Articolo pubblicato sul n. 165 di
MCmicrocomputer
(Edizioni
Technimedia Srl - Roma) nel settembre 1996
Digital
Imaging:
Nikon E2s
di Andrea de Prisco
Dopo
avervi narrato, nelle pagine di Digital Imaging, di scanner
per pellicole, di stampanti a colori a sublimazione, di
fotocamere digitali amatoriali (o poco piu'...),
di prodotti
spiccatamente professionali - come il dorso Phase One per
fotocamere Hasselblad provato sullo scorso numero di
MCmicrocomputer - il nostro viaggio nell'hardware dedicato
alla fotografia digitale non poteva escludere almeno una
tappa nel mondo delle fotocamere digitali professionali.
Qui la qualita' immagine e' un fattore sicuramente
predominante, ma ancor di piu' lo e' l'integrazione in
sistemi fotografici preesistenti, per utilizzare - ad
esempio - le medesime ottiche e gli stessi accessori delle
fotocamere tradizionali eventualmente gia' possedute.
Le fotocamere digitali professionali costano, anticipiamolo
subito, "qualche" decina di milioni: valutare se il prezzo
richiesto e' effettivamente allineato alle caratteristiche
offerte e' quanto mai difficile. Se infatti analizziamo
"alla leggera" il solo contenuto tecnologico, potremmo anche
arrivare alla conclusione che il prezzo di vendita di questi
apparati e' spaventosamente esagerato. Ma se consideriamo
che oggetti di questo tipo sono rivolti esclusivamente
all'utenza professionale, che essendo il mercato tuttora
nascente ne vengono prodotti quantitativi limitati, che i
sensori CCD (come i display a colori a matrice attiva...)
piu' sono grandi e piu' hanno scarti di lavorazione elevati
che fanno lievitare quasi esponenzialmente il prezzo di
produzione, e' facile rendersi conto che se vogliamo fare
due conti dobbiamo mettere in calcolo anche le variabili
meno evidenti.
Parola
di Nikon!
Nikon,
sicuramente il piu' importante produttore mondiale di
fotocamere 35mm (si veda al riguardo la sezione dedicata
alla neonata, incredibile, Nikon F5), com'era logico
attendersi, e' presente anche in questo settore non con uno
ma con due apparecchi. Entrambi basati su un sensore CCD a
colori da 1.3 milioni di pixel e compatibili con la maggior
parte delle ottiche Nikkor e con i flash dedicati della casa
giapponese, i due apparecchi si differenziano sono per la
velocita' di ripresa. Il modello minore, la Nikon E2, riesce
a "catturare" un fotogramma al secondo (che per un
apparecchio esclusivamente digitale gia' non e' poco!), la
E2s e' in grado di riprendere sette immagini in sequenza
alla velocita' di tre fotogrammi al secondo prima di
fermarsi qualche attimo a "prender fiato". Il tempo di
attesa, tra una sequenza e la successiva, e' necessario alla
logica di controllo dell'apparecchio per comprimere le
immagini e salvarle nella scheda di memoria PCMCIA.
Le immagini riprese possono essere salvate in formato TIFF
non compresso (per la massima qualita') o in tre diverse
modalita' JPEG con fattori di compressione e qualita'
variabili. Su una scheda di memoria da 15 megabyte e'
possibile salvare da un minimo di 5 ad un massimo di 84
immagini, tutte da 1.3 milioni di pixel, ma con qualita' e
livello di compressione differenti.
Opzionalmente e' disponibile anche un lettore di schede
PCMCIA da collegare al computer per il trasferimento delle
immagini. Per visualizzare quest'ultime in anteprima e'
anche possibile collegare la fotocamera ad un monitor PAL o
NTSC sfruttando l'uscita video presente sull'apparecchio.
Dal punto di vista strettamente fotografico, la Nikon E2s e'
una fotocamera autofocus, multimode (lavora sia a priorita'
di diaframma che ti tempo, in modo programmato e in manuale)
di chiara ispirazione "tradizionale". Tutto questo, come
sempre, per non mettere a disagio il fotografo
professionista, notoriamente allergico agli "stravolgimenti
concettuali" del suo consueto modo di lavorare. Cosi' la
Nikon E2s si lascia usare come un normalissimo apparecchio
reflex (molti comandi e funzioni sono del tutto identici ad
alcune fotocamere tradizionali Nikon), privo di pellicola e
ricco di elettronica digitale, ben nascosta all'interno di
un corpo camera dalla forma sicuramente innovativa.
Il
trucco c'e'...
Come i
lettori piu' attenti avranno notato, l'apparecchio in prova
questo mese porta due differenti marchi: sul pentaprisma
leggiamo Nikon, proprio sopra l'impugnatura troviamo il
marchio Fuji. Quest'ultimo, come noto, e' un altro colosso
giapponese dedito alla microelettronica, ma e' conosciuto in
tutto il mondo soprattutto per le sue pellicole fotografiche
a colori con le quali fa concorrenza perfino a Kodak. Da
notizie semiufficiali, nella realizzazione della E2/E2s,
Nikon ha investito tutto il suo background tecnico per quel
che riguarda l'aspetto ottico/fotografico, Fuji ha
realizzato il sensore CCD e la rimanente sezione digitale.
Scendendo maggiormente nei dettagli, il sensore utilizzato
nella Nikon E2/E2s offre una risoluzione di 1280x1000 pixel
su una diagonale da 2/3 di pollice e fornisce immagini a 24
bit/pixel. "Due terzi di pollice" sono poco meno di 17
millimetri e se il sensore fosse stato utilizzato cosi'
com'era in abbinamento alle ottiche standard per il 35mm
(questo, ahinoi, avviene in alcuni apparecchi concorrenti
della Nikon E2/E2s) si sarebbe potuta sfruttare solo una
piccola parte della copertura ottica degli obiettivi. Il
formato standard 35mm corrisponde, infatti, ad una diagonale
del fotogramma di circa 43 mm ed e' proprio in relazione a
questa grandezza che sono realizzate le ottiche disponibili
sul mercato. Cosi' un 135 mm e' un teleobiettivo (moderato),
il 50 mm e' un "normale", le focali inferiori a tale valore
(per la verita' il limite teorico e' dato proprio dalla
diagonale del fotogramma, 43 mm) sono i cosiddetti obiettivi
grandangolari. Se, pero', sfruttiamo solo una piccola
sezione della copertura standard degli obiettivi, il
discorso delle lunghezze focali va, almeno all'atto pratico,
farsi a benedire. I teleobiettivi diventano supertele, i
grandangolari diventano mediotele e praticamente non e' piu'
possibile sfruttare ampi angoli di campo se non utilizzando
focali ultragrandangolari (con le quali si e no si
riuscirebbe ad eguagliare un 35 mm).
...ma
non si vede
Cosi',
ovviamente, non va e in attesa che diventi possibile
costruire - a prezzo contenuto! - sensori CCD esattamente
grandi come il formato 35mm (24 x 36 mm) la Nikon ha
inserito nella sua fotocamera digitale un gruppo ottico
condensatore, posto dietro all'otturatore, che ha il compito
di ridurre l'angolo di copertura delle ottiche adattandolo
alle dimensioni del CCD utilizzato. Grazie a questo
artificio, si ha l'esatta corrispondenza tra focale
utilizzata e l'angolo di campo effettivamente utilizzato,
nonostante le dimensioni inferiori del sensore. Il tutto con
un solo, trascurabile (poi vedremo perche'), difetto. Il
diaframma utilizzato per l'intero sistema
obiettivo/condensatore non e' piu' quello dell'ottica
originale (che rimane bloccato alla massima apertura) ma e'
situato all'interno del secondo. Li' la luminosita' massima
e' di appena f/6.7 e quindi anche con gli obiettivi molto
luminosi non sara' possibile utilizzare le aperture maggiori
di tale valore. Il problema, apparentemente grave, e'
notevolmente ridimensionato tenuto conto che la sensibilita'
relativa del sensore CCD e' di ben 800 ISO e puo' essere
portata a 1600 semplicemente azionando un apposito comando.
Facendo un paragone con una pellicola di media sensibilita'
- accreditata dei canonici 100 ISO - abbiano 3 o 4 stop di
vantaggio che fanno corrispondere, all'atto pratico,
l'apertura massima f/6.7 alla luminosita' (nei due casi,
1600 o 800 ISO) di f/1.7 e f/2.5. Piu' che sufficienti per
ogni situazione, con il "plus" rappresentato dalla
profondita' di campo tipica dell'apertura reale (da f/6.7 a
f/38).
Una
bella bestia...
"Compatta, maneggevole ed ergonomica". Questo e' stato il
primo commento del nostro fotografo ufficiale, Dario Tassa.
Lui, pero', e' abituato alle medio formato Hasselblad e alle
fotocamere a banco ottico per pellicole in lastra quindi...
non vale!
Chi, come il sottoscritto, e' abituato alla compattezza
delle moderne reflex 35mm potra' trovare un po' di imbarazzo
nel maneggiare la digitale Nikon ma non di certo
nell'utilizzo. I comandi, infatti, sono tutti situati in
posizioni "strategiche" e vengono a trovarsi proprio sotto
le dita che dovranno azionarli. Oltre a questo, la grossa
impugnatura laterale facilita ulteriormente la presa facendo
sembrare addirittura "leggeri" i quasi due chili di
apparecchiatura che abbiamo tra le mani. E' un po' la
storiella del chilo di ferro e del chilo di paglia: quale
dei due pesa di piu? Checche' se ne dica, sin da piccolo (si
fa per dire...) sostenevo che "pesava di meno" un chilo di
paglia in quanto era piu' agevole da trasportare. Provare
per credere!
Tornando a noi, la Nikon E2s si impugna, come qualsiasi
fotocamera, con due mani. La destra afferra l'impugnatura
ergonomica di cui sopra, la sinistra regge il corpo macchina
dal fondello, dove troviamo un'apposita sagomatura atta a
facilitarne ulteriormente la presa. Utilizzando, poi,
ottiche autofocus (come e' normale attendersi) non e'
necessario accedere all'obiettivo in alcun caso, nemmeno per
variare il diaframma che si regola agendo su un'apposita
ghiera presente frontalmente (e accessibile con dito indice
della mano destra).
L'alimentazione e' fornita da una batteria ricaricabile
accessibile sul fondo della macchina. E' possibile
sostituire questa con una "finta batteria" che consente il
collegamento diretto all'alimentatore esterno per
l'utilizzo, in studio, "a corrente".
I
comandi principali
Il
pulsante di scatto e' situato sul lato superiore e ricorda
in particolar modo quello della "tradizionale" Nikon F4.
Coassiale a questo troviamo una ghiera a cinque posizioni.
La prima, contrassegnata da una "L" rossa corrisponde allo
stato di spegnimento della fotocamera. Seguono una "S" e una
"C" per impostare le riprese a cadenza singola o continua.
Nel primo caso ad ogni pressione del pulsante di scatto
riprenderemo un'immagine, nel secondo, tenendo premuto il
pulsante effettueremo riprese in sequenza. La quarta
posizione "SD" non e' supportata da Nikon e riguarda la
possibilita' di utilizzare l'uscita seriale per il
trasferimento diretto delle immagini verso il computer.
Nikon preferisce fornire il lettore di schede PCMCIA con il
quale il trasferimento (in questo caso bidirezionale) e'
molto piu' veloce che con l'interfaccia seriale.
Quest'ultima e', invece, supportata da Fuji che distribuisce
anch'essa il medesimo apparecchio con una differente sigla.
Il formato file utilizzato per le schede PCMCIA e'
compatibile DOS/Windows e puo' essere, oltre che dai
Macintosh, anche dai computer portatili che offrono un
alloggiamento per schede standard di questo tipo.
Infine, sempre sulla ghiera coassiale al pulsante di scatto,
la posizione "PB" attiva l'uscita videocomposita della
fotocamera che permette la visualizzazione a colori delle
immagini digitali su monitor o televisore.
Una seconda ghiera e' posizionata poco distante dal pulsante
di scatto e si aziona col dito pollice della mano destra.
Con questa si regola il tempo di esposizione in modalita'
manuale e a priorita' dei tempi ed e' possibile modificare
la coppia tempo/diaframma (mantenendo la medesima
esposizione) nel modo di funzionamento programmato.
Sempre sul lato superiore, accanto al pentaprisma, troviamo
un display LCD che mostra i valori di esposizione e si
utilizza per controllare/impostare le varie funzionalita'
della macchina. Oltre al tempo di esposizione e al diaframma
impostato, leggiamo il numero di fotogrammi ripresi e, in
funzione della qualita' immagine impostata, quelli ancora
memorizzabili sulla scheda di memoria. La qualita' puo'
essere regolata su quattro valori, Hi, Fine, Normal, Basic,
che corrispondono rispettivamente al salvataggio in formato
TIFF non compresso e a tre differenti modalita' JPEG con
valori di compressione differenti. Sempre sul display
possiamo leggere la modalita' di esposizione impostata, il
tipo di misurazione esposimetrica, la sensibilita' relativa
del sensore CCD (800 o 1600 ISO) e l'impostazione del
bilanciamento del bianco. Questo e' selezionabile tra la
posizione AUTO (una finestrella bianca posizionata sul
pentaprisma nasconde un sensore termocolorimetrico) e cinque
posizioni manuali corrispondenti all'illumi¬nazione ad
incandescenza, a tubi fluorescenti, luce naturale in pieno
sole, col cielo coperto e all'ombra.
Sul lato posteriore della fotocamera troviamo la sede per la
scheda di memoria PCMCIA piu' altri due pulsanti che
consentono di bloccare al valore corrente la messa a fuoco o
la lettura esposimetrica. Coassiale al primo, una levetta
permette di bloccare entrambe le misurazioni agendo su un
unico tasto.
Alla sinistra del pentaprisma sono presenti quattro pulsanti
che impostano altrettante funzioni. Il primo, MODE, si
utilizza per selezionare la modalita' di esposizione:
manuale, a priorita' dei tempi, a priorita' dei diaframmi,
programmata (regolazione automatica sia del tempo che del
diaframma). Il secondo pulsante regola la lettura
esposimetrica tra Spot, SemiSpot e Matrix. Nel primo caso la
lettura avviene su una ridotta zona centrale dell'immagine
inquadrata, nel secondo si ha prevalenza alla zona centrale
ma anche le zone periferiche concorrono (in misura minore)
alla rilevazione esposimetrica, mentre la lettura Matrix
avviene su cinque differenti zone e l'elettronica della
macchina e' in grado di riconoscere di volta in volta quelle
valide. Ad esempio se inquadriamo nella nostra immagine
anche il sole, la fotocamera si accorge che una delle cinque
celle e' accecata da qualcosa di estremamente luminoso e non
ne tiene conto per elaborare l'esposizione corretta. La
lettura esposimetrica multizona, ormai adottata dalla
maggioranza delle fotocamere tradizionali dell'ultima
generazione fu introdotta per la prima volta proprio da
Nikon nell'ormai lontano 1983. Fu adottato per la prima
volta nella Nikon FA, fotocamera di altissimo contenuto
tecnologico, "colpevole" solo di essere nata a ridosso
dell'avvento autofocus e per questo condannata a rimanere
solo pochi anni, e a fatica, sul mercato.
Pericolo
generico
Sul lato
sinistro un segnale di pericolo ci avverte di leggere il
manuale prima di accedere ai comandi "tosti" della
fotocamera. Dietro un piccolo sportellino di plastica
troviamo altri sette pulsanti. Riguardano l'impostazione
della qualita' immagine (o del fattore di compressione,
dipende dai punti di vista), la regolazione del
bilanciamento del bianco, la regolazione della data
(memorizzata nelle "info" di ogni file immagine), il comando
per utilizzare la porta seriale (non supportata, come detto,
da Nikon). Oltre a questi comandi, per cosi' dire, innocui,
troviamo i tastini per cancellare l'intera scheda di memoria
(avviene una vera e propria formattazione) o l'ultima
immagine ripresa. In entrambi i casi e' necessario premere
simultaneamente due pulsanti (il primo e il secondo oppure
il secondo e il terzo) cosicche' e' molto difficile
provocare cancellazioni accidentali, nonche' assolutamente
irreparabili.
Si
parte!
Inserita
la scheda di memoria nella fotocamera e posizionato
l'interruttore generale su "S" o su "C", siamo gia' pronti
per effettuare i nostri primi scatti. Il mirino e' molto
luminoso e... anch'esso contribuisce a tranquillizzare il
fotografo. Osservando la scena inquadrata all'interno del
mirino sembra, ancora una volta, di utilizzare una comune
reflex autofocus dell'ultima generazione: l'unica differenza
e' il rapporto base altezza del "fotogramma" in questo caso
di circa 4/5 in luogo del fattore 2/3 del formato 35mm.
Internamente al mirino e' presente un ricco display a
cristalli liquidi retroilluminato che riporta buona parte
dei valori visualizzati sul display esterno. Leggiamo il
tipo di misurazione esposimetrica, tempo, diaframma, il
numero di fotogrammi ripresi e i riferimenti per
l'esposizione manuale. In alto sono visibili sei LED
colorati che segnalano la corretta messa a fuoco, la
compensazione manuale dell'esposizione e la ricarica del
flash utilizzando un lampeggiatore dedicato Nikon.
Un altro aspetto "familiare" della Nikon E2/E2s e' il
momento dello scatto. E' vero che non c'e' pellicola ne' e'
necessario provvedere (manualmente o automaticamente) al suo
avanzamento, ma il tipico comportamento del mirino reflex
(l'immagine scompare durante l'esposizione a seguito del
sollevamento dello specchio) e la presenza di un vero e
proprio otturatore a lamelle assicurano quelle sensazioni di
familiarita' che sicuramente non guastano.
La messa a fuoco automatica e' veloce e precisa, la
misurazione esposimetrica (specialmente in modalita' Matrix)
e' praticamente infallibile, grazie anche all'ottima
latitudine di posa del sensore CCD utilizzato. Inquadrando,
ad esempio, zone d'ombra insieme a parti assolate,
l'immagine digitale ottenuta consente una buona lettura dei
dettagli in entrambe le aree, situazione in cui qualsiasi
pellicola diapositiva andrebbe sicuramente in crisi.
Devo, inoltre, spezzare una lancia in favore della
compressione immagine: il formato JPEG, utilizzato ad alta
qualita', e' praticamente un sistema perfetto di
archiviazione delle immagini, con una perdita di definizione
difficilmente percepibile ad occhio nudo. E' vero che la
Nikon E2/E2s memorizza solo cinque immagini non compresse su
una card da 15 megabyte, ma e' altrettanto vero che
impostando la qualita' "Fine" in luogo della "Hi" otterremo
praticamente gli stessi risultati con un'autonomia di
ripresa quattro volte maggiore. Se poi le immagini riprese
non sono particolarmente ricche di dettagli, e' anche
possibile aumentare il fattore di compressione (guadagnando
ulteriormente autonomia di ripresa) senza rinunciare piu' di
tanto al fattore qualita'.
In
conclusione
La Nikon
E2 costa ventitre' milioni e mezzo (piu' IVA), la E2s circa
sei milioni in piu' (sempre oltre l'IVA). La differenza tra
i due apparecchi, come gia' detto in precedenza, non
riguarda ne' la qualita' ne' l'autonomia di ripresa o le
funzioni disponibili. Riguarda solo la velocita' delle
riprese in sequenza: uno scatto al secondo per il modello
piu' economico, tre scatti al secondo (con il limite di
sette fotogrammi in sequenza) per la versione maggiore. Gia'
da questa considerazione "numerica" e' facile rendersi conto
che se non siete interessati alle riprese di eventi sportivi
potete risparmiare un primo gruzzoletto. Oltre a questo c'e'
da segnalare che il prezzo di vendita pubblicato in queste
pagine e' puramente indicativo (non crediate di trovare tali
fotocamere nel negozietto sotto casa ne' nella "grande
distribuzione") in quanto per apparecchi di questo tipo i
fattori che concorrono a determinare il prezzo finale sono
tanti e ben noti agli utenti professionali.
Come dire che se ne volete sapere di piu', dovete contattare
direttamente la Nital SpA di Torino (011/31.02.151)
distributrice in esclusiva per l'Italia dei prodotti Nikon:
digitali e non...
Riquadro Prezzi
Produttore
Nikon Corporation
Electronic Imaging Division
4-25, Nishi-Ohi 1-chome
Shinagawa-ku, Tokyo 140, Japan
Distributore:
Nital SpA
Via Tabacchi, 33 - Torino
Tel. 011/3102151
Prezzi indicativi (IVA Esclusa):
Nikon E2, corpo macchina, card 15 MB, batteria,
caricabatteria, alimentatore a rete, software Nikon E2
Browser PC/Mac L. 23.500.000
Nikon E2s, corpo macchina, card 15 MB, batteria,
caricabatteria, alimentatore a rete, software Nikon E2
Browser PC/Mac L. 29.400.000
Lettore esterno di schede PCMCIA L. 1.265.000
(Riquadro)
Nikon F5
di
Andrea de Prisco
E' nata
una stella. Si chiama Nikon F5 ed e', senza ombra di dubbio,
la fotocamera (tradizionale) piu' sofisticata ed evoluta mai
realizzata. E' la "logica evoluzione" di quell'altro mito
fotografico denominato Nikon F4 (presentata nel 1988), a sua
volta derivata dalla precedente F3 (del 1980), che ha
seguito la strada tracciata dalle mitiche Nikon F2 (1971) e
Nikon F, dell'ormai lontanissimo 1959.
L'incredibile Nikon F5, che sara' presentata ufficialmente
tra pochi giorni nel corso della Photokina di Colonia, e'
caratterizzata da tali e tante sofisticazioni tecnologiche
da far invidia ai sistemi real time di controllo processo
piu' evoluti, e promette di fissare nuovi parametri di
riferimento nella velocita' di ripresa, messa a fuoco
automatica, elaborazione della corretta esposizione. Tutto
questo senza minimamente rinnegare il passato, mantenendo la
totale compatibilita' meccanica anche con gli obiettivi
della prima Nikon F progettati e realizzati quasi quaranta
anni fa, confermando e ribadendo quell'impegno di
continuita' fin da allora sottoscritto dalla casa giapponese
nei confronti dei fotografi professionisti di tutto il
mondo.
Sotto le sue sembianze di fotocamera "quasi tradizionale" -
il corpo macchina e' costruito in lega di alluminio, la
copertura superiore del mirino e' addirittura in titanio -
si nasconde una rete di ben cinque microprocessori (di cui
tre a sedici bit) che sovrintendono alle numerose
funzionalita' elettromeccaniche dell'apparecchio. La Nikon
F5 e' la prima fotocamera al mondo in grado di riprendere
all'incredibile velocita' di otto fotogrammi al secondo,
mantenendo tra gli scatti la visione reflex attraverso il
mirino e contemporaneamente inseguendo con la messa a fuoco
il soggetto inquadrato eventualmente in movimento. Nitidezza
che viene mantenuta anche nel caso in cui il soggetto
durante la ripresa in sequenza sparisca momentaneamente
dalla vista del fotografo, sia nel caso in cui venga
nascosto da un altro soggetto situato ad una distanza
inferiore, sia nel caso in cui fuoriesca temporaneamente dal
campo inquadrato.
Ma c'e' dell'altro: nel mirino sono evidenziate cinque
distinte aree di messa a fuoco disposte a "croce". Il
fotografo, utilizzando una sorta di joystick presente sul
retro, puo' indicare la zona di messa a fuoco preferenziale
in cui il soggetto inquadrato si trovera' al momento dello
scatto. Quando inizia la sequenza di ripresa, se il soggetto
(com'e' normale che avvenga) si sposta all'interno
dell'inquadratura, il sistema di controllo della messa a
fuoco si commuta automaticamente su un altro sensore che
continuera' ad "inseguirlo" nella ricerca della massima
nitidezza possibile durante tutta la sequenza. Il fotografo
non deve far altro che tenere premuto il pulsante di scatto
per ottenere tutti i fotogrammi ripresi perfettamente a
fuoco, anche nel caso in cui il soggetto si sposti
rapidamente all'interno del campo inquadrato, muovendosi
trasversalmente, diagonalmente, verso la fotocamera o
allontanandosi da essa. Otto volte al secondo, avanzando
ogni volta la pellicola, riarmando l'otturatore e
riposizionando lo specchio reflex per consentire la visione
del soggetto. La velocita' di risposta dell'autofocus della
Nikon F5 e' talmente tanto elevata che e' in grado di
mantenere perfettamente a fuoco (utilizzando un obiettivo da
300 mm di focale) una macchina di Formula 1 in avvicinamento
alla velocita' di 300 km/h fino alla distanza di poco piu'
di 19 metri!
Ma le sofisticazioni ultratecnologiche della nuova Nikon F5
non si fermano a questo. Per la prima volta al mondo i
circuiti di misurazione dell'esposizione non tengono conto
soltanto della luminosita' e del contrasto della scena
inquadrata ma anche delle sue componenti cromatiche. Il
nuovo sistema di misurazione Color Matrix 3D si basa su un
sensore CCD a colori da oltre mille pixel: la logica di
controllo fa capo ad un database di oltre 30.000 situazioni
esposimetriche relative ad altrettante immagini reali, che
vengono confrontate istantaneamente con i dati esposimetrici
e colorimetrici della scena inquadrata per ricavare la
corretta coppia tempo/diaframma ottimizzata per la
situazione reale. Nikon parla di "intelligenza" nel computo
dei corretti valori di esposizione e non e' affatto da
escludere che si sia fatto uso di una rete neurale per
campionare le trentamila situazioni esposimetriche relative
alle immagini del database fotografico.
L'otturatore a controllo elettronico e' costantemente tenuto
sotto controllo da un rivoluzionario (tanto per cambiare...)
sistema real time di monitoraggio che verifica il tempo di
apertura ad ogni scatto. Nel caso di un improbabile
cedimento meccanico che provochi un discostamento dei tempi
di posa effettivi, l'elettronica prende gli opportuni
provvedimenti effettuando una compensazione per esporre la
pellicola sempre con la necessaria precisione.
Per finire, la Nikon F5, diventa all'occorrenza una
periferica PC. Si collega tramite porta seriale a macchine
Mac e Windows per pilotare da computer numerose altre
funzioni e per scaricare e visualizzare i dati di ripresa
relativi agli ultimi ottanta (!) rulli di pellicola esposti.
Oltre a questo, la fotocamera collegata al computer e' in
grado di mostrare graficamente la misurazione Color Matrix
3D, visualizzando la distribuzione cromatica e la
luminosita' della scena inquadrata. In combinazione con uno
scanner per pellicola, il software di gestione Photo Manager
della Nikon F5 permette la digitalizzazione delle immagini
abbinando a queste anche i dati di ripresa.
E una Nikon F5 interamente digitale quando arrivera'?
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