Articolo pubblicato sul n. 163 di MCmicrocomputer (Edizioni Technimedia Srl - Roma) nel giugno 1996

MCmicrocomputer


Digital Imaging:
Kodak DC40 e DC50 zoom

di Andrea de Prisco

Se non consideriamo tutte le occasioni in cui abbiamo nominato (e fortemente consigliato) il Photo CD, nelle pagine di Digital Imaging ci siamo occupati di Kodak almeno altre due volte. Circa un anno fa quando vi abbiamo narrato del nuovo corso storico della casa gialla americana (focalizzato, come mai prima, sugli Copertina del numero di MCmicrocomputer contenente l'articolosviluppi tecnologici della "Scienza Digitale") e pochi mesi piu' tardi quando rimanemmo letteralmente a bocca aperta dinanzi alle incredibili capacita' della stampante a sublimazione di colore Kodak XLS 8600 (provata sul numero ___ di MCmicrocomputer).
L'offerta Kodak nell'ambito del mercato della fotografia digitale spazia, in pratica, in ogni possibile dimensione. Oltre alle stampanti a colori di qualita' - a dir poco! - fotografica, troviamo numerosi scanner per pellicole di utilizzo altamente professionale, stazioni di processo fotodigitale per la creazione e la stampa di Photo CD, prodotti software per ogni esigenza in questo settore e alcune fotocamere digitali, facilmente riconducibili a due distinte categorie. Fotocamere ultraprofessionali, e dal costo piuttosto elevato, in grado di competere in fase di ripresa con il livello qualitativo della fotografia tradizionale (grazie all'utilizzo di sensori CCD, sviluppati dalla stessa Kodak, utilizzanti milioni e milioni di pixel) e fotocamere dal costo ben piu' contenuto, come quelle in prova questo mese, destinate principalmente alla produzione di immagini da utilizzare in tutte quelle applicazioni dove non e' richiesta una qualita'/risoluzione elevatissima (CD-ROM multimediali, pagine Web, piccole illustrazioni su brochure e cataloghi, stampe a colori retinate, ecc. ecc.).

Gli apparecchi Kodak che ci accingiamo a provare questo mese sono i modelli DC40 e DC50 zoom. La prima e' dotata di obiettivo a focale fissa, la seconda monta un'ottica zoom e utilizza schede di memoria PCMCIA per incrementare l'autonomia di ripresa. Per entrambi i modelli la visualizzazione (nonche' la fruizione) delle immagini digitali avviene attraverso il computer (utilizzando il software di gestione Photo Enhancer col quale e' possibile anche intervenire sulle nostre riprese e\o pilotare a distanza la fotocamera), tramite l'interfaccia seriale integrata negli apparecchi e il cavo fornito a corredo. Riguardo quest'aspetto, la DC50 zoom offre in piu' la possibilita' di leggere direttamente le immagini salvate su scheda PCMCIA, a condizione che il nostro computer sia dotato di apposito lettore (molto diffuso nei modelli notebook).
A proposito: se la DC50 zoom vi ricorda esteticamente la Chinon ES-3000 provata sul numero scorso di MC (e distribuita dalla Fowa di Torino) non crediate che si tratta di una semplice "rimarchiatura" effettuata da una delle due aziende. Internamente le due fotocamere sono ben diverse, a cominciare dal sensore CCD utilizzato (prodotto separatamente dalle rispettive aziende) dalla risoluzione raggiungibile e dal metodo di memorizzazione adottato per contenere in un solo megabyte di RAM non una ma cinque o sette (nel caso di Kodak) immagini ad alta risoluzione. Anche li' sta la bravura...

Kodak Digital Science

Il nuovo corso storico di Kodak e' stato annunciato (per chi si fosse collegato solo in questo momento) il 28 marzo dello scorso anno, da parte di George M.C. Fisher, Presidente e Chief Executive Officer della Eastman Kodak Company.
Nelle nuove intenzioni di Kodak e' possibile individuare un creativo intreccio tra tradizione e innovazione, che semplifichera' l'utilizzo delle nuove tecnologie digitali offrendole, sempre di piu', a tutti e a basso costo. Con l'introduzione del nuovo marchio, "Kodak Digital Science", si e' voluto mettere ben in evidenza l'intenzione di estendere e qualificare la presenza della "Casa Gialla" nel campo dei prodotti e dei servizi digitali. Il nuovo marchio ha il compito di inviare un forte segnale al mercato mondiale: Kodak e' impegnata nell'immagine digitale e intende assumere un ruolo di leadership in questo settore, permettendo ai suoi clienti di migliorare, modificare, utilizzare e fruire al massimo delle proprie immagini.
La strategia delineata da Fisher ha portato alla definizione di quattro "principi operativi" necessari alla sua implementazione:

- Alleanze con industrie leader per offrire ad ogni segmento di mercato la soluzione tecnologicamente appropriata
- Sviluppo di standard nell'imaging digitale con altre industrie leader.
- Maggiore accessibilita' alla nuova tecnologia, confermata dalla presenza sul mercato di due fotocamere digitali a basso costo.
- Sviluppo di soluzioni integrate per l'imaging digitale.

Kodak, naturalmente, non si ferma qui e delinea anche le future direzioni: abbattimento dei costi delle attrezzature e sviluppo di soluzioni innovative nel campo dei media al fine di offrire proposte mirate per ciascun tipo di mercato.
Nella stessa conferenza stampa, George Fisher ha sottolineato con enfasi che la strategia presentata e' solo il punto di partenza di una visione a lungo termine da parte di Kodak: "Cinque anni fa, pochi avrebbero pronosticato che il telefono cellulare si sarebbe diffuso nel modo che oggi possiamo riscontrare. Nei prossimi cinque anni, la strategia che abbiamo presentato fara' dell'uso della fotografia digitale un qualcosa di addirittura banale"

DC40 e DC50 zoom

I due apparecchi fotografici Kodak in prova questo mese utilizzano il medesimo sensore CCD (da 756x504 pixel) e sono entrambe caratterizzate da un'inequivocabile facilita' ed immediatezza d'uso. Entrambe sono del tipo "Point and shot" (inquadra e scatta) e Kodak DC40possono essere utilizzate in completo automatismo delegando all'apparecchio sia la corretta esposizione che la messa a fuoco automatica (solo per la DC50; la fotocamera piu' piccola e' a fuoco fisso) o l'attivazione del flash incorporato quanto le condizioni di illuminazione ambiente lo richiedono. Allo stesso tempo entrambi i modelli permettono di intervenire manualmente su alcuni parametri importanti, come la compensazione di piu' o meno un diaframma per quel che riguarda l'esposizione, o l'impostazione del flash disattivo o sempre attivo, indipendentemente dalle condizioni di luce. Altre caratteristiche comuni ai due apparecchi sono il mirino ottico galileiano, la possibilita' di autoscatto e la presenza sul retro di un piccolo display a cristalli liquidi tramite il quale si controllano la maggior parte delle funzioni. Una di queste e' la capacita' di memorizzazione immagini, fissa per il modello DC40 (48 scatti alla risoluzione piena) o variabile per il modello DC50 zoom grazie alla possibilita' di utilizzare schede di memoria standard PCMCIA. La DC50 zoom incorpora un megabyte di memoria interna con la quale e' capace di riprendere sette immagini con fattore di compressione minimo, undici con compressione media o ventidue alla massima compressione. Naturalmente piu' immagini potremo registrare a parita' di memoria installata, minore sara' la qualita' di queste.Kodak DC50
La DC40, come dicevamo prima, non dispone di circuito autofocus essendo dotata di un obiettivo a fuoco fisso. E' in grado di riprendere con la massima nitidezza tutto cio' che e' compreso tra un metro e venti e infinito: grazie ad alcuni aggiuntivi ottici disponibili a richiesta e' possibile sia la messa a fuoco a distanza inferiore sia la variazione del campo di ripresa dell'obiettivo tramite convertitori grandangolari o tele. Accanto all'obiettivo troviamo il flash integrato, il sensore d'esposizione e un LED rosso che segnala l'attivazione dell'autoscatto (regolabile a 10 o 20 secondi). Un secondo LED rosso, visibile nel mirino, si accende per qualche secondo subito dopo ogni ripresa e segnala il tempo d'attesa (necessario a memorizzare l'immagine) prima che l'apparecchio sia nuovamente pronto a scattare. Sul lato superiore della DC40 troviamo il pulsante di scatto e l'interruttore generale che aziona, meccanicamente, anche una palpebra copriobiettivo. Quando la fotocamera e' spenta anche il mirino ottico risulta oscurato, mentre lasciandola accesa va automaticamente in standby dopo pochi minuti per preservare il consumo di batterie (quattro pile stilo). Sul lato sinistro della DC40 troviamo la porta seriale per il collegamento al computer e la presa per l'eventuale alimentazione esterna (l'adattatore di rete e' disponibile tra gli accessori a richiesta), mentre sul lato destro e' presente una cinghietta regolabile che assicura la fotocamera al palmo della mano. Accanto al piccolo display troviamo un pulsante e comando basculante. Il primo si utilizza per selezionare una funzione, il secondo per intervenire su questa. Le funzioni regolabili riguardano l'attivazione/disattivazione del flash automatico, dell'autoscatto (con ritardo regolabile), la compensazione dell'esposizione, la cancellazione delle immagini riprese (possibilmente dopo averle trasferite su computer).
La DC50 zoom, nonostante sia piu' dotata della sorella minore, ha un aspetto piu' compatto. Sul lato frontale, facendo slittare a sinistra la zona del flash, si da' tensione alla fotocamera e si scopre il mirino ottico zoom , il LED dell'autoscatto e il sensore d'esposizione. Accanto all'obiettivo di ripresa troviamo anche i sensori per la messa a fuoco automatica che consente di riprendere alla massima nitidezza tutto cio' che e' compreso tra poco piu' di settanta centimetri e l'infinito. Impostando la funzionalita' Macro e' possibile ridurre la minima distanza di messa a fuoco a meno di cinquanta centimetri (che non sono molti considerando il fatto che in tale modalita' lo zoom si posiziona automaticamente alla focale massima). Sul lato destro della fotocamera troviamo l'alloggiamento per le pile stilo (quattro anche in questo caso) e la consueta cinghietta serra-palmo. Sul lato opposto e' presente l'interfaccia seriale e la presa per l'alimentazione esterna opzionale; mentre sul lato superiore troviamo il pulsante di scatto e il comando per lo zoom motorizzato (che regola, in conseguenza, anche l'inquadratura del mirino). Sul retro della DC50 zoom e' situato il piccolo display a cristalli liquidi per il controllo delle funzioni, i tasti relativi a quest'ultime, la sede per la scheda di memoria PCMCIA (e annesso pulsante di espulsione), il mirino ottico al quale e' abbinato un LED verde che segnala la corretta messa a fuoco e lo stato di standby (pochi secondi in tutto) tra uno scatto e l'altro. Le funzionalita' regolabili tramite display riguardano la messa a fuoco (normale, spot, macro), la correzione manuale dell'esposizione (piu' o meno un diaframma a passi di mezzo stop), l'attivazione/disattivazione del flash integrato, la qualita' immagine (che incide sul numero di scatti effettuabili con la memoria disponibile), l'autoscatto con ritardo fisso di dieci secondi e la cancellazione della memoria. Sempre sul display integrato possiamo leggere lo stato di carica delle batterie, il numero di foto in memoria e quelle ancora memorizzabili con l'impostazione della qualita' selezionata. Ovviamente e' possibile modificare quest'ultima in ogni momento cosicche' per ogni ripresa possiamo stabilire quanta memoria "consumare". In tutti i casi (compressione alta, media o bassa) la dimensione dell'immagine e' sempre di 756x504 pixel ma quel che cambia e' la qualita' effettiva finale: piu' che accettabile la massima, sufficiente la media, solo "simbolica" la minima.

Risoluzione e pixel "virtuali"

Premesso che con quanto sto per dire mi faro' piu' di un nemico tra i produttori o distributori di apparecchi fotografici digitali di fascia bassa ho il vago sospetto (in cuor mio e' assoluta certezza, ma non ho alcun modo per dimostrarlo!) che la risoluzione effettiva di queste "macchinette" sia ben piu' bassa di quanto apertamente dichiarato. Tale affermazione non riguarda solo le Kodak DC40 e DC50 zoom (che sono, tra l'altro, le migliori transitate per le mie mani) ma tutti, proprio tutti, gli apparecchi finora provati sulle pagine di MC. Questo, in un certo senso, spiega anche la loro incredibile capacita' di memorizzare svariate immagini da un megabyte in un solo... megabyte (a detta dei costruttori senza perdite di dettaglio).
Cosa succede? Semplice: viene utilizzato un sensore CCD da quattro-cinquecentomila pixel che, in quanto tale, riesce a produrre un'immagine da 130-160 mila punti (e' necessario "sprecare" tre pixel monocromatici adiacenti, opportunamente filtrati, per codificare l'informazione colore). Con una tale quantita' di punti disponibili, l'immagine registrata dal CCD ha in realta' le dimensioni di (circa) 320x480 pixel, che saranno interpolati al formato dichiarato solo al momento del trasferimento verso il nostro computer. Una conferma empirica alle mie affermazioni puo' essere ricercata nel fatto che se prendiamo un'immagine "reale" da 640x480 pixel (o 756x504 che dir si voglia) ad esempio da uno scanner di qualita' o prendendo la risoluzione intermedia del Photo CD, noteremmo una qualita' decisamente superiore di quella offerta da queste fotocamere. Analogamente, se proviamo a ridurre via software una di queste immagini alla risoluzione "reale" (ad esempio 320x480 o giu' di li') potremmo notare che nessun dettaglio e' andato perso - quel che si vedeva, o intravedeva, prima continua a rimanere sull'immagine ridotta - e che addirittura la qualita' apparente migliora, essendoci meno pixel "virtuali" a spasso.
Tutto questo non per dire che la fotocamere digitali di fascia bassa siano una "fregatura" (tutt'altro!) ma semplicemente che e' necessario valutare non solo numericamente le possibilita' offerte da tutte queste, tecnologiche, bestioline. Come gia' detto prima, le Kodak DC40 e DC50 zoom sono le migliori finora provate, battendo di un pelo la Chinon ES-3000 e in larga (larghissima...) misura la Casio QV-10 provata sul fascicolo di marzo. In realta' la Chinon, seppure con una risoluzione reale appena un po' piu' bassa, offre una qualita' cromatica leggermente superiore, specialmente nella resa degli incarnati nelle riprese in luce ambiente: almeno questo e' quanto e' emerso con gli apparecchi in prova, ma non e' affatto escluso che esemplari diversi dello stesso modello offrano risultati (per quel che riguarda la resa cromatica, non certo per la risoluzione) dissimili. Esattamente come succede con i monitor non autocalibranti, con le stampanti a colori, con gli scanner, i film recorder e chi piu' ne ha piu' ne.... calibri!


Riquadro Prezzi

Kodak DC40 e DC50 zoom

Produttore:

Kodak S.p.A.
V.le Matteotti, 62
20092 Cinisello B. (MI) - Tel. 02/660281

Distributore:

SoftTeam S.a.s.
Via Fiume 48/A
20050 Sovico (MI) - Tel. 039/2012366


Prezzo orientativo (IVA esclusa)

Kodak DC40 L. 1.550.000
Kodak DC50 zoom L. 2.200.000

NB: il prezzo comprende software e accessori per il collegamento a computer Macintosh e Windows.


Caratteristiche tecniche

DC50 zoom DC40


Risoluzione 756x504 756x504
Colori 24 bit/pixel 24 bit/pixel
Memoria 1 MB interna espand. 4 MB interna
Definizione immagine 7 "ottima", 11 "alta 48 a piena risol.
22 "buona" per MB 99 compresse
Obiettivo zoom 3x autofocus fuoco fisso
e funzione macro
Lunghezza focale da 37 a 111 mm 42 mm
Messa a fuoco da 73 cm a infinito da 1.22 m a infinito
48 cm in macro
Esposizione Programma automatico Programma automatico
Compensazione ± 1 stop Compensazione ± 1 stop
Otturatore da 1/16 a 1/500 di sec. da 1/30 a 1/175 di sec.
Diaframma da f/2.5 a f/24 da f/2.8 a f/16
Flash Portata 4.27 m Portata 2.44 m
Alimentazione 4 batterie AA 4 batterie AA
Autoscatto 10 sec. 10 o 20 sec.
Peso (incl.. batterie) 600 g 500 g


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