Articolo pubblicato sul n. 167 di
MCmicrocomputer
(Edizioni
Technimedia Srl - Roma) nel novembre 1996
Digital
Imaging:
Photokina 96
Salone Mondiale
dell'Immagine
di Andrea de Prisco
E' probabile che alla maggior parte dei lettori di MC la
parola "Photokina" dica ben poco. Ma chi si occupa di
fotografia, sia a livello professionale che "amatoriale
evoluto", sa bene che la Photokina e' la piu' importante
fiera mondiale di attrezzature
fotografiche. Si tiene ogni
due anni in quel di Colonia (Germania), raccogliendo
espositori e ospitando visitatori provenienti da tutto il
mondo. 210.000 metri quadri la sua superficie espositiva,
1636 aziende partecipanti e 166.000
visitatori sono i
principali "numeri" dell'edizione '96 svoltasi tra il 18 e
il 23 settembre scorsi.
La Photokina tratta diffusamente tutti i campi della materia
fotografica: dalla ripresa al trattamento, dall'elaborazione
alla successiva fruizione dell'immagine, sia in ambito
consumer che professionale. Fotografia, naturalmente, anche
"allo stato puro", mettendo in evidenza in questo modo anche
l'aspetto culturale del piu' importante Salone Mondiale
dell'Immagine. Alla Photokina e' cosi' legato un ampio
programma di mostre fotografiche (circa 130 tra quelle
presenti nei padiglioni fieristici e quelle allestite in
citta'), proiezioni di diapositive, video e presentazioni
multimediali. Fotografie premiate scattate da autori
dilettanti e opere di altissimo livello create da fotografi
professionisti e fotoreporter di fama mondiale. Fotografie
"convenzionali" tecnicamente ineccepibili, ma anche lavori
sperimentali con ampio utilizzo di sofisticate tecniche di
elaborazione digitale.
MCmicrocomputer e' la seconda volta che si occupa di questa
immensa manifestazione: sul fascicolo di novembre 94
(esattamente due anni fa) troverete il reportage della
precedente edizione. All'epoca rimanemmo cosi' colpiti dal
nuovo fenomeno "fotografia digitale" che gia' dal mese
successivo (dicembre 94) parti' sulle pagine di MC la nuova
rubrica "Digital Imaging". L'intento era ben noto e
apertamente dichiarato: seguire da vicino questo nuovo mondo
in rapida evoluzione, offrendo al lettore sia articoli
teorico/pratici sia analisi approfondite con vere e proprie
"prove sul campo" dei prodotti hardware e software di
fotografia digitale via via disponibili sul mercato.
Dov'eravamo rimasti?
Due anni fa dicevamo fondamentalmente tre cose. La prima
riguardava il fatto che, passeggiando tra gli immensi saloni
della KolnMesse, dappertutto si sentiva profumo di bit.
Quest'anno l'odore era ancora piu' forte, ma non si trattava
certo di fumo senza arrosto: la sostanza, come vedremo piu'
in dettaglio in seguito, c'e' stata ed era anche abbondante.
Secondo: nel 94 scrivemmo che la maggior parte dei
costruttori si stavano - simpaticamente - rimbecillendo
nella affannosa corsa al digitale. Un po' tutti i principali
marchi offrivano qualcosa in questo campo, ma qualcuno piu'
per poter dichiarare "Presente!" all'appello che per mirata
scelta strategica. Nell'edizione '96 e' ben visibile una
profonda maturazione anche in questo senso. Abbiamo visto
molte novita' nel campo degli apparecchi digitali, in ogni
possibile fascia di prezzo (sotto il milione, sotto i dieci,
sotto i cinquanta...), e importanti evoluzioni di apparecchi
gia' presenti alla precedente edizione e/o di tecnologie,
allora emergenti (o quasi...) e ora ben piu' mature. Citiamo
a titolo d'esempio i notevoli progressi tecnologici nella
stampa a getto di inchiostro, grazie ai nuovi materiali di
consumo disponibili piuttosto che all'innovazione dei
procedimenti veri e propri di stampa, o alla disponibilita'
di nuovi - interessanti! - sensori CCD per riprese digitali
cromaticamente sempre piu' fedeli e maggiormente ricche di
dettaglio.
Terzo: citiamo testualmente dal reportage del 1994: "Siamo
sicuri che nella prossima edizione il digitale occupera' un
posto meno spettacolare ma piu' concreto e culturalmente
maturo, come certamente merita di essere considerato.
E' cosi' e' stato. In questa edizione del Salone Mondiale
dell'Immagine si respirava un'aria del tutto nuova.
Qualcuno, prima dell'apertura della fiera, gia' la indicava
come la vera e propria Photokina Digitale. Beh, non
esageriamo (anche se allegato al catalogo della mostra c'era
finalmente la versione elettronica dello stesso sotto forma
di disco CD-ROM): quest'anno, come gia' abbiamo evidenziato,
e' da segnalare soprattutto un'evidente maturazione della
fotografia digitale. Non rumore, non spettacolo, ben poco
fumo negli occhi, ma tanta voglia di andare avanti su questa
strada. Tutti insieme... appassionatamente!
Adobe
Prima apparizione pubblica in Europa del mitico Photoshop
4.0. Allo stand Adobe era possibile provare il nuovo
prodotto e apprezzare le sue nuove straordinarie funzioni
che aumentano ulteriormente la potenza del software di
fotoritocco piu' venduto al mondo. Vi abbiamo anticipato le
caratteristiche principali lo scorso mese, nella nuova
rubrica World Wide News, e ulteriori informazioni le
troverete in questo stesso numero nell'anteprima dedicata ai
nuovi prodotti Adobe.
Ricordiamo brevemente che il nuovo Photoshop ora offre la
possibilita' di automatizzare i lavori in modalita' batch,
compresa l'acquisizione automatica da fotocamera digitale,
preimpostando le eventuali correzioni cromatiche e salvando
le immagini direttamente su hard disk. Grazie, poi agli
Adjustment Layer e' possibile compiere modifiche
sull'immagine in maniera non permanente. Con un semplice
click del mouse possiamo attivare o disattivare tali
modifiche per confrontare rapidamente differenti interventi.
E' stata leggermente modificata anche l'interfaccia utente
per renderla simile a quella degli altri prodotti grafici
Adobe, compresa la possibilita' di passare da
un'applicazione all'altra utilizzando comandi e palette
"coerenti". Sono stati altresi' aggiunti 48 nuovi filtri
digitali (portando cosi' il totale a quota 90) migliorando
ulteriormente le possibilita' di composizione fotocreativa.
Tutti i filtri sono ora a 32 bit, per sfruttare
completamente le potenze di calcolo dei nuovi processori e
dei nuovi sistemi operativi.
Migliorata, infine, anche la velocita' operativa (nello
scrolling, zooming, il movimento di selezioni, e la
composizione multilayer), particolarmente apprezzabile per
le immagini di grosse dimensioni che adesso necessitano di
meno RAM.
Agfa
L'offerta digitale dell'azienda tedesca spazia ormai in
tutti i campi professionali, dalla ripresa in studio (StudioCam)
agli apparecchi portatili (ActionCam), dalla stampa a colori
(DuoProof) al software di calibrazione cromatica (FotoTune),
dalla digitalizzazione di originali opachi e trasparenti (SnapScan,
StudioScan, StudioStar, Arcus, DuoScan, Horizon per arrivare
al modello SelectScan da 4000 punti per pollice di
risoluzione ottica!) fino alla serie completa di film
recorder, per ogni esigenza e per qualsiasi formato.
Una novita', pero', la troviamo anche per il mercato
consumer. Nasce la "ePhoto 307" (nome in codice?) una
piccola fotocamera digitale mostrata per la prima volta al
pubblico durante la Photokina. Con le sue risoluzioni
d'uscita, 640x480 e 320x 240, e' in grado di memorizzare
rispettivamente 36 o 72 immagini all'interno della sua
memoria integrata da 2 megabyte. Oltre al software di
gestione Agfa PhotoWise, la piccola digitale offrira' a
corredo anche il noto Adobe PhotoDeLuxe, figlio consumer del
ben piu' professionale Photoshop. Il prezzo previsto sara'
di 599 dollari USA.
ActionCam e', invece, un apparecchio digitale professionale
portatile gia' presente sul mercato da tempo. Basato su un
corpo macchina Minolta, utilizza tre sensori CCD per
catturare le immagini. Ma non si tratta, come facilmente
intuibile, di una normale decodifica RGB (un CCD e un filtro
per colore primario) ma di un sistema piu' complesso in
grado di aumentare realmente la risoluzione fisica del
sistema. Un sensore CCD e' "bicromatico" e legge sia il
Rosso che il Blu. Gli altri due sensori, entrambi filtrati
per il Verde, sono tra loro sfasati diagonalmente di "mezzo"
pixel in modo da catturare, quantomeno nella componente
luminanza, una quantita' doppia di informazioni. Il firmware
fa il resto, col risultato di poter disporre di ben
1.750.000 pixel pur utilizzando CCD ben piu' piccoli. Molto
interessante!
Canon
In ambito digitale, due importanti annunci dalla giapponese
Canon, da decenni schierata in prima linea soprattutto nel
mondo dell'ottica e della fotografia tradizionale. La
novita' piu' interessante e' senza ombra di dubbio la
fotocamera PowerShot 600, una digitale dotata di sensore CCD
da 570.000 pixel e molto curata anche sotto il profilo
strettamente fotografico. Utilizza un obiettivo
mediograndangolare corrispondente alla focale 35 mm in grado
di riprendere da 10 cm ad infinito. L'esposizione e'
automatica (cosi' come lo e' il bilanciamento del bianco) e
l'otturatore scatta con tempi compresi tra 1/30 e 1/500 di
secondo. Anche il flash e' incorporato ed e' in grado di
illuminare soggetti posti fino a 3.5 metri dal punto di
ripresa.
Tornando agli aspetti digitali, la PowerShot 600 si fa
apprezzare soprattutto per la presenza di un alloggiamento
per schede PCMCIA di tipo III e quindi in grado di ospitare
anche hard disk rimovibili in questo formato. Memorizza le
immagini in formato JPEG e, utilizzando un disco rigido da
170 megabyte, e' in grado di salvare ben 1500 immagini con
compressione media. Funziona anche senza schede PCMCIA,
grazie all'incorporato megabyte di Flash RAM, nel quale e'
possibile memorizzare fino a 15 immagini digitali.
Interessante, inoltre, la possibilita' di registrare un
commento sonoro abbinato ai nostri scatti, grazie al piccolo
microfono incorporato nell'apparecchio.
E' alimentata da 6 pile "stilo" o da un pacco batterie
ricaricabile, pesa (al netto della sorgente energetica e
della scheda PCMCIA opzionale) appena 400 grammi e costa al
pubblico poco piu' di due milioni: presto leggerete di
questa fotocamera un'approfondita recensione.
Altro prodotto fotodigitale di sicuro interesse e' la nuova
stampante Canon BJC-4200, in grado di stampare a 720x360
punti per pollice ma con la caratteristica di poter modulare
l'intensita' dei singoli punti tracciati per un'accurata
riproduzione delle immagini fotografiche. Con la nuova
stampante arrivano anche nuovi materiali, carte e
inchiostri, specificatamente realizzati per ottenere il
massimo fotorealismo. Da segnalare, infine, la cartuccia di
inchiostro fluorescente, da utilizzare per ottenere colori
ad alto impatto visivo (per grafici, presentazioni, ecc.).
Casio
QV-100 e' il nome della nuova proposta Casio nel campo delle
fotocamere digitali, e rappresenta l'attesa evoluzione del
modello QV-10, provato qualche mese fa su MCmicrocomputer.
Il sensore CCD passa da 250.000 a 360.000 pixel con un
aumento di quasi il 45 per cento. La memoria ora e' da 4
megabyte e, variando il fattore di compressione delle
immagini, e' possibile registrarne da 64 a 192. Come nel
modello precedente, il mirino e' costituito da un piccolo
display LCD a colori, e' presente un'uscita video per il
collegamento al TV e una porta seriale bidirezionale per
scaricare o caricare immagini.
Assieme alla nuova QV-100 arriva anche una stampantina a
sublimazione collegabile direttamente alla fotocamera e in
grado di stampare a colori in tre differenti formati su
carta autoadesiva: il nastro puo' avere larghezza di 46, 36
o 18 mm.
Dicomed
Presso lo stand Dicomed era possibile vedere e provare,
oltre ai famosi dorsi a scansione, anche l'incredibile
BigShot: un eccezionale dorso digitale basato su un sensore
CCD 6x6 cm da ben 16 milioni di pixel, per file immagine da
48 megabyte, attualmente disponibile sia in versione
bianco/nero che a colori (ottenuti tramite consueta
microfiltratura RGB dei pixel). Il Dicomed BigShot offrira'
risultati davvero entusiasmanti non appena verra'
"rilasciato" l'apposito filtro a cristalli liquidi in grado
di cambiare rapidamente colore tra Rosso, Verde e Blu. Posto
davanti all'obiettivo di ripresa, permettera' di effettuare
tre singole esposizioni monocromatiche in una frazione di
secondo, permettendo anche la fotografia digitale di
soggetti in movimento (come gia' avviene per l'attuale
BigShot b/n o per il modello a colori microfiltrato). Grazie
all'innovativo filtro tricromatico e all'utilizzo di un
BigShot in bianco e nero sara' possibile effettuare
qualsiasi tipo di ripresa senza perdite di risoluzione (con
la microfiltratura si "sprecano" tre pixel RGB per ottenere
un unico punto a colori dell'immagine digitale) ne'
aberrazioni cromatiche dovute a particolari infinitesimali
dell'immagine ripresa che vanno a stimolare singoli pixel,
invece che triadi, sul sensore CCD.
Fuji
Fuji e' un altro colosso giapponese della microelettronica,
noto in tutto il mondo anche per le sue stupende pellicole a
colori con le quali riesce a fare addirittura concorrenza a
Kodak. L'offerta fotodigitale di questa azienda spazia
praticamente in tutti i campi, dalla ripresa (amatoriale e
professionale) alla digitalizzazione di pellicole, alla
stampa a colori di qualita' fotografica. Tra l'altro Fuji e'
partner di Nikon per lo sviluppo della E2 (si veda oltre),
sulla quale e' ben visibile anche il suo marchio.
Numerose le novita' presentate in Photokina, tra cui spicca
la DS-7, una fotocamera digitale destinata al mercato
consumer. Come memoria di massa utilizza schede SmartMedia
da due megabyte nelle quali riesce a salvare trenta immagini
640x480 o sessanta 320x240 (c'e' da chiedersi come mai ad un
numero quattro volte inferiore di pixel non corrisponda
un'autonomia di ripresa quattro volte maggiore: fosse
sbagliato il depliant?). Il sensore CCD e' da 350.000 pixel,
abbondanti per la risoluzione minima, insufficienti per la
massima: troviamo anche in questo caso la consueta (e
illusoria) interpolazione software dei pixel. Il mirino e'
rappresentato da un display LCD a colori da 1.8 pollici, e'
alimentata da quattro pile "stilo" e pesa, senza
quest'ultime, 240 grammi.
Kodak
Per il settore consumer era possibile trovare in Photokina
numerosi "articoli" Kodak particolarmente interessanti.
Partendo dal basso troviamo la piccola DC20, una
fotocamerina digitale poco piu' grande di un pacchetto di
sigarette dotata di un megabyte di memoria RAM per
memorizzare fino a 16 immagini. Due le risoluzioni di
uscita: 493x373 e 320x240. Non conoscendo il numero di pixel
del sensore CCD utilizzato non e' possibile verificare quale
sia la risoluzione effettiva dell'apparecchio.
Probabilmente basata sul medesimo sensore (e mostrata per la
prima volta in Photokina) la DC25 e' una versione piu'
raffinata del modello precedente. Incorpora un display LCD a
colori e due megabyte di memoria per 14 o 29 immagini (a
seconda della qualita' impostata). L'autonomia di ripresa
puo' essere ulteriormente espansa utilizzando le "Kodak
Picture Card" (basate sul nuovo standard CompactFlash),
minuscole schede di memoria da due megabyte di Flash RAM,
quattro volte piu' piccole delle comuni PCMCIA e compatibili
con quest'ultime attraverso un semplice adattatore offerto
da Kodak. La Casa Gialla ha inoltre in catalogo un apposito
lettore per PC, in grado di utilizzare sia le CompactFlash
che le PCMCIA, che si collega alla porta parallela "lungo"
il cavo della stampante.
Tornando alla DC25, la messa a fuoco... non c'e':
l'apparecchio, grazie alla profondita' di campo dell'ottica,
riprende alla massima nitidezza tutto quello che e' compreso
tra 50 cm e infinito. L'otturatore, controllato
elettronicamente (sara' lo stesso CCD ad "otturare"?), ha
tempi d'esposizione compresi tra 1/30 e 1/4000 di secondo;
il diaframma ha apertura massima f/4 e minima f/11. Il flash
e' incorporato e si attiva automaticamente, con un buon
amico, in caso di bisogno. Infine, la DC25, pesa appena 270
grammi in ordine di marcia.
Lo Snapshot Photo Scanner e' un dispositivo molto compatto
in grado di digitalizzare immagini fotografiche su carta,
larghe al massimo 10 cm, in soli 30 secondi. La risoluzione
ottica e' di 600 punti per pollice, si collega anche questo
alla porta parallela del PC ed e' fornito con una ricca
dotazione software che comprende, tra l'altro, il programma
EasyPhoto di Kodak, PowerGoo di Metatools e una versione
speciale di Photo Enhancer di PictureWorks Technology. A
corredo anche una guaina protettiva per "scannare" foto
preziose: forse lo Snapshop ogni tanto fa brutti scherzi?
Nel settore professionale, Kodak lancia una nuova stampante
a colori a getto d'inchiostro per i grandi formati: si
chiama 1000 PS ed e' basata sulla meccanica dell'HP 755 CM.
Assieme alla "stampantona", Kodak ha introdotto tre tipi di
supporto per il grande formato: Ektajet LF, Ektajet Coated e
Heavy Weight Coated.
Last, but not least, la Casa Gialla offre ora una soluzione
economica anche nel mondo delle fotocamere digitali
professionali. Si chiama DCS 410, e' basata su un corpo
macchina Nikon F90, e incorpora un sensore CCD da 1.5
milioni di pixel con conversione A/D del colore a 12
bit/canale (36 bit/pixel RGB). Direttamente derivata dalle
fotocamere professionali Kodak DC 460 (da ben sei milioni di
pixel!) e DC 420, la nuova nata e' offerta ad un prezzo di
vendita particolarmente interessante. Espresso in dollari si
parla di circa 7000 bigliettoni (la moltiplicazione, fatela
voi...) quanto costera' in Italia ancora non si sa, speriamo
in una giusta quotazione del cambio dollaro/lira anche in
questo caso.
Rispetto al modello piu' costoso, la 410 ha una sensibilita'
equivalente di 100 ISO (non modificabile) e scatta
un'immagine ogni due secondi e mezzo contro i cinque
"fotogrammi digitali" in 2.25 secondi della 420. Tutte le
rimanenti caratteristiche sono pressoche' identiche,
compresa la possibilita' di registrare messaggi audio
abbinati alle immagini e la presenza di uno slot PCMCIA di
tipo III, in grado di ospitare sia schede di memoria RAM che
hard disk removibili in questo standard.
Konica
Allo stand Konica era esposta una nuova fotocamera digitale
(della quale non veniva rilasciata documentazione in merito
e nulla possiamo dirvi al riguardo...) e lo scanner per
pellicole Qscan, predisposto sia per il formato 35mm che per
il nuovo APS (Advanced Photo System). La risoluzione massima
e' di 1200 punti per pollice che corrisponde, sul formato
35mm, alla possibilita' di generare file a 24 bit/pixel (il
convertitore utilizzato e' a 30 bit) da quasi sei megabyte.
Niente di eccezionale, dunque, ma bisogna vedere anche
quanto costera' al pubblico: con un prezzo particolarmente
invitante potrebbe anche diventare un prodotto
eccezionalmente valido. La velocita' di scansione e' di 70
secondi (ottima) alla massima risoluzione ed e' in grado di
effettuare il prescan di sei fotogrammi presenti sul
medesimo spezzone di pellicola 35mm (25 per il formato APS
che si inserisce nella scanner con tutto il caricatore).
Leica
Leica, per chi non lo sapesse, e' l'azienda tedesca che nel
primo dopoguerra "invento'" quello che poi divenne l'attuale
formato fotografico 24x36 mm, utilizzando spezzoni di
pellicola cinematografica 35mm all'interno di un apparecchio
fotografico tascabile, a telemetro e con l'obiettivo
retrattile. Nacque cosi' la mitica Leica I e ancor oggi si
usa dire "formato Leica" per intendere i comuni rulli da 24
o 36 pose formato 135. Con cosi' tanta tradizione sulle
spalle, e' ipotizzabile una Leica digitale? Per quanto sia
difficile da credere, perfino la casa di Wetzlar si e'
tuffata nel mondo dei bit, e lo ha fatto mostrando un
prototipo di fotocamera da studio basata su un CCD lineare a
scansione che restituisce un'immagine da ben 25 milioni di
pixel (75 megabyte di file in RGB). Il formato e' quadrato,
36x36 mm (la citazione al "formato Leica" era d'obbligo),
utilizza le stesse ottiche serie R e serie M delle sorelle
tradizionali, funziona sia in collegamento al Mac che al PC
e trasferisce le sue megaimmagini attraverso un cavo a fibre
ottiche.
Se anche Leica ha fatto questo, e' proprio un segno che
qualcosa sta veramente cambiando...
Minolta
Oltre alla fotocamera digitale RD-175, identica all'Agfa
ActionCam prima descritta, allo stand Minolta c'era anche lo
scanner per pellicole QuickScan 35 e l'apparecchio di
ripresa per il mercato consumer denominato Dimage V.
Con una risoluzione massima di 2820 punti per pollice, il
QuickScan 35 rappresenta una validissima alternativa agli
altri apparecchi di questo tipo da piu' tempo presenti sul
mercato. La digitalizzazione avviene in un unico passaggio
utilizzando un sensore CCD trilineare, con tempi d'attesa
compresi tra 8 e 60 secondi; la conversione A/D ha una
risoluzione di 10 bit (30 bit/pixel RGB, 24 in uscita)
mentre la gamma dinamica raggiunge il valore 3 (come la
maggior parte dei suoi concorrenti). Dotato di interfaccia
SCSI-2, si collega sia a Macintosh che a PC: a corredo sia
il modulo Twain che il Plug-in di Photoshop. Offre la messa
a fuoco automatica e manuale dell'originale, la calibrazione
del nero, il bilanciamento cromatico e l'esposizione
automatica.
La fotocamera digitale per il mercato consumer, Dimage V,
utilizza un obiettivo zoom (equivalente ad un 34-92 nel
formato 35mm) con rapporto di ingrandimento pari a 2.7x e
possibilita' di riprese macro. Incorpora un flash
elettronico e un monitor LCD che si utilizza anche per
l'inquadratura, non essendo presente un vero e proprio
mirino ottico. Per memorizzare le immagini utilizza
SmartMedia Card rimovibili da quattro megabyte, nelle quali
e' possibile salvare da 32 a 80 immagini a seconda del
livello di compressione utilizzato.
Olympus
Entrata alla grande nel settore digitale, la giapponese
Olympus presenta una famiglia completa di fotocamere
dedicate al mercato consumer. Tre i modelli in catalogo,
differenti per il CCD utilizzato, la presenza o meno del
display a colori integrato, e la quantita' di memoria
presente all'interno. Accanto ai tre apparecchi, arriva una
stampantina a colori a sublimazione (collegabile sia al
computer che direttamente alle fotocamere) e uno scanner
doppio formato: 35mm e APS.
C-800L e' il nome della fotocamera digitale di maggior
pregio. Il CCD utilizzato all'interno e' da ben 810.000
pixel e la memoria incorporata e' da sei megabyte. Puo'
memorizzare da 30 a 120 immagini (a seconda della qualita'
selezionata), ma non e' prevista - purtroppo - la
possibilita' di espandere l'autonomia tramite schede di
memoria aggiuntive.
L'obiettivo e' un mediograndangolare equivalente alla focale
35 mm, con apertura massima f/2.8 e diaframmi f/5.6 e f/11.
Mette a fuoco da 20 cm all'infinito con due posizioni
distinte: macro e normal. L'otturatore e' in "carne ed ossa"
(scatta e fa click per davvero) con controllo elettronico e
tempi di esposizione compresi tra 1/8 e 1/500 di secondo.
Sul retro e' presente un piccolo display a colori LCD da 1.8
pollici che puo' essere utilizzato sia come mirino, sia per
visualizzare le immagini prima riprese. Il flash incorporato
"copre" fino ad una distanza di 2.4 metri, l'alimentazione
e' fornita da 4 pile "stilo" e, senza queste, il peso e' di
soli 310 grammi. Per il collegamento al computer (Mac o PC)
si utilizza la porta seriale integrata, in grado sia di
scaricare che di caricare immagini digitali
nell'apparecchio.
I due modelli inferiori, C-400L e C-200L, si differenziano
dal capo banda soprattutto per il sensore CCD utilizzato, in
questo caso composto da 350.000 pixel, e tra essi per la
memoria incorporata (due o un megabyte) e per la presenza o
meno del display a colori integrato. Il flash, per questi
modelli, raggiunge i 3.5 metri di copertura grazie al fatto
che il sensore CCD con meno pixel ha una sensibilita'
equivalente di 130 ISO contro i 50 del dispositivo da
810.000 elementi.
Il film-scanner Olympus ES-10 (e' stato visto anche
marchiato Kodak presso lo stand della Casa Gialla) e' un
doppio formato 35mm/APS in grado di digitalizzare con
risoluzione fino a 1770 punti per pollice (file da 11.5
megabyte per il fotogramma 24x36 ripreso in RGB). La
digitalizzazione avviene a 24 bit, mentre la velocita' di
ripresa non e' per nulla entusiasmante (cinque minuti alla
massima risoluzione, in compenso il prescan dura solo otto
secondi) ed e' dotato di sola interfaccia parallela per il
collegamento a PC (i Mac sono esclusi, bah!). Speriamo che
la qualita' sia interessante e il prezzo di vendita
allineato alle effettive caratteristiche offerte.
Phase One
Del PhotoPhase, il dorso digitale proposto da Phase One, ne
abbiamo parlato diffusamente poco prima dell'estate in un
articolo tecnico a seguito di una nostra "visita guidata"
presso la Fowa di Torino, che distribuisce in esclusiva la
versione per fotocamere Hasselblad.
Alla Photokina e' stato presentato il nuovo dorso,
denominato PowerPhase, col quale e' possibile catturare
immagini RGB da quasi 150 megabyte, grazie alla sua
incredibile risoluzione di 7000x7000 pixel. Si tratta, come
per il modello precedente, di un dorso a scansione per la
ripresa di oggetti immobili in luce continua. Soluzione che,
almeno attualmente, non ha eguali nel campo della fotografia
digitale in quanto a definizione e a resa cromatica. Con la
sua sensibilita' equivalente di 1600 ISO permette di
lavorare facilmente con piccole aperture di diaframma (a
tutto vantaggio della profondita' di campo) o,
alternativamente, con fonti di illuminazione non molto
potenti. A proposito di quest'ultime, grazie alla tecnologia
Flicker Suppression sviluppata da Phase One, e' possibile
utilizzare anche normalissime lampade al tungsteno, al
quarzo o comuni tubi fluorescenti, senza il rischio di
registrare, durante la scansione, variazioni di intensita'
luminosa sotto forma di terribili striature. Very good!
Polaroid
A parte la fotocamera digitale PDC-2000, provata e
apprezzata sullo scorso numero di MC, allo stand Polaroid
era possibile vedere e provare i nuovi scanner. Il
"sempreverde" SprintScan 35 e' ora affiancato da altri due
modelli, 35 Plus e 35 LE, uno piu' sofisticato, uno piu'
economico. Partiamo dal basso: per contenere i costi, la
risoluzione massima e' stata abbassata a 1950 punti per
pollice (contro i 2700 del capostipite) ed e' stata operata
anche una semplificazione dell'elettronica che demanda al
software il controllo del colore e la regolazione del
microcontrasto. Per il resto, le rimanenti caratteristiche
(stando alla documentazione fornita) sembrano essere
esattamente identiche.
Il fratello maggiore, lo SprintScan 35 Plus, offre la
conversione A/D dell'uscita del sensore CCD a 12 bit per
canale in luogo di 10. L'uscita, la "profondita'" cromatica
dell'immagine trasferita al computer, puo' essere
indifferentemente a 24 o a 36 bit/pixel (ottimo!).
Migliorata altresi' la gamma dinamica, che passa da 3 a 3.4,
consentendo una migliore lettura delle ombre anche in
originali ricchi di "alte luci".
Per i formati maggiori, dal 35mm fino alle "lastre" 10x12,
c'e' il nuovo SprintScan 45 Plus, con risoluzione ottica di
2000 punti per pollice, risoluzione cromatica di 36
bit/pixel (12 bit/canale) e gamma dinamica pari a 3.4. Per
digitalizzare una pellicola piana 10x12 alla massima
risoluzione impiega meno di cinque minuti. Considerando che
viene generato un file di ben 240 megabyte non possiamo
proprio lamentarci.
Infine Polaroid lancia sul mercato uno scanner piano per
originali opachi o trasparenti, fino al formato 21x34 cm.
Denominato CS 600, anche per questo modello la conversione
A/D e' a 12 bit (36 bit/pixel RGB, anche in uscita) e la
risoluzione ottica e' di 600x1200 punti per pollice.
Ricoh
Ricoh-mincio da due. La nuova fotocamera digitale proposta
dalla casa giapponese si chiama RDC-2 e offre
caratteristiche davvero molto interessanti. Il sensore CCD
e' da 410.000 pixel, incorpora un alloggiamento per schede
PCMCIA di tipo I e II (niente hard disk, per il momento...),
puo' memorizzare anche messaggi audio abbinati alle immagini
e ha un obiettivo autofocus bifocale (35/55 mm equivalente)
in grado di riprendere oggetti da 1 cm (!!!) all'infinito.
Opzionalmente puo' installare un piccolo display LCD a
colori apribile a compasso (con altoparlante incorporato)
che puo' essere utilizzato sia per vedere le immagini
riprese sia come mirino esterno. E' anche presente un'uscita
video (attualmente NTSC, ma non dubitiamo che verra'
PAL-lizzata per il mercato italiano) e naturalmente non
manca una porta seriale per il collegamento al PC. Anche in
quest'apparecchio il flash e' integrato, e' automatico (come
l'esposizione e il bilanciamento del bianco) e illumina
correttamente soggetti posti fino a cinque metri di
distanza. Al suo interno, ferma restando la possibilita' di
utilizzare schede di memoria PCMCIA, troviamo due megabyte
di Flash RAM con i quali e' possibile riprendere da 9 a 38
immagini - a seconda della compressione utilizzata - o quasi
otto minuti di sonoro (o una combinazione di entrambe le
quantita'). Con la scheda da 20 megabyte l'autonomia passa
nell'intervallo 105-423 immagini e dal punto di vista audio
si eguaglia, o quasi, la durata di una cassetta C-90.
Ottimo, dunque, anche per fare interviste.
RIQUADRO
Nikon Superstar!
Lo stand Nikon era, senza ombra di dubbio, il piu'
"assaltato" dagli instancabili visitatori della Photokina.
Donne nude? Regali e/o panini a volonta'? Nulla di tutto
cio': "semplicemente" veniva mostrata per la prima volta al
pubblico la Nikon F5, l'incredibile apparecchio fotografico
(tradizionale, benche' zeppo di elettronica digitale) capace
di riprendere su pellicola 35mm otto fotogrammi al secondo,
mantenendo costantemente a fuoco il soggetto inquadrato
anche se questo si avvicina, si allontana (finanche a 300
Km/h!) o sparisce momentaneamente dal campo visivo.
In ambito digitale Nikon presentava al pubblico la E2N,
versione aggiornata della fotocamera E2 (sul numero di
settembre di MC abbiamo provato la E2s, gentilmente messaci
a disposizione dalla Nital di Torino, distributore ufficiale
per l'Italia dei prodotti Nikon, digitali e non). La nuova "release"
offre una sensibilita' equivalente di 3200 ISO, contro gli
800-1600 del modello precedente, ed e' possibile
visualizzare su monitor TV l'immagine inquadrata prima dello
scatto.
Ma la vera novita' Nikon della Photokina Digitale e' la
CoolPix 100, praticamente una scheda di memoria PCMCIA in
grado di riprendere immagini fotografiche. Destinata a
diventare un'inseparabile appendice ottica del nostro
computer portatile, la CoolPix 100 in funzione di fotocamera
digitale e' alimentata da quattro pile stile. Al momento di
trasferire le immagini sul computer, si toglie il comparto
batterie ed emerge il suo lato PCMCIA: a questo punto e'
sufficiente inserire l'apparecchio nel nostro portatile per
trasferire le nostre immagini come se stessimo utilizzando
un comune dischetto.
Il sensore CCD e' da 330.000 pixel e la memoria incorporata
e' pari ad un megabyte, sufficiente per registrare da 21 a
42 immagini a seconda del fattore di compressione JPEG
utilizzato. Nonostante le microscopiche dimensioni
dell'apparecchio, incorpora anche un piccolo flash
elettronico sufficiente ad illuminare soggetti posti fin
oltre i due metri dal punto di ripresa. Grazie alle sue
dimensioni particolarmente compatte (6x15.5x3.5 cm) e al suo
peso "simbolico" (160 grammi senza batterie) rappresenta la
piu' piccola fotocamera digitale mai realizzata.
Mostrata solo in vetrina, era presente anche la CoolPix 300
(non si sa quando sara' commercializzata) con display a
colori integrato sensibile alla pressione, sul quale e'
possibile "scrivere" messaggi sovraimprimendoli alle
immagini riprese. Tanti auguri, giustappunto!
RIQUADRO
Pellicole a colori
Cronaca di una morte (pre)annunciata?
di Andrea de Prisco
Durante la Photokina, nel corso della conferenza stampa
Dicomed - noto produttore di apparecchiature per la ripresa
digitale - e' stato organizzato nientepopodimeno che... il
funerale della pellicola fotografica!
E' stata un'iniziativa, per quanto ottimamente curata sotto
il profilo coreografico, non proprio di ottimo gusto, almeno
per noi italiani... notoriamente superstiziosi. Una bara
(ebbene si'...) piena di comunissimi rullini fotografici e
un requiem alla loro memoria! Certo, quando si vuole
esagerare si esagera, ma credo che per assistere a questa
funzione pseudoreligiosa dovremo aspettare ancora molti
anni. Sempre ammettendo, come al solito, che le previsioni
degli attuali futurologhi del partito Alleanza Digitale non
abbiano "toppato" alla grande, cosi' com'e' accaduto
all'avvento della televisione nei confronti della radio, o
addirittura piu' di un secolo e mezzo fa, riguardo la
nascente fotografia nei confronti della pittura.
Su, non scherziamo! La pellicola fotografica potra' sparire
completamente dalla nostra vita di fotoamatori o di
fotoprofessionisti, solo quando il "digitale" sara' in grado
di offrire tutte le possibilita' del "tradizionale" senza
imporre alcuna limitazione. E questo sia in campo
tecnologico che commerciale: oggi attrezzare uno studio di
ripresa elettronica - considerando uno o piu' computer,
dorsi digitali e attrezzature varie per l'elaborazione e la
successiva fruizione delle immagini - puo' anche costare un
centinaio abbondante di milioni (contro costi ben piu'
contenuti della fotografia tradizionale). A fronte di una
qualita' immagine, nel campo professionale, del tutto
paragonabile a quella fotografica (qualcuno azzarda
addirittura la tanto attesa superiorita' del nuovo mezzo) i
limiti di utilizzo sono ancora piuttosto pesanti: in studio
solo riprese di oggetti immobili (a meno di non ricorrere ai
sensori CCD superficiali a colori ancora non eccellenti
sotto il profilo qualitativo) e bassa velocita' di ripresa
per gli apparecchi portatili tipo reflex 35mm (dimenticate,
pero', gli otto fotogrammi al secondo di cui e' capace
l'incredibile Nikon F5, ricca di elettronica digitale al
servizio della fotografia tradizionale).
Inoltre non possiamo ignorare il fatto che questo tipo di
attrezzature, come noi utenti informatici - sulla nostra
pelle - ben sappiamo, sono destinate a diventare obsolete in
rapido tempo. Tradotto in soldoni, cio' equivale a dire che
difficilmente potranno essere ammortizzate nell'arco massimo
di uno o due anni, a meno di non produrre grosse quantita'
di immagini digitali, tutte profumatamente pagate.
Nel campo consumer, a fronte di costi hardware ben piu'
umani (una fotocamera digitale di "sufficiente" qualita'
costa grossomodo quanto un camcorder di fascia media, un
paio di milioni) troviamo ancora una risoluzione e una gamma
cromatica - destinata certamente a migliorare nel prossimo
futuri - nemmeno lontanamente paragonabile a quella della
pellicola fotografica. Quest'ultima, per chi non lo sapesse
o non si e' mai posto il problema, e' in grado di registrare
svariati milioni di informazioni analogiche su un singolo
fotogramma 24x36 (figuriamoci sui formati maggiori). Certo,
con gli apparecchi digitali abbiamo tanti gadget elettronici
e molte possibilita' in piu' (dalla successiva
fotoelaborazione alla stampa a colori fatta in casa tramite
periferiche a getto di inchiostro o a sublimazione...
economica), ma per favore non confondiamo la qualita'
fotografica con quella televisiva. E' facile, infatti,
trovare in queste macchinette, per quanto interessanti sotto
il profilo digitale, sensori CCD - per loro natura ancora
analogici - del tutto simili a quelli presenti nei
camcorder, ovvero in grado di restituire si e no
duecentomila pixel a colori. Quantita' successivamente
raddoppiata o triplicata dal software di gestione della
fotocamerina, senza tanti scrupoli ne' particolari
accorgimenti tecnici. In questo modo prendendo (o tentando
di prendere) letteralmente in giro l'utente fotodigitale.
State molto attenti. TUTTI QUANTI!
Articolo pubblicato
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