Articolo pubblicato sul n. 156 di
MCmicrocomputer
(Edizioni
Technimedia Srl - Roma) nel novembre 1995
Digital
Imaging:
L... come Layer
di
Andrea de Prisco
Una
delle caratteristiche piu' innovative di Photoshop 3 e'
senza dubbio la possibilita' di lavorare in modalita' "multilayer".
Dietro questa apparentemente incomprensibile parola
(indipendentemente dalla traduzione letterale del termine)
si cela molto piu' semplicemente l'implementazione
software
di un modo di lavorare in ambiente grafico tutt'altro che
inconsueto. Con il meccanismo dei "layer" (o "livelli" che
dir si voglia) si ha la possibilita' di trattare le immagini
bitmap non piu' come un unico insieme di pixel sul quale
effettuare ogni tipo di trasformazione, ma come un gruppo di
immagini virtuali, sovrapposte e indipendenti, da modificare
in maniera selettiva. Ogni volta che aggiungiamo un nuovo
livello e' come se sovrapponessimo idealmente alla nostra
immagine un foglio trasparente (ad esempio un acetato) sul
quale continuare a lavorare, preservando e proteggendo lo
sfondo sottostante. Se al nuovo livello aggiungiamo
particolari (prelevati da altre immagini, dall'immagine di
partenza o creati ex novo) non modificheremo direttamente i
pixel dell'immagine appartenente allo sfondo ma lavoreremo
in sovrapposizione a questo. E' come se aggiungessimo una
sorta di "terza dimensione" alle nostre immagini, data dalla
possibilita' di aggiungere tutti i livelli che vogliamo
(memoria permettendo, ma questo e' un problema noto...)
spostando il loro ordine come meglio ci aggrada e
soprattutto contando sul fatto che ogni modifica effettuata
su un livello non si ripercuote sui livelli sovrastanti e
sottostanti se non per l'effetto visivo ottenuto.
La modalita' multilayer e' tipica di Photoshop 3, tant'e'
che non e' supportata dagli altri formati grafici
disponibili. Quando lavoriamo in questo modo potremo salvare
le nostre immagini solo nel formato nativo del programma
senza possibilita' di ricorrere a meccanismi di
compressione. Da questo e' facile dedurre che, salvo casi
molto particolari, la tecnica multilayer e' da utilizzare
principalmente nella fase di trattamento e/o costruzione
delle immagini fino al raggiungimento del risultato finale.
A questo punto e' possibile fondere insieme tutti i livelli
ottenendo una singola immagine bitmap (non piu' editabile se
non in maniera tradizionale) ma salvabile in formato
standard con tutti i vantaggi che ne derivano: dalla
possibilita' di comprimere i file secondo schemi DataLossy o
LossyLess fino alla (piu' importante) compatibilita' con
altri programmi e altre piattaforme.
Un classico esempio, per chiarire l'immediatezza e l'utilita'
del meccanismo, e' dato dall'aggiunta di una qualsiasi
scritta alle nostre immagini. Con i metodi tradizionali dei
programmi bitmap (succedeva anche con la precedente versione
di Photoshop) inserendo una scritta si modificano i pixel
della nostra immagine, tant'e' che non e' possibile ne'
spostare ne' modificare il testo dopo il suo posizionamento
senza ricostruire manualmente i pezzi "calpestati" dai
precedenti caratteri. Per non parlare della possibilita' di
effettuare, altrettanto manualmente, l'ombra dei caratteri
sullo sfondo: anche questa, una volta creata, fa parte
dell'immagine complessiva e... non sono assolutamente
ammessi ripensamenti.
Con il meccanismo dei livelli messoci a disposizione di
Photoshop l'immagine originaria viene utilizzata come
immagine di sfondo e su questa, aggiungendo secondo le
nostre necessita' uno o piu' livelli, proseguiremo nella
composizione finale senza intaccarla minimamente. Un primo
livello, ad esempio, per la nostra bella scritta, un livello
intermedio per l'ombra, e cosi' via per ogni altro
particolare o componente che vorremo aggiungere. I layer, lo
ripeteremo fino alla nausea, assolutamente indipendenti
l'uno dall'altro: sara' cosi' possibile trattarli
singolarmente, modificandoli ed elaborandoli come vogliamo
senza provocare effetti su tutti gli altri. Nell'esempio
della scritta e dell'ombra potremo in ogni momento cambiare
la loro posizione o editarli a nostro piacere, cosi' come
modificarne dimensione, aspetto e colore, senza preoccuparci
dello sfondo che rimarra' intatto fino a quando non
decideremo di mettere le mani anche su quello. Non solo, i
livelli sono tra loro combinabili in vario modo selezionando
l'effetto trasparenza per ognuno di essi, ma anche il
meccanismo di applicazione rispetto ai layer sottostanti.
Possiamo, sempre per proseguire nell'esempio, impostare un
livello contenente una sfumatura o un'altra immagine in modo
tale da provocare un effetto cromatico su quelli sottostanti
o per mascherare zone di immagine con vari effetti di
"sfondamento" (la possibilita' di ritagliare parti di
immagini in modo da lasciar trasparire particolari dei
livelli inferiori).
Insomma, come al solito le possibilita' sono infinite,
limitate solo dalla fantasia e creativita' di chi opera e...
dalla quantita' di memoria di cui disponiamo.
Questa triste e poco poetica affermazione finale e', ahime',
un doveroso avvertimento. Tanto per citare una nota,
ancorche' simpatica, pubblicita' televisiva, lavorare con
molti livelli equivale... a stappare una bottiglietta di
aranciata gassata: "adesso esageriamo!!!". Ogni layer,
infatti, occupa esattamente la stessa quantita' di memoria
dell'immagine originaria e quindi abbiamo tra le mani un
ottimo moltiplicatore dello spazio richiesto. Conticino
della serva: se la nostra immagine occupa 5 megabyte cosi'
come', aggiungendo un layer saliamo a quota 10,
aggiungendone due passiamo a 15, con tre siamo a 20, con
quattro a 25 e cosi' via.
Espandente, gente, espandete!
Saluti e
baci
Come
primo esempio di applicazione delle tecniche multilayer
realizzeremo la cartolina illustrata inserita come foto
d'apertura di quest'articolo. Chiariamo subito che qualsiasi
fotoelaborazione effettuata utilizzando vari livelli puo'
essere eseguita anche in maniera tradizionale, ma perderemmo
la possibilita' di effettuare eventuali modifiche che
riguardano passaggi di lavorazione intermedi. Se, ad
esempio, decidiamo di sostituire una delle cinque immagini
inserite, schiarire o scurire lo sfondo, modificare
l'ombreggiatura puntiforme attorno alle foto o sostituire la
frase in basso, con il procedimento tradizionale "monolivello"
dovremo lavorare un bel po' sull'immagine prima di venirne a
capo mentre con Photoshop 3 e il procedimento multilayer
eventuali modifiche sono pressoche' immediate (e comunque
circoscritte al solo elemento da modificare). Nel nostro
caso sono stati utilizzati ben 9 livelli, cinque per le
immagini inserite, uno per l'immagine di fondo, uno per la
scritta, uno per l'ombra puntiforme attorno alle foto, uno
per la mascheratura differenziale che aggiunge all'immagine
di sfondo un effetto "occhiali da sole". Ma procediamo con
ordine.
Si parte, come e' facile intuire, dall'immagine di sfondo.
Photoshop 3, quando apre un'immagine la inserisce
automaticamente in questa posizione. Un'immagine di sfondo,
a differenza dei livelli sovrastanti, non puo' variare la
sua trasparenza o opacita' visto che sotto di essa non vi
sono altre immagini. Tale caratteristica, insieme a molte
altre, e' invece tipica dei livelli via via sovrapposti che
possono combinarsi in vario modo con tutti i livelli
sottostanti.
Esiste piu' di un sistema per aggiungere un nuovo livello,
ma quello sicuramente piu' "gettonato" consiste nel
trasformare in tale elemento una qualsiasi selezione
fluttuante della nostra immagine. In figura 1 e' mostrata la
foto di partenza e la prima immagine da inserire.
Selezionando quest'ultima ed effettuando, via mouse, il drag
& drop sulla prima (basta trascinarla da una finestra
all'altra) il nostro primo panorama (vedi figura 2) diventa
una selezione fluttuante sullo sfondo. Ragionando in
modalita' "monolayer", fintantoche' rimane attiva la
selezione possiamo posizionarla dove vogliamo, ma non appena
la "deselezioniamo" il piccolo panorama verra' incorporato
sull'immagine di sfondo senza possibilita' di effettuare
ulteriori spostamenti.
Per evitare questo problema, invece di deselezionare
l'immagine (anche prima di aver scelto la posizione piu'
opportuna) richiamiamo la palette Livelli - visibile, d'ora
in poi, in tutte le successive immagini - e diamo un doppio
click sulla voce "selezione fluttuante". Compare una
finestra "Crea Livello" (fig. 3) nella quale inseriremo, se
lo desideriamo, anche un nome per identificarlo agevolmente.
Possiamo ripetere il procedimento tutte le volte che
vogliamo inserendo nuove immagini su layer differenti. La
palette dei livelli ci permette di visualizzare o nascondere
i vari layer, ma il livello realmente attivo - quello sul
quale hanno effetto le nostre modifiche - e' di volta in
volta quello evidenziato da un rettangolo grigio.
Indipendentemente, infatti, da quel che i nostri occhi
possono ammirare a video ogni modifica effettuata
riguardera' solo ed esclusivamente il layer attivo, sia che
si tratti di una variazione cromatica, l'applicazione di un
filtro digitale o uno spostamento all'interno dell'area di
lavoro. Inoltre, semplicemente spostando via mouse i livelli
elencati nell'omonima palette, possiamo cambiare in ogni
momento l'ordine, posizionando in alto livelli inferiori e
viceversa. Piu' livelli possono essere collegati tra loro
per quel che riguarda le operazioni di spostamento. Se, ad
esempio, su un livello abbiamo un oggetto e su quello
sottostante abbiamo creato la sua ombra, collegandoli tra
loro ogni spostamento del primo - come e' naturale che sia -
si ripercuotera' sul secondo.
Tutto
cio' premesso...
Andiamo
a incominciare! Per prima cosa, dopo aver aggiunto le
"immaginette", realizzeremo la scritta visibile in basso. Il
font utilizzato e' il Futura ExtraBold, ma cio' che e' piu'
interessante e' la sua colorazione. Non si tratta, infatti,
di una sfumatura costruita a mano ma e' semplicemente una
variazione sul tema dello sfondo acquoso. In pratica la
scritta "Buone Vacanze !!!" subito dopo il tracciamento
sull'immagine (figura 5) e' stata eliminata dall'immagine
non prima, pero', di aver registrato la sua selezione
dall'apposito menu' presente in Photoshop. In questo modo
(vedi figura 6) rendendola nuovamente attiva sull'immagine
di sfondo possiamo prelevare con la funzione "Copia" una
scritta ritagliata dalle acque del lago. Eseguendo a questo
punto "Incolla", la scritta diventa selezione fluttuante
(...galleggiante!) sull'acqua e possiamo - con il solito
procedimento teste' descritto - trasformarla in un nuovo
layer dell'immagine. Richiamando, sulla scritta, la funzione
livelli (figura 7) si modificano l'intervallo tonale
aumentando sensibilmente il contrasto e i toni medi. Il
risultato e' gia' molto interessante, ma risaltera'
maggiormente quando maschereremo lo sfondo come tocco finale
alla nostra immagine.
Occupiamoci ora dell'ombra puntiforme. Avremmo potuto
definire un'ombra per ogni immagine inserita - aggiungendo
cinque ulteriori layer - ma visto che il tempo e' denaro (e
ancor di piu' la memoria RAM!) si e' optato per un'ombra
unica da realizzare dopo il corretto posizionamento
dell'immagine. Questa volta creiamo un nuovo livello senza
partire da una selezione fluttuante. Con lo strumento Lazo
tracciamo la sagoma delle cinque illustrazioni (figura 8) e
richiamiamo la funzione sfumatura. Impostiamo un valore di
15 pixel e riempiamo la selezione di bianco ottenendo
un'ombra piena (sebbene sfumata ai bordi) di tale colore.
Per l'effetto puntiforme e' sufficiente selezionare
"Dissolvi" dal pop-up menu del meccanismo di applicazione
(in alto a sinistra nella palette dei livelli) e impostare
un'opacita' inferiore al 100%, nel nostro caso 70.
Per finire applichiamo all'immagine di sfondo l'effetto
"occhiali da sole". Creiamo un nuovo livello (figura 10)
interamente riempito di grigio al 50% impostando il suo
metodo di applicazione su "Differenza" e l'opacita' su 38%.
Tale metodo di applicazione (piu' facile da sperimentare che
da spiegare) non fa altro che sottrarre il colore base da
quello applicato o viceversa a seconda della luminosita' di
questi ultimi. Provare per credere!
Per
finire
Prima di
concludere quest'articolo mostriamo altri due esempi
relativi all'interazione tra livelli. Il primo, presente
nella pagina a sinistra, riguarda la permeabilita' dei
livelli in base ad impostazioni riguardanti la luminosita'.
Come esempio e' stata caricata un'immagine generica di un
panorama e a questa e' stata aggiunto un livello contenente
una sfumatura 0-255 (dal nero "pieno" al bianco "sparato").
Con un'opacita' del 100% e senza utilizzare meccanismi di
applicazione particolari, la sfumatura compre completamente
l'immagine sottostante non permettendone la visione nemmeno
parziale. Le figure 13 e 14 mostrano, invece, come variare
l'applicazione dei layer in base al livello luminoso. Si
utilizzano i due cursori "Questo Livello" e "Sottostanti"
per stabilire quali pixel rendere visibili (o comunque
applicare). Con il primo cursore indichiamo in pratica
l'intervallo di valori di luminosita' dei pixel del livello
corrente da prendere in considerazione. L'intervallo puo'
essere sfumato (sdoppiando ogni cursore in due semicursori)
in modo da provocare un intervento graduale. In figura 13 e'
impostato un intervallo compreso tra 20/36 e 191/201 con
relativa visualizzazione dell'effetto finale. Del layer
Sfumatura sono pienamente visibili solo i pixel il cui
valore di luminosita' e' compreso tra 36 e 191, non sono
visibili quelli di luminosita' inferiore a 20 e superiore a
201 e i due rimanenti intervalli sono trattati come
sfumatura. Nel secondo caso (figura 14) e' stato modificato
il cursore "Sottostanti" con il quale indichiamo
l'intervallo di luminosita' di pixel vogliamo vedere
attraverso il livello corrente. Impostando come intervallo
da 0 a 74 e da 165 a 255 abbiamo "bucato" la sfumatura con
le parti piu' scure (le ombre, i tronchi) e con quelle piu'
chiare (le nuvole). Combinando l'utilizzo dei due cursori e
scegliendo immagini e maschere piu' opportune e' possibile
ottenere effetti ben piu' interessanti di quelli mostrati in
questa sede.
Per finire diamo uno sguardo anche all'immagine mostrata in
questa pagina. E' un'ulteriore applicazione del metodo
"Differenza", gia' utilizzato nella cartolina per l'effetto
"Occhiali da sole". Volendo, come e' mia nota consuetudine,
esagerare a tutti i costi e' stata creata una sfumatura
radiale Giallo-Giallo di tutti i colori dello spettro
visibile. La malcapitata immagine di sfondo e' un tipico
panorama salentino di ulivi, terra rossa e immancabile
muretto di sole pietre. Impostando come metodo di
applicazione "Differenza" vengono confrontati i livelli di
luminosita' dei pixel dei due layer (nella medesima
posizione) e da quella maggiore viene sottratta quella
minore ottenendo il pixel visualizzato. Osservate l'arco di
sfumatura magenta che sovrasta il muretto. Nelle zone
d'ombra (piu' scure) e' rimasta invariata, in quelle
illuminate (piu' chiare) troviamo la colorazione inversa:
verde.
Magie di Photoshop!
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