Articolo pubblicato sul n. 155 di
MCmicrocomputer
(Edizioni
Technimedia Srl - Roma) nell'ottobre 1995
Digital
Imaging:
Kodak XLS 8600 PS
di
Andrea de Prisco
Questa
volta mi sono proprio divertito. Ho fatto un giro per la
redazione, con una decina di stampe in mano, esultando:
"Finalmente un laboratorio che stampa decentemente sia da
diapositiva che da negativo!!!".
Chi si occupa di fotografia, quella tradizionale (chiedo
scura per la precisazione), sa quanto sia difficile
(certamente non impossibile) trovare un buon
laboratorio
colore, in grado non dico di accontentare
le nostre
richieste particolari ma quantomeno di restituirci delle
stampe fotografiche degne di questo nome. E per favore non
tiriamo in ballo la solita storia che sono io
l'incontentabile: questo e' vero, ma e' altrettanto vero che
in materia di stampa fotografica, "accontentarsi" vuol dire
essenzialmente accettare per buone immagini spesso affette
da dominanti cromatiche, troppo chiare o troppo scure, con
contrasto elevato o piatte... insomma vere e proprie
schifezze. Il tutto condito dalla solita "esperienza" del
titolare del laboratorio che chiude in bellezza con un bel:
"meglio di cosi'...".
Fatto sta che le stampe di cui sopra, sotto gli occhi
sbigottiti e increduli di molti miei colleghi, non venivano
fuori da un laboratorio super attrezzato ma direttamente
dalla stanza del sottoscritto, ad opera di quel gioiello di
nome XLS 8600 e cognome Kodak (e ho detto tutto!). Una
stampante a sublimazione, signori miei, a dir poco
eccellente, in grado di fornire risultati di qualita'
fotografica (senza mezzi termini), veloce come un razzo e
anche facile ed immediata da utilizzare.
Inutile nasconderlo: dire Kodak e' dire fotografia. Come
gia' "narrato" due numeri fa (precisamente sul fascicolo di
Luglio/Agosto di MC) Kodak ha tutte le intenzioni, nonche'
le carte in regola, per diventare sinonimo di fotografia
digitale. La "Casa Gialla", infatti, e' attivamente
impegnata in questo settore da moltissimo tempo ed i frutti
dei suoi vastissimi investimenti sono ormai piu' che maturi
ed ampiamente fruibili. Il fatto stesso che la Kodak si sia
buttata a capofitto nel campo della fotografia digitale la
dice lunga sulla strettissima connessione con la fotografia
tradizionale. Kodak e' attivamente impegnata non solo nel
campo della stampa da file digitale, ma anche riguardo la
ripresa, l'acquisizione e la postproduzione delle immagini
di questo tipo. Kodak studia e produce da tempo sensori CCD
di altissima definizione, pari se non superiore a quella dei
comuni materiali fotosensibili di natura chimica. Ma ha
anche in listino scanner per pellicola veloci e potenti in
grado di restituire in formato digitale qualsiasi immagine
"analogica", pronta per il successivo trattamento o per il
riversamento su quell'altra pietra miliare della nuova
tecnologia denominata Photo CD ("trait-d'union" fra i due
mondi, "pensato" per un utilizzo prevalentemente consumer,
ma maggiormente apprezzato ed utilizzato in quello
professionale, a tutti i livelli).
Come gia' detto nel precedente articolo (al quale vi rimando
per meglio conoscere la nuova "linea di pensiero" Kodak) la
"Casa Gialla" ha, se vogliamo, una fisionomia double-face:
da una parte e' e mantiene la sua leadership incontrastata
nel campo della produzione (e vendita!) di materiale
fotosensibile tradizionale, dall'altra si impegna da tempo e
con grossi investimenti anche nel mondo digitale, offrendo
una serie completa e ben articolata di prodotti per tutte le
esigenze.
La recensione che state leggendo e' il primo, ma non certo
l'unico, articolo che dedicheremo ai prodotti Kodak di
natura digitale. Oltre alla stampante a sublimazione XLS
8600 PS, ci occuperemo in seguito anche degli scanner, degli
scrittori di CD-ROM e del relativo software di produzione
dei Photo CD (da poco disponibile anche per le piattaforme
Macintosh e Windows ad un prezzo tutto sommato contenuto).
La "camera chiara" per tutti, lo ripeto da tempo e ne sono
sempre piu' convinto, non tardera' affatto ad arrivare.
Credetemi
Una
bella bestia
La Kodak
XLS 8600 PS non passa inosservata. Sia per le sue generose
dimensioni, sia per il suo look spiccatamente professionale.
E anche da questo punto di vista la Kodak la sa certamente
lunga, abituata com'e' a produrre anche macchinari per lo
sviluppo e stampa dei materiali fotosensibili da
laboratorio. Il suo aspetto massiccio rivela, in realta',
anche una costruzione molto robusta, come si conviene ad un
apparecchio tutt'altro che consumer. Pochi fronzoli, poche
"lucette", ma tanta, tanta sostanza. Che poi e' quel che
piu' conta.
Anteriormente troviamo il cassetto per la carta che sporge
all'esterno e puo' facilmente essere sostituito con un tipo
diverso per utilizzare un formato differente. Per essere
piu' precisi, ogni cassetto accetta un'unica larghezza del
foglio e fino a tre differenti lunghezze: ne esistono tre
tipi diversi per un totale di sette possibili formati
foglio. Il cassetto Letter accetta i formati 8.5'' x 11'',
8.5'' x 12'', 8.5'' x 14''; il cassetto A4 utilizza i
formati 210x297 mm, 210x307 mm e 210x358 mm; infine il
cassetto piu' grande puo' ospitare il formato massimo di
9.5'' x 14''. La selezione del formato carta (o trasparenti)
avviene spostando un apposito deviatore meccanico sul
cassetto stesso: naturalmente per i formati piu' grandi
sara' necessario utilizzare anche il nastro di dimensioni
maggiori. Quest'ultimo si installa, con una facilita' a dir
poco invidiabile, nell'apposito vano superiore accessibile
azionando un robusto fermo a molla. Il "cofano" si apre
immediatamente e, come ampiamente rassicurato dai manuali,
non e' possibile sbagliare (gli americani usano dire in
questi casi che e' a prova di... idioti). Grazie alle due
spole asimmetriche, il nastro puo' essere inserito solo in
maniera corretta: la macchina riconosce il tipo utilizzato e
segnala, eventualmente, l'incompatibilita' con il tipo di
carta presente nel cassetto. Avere strane sorprese dalla XLS
8600 PS e' davvero molto difficile: nonostante la tecnologia
utilizzata non sia di certo delle piu' user friendly,
utilizzare questo apparecchio Kodak e' una delle cose piu'
facili di questo mondo. Beh, non esageriamo!
Ogni volta che cambiamo nastro e' consigliabile pulire la
testina di stampa. In ogni confezione e' inserita una
apposita salvietta imbevuta di isopropanolo da passare
delicatamente sulla testina, seguendo le poche e semplici
istruzioni indicate sul manuale. L'unica accortezza riguarda
l'individuazione di questa, evitando nella maniera piu'
assoluta di pulire con la salvietta altri organi interni
L'operazione non dura che pochi minuti ed e' assolutamente
consigliabile per ottenere risultati di stampa sempre
eccellenti. Anche un microscopico granello di polvere sulla
testina si traduce irreparabilmente (fintantoche' non lo
eliminiamo) in una antiestetica ancorche' vistosa riga
bianca sull'immagine stampata.
Sul retro troviamo le porte di connessione con l'esterno:
due porte SCSI 2, una porta parallela, una porta seriale/LocalTalk,
la presa per il connettore d'alimentazione, e uno slot per
installare una scheda di rete di tipo Ethernet. La porta
SCSI, chiariamolo subito, non e' adibita (come e'
consuetudine delle stampanti PostScript) al solo
collegamento di un hard disk esterno per l'immagazzinamento
di font di stampa, ma puo' essere utilizzata come vera e
propria porta di comunicazione della stampante. In altre
parole quest'ultima puo' essere vista dal computer come una
comune periferica SCSI alla quale spedire file da stampare.
Un apposito modulo d'esportazione di Photoshop permette di
"inoltrare" alla stampante le immagini utilizzando tanto le
comuni porte di comunicazione (seriale, parallela,
interfaccia di rete) quanto il trasferimento SCSI. Il
vantaggio e' evidente: grazie a questo tipo di collegamento
in pochi secondi il file viene trasferito per la successiva
elaborazione effettuata sulla macchina Kodak che provvedera'
alla stampa vera e propria subito dopo. La velocita'
dell'intero processo dipende, oltre che dalla dimensione dei
file, anche dalla quantita' di memoria RAM installata
all'interno dell'apparecchio: maggiore e' questa, piu'
"immediati" saranno i risultati. La qualita', ovviamente,
non cambia.
Setup e
stampa
Sul lato
superiore della XLS 8600 PS e' presente un pannellino di
comando dotato di due spie, tre pulsanti e un display a
cristalli liquidi da 16 caratteri. Le due spie segnalano
rispettivamente l'accensione dell'apparecchio e un eventuale
stato di errore. Se la spia di errore dovesse
(malauguratamente, ancorche' poco probabilmente)
lampeggiare, la causa e' piuttosto grave: rappresenta un
malfunzionamento interno non rimediabile dall'utente ed e'
necessario rivolgersi ad un centro di assistenza. Se la luce
e' fissa, l'utente puo' porre rimedio al problema e sul
display compare un'ulteriore indicazione: mancanza carta,
fine nastro, ecc.
I tre tasti permettono di stampare una pagina di prova,
interrompere una stampa in corso e di accedere al menu di
setup per selezionare alcuni parametri della macchina. Visto
che questa parla anche l'italiano (Toto' docet...), la prima
operazione che compiremo sara' proprio di settare tale
lingua. Le altre possibilita' di settaggio riguardano il
reset di tutti i parametri ai valori di default impostati in
fabbrica; il tipo di materiale (carta o trasparenti) di
default; lo stato delle porte di interfacciamento (modo di
comunicazione della porta parallela, indirizzo della porta
SCSI, versione della porta EtherTalk, settaggi delle
connessione IPX o TCP/IP, queste tre disponibili solo in
presenza della scheda di rete opzionale); tipo di emulazione
(modo di funzionamento raster o PostScript).
Stampando un'immagine (per i dettagli sul driver di stampa
si legga piu' avanti) potremo ammirare i tre passaggi
cromatici grazie al fatto che il foglio entra ed esce
all'esterno della macchina per ben tre volte. La sintesi e',
come sempre, quella sottrattiva e i tre colori secondari
sono sovrapposti nel seguente ordine: giallo, magenta,
ciano. E' inutile ricordare che la tecnologia a sublimazione
e' l'unica che consente una stampa esente da retino in
quanto per ottenere le tinte intermedie i colori sono
sovrapposti e fusi insieme ad ogni passaggio. Grazie a
questo, la risoluzione nominale di 300 punti per pollice
rimane tale non solo per le tinte piene ma anche in presenza
di colori intermedi. Anche prendendo una lente di
ingrandimento, sempreche' la nostra immagine abbia una buona
risoluzione, non vedremo antiestetici pixel o punti di
stampa, ottenendo risultati di qualita', per certi versi,
addirittura superiore a quelli della stampa fotografica
tradizionale. Difficile ammetterlo, ma e' proprio cosi'...
Uno
sguardo all'interno
Per
accedere all'elettronica della Kodak XLS 8600 PS e'
sufficiente togliere cinque viti dal retro e sfilare, a mo'
di cassetto, l'intera piastra contenente la logica di
gestione. Per estrarre completamente la scheda e' necessario
scollegare manualmente il flat cable presente all'interno
che rimanda i segnali alle rimanenti componenti elettroniche
e meccaniche della macchina. Sul lato sinistro troviamo i
connettori SIMM per la memoria interna. La capacita' massima
e' pari a 64 megabyte, con i quali si riesce a velocizzare
ulteriormente la stampa che puo' essere sovrapposta
temporalmente all'elaborazione del documento successivo.
Analogamente, aggiungendo memoria alla macchina, e'
possibile trattare file PostScript anche molto complessi e
contenenti svariate famiglie di font... al seguito.
Sul lato destro troviamo la rimanente elettronica di
gestione, compreso il processore di controllo e la sede per
la scheda di rete disponibile a richiesta.
Un eventuale hard disk aggiuntivo per i font PostScript puo'
essere installato solo esternamente, utilizzando la porta
SCSI disponibile sul retro della macchina.
Il
software di gestione
Il
software utilizzato per provare la Kodak XLS 8600 PS e'
(com'era naturale che fosse...) in versione Macintosh, ma le
funzionalita' svolte sono identiche anche per la versione
Windows.
L'installazione software e' anch'essa immediata. Un apposito
installer provvede a decomprimere i file presenti nel
dischetto e a posizionarli opportunamente sul nostro disco
rigido, nella cartella o directory da noi indicata. Troviamo
un driver di stampa vero e proprio, utilizzabile da
qualsiasi applicazione in grado di produrre output su carta
e un plug-in di Photoshop che funziona come un vero e
proprio modulo d'esportazione. Le funzionalita' svolte dai
due meccanismi di stampa sono pressoche' identiche:
utilizzando il plug-in la stampa e' ancora piu' veloce
limitandosi in pratica al puro e semplice trasferimento del
file dal computer alla stampante. Col software di gestione
sono fornite anche delle "tabelle di stampa" per uscite
"calibrate". Queste riguardano i valori di correzione di
gamma (1.0, 1.2, 1.4, 1.6, 1.8, 2.0, 2.2, 2.5 e 2.8) e i
livelli del nero (-40, -30, -20, -10 e 0): per ogni
possibile combinazione di questi due valori e' fornita una
tabella di stampa gia' pronta (in totale sono 45). A queste
sono aggiunte altre quattro tabelle custom denominate
"Linear Table", Graphics Art Yellow Table", "Photo CD Table"
e "PostScript Level 1 Table". La prima non effettua alcuna
trasformazione (in pratica si fa gli affaracci suoi) ed e'
utile per stampare file gia' calibrati attraverso altri
strumenti di questo tipo. La seconda e' utile per immagini
di tipo grafico, la terza offre la massima qualita' per
immagini provenienti dal Photo CD, la quarta ottimizza i
colori per i file PostScript. Col software di gestione non
e' possibile creare nuove tabelle di stampa, ma e'
necessario acquistare a parte il pacchetto Kodak TableMaker,
disponibile sia per Macintosh che per Windows.
A corredo con i driver di stampa troviamo solo un'utility
che ci permette di cambiare il nome della stampante. Tale
nome identifica la macchina sia nell'utilizzo via rete, sia
attraverso il plug-in di esportazione di Photoshop.
Quest'ultimo ci permette, come detto, di accelerare al
massimo la stampa di immagini fotografiche direttamente da
Photoshop. Per poter funzionare, la stampante deve essere
settata in modalita' raster: nel modo PostScript puo' essere
pilotata dal driver di stampa.
All'interno della finestra del modulo di esportazione
troviamo alcuni box per comandare varie funzioni. Il primo
box riguarda il tipo del materiale di stampa: possiamo
indicare se si tratta di carta o di trasparenti e il suo
formato. Quest'ultimo e' compreso tra il formato Letter
(area di stampa 204x228 mm) e il 9.5'' x 14'' (area di
stampa 217x307 mm). Il secondo box, denominato Printer, ci
permette di selezionare la stampante da utilizzare (via rete
possiamo collegare tutte le stampanti che vogliamo, con la
porta SCSI ne possiamo collegare solo fino a sette!!!) e/o
richiedere la visualizzazione dello stato per ognuna di
esse. E' anche possibile richiedere la ristampa dell'ultimo
documento senza trasferirlo nuovamente alla stampante.
Il terzo box, denominato Printed Size, ci permette di
ridimensionare a piacere l'immagine da stampare (indicando
un valore in percentuale) o impostando la massima dimensione
per sfruttare l'intera area di stampa. Vi sono due
possibilita': con Fit Page l'immagine e' ingrandita o
ridotta automaticamente fino ad occupare la massima area di
stampa possibile senza tagli ne' in senso verticale ne' in
quello orizzontale. Con Fill Page l'intera area di stampa e'
comunque utilizzata, ritagliando opportunamente l'immagine
in uno dei due sensi nel caso in cui il rapporto
base/altezza non coincida con quello della superficie utile.
Nel box Layout indichiamo l'orientamento della nostra
immagine (orizzontale o verticale) e/o se desideriamo
centrarla all'interno del foglio o produrre un'immagine
speculare. Infine, nel box Image Processing, possiamo
impostare la regolazione del microcontrasto (Sharpening) su
tre differenti valori o impostare una tabella di stampa per
un'uscita calibrata. Per risultati, come piu' volte
ripetuto, a dir poco eccellenti. Complimenti a Kodak!
Articolo pubblicato
su
www.digiTANTO.it - per ulteriori informazioni
clicca qui
|