Articolo pubblicato sul n. 161 di
MCmicrocomputer
(Edizioni
Technimedia Srl - Roma) nell'aprile 1996
Digital
Imaging:
Nikon CoolScan II
di
Andrea de Prisco
Non c'e'
due senza tre. Dopo il modello CoolScan provato sul n. 152
di MCmicrocomputer (Giugno '95) e la sua nuova versione
"Super" (recensito a dicembre), questa volta Nikon ci
propone un nuovo scanner per negativi e diapositive, dotato
anch'esso di caratteristiche tecniche di prim'ordine, ma
offerto ad un prezzo
di vendita decisamente piu' contenuto.
Il suo nome in codice e' LS-20,
ma preferisce farsi chiamare
dagli amici CoolScan II. Esteticamente e' identico al
modello LS-1000 (il Super CoolScan al quale, ovviamente, si
affianca) ma, diversamente dal suo fratello maggiore, non
offre la possibilita' di installare il modulo aggiuntivo per
caricare automaticamente le diapositive. Gli originali
fotografici, in striscia o montati su telaietto, devono
essere inseriti manualmente all'interno dell'apparecchio,
cosi' come accade con la stragrande maggioranza degli
scanner di questo tipo. Grazie anche questa (ritrovata)
semplificazione costruttiva, torna ad essere disponibile in
due differenti "formati", proprio come il modello originario
lanciato sul mercato circa tre anni fa. E' utilizzabile sia
come unita' esterna, al pari di ogni altro apparecchio di
questo tipo, sia come unita' interna formato 5.25" grazie
alle sue ridottissime dimensioni e alla tecnologia
utilizzata.
Simili a quelle del Super CoolScan, come vedremo piu'
approfonditamente in seguito, le rimanenti caratteristiche.
La risoluzione massima e', anche in questo caso, di ben 2700
punti per pollice che, sul formato 35mm, equivale ad una
matrice di 2592x3888 pixel pari ad un file di circa 28.8
megabyte (a 24 bit/pixel). Ottima anche la velocita' di
digitalizzazione: per scannerizzare una diapositiva (o un
negativo) alla massima risoluzione sono sufficienti 80
secondi. Automatica e' sia la messa a fuoco che la corretta
esposizione: naturalmente sia sulla prima che sulla seconda
e' possibile intervenire manualmente, cosi' come e'
possibile regolare finemente il bilanciamento cromatico
prima della scansione per ottenere sempre risultati
ottimali. Rispetto all'LS-1000, il nuovo modello utilizza un
convertitore analogico/digitale
meno sofisticato: 8 bit per
canale in luogo dei 12 bit/canale. Tale differenza, pero',
non deve spaventare, in quanto anche
il modello superiore ha
un'uscita digitale da 8 bit/canale. Utilizzando un
convertitore con un numero superiore di bit di quelli
effettivamente utilizzati (come avviene nel Super CoolScan)
si minimizza l'errore di quantizzazione e si riesce a
sfruttare completamente il numero di bit disponibili in
uscita. In altre parole la risoluzione di 8 bit/canale del
Super CoolScan non e' solo teorica ma reale, l'uscita e'
caratterizzata da un rapporto segnale/rumore piu' elevato, a
tutto vantaggio della fedelta' cromatica.
Ma, come avremo modo di mostrarvi nel corso di questa prova,
anche il CoolScan II e' in grado di offrire ottimi
risultati, nonostante utilizzi di un convertitore da "soli"
8 bit. Non sottovalutiamo, infatti, che anche gli altri
scanner per pellicola, concorrenti del Nikon, utilizzano 8
bit/canale per la conversione e quindi non e' il caso di
gridare allo scandalo solo perche' ne esiste una versione
migliore di tutte le altre. E' la storia del bicchiere
mezzo-pieno/mezzo-vuoto: non e' il CoolScan II ad essere in
difetto ma e' il Super CoolScan ad essere proprio "Super".
Non facciamo confusione...
Uno
scanner piccolo piccolo
Nella
sua versione "esterna", forma e dimensioni del Nikon LS-20
sono proprio quelle tipiche di un compatto dispositivo SCSI
di memorizzazione (ad esempio un hard disk, un'unita' di
backup o un lettore di CD-ROM). Il modello "interno",
invece, ha le dimensioni "compatibili" con quelle di
un'unita' da 5.25" tant'e' che puo' essere installato in una
qualsiasi predisposizione di questo tipo presente
all'interno del nostro computer. Sia nel primo che nel
secondo caso l'interfacciamento con l'unita' centrale
avviene tramite una porta SCSI ed e' quindi possibile
l'utilizzo immediato da parte di chi gia' dispone di una
catena di periferiche di questo tipo, mentre chi ne e'
sprovvisto dovra' preventivamente installare il necessario
controller. Gli utenti Macintosh sono (tanto per
cambiare...) avvantaggiati visto che le loro macchine
dispongono di serie dell'interfaccia SCSI.
Sul lato frontale troviamo la consueta fessura per
l'inserimento della diapositiva da digitalizzare (o dello
spezzone di pellicola da sei fotogrammi tramite l'apposito
adattatore fornito a corredo), un LED verde. Manca
all'appello il piccolo sportellino a scomparsa che, nel
Super CoolScan, nasconde il connettore per il collegamento
dell'alimentatore automatico per diapositive (non
utilizzabile su questo modello). Sul lato destro
dell'apparecchio troviamo solo l'interruttore di
alimentazione. Il retro si presenta piu' o meno come tutti i
dispositivi SCSI: troviamo i due connettori per il
collegamento alla catena di interfacciamento, il selettore
per impostare l'indirizzo di periferica e, naturalmente, il
connettore per l'alimentazione elettrica. Manca, per la
gioia delle nostre orecchie, l'odiosa ventola di aerazione
della sezione alimentatrice: evidentemente l'assorbimento
elettrico in gioco e' piuttosto limitato, al punto da non
richiedere ventilazione forzata. Come gia' segnalato in
precedenza, altri apparecchi concorrenti del Nikon, non solo
dispongono di tale dispositivo, ma spesso risulta essere
anche particolarmente rumoroso.
Uno
sguardo all'interno
Per
accedere all'interno del CoolScan II e' sufficiente sfilare
il frontalino (installato, ahinoi!, ad incastro) e svitare
una sola vite dal retro. I due semigusci del piccolo cabinet
sono ulteriormente trattenuti da appositi incastri e per
separarli e' necessario spostare verso dietro quello
superiore.
Come era da attendersi, anche il CoolScan II e' costruito in
maniera eccellente, con le parti meccaniche, ottiche ed
elettroniche assemblate in maniera ineccepibile.
L'alimentatore e' situato nella zona posteriore: accanto ai
grossi condensatori di stabilizzazione e al piccolo
trasformatore di alimentazione, troviamo anche un fusibile
da 3.15 ampere accessibile solo internamente.
L'elettronica digitale e' situata su una grossa scheda di
dimensioni molto ridotte, che circonda la sezione di
lettura. Naturalmente e' la stessa scheda utilizzata per la
versione interna del CoolScan II, caratterizzata da un
cabinet ancora piu' compatto.
I componenti elettronici sono in maggioranza saldati in
tecnologia SMD (montaggio in superficie): oltre ad un chip
custom marchiato Nikon (come al solito la casa giapponese
non si e' limitata al solo utilizzo di componenti standard)
il "direttore d'orchestra" e' rappresentato dal piccolo - e
sempreverde - microprocessore Zilog Z80 al quale fanno capo
anche una manciata di RAM e l'indispensabile EPROM
contenente il firmware necessario al pilotaggio
dell'hardware. La meccanica di lettura incorpora il sensore
CCD lineare monocromatico da 2592 pixel, la fonte di
illuminazione LED RGB (a luce fredda, da cui il nome
CoolScan), l'obiettivo di ripresa (composto da sei lenti in
quattro gruppi) e ben due motori passo-passo. Il primo e'
utilizzato per la scansione (illuminazione e CCD immobili,
originale in movimento), il secondo per effettuare la messa
a fuoco automatica. Si tratta del medesimo sistema
utilizzato dal Super CoolScan (probabilmente la meccanica di
lettura e' la stessa) e quindi non ha nulla a che vedere col
modello originario, ormai fuori produzione, nel quale per
effettuare tale regolazione (non indispensabile ma certo
consigliabile prima di ogni digitalizzazione) era necessario
agire su un apposito comando manuale accessibile
esternamente.
Installazione ed uso
Per
mettere in uso il CoolScan II si procede come per una
qualsiasi periferica SCSI. Premesso che tutte le operazioni
di collegamento vanno effettuate a computer spento
(ovviamente cio' vale anche per i dispositivi da collegare)
esistono in pratica tre sole possibilita'. Collegamento all'estremita'
di una preesistente catena SCSI, in "mezzo" ad altri
dispositivi dello stesso tipo, come unico dispositivo
collegato al computer. Nel primo e nel terzo caso
utilizzeremo anche il "terminatore" fornito a corredo: un
"tappo" della catena per il bilanciamento delle linee
digitali. Se il nostro CoolScan II non e' l'unico
dispositivo SCSI installato, e' necessario scegliere un
indirizzo di periferica non gia' utilizzato. Sul retro
dell'apparecchio (avviene con tutte le periferiche di questo
tipo) troviamo un selettore che ci permette di scegliere
l'indirizzo tra 1 e 7. Naturalmente vanno considerati non
solo i dispositivi eventualmente collegati esternamente ma
anche quelli installati all'interno. Nel caso dei Macintosh,
ad esempio, anche l'hard disk e il lettore di CD-ROM sono
dispositivi SCSI, con un proprio indirizzo di periferica che
non puo' assolutamente essere utilizzato da altri componenti
della catena.
Dal punto di vista hardware, sempreche' il nostro computer
disponga gia' di un'interfaccia SCSI, abbiamo terminato. Nel
caso contrario occorrera' procedere anche all'installazione
del controller, fornito sotto forma di "comune" scheda di
espansione da installare in un qualsiasi slot libero.
Il software di gestione e' contenuto in un unico dischetto e
comprende sia il consueto plug-in di Photoshop (per
effettuare le digitalizzazioni all'interno del programma di
fotoritocco) sia un'utility denominata "Nikon Control" che
ci permette di comandare l'apparecchio anche in modalita'
diretta. L'installer provvede a salvare sul nostro hard disk
tutte le componenti necessarie, compresi i file di ColorSync
per la corrispondenza cromatica tra immagini digitali e loro
effettiva visualizzazione a video.
Nikon
Scan
Dal
punto di vista software, per pilotare il CoolScan II si
utilizza l'utility Nikon Scan, rilasciata sotto forma di
plug-in per Photoshop. Per l'utilizzo diretto del
dispositivo (non all'interno di Photoshop o di altro
programma compatibile con i suoi moduli aggiuntivi) e'
possibile lanciare l'utility Nikon Control che a sua volta
richiama Nikon Scan.
Similmente agli altri driver di pilotaggio scanner si
presenta come una finestra di controllo formata da un'area
di preview a destra e da numerosi menu, pulsanti e cursori
di regolazione a sinistra. La sua dimensione puo' essere
dimensionata dall'utente: ovviamente piu' e' grande la
finestra, maggiore sara' l'area di preview e piu' facilmente
potremo intervenire sulla scansione per regolare finemente i
parametri.
In alto a sinistra troviamo tre menu a comparsa. Il primo ci
permette di scegliere il dispositivo utilizzato (nel caso in
cui avessimo collegato piu' scanner Nikon alla nostra catena
SCSI); di modificare la valore di Gamma; di accedere ad
alcune funzioni particolari come la regolazione fine della
messa a fuoco, il tipo di interpolazione o l'esposizione
automatica.
Il secondo menu (Setting) permette di impostare,
selezionare, salvare o caricare i parametri dello scanner.
E' possibile salvare tarature differenti, facilmente
richiamabili via mouse per ogni necessita'.
Il terzo menu e' utilizzato per selezionare il tipo di
originale e la modalita' di scansione: negativo, positivo,
colore, livelli di grigio o bianco/nero per originali al
tratto. Per le scansioni monocromatiche (indipendentemente
dal tipo di originale) e' possibile impostare un filtro
monocromatico blu, verde o rosso per schiarire le tonalita'
del filtro selezionato e scurire quelle del colore
complementare (allo stesso modo della sovrapposizione di un
filtro colorato su una fotocamera caricata di pellicola in
bianco e nero).
Sotto ai primi tre menu e' possibile impostare le dimensioni
e la risoluzione d'uscita della nostra digitalizzazione. La
risoluzione puo' arrivare fino a 2700 punti per pollice
mentre la dimensione massima e' quella del formato 135
intero, 24x36mm. E' anche possibile impostare un fattore di
scala (compreso tra l'8 e il 200 per cento) cosi' come
bloccare le dimensioni su un determinato valore impostato
dall'utente.
Nella finestra di controllo troviamo anche i comandi per
effettuare regolazioni cromatiche sull'immagine di preview
visualizzata nell'area di destra. E' possibile regolare
luminosita' e contrasto, cosi' come intervenire
singolarmente sulle tre componenti cromatiche per correggere
eventuali dominanti o per forzare una determinata
colorazione. Nella finestra di anteprima possiamo
costantemente controllare il risultato dei nostri
interventi. Se non siamo soddisfatti delle regolazioni di
base, possiamo intervenire sulla curva di gamma globalmente
o singolarmente per le tre componenti primarie, ma anche
effettuare la regolazione automatica dei livelli con la
possibilita' di visualizzare in ogni momento l'istogramma
della gamma tonale. Non manca, inoltre, la possibilita' di
impostare manualmente i cosiddetti punti di "bianco" e di
"nero" che identificano il massimo e il minimo livello di
luminosita' presente nella nostra immagine. L'operazione si
compie con i due strumenti a forma di contagocce,
semplicemente cliccando con essi il punto piu' chiaro e il
punto piu' scuro dell'immagine di anteprima.
La messa a fuoco avviene automaticamente, sulla zona
centrale dell'immagine o su un punto qualsiasi scelto
dall'utente. Per ottenere migliori risultati e' conveniente
effettuare la messa a fuoco selettiva prima di ogni
digitalizzazione: sprecheremo qualche secondo in piu', ma il
piu' delle volte ne vale proprio la pena.
In basso a sinistra, il piccolo pulsante forma di punto
interrogativo attiva l'help in linea: in questa modalita',
spostando semplicemente il puntatore mouse su un controllo o
un menu possiamo leggere accanto al pulsante di help una
breve spiegazione, in inglese, del suo funzionamento.
Sul lato destro e' presente, come detto, l'area di anteprima
dell'immagine digitalizzata. Sotto di essa, cinque pulsanti
permettono di cambiare l'inquadratura (verticale o
orizzontale), riflettere nei due versi l'immagine,
ingrandire un particolare o visualizzare l'intero
fotogramma. Per selezionare la zona di digitalizzazione e'
sufficiente tracciare col mouse all'interno della finestra
di preview. La zona selezionata puo' essere spostata e
ridimensiona in ogni momento: sul lato sinistro potremo
leggere sia le dimensioni in pixel dell'area di scansione
effettiva, sia l'occupazione in memoria dell'immagine
digitalizzata.
Prestazioni
Pur
essendo tendenzialmente contrari ad effettuare confronti
diretti tra apparecchi differenti, questa volta vogliamo
"osare" paragonando le prestazioni del CoolScan II in prova
in queste pagine con quelle del suo fratello maggiore Super
CoolScan recensito pochi mesi fa, sempre su MCmicrocomputer.
Il tutto per verificare sul campo in quali casi un
convertitore a 12 bit/canale puo' offrire risultati
superiori rispetto ad un dispositivo da "soli" 8. Sia con il
primo che con il secondo modello abbiamo effettuato
moltissime digitalizzazioni e al termine del lunghissimo
test e' emerso che con originali fotografici di buona
qualita', ma soprattutto correttamente esposti e ben
equilibrati cromaticamente, non si notano differenze
significative. In entrambi i casi si ottengono
digitalizzazioni di ottima qualita', utilizzabili sia in
campo grafico-editoriale, sia in applicazioni di digital
imaging dove, notoriamente, conta moltissimo anche la
risoluzione grafica. Per entrambi gli apparecchi, tale
valore e' di ben 2700 dpi, sufficienti per catturare
finanche la grana fotografica delle pellicole di
sensibilita' medio/bassa (il Photo CD, per fare un paragone,
offre digitalizzazioni di qualita' fotografica ad una
risoluzione pari a 2000 punti per pollice).
Rispetto al Super CoolScan (che, detto tra parentesi costa
circa il doppio del modello in prova), il CoolScan II mostra
i suoi limiti nella digitalizzazione di fotogrammi
"cattivi", sovra/sotto esposti o affetti da eccessive
dominanti cromatiche. Risulta essere inferiore - e ce lo
aspettavamo - la leggibilita' nelle zone d'ombra,
specialmente quelle piu' scure di svariati VL (Valori Luce)
rispetto all'intensita' media del fotogramma. Nelle immagini
mostrate in questo articolo siamo andati a cercare "col
lanternino" il problema e l'abbiamo messo in evidenza per
meglio comprendere la superiorita' del Super CoolScan
rispetto alla media piuttosto che l'inferiorita' del modello
provato. Ricordiamoci che anche gli altri scanner
concorrenti del CoolScan II dispongono di un convertitore ad
8 bit/canale ma non offrono nemmeno lontanamente la stessa
qualita' cromatica del Nikon e spesso non lo eguagliano
nemmeno numericamente per quel che riguarda la risoluzione
offerta o la velocita' di digitalizzazione.
Nel fotogramma usato per la comparazione, se zumiamo nella
zona d'ombra del gommone, possiamo notare (resa tipografica
permettendo... come sempre!) che il CoolScan II ha una resa
leggermente inferiore, offrendo una lettura meno pulita (e'
presente un maggior disturbo). Giusto per verificare
digitalmente la nostra affermazione, sulla zona incriminata
(in entrambi i casi) abbiamo effettuato un'elaborazione
digitale con il filtro "Traccia Contorno" di Photoshop
regolato sul valore 16. "Traccia Contorno", come noto,
traccia uno spessore tra le variazioni significative di
luminosita': nel caso del CoolScan II sono state tracciate
un numero superiore di linee a conferma del fatto che la
zona d'ombra risulta essere ricca di pixel chiari e scuri.
Ma il nostro giudizio complessivo, tenuto conto del prezzo
di vendita particolarmente invitante, rimane estremamente
positivo. Brava Nikon!
Nikon LS-20
Produttore
Nikon Corporation
Electronic Imaging Division
4-25, Nishi-Ohi 1-chome
Shinagawa-ku, Tokyo 140, Japan
Distributore:
Nital SpA
Via Tabacchi, 33
10132 Torino
Tel. 011/3102151
Articolo pubblicato
su
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