Articolo pubblicato sul n. 162 di
MCmicrocomputer
(Edizioni
Technimedia Srl - Roma) nel maggio 1996
Digital
Imaging:
Polaroid ProPalette
8000
di
Andrea de Prisco
Si e'
piu' volte ripetuto, in queste pagine, che l'attuale
fotografia digitale puo' facilmente essere considerata come
una valida estensione tecnologica della fotografia
tradizionale. Fermo restando che gia' da tempo esistono
apparecchi fotografici completamente elettronici (come
quello in prova in questo stesso numero, ma anche apparecchi
spiccatamente professionali dal costo a volte esorbitante)
si puo' parlare di fotografia digitale pur continuando ad
utilizzare una comune macchina fotografica, "caricata" con
normale pellicola che, dopo gli altrettanto consueti scatti,
porteremo al laboratorio per lo sviluppo. Proprio dopo
questo momento, se vogliamo, possiamo salire sul treno
digitale per viaggiare in un mondo completamente nuovo che,
ovviamente, non manchera' di stupirci. Caricata l'immagine
fotografica nel nostro computer (previa digitalizzazione
tramite scanner o da Photo CD per chi non dispone ancora del
prezioso apparato) possiamo sbizzarrirci ad effettuare ogni
tipo di trasformazione, da quelle correttive a quelle
creative, eventualmente utilizzando anche potenti strumenti
di sintesi per realizzare, volendo, anche immagini
"impossibili". Il nostro "trenino digitale" potra' portarci
dove vogliamo, in un mondo dove la creativita' non ha piu'
limiti e anche le realizzazioni piu' impensabili diventano
magicamente fattibili.
Bello, divertente, accattivante... ma prima o poi dovremo
scendere dall'inarrestabile convoglio. La nostra immagine
non puo' e non deve rimanere dentro al computer: in qualche
modo e' necessario trovare la giusta stazione per uscire dal
digitale e riprendere possesso della nostra fotografia,
elaborata e abbellita digitalmente come e quanto vogliamo,
ma nuovamente "fotografia" nell'accezione tradizionale del
termine.
La soluzione piu' semplice per riprendere possesso fisico
della nostra immagine fotografica e' la stampa digitale.
Disponibile in varie tecnologie (dall'economica getto
d'inchiostro fino alla velocissima stampa laser a colori)
per applicazioni reali di "digital imaging" l'unica adatta
e' senza dubbio quella a sublimazione che ha la particolarita' di rendere le tinte intermedie senza
ricorrere alla retinatura. In questo modo i 300 punti per
pollice della risoluzione d'uscita non sono validi soltanto
per le tinte piene ma rimangono tali anche per le sfumature
cromatiche di cui, come noto, le immagini fotografiche sono
particolarmente ricche.
C'e', pero', un'altra possibilita' di "uscita", data dalla
cosiddetta fotorestituzione su pellicola. Tramite un "film
recorder", come l'apparecchio Polaroid in prova in queste
pagine, e' possibile la stampa su pellicola fotografica
tradizionale. Caricheremo il film recorder con una pellicola
negativa o diapositiva tradizionale e dal computer manderemo
in stampa le nostre immagini, piu' o meno come faremmo con
una comune periferica d'uscita. Scattato un rullo, porteremo
nuovamente al laboratorio la pellicola per lo sviluppo ed
eventualmente la stampa su carta fotografica tradizionale.
La qualita' ottenibile, ve lo anticipiamo subito, e' davvero
eccellente: il Polaroid ProPalette 8000, come recita il suo
nome, ha una risoluzione d'uscita di ben 8000 linee ed e'
dunque in grado di competere anche con le pellicole ad alta
sensibilita' disponibili oggi sul mercato. Per quanto
ingrandiremo i nostri negativi, ben difficilmente potremo
"incontrare" le linee di scansione registrate
dall'apparecchio in quanto ben piu' piccole della stessa
grana fotografica e per questo motivo assolutamente
invisibili. Si tratta, come avremo modo di approfondire in
seguito, di un dispositivo assolutamente professionale
(anche il prezzo di vendita, circa ventiquattro milioni, non
lascia il minimo dubbio) in grado di fornire risultati
entusiasmanti, ben al di sopra di quanto possibile
attraverso altri sistemi di stampa. Pur chiamandosi Polaroid
non e' un dispositivo di stampa immediata (a meno di non
utilizzare i materiali fotosensibili della stessa casa
madre), ma permette di ottenere "nuovi originali" per
qualsiasi tipo di utilizzo. Non escluso un successivo "giro"
sul trenino digitale che tanto ci appassiona...
Descrizione esterna
Gia'
quando provammo in queste pagine il Polaroid SprintScan
avemmo qualche difficolta' a descrivere la forma di
quell'apparecchio. Alla fine tagliammo corto, dicendo che lo
SprintScan assomiglia, in quanto tale, ad uno scanner per
pellicole 35 mm. Che forma ha il ProPalette 8000? Semplice:
assomiglia ad un film recorder!
In realta' anche in questo caso la risposta e' tirata un po'
per i capelli in quanto non esiste una "forma tipica" per
questo genere di apparecchi e ogni costruttore offre una
propria soluzione. Il Polaroid in prova in queste pagine,
com'era facile attendersi, ricorda molto i Palette di prima
generazione (un modello fu provato anni fa anche su
MCmicrocomputer), apparecchi utilizzati per la produzione di
slide grafiche prevalentemente a toni pieni e accreditati di
una risoluzione e una resa cromatica non adatta per la
restituzione di immagini fotografiche ricche di sfumature.
Sul lato superiore dell'apparecchio troviamo un piccolo
display LCD retroilluminato e quattro pulsanti per
selezionare ed impostare alcune funzioni dell'apparecchio.
Queste riguardano l'indirizzo SCSI del dispositivo,
l'avanzamento forzato di uno o piu' fotogrammi (ovviamente
dopo ogni scatto la pellicola avanza automaticamente), il
riavvolgimento del film prima della sua fine.
Durante il funzionamento il display mostra costantemente il
numero di fotogrammi gia' utilizzati e quelli ancora
disponibili. Quest'ultima informazione e' conosciuta dal
ProPalette grazie al fatto che all'inserimento del
caricatore 135 tutta la pellicola viene srotolata (nonche'
misurata) e utilizzata dall'ultimo fotogramma disponibile
verso il primo (come avviene con alcune fotocamere
amatoriali e addirittura con le usa e getta da poche
migliaia di lire). Esponendo la pellicola a ritroso, oltre a
sapere esattamente quanti fotogrammi restano fino al termine
del caricatore, si ha l'indubbio vantaggio di mantenere ben
al riparo dalla luce gli scatti gia' effettuati anche in
caso di accidentale apertura del dorso prima del
riavvolgimento finale.
Sul retro dell'apparecchio troviamo le connessioni per
l'interfacciamento SCSI o, in alternativa, direttamente alla
porta parallela del nostro PC. Non manca un pulsante di
reset della periferica, ne' una coppia di porte "Service
Only" ad uso esclusivo dei centri di assistenza tecnica per
il check-up e l'eventuale taratura dell'apparecchio.
Il dorso porta pellicola o, meglio, la vera e propria
fotocamera (visto che comprende anche un obiettivo e un
otturatore metallico a tendina a scorrimento verticale) e'
situata in un alloggiamento anteriore con apertura a
ribalta. La fotocamera puo' essere estratta facilmente
agendo su un apposito comando laterale e sostituita con
altri dispositivi di ripresa come il dorso Polaroid (nel
senso stretto del termine: per l'utilizzo di materiale
sensibile a sviluppo immediato) o previsti per formati
maggiori e quindi per utilizzi ancora piu' professionali.
La fotocamera 35mm, fornita a corredo del ProPalette,
dispone dei contatti DX per la lettura automatica della
sensibilita' della pellicola (riportata sul caricatore
attraverso un codice binario), mentre l'otturatore serve
soprattutto per proteggere la pellicola nel caso in cui
togliessimo la fotocamera, carica, dall'apparecchio.
L'esposizione dura qualche decina di secondi: un tubo CRT
presente all'interno esegue tre scansioni (una per colore
primario) con l'utilizzo di altrettanti filtri monocromatici
interposti automaticamente tra l'elemento catodico e
l'obiettivo della fotocamera. Dal software di gestione, come
vedremo, e' necessario solo impostare il tipo di pellicola
utilizzato per ottenere sempre risultati cromaticamente
ineccepibili.
Installazione e uso
Se
utilizziamo un PC Windows compatibile abbiamo due
possibilita' di collegamento al Polaroid ProPalette: porta
parallela o interfacciamento SCSI. Utilizzando un Macintosh
potremo comunicare col dispositivo solo tramite questo tipo
di interfacciamento. Dal punto di vista hardware
l'installazione del ProPalette e' limitata al semplice
collegamento computer-periferica e all'alimentazione
elettrica. Nel caso di utilizzo della porta SCSI e'
necessario come sempre porre un po' di attenzione in piu'
ricordandoci di "terminare" opportunamente la catena (con il
terminatore fornito a corredo) e scegliendo un indirizzo di
periferica non gia' utilizzato da altri dispositivi presenti
in linea (senza dimenticare eventuali hard disk SCSI
installati dentro al computer). Prima di proseguire e'
ovviamente necessario caricare la fotocamera con una
pellicola 35mm: e' possibile utilizzare sia negativi che
diapositive, quest'ultime anche a sviluppo immediato messe a
disposizione (e non poteva essere diversamente) dalla stessa
Polaroid.
Il software di gestione fornitoci per la prova
dell'apparecchio e' in versione Macintosh, ma le
considerazioni che d'ora innanzi faremo valgono in linea
generale anche per l'utilizzo sotto Windows. Tre dei quattro
dischetti a corredo contengono il software di gestione vero
e proprio piu' una collezione di sei font PostScript piu'
una versione aggiornata di ATM (Adobe Type Manager).
Naturalmente il ProPalette e' anche compatibile con i font
TrueType di Macintosh, inclusi nel software di sistema 7.0 e
successivi. Sembra proprio di aver a che fare con una
stampante: il Polaroid ProPalette si comporta proprio in
questo modo, come una normale periferica di stampa sulla
quale dirottare le nostre uscite. Un'alternativa,
installabile col quarto dischetto, e' data dall'utilizzo del
modulo di esportazione per Photoshop (e compatibili) con il
quale e' possibile stampare piu' velocemente immagini
bitmap. Cio' premesso, per utilizzare il ProPalette sara'
innanzitutto necessario selezionare tale dispositivo come
periferica di stampa. In questo modo qualsiasi programma
capace di stampare (volendo anche un word processor) sara'
in grado di pilotare adeguatamente il film recorder.
Prima di "andare in stampa" e' necessario (come sempre)
richiamare la finestra "Page Setup" dall'interno della
nostra applicazione. Questa ci permettera' di selezionare
alcune opzioni indispensabili per il corretto funzionamento
dell'apparato. Innanzitutto indicheremo il tipo di
fotocamera utilizzato dal film recorder. Abbiamo quattro
possibilita': 35mm (fornita a corredo), AutoFilm, PackFilm
(Sviluppo istantaneo in perfetto stile Polaroid), 4x5
pollici (pellicola in lastre 10x12 cm). Utilizzando un dorso
fotografico diverso dal 35mm e' possibile impostare
ugualmente il rapporto base altezza del fotogramma pari a
3:2 per effettuare ad esempio prove su formati differenti di
immagini che prima o poi dovranno essere riprodotte in
24x36.
Un secondo parametro di importanza cruciale per il corretto
utilizzo del ProPalette riguarda la pellicola utilizzata. In
questo modo il software di gestione e' al corrente del tipo
di supporto da esporre e puo' provvedere ad una fine
regolazione cromatica per ottenere risultati sempre
perfettamente bilanciati. Tra le pellicole attualmente
"supportate" troviamo quelle a sviluppo immediato prodotte
da Polaroid (PolaChrome, PolaBlue, PolaPan e PolaGraph),
diapositive (Presentation Chrome, Agfa High Definition 2,
Kodak Elite 100 ed Ektachrome 200, Fujchrome Sensia)
negative a colori (Agfa High Definition 100, FujiColor 100,
Kodak Gold 100, Vericolor III) e negative in bianco/nero
(Kodak Plus-X, Fuji NeoPan SS). A queste si aggiungono
naturalmente i materiali specifici Polaroid per la
produzione di stampe e negative a sviluppo immediato di
formato superiore.
Sempre dalla finestra "Page Setup" possiamo impostare
l'orientamento della nostra stampa (orizzontale e verticale)
ed eventualmente un fattore di scala compreso tra il 25% e
il 400%. Proprio come una stampante.
Chiusa la finestra dei parametri principali possiamo
selezionare "Print" dalla nostra applicazione per partire
con la nostra prima esposizione. Compare una seconda
finestra che ci fara' ancora qualche domanda sulle nostre
effettive intenzioni. Ad esempio quante copie desideriamo,
oppure (per i documenti "lunghi") se vogliamo "stampare"
tutte le pagine o un sottoinsieme di queste. Ancor piu'
importante e' la risoluzione da utilizzare, selezionabile
tra i seguenti valori: 8000, 4000, 2000 e 1200 linee. Sempre
dalla finestra "Print" e' possibile impostare la stampa
differita (le immagini vengono salvate in un'apposita
cartella dalla quale l'applicazione "Print Me Later" le
prelevera' per la stampa successiva) e/o abilitare il
ColorSync Matching per la corrispondenza cromatica con la
visualizzazione su monitor a colori.
Per i piu' esigenti (allergici alla tecnologia ColorSync),
il bottone "Color" permette di intervenire manualmente sul
bilanciamento cromatico (agendo singolarmente sui tre colori
primari) nonche' regolando luminosita', contrasto
dell'intera immagine.
Utilizzando, invece, ColorSync e' possibile scegliere tra
tre differenti modalita' di corrispondenza cromatica:
Saturation, Colorimetric e Perceptual. La prima e' indicata
per la produzione di immagini "business graphic" (diagrammi,
istogrammi, ecc.) e fornisce immagini cromaticamente sature
e di alto impatto. Con la corrispondenza "Colorimetric" e'
assicurata l'esatta corrispondenza cromatica tra il file da
stampare e l'immagine effettivamente riportata su pellicola.
Il matching "Perceptual" e' il piu' indicato per le immagini
fotografiche in quanto mantiene il contrasto e la
luminosita' generale del file originario. Risolve la non
esatta corrispondenza di gamma cromatica tra file sorgente e
capacita' di registrazione della pellicola effettuando una
rimappatura lineare dei colori utilizzati. Questo puo'
provocare una trasformazione cromatica globale, che pero'
non si ripercuote sull'aspetto generale (percettivo)
dell'immagine riprodotta: tutti i colori conservano le loro
proporzioni con tutti gli altri e anche il numero totale di
tinte riprodotte non cambia.
Stampa
differita
Selezionando dalla finestra "Print" l'opzione "Later" il
file in stampa verra' parcheggiato temporaneamente in una
cartella per l'uscita successiva. In questo modo possiamo
produrre velocemente tutti i file che intendiamo stampare,
posponendo questa operazione al termine di tutti i nostri
interventi manuali. L'applicazione che si occupa di stampare
automaticamente tutti i file via via parcheggiati si chiama
"Print Me Later" ed e', ovviamente, fornita a corredo con il
software di gestione. Si presenta come una finestra stile "Print
Monitor" che mostra tutti i file bufferizzati, con
l'indicazione della applicazione che l'ha generato e
l'eventuale orario di stampa. Per esporre una o piu'
immagini possiamo selezionarle tramite mouse e agire sul
bottone "Print". E' anche possibile modificare alcune
impostazioni selezionate precedentemente (dall'interno
dell'applicazione che ha generato il file di stampa) come il
tipo di pellicola utilizzato, la risoluzione e il numero di
copie. Naturalmente e' anche possibile eliminare dalla coda
di stampa uno o piu' file, cosi' come visualizzare il
preview dell'immagine o interrompere l'esposizione di un
documento.
Concludendo
Che il
Polaroid ProPalette sia un dispositivo altamente
professionale e' proprio fuori ogni dubbio. Lo dimostra, tra
l'altro, il livello costruttivo a dir poco esemplare ma
anche (soprattutto?) la qualita' dei risultati ottenibili.
Grazie, poi, al software di gestione potente ed evoluto e'
possibile un controllo completo su tutte le operazioni di
fotorestituzione, nonostante il fatto che risultati
cromaticamente ineccepibili (come quelli mostrati in queste
pagine) sono possibili anche sfruttando completamente tutti
gli automatismi messi a disposizione dal ProPalette. Anche
il prezzo di vendita al pubblico, di circa ventiquattro
milioni oltre l'IVA, per quanto possa sembrare elevato
all'utente "consumer" e' certamente proporzionato alle
potenzialita' offerte, che non possono e non devono essere
negate all'utenza professionale. Il film recorder "per
tutti" (dal costo al pubblico di qualche milione) e' ancora
forse troppo lontano, ma meglio un dispositivo che... non
c'e' piuttosto che un "attrezzo" mal funzionante e
perditempo quale potrebbe essere oggi un fotorestitutore da
quattro soldi. La classe non e' acqua!
Polaroid ProPalette 8000
Produttore e distributore:
Polaroid Italia SpA - Via Piave, 11 - Arcisate (VA) - Tel.
0332/470031
Articolo pubblicato
su
www.digiTANTO.it - per ulteriori informazioni
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