica di stampa" semplicemente
installando sul computer utilizzato un nuovo driver. Per non
parlare del fatto che, mantenendo la stessa stampante e
cambiando in seguito computer, stamperemo molto piu'
velocemente man mano che nuove potenze di calcolo saranno
disponibili per il nostro desktop.
Nell'introduzione della prova pubblicata lo scorso settembre
(relativa al precedente modello) consigliavo comunque ai
lettori di non farsi troppe illusioni. Cito testualmente: "i
risultati attualmente ottenibili con la Fargo Primera sono
si' eccezionali in rapporto al prezzo di vendita della
stampante, ma nulla hanno a che vedere con la qualita' di
stampa delle macchine a sublimazione dal costo ben piu'
elevato. Probabilmente questa attuale inferiorita' sara'
completamente annullata dalla prossima versione della Fargo,
denominata PrimeraPro (che aspettiamo per sottoporla ad
un'ulteriore e piu' approfondita prova su strada) e che
sara' disponibile a partire dalle prossime settimane. (...)
Questo nuovo prodotto probabilmente dara' sul serio molto
filo da torcere ai marchi blasonati della stampa a colori.
Per il momento gustiamoci questo "eccezionale" antipasto,
cercando di immaginare, volendo, le performance che dovremo
attenderci dal successivo modello".
Buongiorno, PrimeraPro!
Prima di
entrare nel merito della recensione vera e propria,
continuerei con un'altra "citazione" dalla precedente prova.
Questo e' quanto si vociferava della nuova nata:
"Se il buongiorno si vede dal mattino, la Fargo PrimeraPro...
promette risultati a dir poco entusiasmanti. Allacciate le
cinture di sicurezza e preparatevi a decollare.
Risoluzione: 600x300 punti per pollice. Si tratta della piu'
alta risoluzione attualmente disponibile sul mercato delle
stampanti a sublimazione, indipendentemente dal prezzo di
vendita.
Interfaccia parallela, LocalTalk, ed Ethernet: supporta
AppleTalk e collegamenti via parallela/Centronics di Windows
e Amiga. E' disponibile l'Ethernet per il Mac e supporta il
software ColorSync.
Stampa a sublimazione o a trasferimento termico a 16.7
milioni di colori (la Fargo Primera si ferma a 262.240
colori).
Supporto optional per Adobe PostScript di 2' livello per una
piena compatibilita' con qualsiasi disegno di pagina,
illustrazione e con ogni pacchetto DTP in grado di uscire in
PostScript.
Tra le caratteristiche tecniche della nuova PrimeraPro e' da
segnalare una maggiore velocita' di stampa e la completa
compatibilita' con i mondi Windows, Amiga, Macintosh e Power
Macintosh. Sono inoltre disponibili sul mercato anche driver
per AutoDesk, Unix, ADI ed altre piattaforme.
Si sa poco, per finire, riguardo al prezzo di vendita di
questo nuovo prodotto. Dovrebbe oscillare, per la versione
base, tra i tre e i quattro milioni di lire, piu' IVA.
Molto, molto interessante."
Tutto vero, compreso il prezzo di vendita. La PrimeraPro e'
venduta a poco piu' di tre milioni (oltre l'IVA), poco piu'
del precedente modello che e' "precipitato" ben piu' in
basso. Inutile anticipare che tale differenza di prezzo e'
piu' che giustificata in confronto ai risultati che la
versione Pro e' in grado di offrire. La maggiore risoluzione
(600x300 in luogo dei 203x203 dpi), ma soprattutto la
gestione "true color" a 24 bit/pixel non hanno praticamente
prezzo: se vogliamo parlare di qualita' fotografica vera e
propria non ne possiamo proprio fare a meno.
Sparisce, in questo modo, il "quasi" piu' volte citato in
riferimento alla versione iniziale: la PrimeraPro offre
risultati "davvero" fotografici. E' un po' lenta, certo
(anche se la prima andava peggio anche da questo punto di
vista) ma come noto non si puo' avere il portafoglio pieno e
la moglie ubriaca!
All'esterno
Dal
punto di vista estetico, la Fargo PrimeraPro e'
assolutamente identica alla versione "liscia": ha un look
molto compatto, contraddistinta da una linea elegante e
pulita, dimensioni molto contenute, con una finitura
plastica di colore grigio chiaro sulla quale corrono alcune
scanalature orizzontali.
Chiusa, la PrimeraPro, e' un parallelepipedo largo 35 cm,
alto 15 cm e profondo 26 cm. Per metterla in condizione di
stampare (oltre naturalmente ad aver effettuato i
collegamenti e installato il software di gestione) e'
sufficiente aprire il vano alimentazione per i fogli ed
inserire, eventualmente, il raccoglitore per le stampe in
uscita fornito a corredo. Per mantenere ridotte le
dimensioni (nonche' il prezzo di vendita), non e' previsto
alcun cassetto interno per la carta che, comunque, puo'
essere inserita in quantita' piu' che sufficiente (massimo
50 fogli) nel vassoio di alimentazione ricavato nello
sportello anteriore.
Sul lato superiore della stampante troviamo i pulsanti di
accensione, di "on line", e il comando di apertura del vano
porta nastro.
Ancor piu' semplice il retro, dove troviamo soltanto una
porta di I/O (seriale nel caso della versione Mac o
parallela per le versioni Windows e Amiga) e il collegamento
elettrico per lo scomodo alimentatore esterno (che sa tanto
di Commodore 64!). La porta seriale presente nella versione
Mac e' in realta' una porta LocalTalk per la condivisione in
rete della PrimeraPro. A tale uscita e' possibile collegare
un apposito adattatore-convertitore per il collegamento in
reti EtherTalk, come e' stato fatto nel corso di questa
prova.
Al primo utilizzo della stampante, sara' necessario
installare il nastro di stampa. Nella confezione sono
compresi sia i materiali (carta e nastro) per la stampa
termica "tradizionale", sia quelli per la stampa a
sublimazione. Si tratta in realta' di semplici "assaggini",
dal momento che a corredo troviamo i materiali per produrre
soltanto trenta stampe del primo tipo e appena dieci del
secondo. Visto che la stampa a colori, in tutti, ma proprio
tutti, i casi non e' mai qualcosa che fornisce risultati
accettabili al primo colpo, c'e' effettivamente il rischio
che con soli dieci fogli "sublimi" l'utente meno esperto non
riesca a familiarizzare a sufficienza con la sua nuova
stampante scoraggiandosi anzitempo. Anche i risultati di
stampa pubblicati in queste pagine sarebbero potuti essere
migliori disponendo di un numero maggiore di fogli per
effettuare le varie prove. Dovremo accontentarci!
Agendo sul gia' citato comando di sblocco situato sul lato
superiore, accediamo al vano porta nastro: per caricare il
quest'ultimo nella stampante sono sufficienti pochi minuti
di lavoro. A differenza del precedente modello, sono forniti
due differenti caricatori per il nastro a sublimazione e per
il nastro termico tradizionale: in questo modo, per passare
dall'uno all'altro sistema di stampa il tempo necessario e'
davvero dell'ordine dei secondi.
All'interno dei rispettivi caricatori inseriremo le bobine
con il nastro a colori (e' disponibile anche un nastro "solo
nero" per la stampa in bianco e nero). L'unica accortezza
riguarda il corretto orientamento dello stesso, evitando nel
modo piu' assoluto di installarlo al contrario (pigmenti
cromatici verso la testina invece che verso la carta). Con
un nastro nuovo non esistono in pratica problemi (a meno di
non essere pericolosamente sbadati) in quanto e' sufficiente
inserire la spola di raccolta, ancora vuota, nella sede
anteriore e la spola di alimentazione in quella posteriore,
orientandole in modo tale che il nastro si svolga dal basso
verso l'alto (un apposito disegno all'interno della
stampante ricorda il corretto verso di caricamento).
Sostituendo il nastro solo al termine, continueremo a non
aver problemi installando quello nuovo nello stesso modo.
Diverso e' il caso in cui dobbiamo sostituire nastro non
ancora esaurito e non disponiamo di un caricatore per ognuno
di questi (esistono infatti sia nastri a tre che a quattro
colori oltre al gia' citato monocromatico disponibile sia
per la stampa tradizionale che per quella a sublimazione).
Sarebbe opportuno, in questo caso, contrassegnare con un
pennarello una delle due spole in modo da limitare al
massimo la possibilita' di installare nastri parzialmente
utilizzati al contrario. Se per il trasferimento termico e'
molto semplice riconoscere la parte nuova da quella
utilizzata (sono ben visibili le sezioni usate), nel nastro
a sublimazione e' un po' piu' difficile in quanto la traccia
relativa alle stampe gia' effettuate e' molto meno visibile.
Liscia o
gassata?
La
differenza fondamentale tra la stampa a sublimazione e
quella termica "tradizionale" riguarda il fatto che nel
primo caso le sfumature di colore non sono ottenute
attraverso una "retinatura", ma attraverso una sorta di
fusione degli stessi.
Il meccanismo della retinatura, inventato originariamente
per la stampa tipografica in bianco e nero, permette la
simulazione delle tonalita' intermedie (le mezzetinte)
semplicemente accostando una serie piu' o meno fitta di
puntini. Piu' i puntini sono fitti, piu' il risultato si
avvicina al nero (o al colore generico "pieno"), piu' sono
radi piu' la tonalita' e' chiara e tende al bianco.
Accostando tra loro retini diversamente angolati e relativi
a colori primari differenti, con la stampa tradizionale si
ottengono tutte (o quasi) le sfumature esistenti.
Il rovescio della medaglia (questa volta negativo e non
poco!) riguarda il fatto che nel tracciare retini si ha una
perdita di risoluzione. Se una stampante, ad esempio, riesce
a raggiungere i trecento punti per pollice quando stampa un
colore al 100% (in gergo si usa dire "pieno"), se deve
utilizzare la stessa risoluzione anche per disegnare un
retino piu' o meno fitto ed ottenere i livelli intermedi, la
definizione dell'immagine stampata diminuira' con
l'aumentare del numero di tinte intermedie simulate. Piu'
livelli decidiamo di "retinare" piu' la risoluzione della
nostra stampante sara' bassa. Macchine in grado di stampare
a seicento punti per pollice in tinta piena, difficilmente
supereranno le 70-100 linee per pollice con una cinquantina
di livelli intermedi rappresentabili. Passando al colore,
quando c'e' di mezzo la retinatura, il discorso non cambia
affatto, anzi diventa piu' critico. Questo e' quanto avviene
utilizzando la Fargo PrimeraPro (o il modello precedente)
con la stampa a trasferimento termico "normale".
Utilizzando i materiali per la sublimazione (anche questo e'
procedimento termico), la Fargo non utilizza piu' il
meccanismo della retinatura per ottenere le tinte
intermedie. Ogni pixel stampato non sara' piu' reso come
l'accostamento di piu' puntini di diversa dimensione e di
diverso colore, ma come una loro sovrapposizione e
conseguente fusione.
Sia che stampiamo con l'una o con l'altra tecnologia, la
carta passa tre o quattro volte sotto la testina di stampa
(a seconda del tipo di nastro e del numero di colori
utilizzati, tricromia o quadricromia), uscendo e rientrando
nella stampante altrettante volte. In questo modo e' anche
possibile rendersi conto dei singoli passaggi cromatici e
come la stampa finale a colori sia costruita grazie alla
sovrapposizione successiva di colori primari (ciano,
magenta, giallo ed, eventualmente, nero).
Con la stampa a sublimazione, la risoluzione iniziale rimane
tale sia che stampiamo colori pieni sia che stampiamo
qualsiasi tinta intermedia generata dalla sovrapposizione di
piu' colori primari. Gia' con trecento punti per pollice
(che in assoluto possono non sembrare moltissimi) grazie
alla totale assenza del retino, su una superficie formato A4
possiamo gia' cominciare a parlare di qualita' fotografica.
Se a questo aggiungiamo che la PrimeraPro arriva a 300x600
punti per pollice c'e' davvero da leccarsi i baffi.
L'installazione software
Utilizzando un Macintosh, l'installazione software e'
effettuata da un apposito installer che si occupa di
eseguire tutte le (poche) operazioni necessarie. Prima
dell'installazione vera e propria possiamo decidere se
caricare il solo driver di stampa o anche il "backgrounder"
che consente la stampa differita tramite spool autonomo
(visti i tempi necessari e' fortemente consigliato
l'utilizzo se non vogliamo paralizzare il computer durante
l'uso della Fargo).
Con le macchine Windows per l'installazione e' necessario
passare per il Control Panel del gruppo Main. Le operazioni
da compiere in questo caso saranno le seguenti:
1) si seleziona l'icona Printer del Control Panel
2) si clicca sul bottone Add per aggiungere un driver
3) si seleziona dalla lista delle stampanti l'opzione "Installed
Unlisted"
4) si inserisce il dischetto nel drive e si specifica
l'unita' utilizzata
5) si seleziona FARGO PrimeraPro nella lista delle stampanti
6) si indica la porta di connessione utilizzata
7) si seleziona tale stampante come Default Printer.
Rispetto alla versione precedente, anche il driver di stampa
e' stato notevolmente potenziato. Una prima novita' e' data
dalla possibilita' di utilizzare fogli A6 (pari a un quarto
dei fogli A4) che permettono di ottenere stampe a
sublimazione in formato 10x13 cm a costo contenuto. In tutti
i casi la stampa puo' avvenire in modalita' DRAFT (72 dpi,
pari alla risoluzione video), 300x300 dpi o 600x300 dpi.
Naturalmente piu' la risoluzione e' alta maggiori saranno i
tempi d'attesa per la stampa. In ogni caso e' sempre
necessario specificare il tipo di stampa utilizzato e,
conseguentemente, il tipo di nastro installato (l'ultima
selezione rimane memorizzata).
Agendo sul pulsante "Expert..." accediamo alle opzioni piu'
"toste". Queste riguardano la possibilita' di forzare la
stampa entro l'effettiva area stampabile di ogni foglio
(notoriamente inferiore al formato reale), attivare o meno
QuickDraw a 32 bit (indispensabile per stampare in "true
color"), ridurre del 4% l'immagine per ottenere una bitmap
"esatta", attivare l'antialiasing per i testi e immagini
(funziona solo in modalita' "sublime"), impostare la
modalita' "mirror" (specchio) per stampare su supporti
trasparenti.
Oltre a poter regolare l'intensita' delle nostre immagini (piu'
chiare o piu' scure) e' possibile intervenire singolarmente
su ogni componente cromatica regolando le curve di gamma per
i tre colori primari. Esiste anche la possibilita' di
scegliere il tipo di retino per la stampa termica
utilizzando uno dei tre metodi: Error Diffusion, Bayer e
Fargo. Il primo genera un retino peudo casuale (sul tipo di
quello utilizzato dalle recenti stampanti a getto di
inchiostro) ed e' molto indicato per la stampa fotografica
col procedimento termico tradizionale, il secondo e'
ottimizzato per la stampa di grafici, mentre per la stampa
di testi (nonche' per i grafici) il terzo metodo e'
particolarmente ottimizzato per la PrimeraPro.
Sul manuale e' menzionata anche la possibilita' di
utilizzare ColorSync di Apple, previa "cliccata" su tale
opzione durante l'installazione. Col software ricevuto in
redazione, tale possibilita' sembrerebbe non essere
prevista, ma visto che sul manuale e' ampiamente spiegato il
suo utilizzo ci sono due possibilita': o il software non e'
ancora quello definitivo oppure ho sbagliato io qualcosa...
Un
commento ai risultati
Grazie
al dithering a diffusione anche il piu' economico
procedimento di output a trasferimento termico puo' essere
utilizzato per effettuare prove di stampa prima dell'uscita
definitiva a sublimazione o per tutti quei documenti che non
necessitano di qualita' fotografica. Rispetto alla
precedente versione, i risultati ottenibili con la
PrimeraPro sono enormemente migliori, non solo per la
risoluzione piu' alta (da 203x203 dpi si e' passati a
300x600 dpi) e per il maggior numero di colori gestiti (16.7
milioni contro i 260.000) ma anche (o soprattutto) per la
maggior precisione di funzionamento del dispositivo di
stampa. Adesso le immagini stampate sono esenti da quelle
antiestetiche, benche' appena percettibili, striature
(evidenziate nella precedente recensione) e anche i colori e
gli sfondi piu' "difficili" sono resi in maniera a dir poco
esemplare. Naturalmente il tutto giustamente inquadrato
senza dimenticare ne' sottovalutare prezzo di vendita
dell'apparecchio, di poco superiore ai tre milioni di lire,
grazie al quale la Fargo PrimeraPro rappresenta
un'economica, ancorche' valida, alternativa a prodotti ben
piu' costosi in tutti quei casi in cui non e' necessario
produrre molte stampe e la velocita' piuttosto bassa non
costituisce un fattore critico. Se la Fargo Primera ha avuto
un grosso successo di vendita non c'e' dubbio che la
versione Pro non sara' certamente da meno.
La cosiddetta "camera chiara" (o "camera oscura elettronica"
che dir si voglia) per uso assolutamente
personale/amatoriale e', grazie anche alla strada aperta da
Fargo, sempre piu' vicina.
Fargo
PrimeraPro
Produttore:
FARGO
Electronics, Inc.
Eden
Prairie
Minnesota, U.S.A.
Distributore:
Hi-Tech
S.a.s.
Zona
Industriale - Prima Strada, 97
35129
Padova
Tel.
049/8070287
Prezzo
al pubblico (IVA Esclusa):
Fargo
PrimeraPro - Starter Kit - Alimentatore - Driver di stampa
L. 3.335.000
Software
di emulazione Postscript Level II L. 799.000
Adattatore EtherTalk (Farallon) L. 870.000
(Riquadro)
Il
nastro a colori
Tutte le
stampanti termiche, siano esse a trasferimento semplice o a
sublimazione, utilizzano per la stampa un nastro formato da
un susseguirsi ciclico di tante sezioni colorate (una per
colore primario) ognuna di queste di dimensioni almeno pari
al foglio di carta utilizzato. Se provassimo a svolgere
completamente un nastro della PrimeraPro troveremmo tanti
rettangoli di pellicola colorata, ognuno di dimensioni non
inferiori al formato di stampa, nelle tre (o quattro)
componenti primarie della sintesi sottrattiva: giallo,
magenta, ciano (e nero). Pur non essendo "teoricamente"
necessario, il quarto passaggio del nero e' aggiunto per
dare maggiore corpo alle tinte intermedie e per evitare che
riproduzione del nero tenda al marroncino scuro (questo
accade quando lo sintetizziamo utilizzando le sole
componenti cromatiche primarie della sintesi sottrattiva).
La stampa inizia generalmente dal giallo, per poi passare al
magenta ed infine al ciano (e, come detto, eventualmente al
nero per la stampa in quadricromia). Per ogni passaggio
cromatico la carta, con un movimento bidirezionale, passa
sotto al meccanismo di stampa per ricevere la quantita' di
colore primario necessaria alla composizione dell'immagine
definitiva: ogni volta che il foglio di carta ritorna dentro
per il passaggio successivo, il nastro avanza fino al
prossimo colore. Se, ad esempio, un'immagine non contiene
nessuna componente di giallo, la porzione di nastro di tale
colore avanzera' ugualmente sulla bobina di raccolta
"sprecando" (nel senso ecologico del termine) in questo modo
un'intera razione di quel colore che mai potremo
riutilizzare. Se da una parte e' vero che nelle immagini
fotografiche sono di solito sempre presenti tutte le
componenti primarie (dunque il rischio di spreco e' piu'
teorico che pratico) e' comunque da tener presente che per
la stampa di soli testi b/n e' assolutamente indispensabile
disporre del nastro monocromatico, mentre e' bene
sottolineare che nel caso in cui interrompiamo una stampa
prima del termine, comunque "sprecheremo" anche i colori non
utilizzati dal momento che per l'uscita successiva il nastro
dovra' posizionarsi nuovamente sul primo colore da stampare
che e', come detto, il giallo.
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