Articolo pubblicato sul n. 158 di
MCmicrocomputer
(Edizioni
Technimedia Srl - Roma) nel gennaio 1996
Digital
Imaging:
Speciale Lettori
di
Andrea de Prisco
Sin dal
primo articolo della rubrica Digital Imaging abbiamo rivolto
ai nostri lettori un invito a collaborare con
MCmicrocomputer, inviando qui in redazione le loro
fotografie. Immagini da correggere affette da qualche
difetto di inquadratura o, per chi fosse gia' digitalmente
attrezzato, fotoelaborazioni gia' effettuate.
Le nostre
intenzioni erano quelle di pubblicare ogni mese il lavoro piu' interessante, ma per ragioni di spazio editoriale (o
piu' semplicemente per mancanza di tempo...) siamo riusciti
a pubblicare i contributi dei lettori si e no una volta su
due. Considerato che ogni mese arrivano in redazioni un
numero considerevole di buste indirizzate alla rubrica
Digital Imaging, e' facile rendersi conto che il ritardo
ormai accumulato diventa sempre piu' ingiustificabile.
Per cercare di risollevare un po' la situazione, questo mese
non tratteremo alcun argomento tecnico specifico, ne'
proveremo un prodotto dedicato alla fotografia digitale, ma
utilizzeremo tutte le pagine della rubrica per pubblicare
alcuni contributi dei lettori.
Si tratta di elaborazioni scelte tra le centinaia giunte in
redazione in questi mesi: l'argomento Digital Imaging, a
quanto pare, e' molto seguito. Lo dimostra l'interesse
manifestato anche quest'anno presso il nostro stand allo
SMAU, da tantissimi lettori intervenuti per proporre
fotoelaborazioni, ma anche riscontrando l'ottimo successo
del primo numero di MC-digest, interamente dedicato
all'argomento Digital Imaging.
Sono molte, infatti, le persone appassionate di fotografia:
oggi che i computer sono ormai dappertutto e sono finalmente
in grado di trattare con una certa facilita' immagini anche
ad alta definizione, la tentazione di unire tecnologicamente
i due interessi si fa sempre piu' forte. Grazie al Photo CD
di Kodak, poi, si risolve anche economicamente il problema
della digitalizzazione ad alta definizione delle immagini
fotografiche, senza la necessita' di disporre di un costoso
scanner a colori per pellicole, ma solo di un economico (e
speriamo onnipresente) lettore di CD-ROM multisessione.
Quello che fino a pochi anni fa era appannaggio solo di
costose workstation grafiche ultrasofisticate e' diventato
oggi alla portata di tutti gli utenti di personal computer
di recente generazione.
Prima di iniziare con la "parata" di contributi e'
necessaria una piccola precisazione. Ricordate la fotografia
pubblicata in questa pagina? E' del lettore Fabio Bezzi di
Ducenta (RA) ed e' stata pubblicata sul n. 151 di
MCmicrocomputer (maggio 95). Si trattava di un consueto
intervento di manutenzione... orizzonte, ma in quella sede
ci siamo dimenticati di citare nell'articolo l'autore
dell'immagine fotografica. E' stato egli stesso, nel corso
dell'ultimo SMAU, a segnalarci l'imperdonabile disattenzione
e per cercare di ovviare alla grave mancanza, abbiamo deciso
di utilizzare la stessa immagine come apertura dell'articolo
dedicato ai contributi dei lettori. Questa volta la firma, a
scanso di equivoci, e' stata inserita via Photoshop
all'interno della stessa immagine.
Buona lettura...
L'albero
in salvo
La prima
immagine mostrata in queste pagine ci giunge dal lettore
Luca Giannetti di Livorno e riguarda, come ci segnala
l'autore, una splendida zona di costa tirrenica duramente
segnata pochi anni fa da uno spaventoso incendio, da cui
miracolosamente si e' salvato l'albero della foto originale.
L'intento del nostro lettore e' stato quello di ricreare
un'atmosfera irreale incentrata sull'albero superstite.
L'immagine originale, trasferita inizialmente su Photo CD,
e' stata utilizzata come sfondo per la costruzione delle tre
sfere riflettenti con il programma 3D Studio. L'immagine
cosi' ottenuta e' stata prima ritoccata con Picture
Publisher con l'ausilio di maschere e riempimenti sfumati
per ricreare giochi di contrasto e successivamente trattata
con Fractal Painter per ottenere gli effetti di luce tipo
incendio.
La descrizione dei procedimenti operati, cosi' come ci sono
stati comunicati dall'autore, sono purtroppo insufficienti
per analizzare piu' a fondo le tecniche e dobbiamo quindi
accontentarci di giudicare solo il risultato visibile sotto
i vostri occhi. L'effetto finale e' molto gradevole, anche
grazie all'immagine originale gia' di per se' molto valida e
di notevole impatto. L'utilizzo del computer, in questo caso
(come in altri che vedremo) diventa un vero e proprio mezzo
espressivo della creativita' e non solo strumento tecnico
utilizzato per modificare o correggere l'immagine di
partenza. Volendo essere particolarmente pignoli,
bisognerebbe aggiungere che l'immagine cosi' realizzata e'
piu' di tipo grafico che fotografico in quanto l'utilizzo di
3D Studio sposta nel campo della sintesi una buona parte
della lavorazione complessiva. Comunque, il giudizio finale,
visto l'effetto visivo nel suo insieme, non puo' che essere
positivo.
Grecia
ed Egitto
Le
immagini del Partenone e della Sfinge ci arrivano dal
lettore Andrea Zavattini di S. Benedetto Po (MN). Di recente
attrezzato di un Macintosh, il nostro lettore coltiva la
passione per il ritocco fotografico da molto tempo,
realizzandolo fino ad allora "manualmente" con l'ausilio di
un aerografo.
Per la realizzazione di entrambe le immagini l'autore ha
fatto largo uso dello strumento "tracciati" che consente
operazioni di selezione piu' sofisticate rispetto allo
strumento "lazo". Un tracciato, infatti, puo' essere
facilmente modificato nella sua forma semplicemente
"agganciando" via mouse i punti di cui e' costituito,
modificando eventualmente i segmenti retti in segmenti curvi
grazie ai "manubri" delle curve di Bezier. In ogni momento
e' possibile trasformare il tracciato in selezione,
trasformando la sua forma in porzione di immagine
sottostante.
Nella prima immagine, quella del Partenone, l'autore e'
partito dalla fotografia del bosco selezionandolo (con la
tecnica dei tracciati) e copiandolo in una nuova finestra.
La stessa selezione e' stata effettuata sul Partenone
"incollando" anche questo sull'immagine di destinazione. Con
la selezione ancora attiva, utilizzando la finestra dei
"livelli", si e' provveduto a riequilibrare la luminosita' e
il contrasto del Partenone per renderle intonate con quelle
dell'ambiente circostante. Per il riflesso sull'acqua e'
stata effettuata una seconda operazione di "incolla" (con il
Partenone ancora in memoria) e, sempre con la selezione
ancora attiva, si e' provveduto a capovolgerlo e a dargli
una trasparenza del 25 per cento. Non e' ancora finita: per
dare un effetto di mosso all'immagine riflessa si e'
utilizzato il filtro "effetto onda" dal menu' "distorsione".
A questo punto e' stato necessario riposizionare gli alberi
in primo piano. Tornando all'immagine di partenza si
effettua una nuova selezione sulla vegetazione, incollando
anche questa (nella giusta posizione) sull'immagine finale.
I contorni sono stati rifiniti con lo strumento "timbro"
utilizzando un pennello di ridotte dimensioni e una
trasparenza del 70 per cento. Per finire, le sfere sono
state realizzate con il filtro digitale "effetto sfera"
applicato a tre selezioni circolari. Per rendere l'effetto
ancora piu' realistico, e' stato aggiunto un riflesso
luminoso bianco con lo strumento (digitale) aerografo.
L'effetto delle onde e' realizzato con il filtro
distorsioni/effetto zigzag, operato su una selezione
ellittica (come fosse l'ombra delle sfere).
Per la seconda immagine, quella della Sfinge in mezzo al
mare, le operazioni effettuate sono in numero minore.
Selezionata l'antica costruzione dalla prima immagine
(sempre con lo strumento "tracciati") e' stata posizionata
sulla seconda non senza un intervento anche in questo caso
sui toni per meglio integrarla nel paesaggio. La schiuma
intorno alla Sfinge e' stata clonata da quella presente
attorno agli scogli utilizzando come sempre lo strumento
timbro. Nonostante possa sembrar strano, anche le due lune
sono state realizzate clonando la schiuma del mare, operando
su una selezione circolare e con gradi di trasparenza
diverse. Come se tutto cio' ancora non bastasse, l'autore ha
"bagnato" la base della Sfinge clonando la roccia scura
degli scogli e riproducendo sull'acqua, in trasparenza,
l'immagine capovolta della stessa. Il sole, come i piu'
esperti avranno gia' intuito, e' realizzato con il filtro di
Photoshop "riflesso lente".
Piu'
spazio alle nonne!
La
quarta fotoelaborazione trattata in quest'articolo e' stata
inviata dal simpatico lettore Gian Domenico Negrini di
Caspoggio (SO). La sorridente vecchietta ritratta nella foto
e' la nonna del lettore, mentre l'idea del fotoritocco e'
attribuibile alla madre dello stesso, ben conscia delle
infinite possibilita' elaborative dei moderni computer.
Insomma, in famiglia, ognuno ha dato un preciso contributo.
L'unico (a noi) sconosciuto e' l'accompagnatore
"interattivo" - cosi' definito dallo stesso Negrini - che,
in quanto tale, deve essere assolutamente eliminato.
Il programma utilizzato e' Aldus PhotoStyler 2.0, mentre
l'immagine e' stata "scansionata" (perche' non utilizzare un
piu' corretto "digitalizzata"?) a 400 punti per pollice con
lo Scanman Color della Logitech. Buona parte della
mascheratura e' stata effettuata con la funzione di
clonazione (in pratica lo strumento timbro) prendendo come
origine la parete. L'operazione piu' laboriosa e' stata la
ricostruzione della persiana aperta situata alle spalle
dell'individuo. Invece di procedere anche in questo caso con
il solo strumento timbro, l'autore ha preferito attingere
alla persiana accanto alla nonna, utilizzando funzionalita'
di copia-incolla, non senza tenere conto della giusta
prospettiva e delle dimensioni corrette. L'autore si
compiace (giustamente, ndr) del lavoro svolto definendosi un
vero e proprio "falegname virtuale".
Apro una parentesi (o, come direbbe Toto', per restare in
tema, apro una "parente"). L'accompagnatore era
"interattivo", il falegname diventa "virtuale". Se la nonna
fosse stata ripresa mentre cantava o ballava sarebbe stata
una nonna "multimediale"? Ah, saperlo!
Chiusa la parentesi, andiamo avanti. Concluse le operazioni
preliminari (lavori di muratura e falegnameria... virtuale)
sono necessarie le rifiniture. Ancora con la funzione di
clonazione si ricrea l'angolo e il davanzale dietro alla
nonna, i particolari ancora mancanti dello scarico della
grondaia e, naturalmente, la parte della panchina prima
invisibile. Complimenti!
Dalle
nonne alle figlie...
La
nostra carrellata sulle fotoelaborazioni proposte dai
lettori prosegue con un intervento su un'immagine di una
bellissima bambina figlia del lettore Rosario Palumbo di
Tromello (PV). L'immagine in formato digitale e' stata
caricata da Photo CD ed elaborata con l'immancabile Adobe
Photoshop, in versione Windows, nella precedente versione
2.5.1. La prima operazione effettuata riguarda la
sostituzione dell'antiestetico sfondo. Anche in questo caso
si e' preferito lo strumento "tracciati" al piu' classico
"lazo". Lo sfondo cosi' selezionato e' stato sostituito con
una sfumatura di colore (dal rosa al bianco) alla quale e'
stato successivamente applicato un effetto "disturbo".
Come lo stesso autore ci narra, gli occhi della bambina
hanno un bel colore grigio-azzurro poco apprezzabile nella
fotografia originaria. Procedendo ancora con i tracciati (e
poi trasformando questi in selezione) e' stato effettuato un
bilanciamento dei colori sui soli occhi attraverso la
funzione "variazioni". La medesima funzione, sull'intera
immagine, e' stata utilizzata anche per correggere la
dominante gialla presente nella fotografia originale dovuta,
probabilmente, al tipo di illuminazione presente
nell'ambiente di ripresa. Infine, con lo strumento "timbro"
e' stato eliminato il bordo nero attorno alla fotografia, in
pratica ingrandendo l'inquadratura originale.
Al termine della sua lettera, il nostro lettore chiede un
parere sul risultato ottenuto. Fermo restando che davanti ad
una bambina cosi' bella e' difficile azzardare qualsiasi
tipo di critica, vorrei consigliare al Sig. Palumbo di
esercitarsi maggiormente con lo strumento "timbro" che, se
utilizzato correttamente, riesce a fornire risultati a dir
poco eccezionali. L'importante, come gia' indicato
nell'articolo "Ufficio Timbri" pubblicato circa un anno fa
su MCmicrocomputer, e' selezionare sempre opportunamente
punto sorgente e destinazione per la clonazione, scegliendo
pennelli di adeguata dimensione (ne' troppo grandi ne'
troppo piccoli) avendo l'accortezza di cambiare spesso il
punto d'origine per evitare clonazioni monotone. Un altro
aspetto da non sottovalutare e' quello di mantenere sempre
una certa distanza tra sorgente e destinazione (in rapporto
anche alle dimensioni del pennello utilizzato) onde evitare
effetti "eco". Nell'immagine elaborata inviata dal nostro
lettore, si notano lungo tutto il bordo dei fenomeni di
questo tipo (un susseguirsi rapido di clonazioni successive)
che evidenziano un non corretto utilizzo del timbro. Nel
particolare ingrandito pubblicato accanto alle foto e'
mostrata un'applicazione del timbro sulla zona della coperta
utilizzando una maggiore distanza tra sorgente e
destinazione: come e' possibile verificare (confidando come
sempre in una stampa tipografica che non massacri il tutto)
il disturbo precedentemente evidenziato non e' piu'
presente, con evidenti vantaggi circa il realismo.
...
senza trascurare le mamme!
La sesta
fotoelaborazione pubblicata in queste pagine ci viene
proposta da Renato Invernizzi di Mortara (PV) e riguarda un
riuscito restauro di una fotografia della madre del lettore
rimasta per oltre cinquanta anni in un portafoglio (la foto,
non la madre!).
Per l'opera di restauro e' stato utilizzato il programma
Aldus PhotoStyler, lavorando per oltre sei mesi (!) durante
microscopici ritagli di tempo. L'autore non indica
l'utilizzo di alcuna tecnica particolare, se non un
riferimento al bilanciamento dei toni di luminosita'
dell'immagine.
Per effettuare operazioni di questo tipo e' di solito
sufficiente il ricorso allo strumento "timbro" per clonare
porzioni di immagine esistenti sulle zone mancanti o
lacerate. Particolare attenzione va posta alla zona degli
occhi e della bocca (come nell'immagine originaria inviata
dal nostro lettore) in quanto e' piu' difficile ricostruire
le parti mancanti utilizzando particolari esistenti. Se le
condizioni originarie di illuminazione lo consentono, e'
possibile "rubare" l'occhio sinistro mancante copiando e
ribaltando l'occhio destro, stando molto attenti a
riposizionare adeguatamente il riflesso luminoso visibile
sulla pupilla. Addirittura puo' essere necessario ruotare
nuovamente la sola iride per ottenere il riflesso nella
giusta posizione. Con immagini ad alta risoluzione e, lo
ripeto, se le condizioni di illuminazione della scena
originaria lo permettono, e' possibile ottenere risultati
incredibilmente realistici. La stessa operazione e'
possibile anche sulle labbra, utilizzando la parte destra
per ricostruire la parte sinistra (la simmetria degli essere
umani puo' essere utilizzata anche per questo). Una volta mi
e' capitato di veder sfruttare questa tecnica per
trasformare un mezzo ghigno in un "sincero" sorriso (beh,
mica tanto visto che era del tutto artificiale!), sotto gli
occhi increduli dell'incuriosito committente.
Articolo pubblicato
su
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