Articolo pubblicato sul n. 173 di
MCmicrocomputer
(Edizioni
Technimedia Srl - Roma) nel maggio 1997
Digital
Imaging:
Agfa DuoScan
di Andrea de Prisco
Per le sue pellicole e i suoi prodotti di consumo venduti in
tutto il mondo, Agfa è certamente un nome assai noto a chi
si occupa anche solo marginalmente di fotografia. In realtà
Agfa è
un'azienda
leader nella produzione di apparati e materiali di utilizzo
professionale sia nel campo della fotografia tradizionale
che in quella elettronica, con particolare interesse nel
settore "prepress" e nei processi fotografici nell'utilizzo
medico.
In ambito Digital Imaging Agfa è attivamente impegnata
praticamente su tutti i fronti. Dalle fotocamere alle
stampanti a colori, dagli scanner per pellicole e per opachi
ai film recorder senza trascurare, ovviamente, alcuni
prodotti software di avanguardia, come il sistema FotoTune
per la gestione completa della corrispondenza cromatica in
tutti i passaggi del processo di trattamento digitale delle
immagini, dallo scanner al monitor, alla prova di stampa,
alla stampa tipografica, alla fotorestituzione su pellicola.
Le fotocamere digitali di Agfa sono attualmente tre e si
"posizionano" in tre differenti settori di mercato. Troviamo
un apparecchio di stampo prevalentemente consumer (la ePhoto
307) e due modelli altamente professionali (l'ActionCam e la
StudioCam). La prima è una fotocamera digitale portatile con
tre sensori CCD per catturare, al volo, un numero maggiore
di dettagli cromatici dell'immagine, la seconda si basa su
un sensore CCD a scansione ed è impiegabile esclusivamente
per le riprese in studio ad alta risoluzione.
L'offerta Agfa per quel che riguarda gli scanner da tavolo
si basa su sei differenti modelli, diversificati per tipo di
utilizzo, risoluzione, formato e, conseguentemente, fascia
di prezzo. Il modello più di fascia bassa è lo SnapScan, in
grado di digitalizzare il formato A4 alla risoluzione ottica
di 300x600 punti per pollice, con una profondità cromatica
di 24 bit/pixel. Compatibile (come tutti i modelli Agfa) sia
con la piattaforma Macintosh che PC è offerto ad un prezzo
al pubblico particolarmente invitante, nonostante la nutrita
dotazione software che comprende oltre ai driver di gestione
anche un software di trattamento digitale delle immagini e
uno per il riconoscimento ottico dei caratteri.
Già con i modelli StudioScan IIsi e StudioStar entriamo in
ambito prettamente professionale: la risoluzione passa
rispettivamente a 400x800 dpi e a 600x1200 dpi mentre la
profondità cromatica sale in entrambi i casi a 30 bit pixel.
Anche l'area di scansione aumenta, raggiungendo il formato
8.5"x14" e a corredo troviamo una versione "Limited" di
Photoshop. Per chi necessita di una risoluzione cromatica
ancora maggiore è disponibile il modello Arcus II che
digitalizza a 36 bit/pixel e offre a corredo il modulo per
la lettura degli originali trasparenti, una versione "Full"
di Photoshop e una "Light" di FotoTune. Ancora più in altro
troviamo lo scanner Horizon Ultra, in grado di digitalizzare
fino al formato A3 con una risoluzione ottica di ben
1200x2000 punti per pollice con i consueti (per prodotti di
questo tipo) 36 bit/pixel di profondità cromatica.
DuoScan
L'apparecchio provato in queste pagine è il modello DuoScan,
probabilmente il modello più interessante dell'intera
famiglia Agfa e tra i più innovativi presenti sul mercato.
L'esclusiva particolarità di questo scanner consiste nel
fatto che la digitalizzazione di originali opachi e di
originali trasparenti avviene su piani di scansione
indipendenti, utilizzando un unico meccanismo di lettura
situato tra i due. La sola operazione effettuata nel
passaggio tra lettura di opachi e lettura di originali
trasparenti è la commutazione di uno specchio interno: si
ottimizza così il percorso ottico di lettura e non è
necessario utilizzare telai in vetro per la digitalizzazione
delle diapositive.
Utilizza un sensore CCD "trilineare" da 8000 elementi col
quale è possibile digitalizzare fino ad una risoluzione
ottica di 1000x2000 punti per pollice, interpolabili via
software dal driver di gestione fino a 4000x4000 dpi. La
conversione analogico/digitale avviene a 36 bit (12 bit per
componente cromatica) ed è possibile mantenere i 36
bit/colore anche in uscita, oltre ai canonici 24.
Sia sul telaio per gli originali trasparenti che sul piano
di lettura per gli opachi è possibile posizionare
contemporaneamente più originali per la digitalizzazione in
modalità batch. Per ogni immagine è possibile effettuare una
singola anteprima per ottimizzare i valori di lettura e
lasciare poi allo scanner il compito di digitalizzare
singolarmente tutti gli originali, generando per ognuno di
essi un file nel formato desiderato.
Il corredo software del DuoScan è quanto mai appetibile.
Oltre al software di gestione FotoLook, a Photoshop e a
FotoTune in versione "Full", troviamo l'utility FotoFlavor
con la quale è possibile correggere facilmente la maggior
parte delle caratteristiche cromatiche delle immagini.
Descrizione esterna
Pur essendo uno scanner utilizzabile sia per i materiali
trasparenti che per i supporti opachi, esteticamente ha le
sembianze di un apparecchio in grado di digitalizzare solo
questi ultimi. Manca all'appello, in altre parole, il
consueto coperchio retroilluminato e troviamo, accessibile
sul lato frontale, un cassetto estraibile per gli originale
su pellicola. Il piano di lettura per gli opachi è situato,
come al solito, sul lato superiore. Il coperchio è
incernierato, permette grazie al suo "gioco" di inserire
anche originali spessi (ad esempio libri) e la sua
superficie interna è completamente rivestita in nero per
facilitare la lettura di materiale stampato su carta molto
sottile e/o parzialmente trasparente.
Sul lato frontale troviamo tre spie e il pulsante di
accensione. Le due spie gialle indicano eventuali condizioni
di errore (quando lampeggiano) e il funzionamento delle due
modalità di lettura (opachi e trasparenti). Inutile
sottolineare che le due sedi per gli originali sono
assolutamente indipendenti e quindi è possibile posizionare
nuovi originali di diverso tipo mentre lo scanner
digitalizza.
La sede per gli originali trasparenti è, come detto, un vero
e proprio cassetto. All'interno troviamo un telaio in vetro
sul quale possiamo appoggiare direttamente le pellicole,
utilizzando gli appositi adattatori forniti a corredo o
acquistabili come accessori. Utili, ad esempio, i telai per
montare contemporaneamente più diapositive: esistono sia per
il formato 35 mm che per il più ampio 6x6 e consentono di
preorganizzare il lavoro di scansione in modo da procedere
più speditamente nel caso di letture multiple.
Infine, sul fondo dell'apparecchio, troviamo il comando di
sblocco per il carrello di lettura, da inserire manualmente
prima del trasporto dell'apparecchio onde evitare il
disallineamento degli specchi e della rimanente sezione
ottica.
Installazione
Dal punto di vista hardware, l'installazione dell'Agfa
DuoScan non è diversa da quella di un normale dispositivo
SCSI. Prima di collegarsi ad una preesistente catena è
necessario scegliere un indirizzo di dispositivo non
utilizzato e inserire il terminatore fornito a corredo se
posizioniamo lo scanner come ultimo apparato della catena.
Segue, naturalmente, l'installazione del software. Oltre a
Photoshop (che installeremo per primo) sono forniti a
corredo due CD-ROM: AgfaScanner CD 1.2 e FotoTune 2.01.
Nel primo sono contenuti i driver di gestione per tutti gli
scanner Agfa, sia per Macintosh che per Windows, in
italiano, inglese, francese, tedesco e spagnolo. Anche la
documentazione è fornita su CD-ROM, in formato Acrobat
navigabile ed eventualmente stampabile. All'utente, in
formato cartaceo, sono consegnate due sole paginette "Getting
Started" dedicate all'installazione hardware e alla prima
digitalizzazione, per verificare che l'apparecchio dia i
primi segni di vita. Inutile evidenziare che trattandosi di
uno scanner professionale la documentazione è formata da
alcune centinaia di pagine, tutte da studiare
approfonditamente se si intende avere completa padronanza
del mezzo.
Durante l'installazione software il sistema di indicare la
cartella moduli aggiuntivi di Photoshop e quella di Quark
Xpress (se posseduto). Nella prima verrà inserito il plug-in
di importazione da programma, nella seconda l'estensione di
digitalizzazione che consente di pilotare lo scanner mentre
si impagina.
Ovviamente il software di gestione prevede anche una
versione "Stand Alone" (indipendente) tramite la quale è
possibile la già citata digitalizzazione in batch di più
originali inseriti contemporaneamente e salvati in
altrettanti file immagine.
FotoLook
FotoLook è il driver di gestione degli scanner Agfa e
rispecchia anch'esso un look e una logica di utilizzo
altamente professionale. Nessun fronzolo aggiunto per far
scena, ma solo comandi potenti e ben organizzato per
soddisfare ogni possibile esigenza. Anche la più "spaccapelo".
Come nella maggior parte dei driver di interfacciamento
scanner, la finestra principale è divisa in sue zone. A
destra troviamo l'area di anteprima dell'immagine, a
sinistra numerosi menu di accesso ad altrettante
regolazioni. A seconda, poi, del software aggiuntivo
eventualmente installato (primo tra tutti FotoTune) o delle
modalità operative impostate (scanner piano, trasparenze,
negativi) si rendono disponibili un numero maggiore o minore
di menù o, all'interno di questi, di voci.
La prima scelta riguarda la modalità di digitalizzazione e,
conseguentemente, il formato digitale: al tratto, scala di
grigio, colore RGB, colore Lab, colore CMYK. Gli ultimi due
(Lab e quadricromia) sono disponibili solo in congiunzione a
FotoTune utilizzando specifici ColorLink di trasformazione
(si veda oltre). Segue il tipo di originale, la risoluzione
da utilizzare ed, eventualmente, il suo ridimensionamento.
Impostando come l'originale opaco utilizzeremo il piano di
scansione superiore, con trasparente o negativo,
utilizzeremo il cassetto interno. In modalità "negativo"
possiamo selezionare anche il tipo di pellicola utilizzata
per filtrare automaticamente la maschera colorata (la tinta
rosso/arancione/giallognola delle pellicole a colori). Se
marca e tipo del nostro negativo non è compreso in elenco...
niente paura: la classe non è acqua! FotoLook permette di
costruire automaticamente il filtro per eliminare la
maschera, semplicemente digitalizzando uno spezzone di
pellicola non esposto o la zona tra due fotogrammi.
La risoluzione di digitalizzazione può essere espressa in
termini di input o di output a seconda delle preferenze
impostate. Nel primo caso il riferimento è il nostro
originale e le sue dimensioni fisiche, nel secondo caso il
riferimento è l'utilizzo finale dell'immagine (ad esempio
una stampa a 300 punti per pollice a base 12 cm). In
entrambi i casi nell'angolo in basso a destra possiamo
leggere la dimensione totale in pixel e la sua occupazione
di memoria.
Seguono alcune regolazione più impegnative: l'intervallo di
densità, la curva dei toni, la deretinatura e la maschera di
contrasto. Il primo può essere impostato manualmente,
automaticamente o indicando via mouse sull'anteprima una
zona di alta luce (punto di bianco) e di ombra (punto di
nero). Le curve di gamma possono essere scelte tra sette
valori prefissati (1.2 - 1.5 - 1.8 - 2.2 - illumina
mezzitoni - illumina mezzitoni e ombre - illumina ombre) o
tracciate manualmente agendo direttamente sul grafico. La
deretinatura permette di eliminare il retino di stampa dagli
originali tipografici. Il driver effettua automaticamente un
sovracampionamento e una successiva reinterpolazione dei
pixel per ottenere un'immagine priva, per quanto possibile,
dei puntini tipografici. All'utente è richiesto solo di
specificare la frequenza originaria tra tre valori
preimpostati (giornale, rivista, rivista grafica
corrispondenti ai valori di 85, 133 e 175 linee per pollice)
o manualmente tra 50 e 250 lpi.
La funzione "maschera di contrasto" permette di aumentare la
risoluzione apparente dell'immagine digitalizzata agendo sul
microcontrasto tra zone di diversa intensità: è da
utilizzare con cautela in quanto un'applicazione troppo
marcata di questo filtro provoca contestualmente anche un
aumento del "rumore digitale" nelle zone scure
dell'immagine. Per evitare questo problema, scegliendo le
opzioni avanzate è possibile proteggere le zone d'ombra
dell'immagine che non verranno coinvolte dal filtro.
FotoTune
Diciamolo francamente: la vera e propria carta vincente
della dotazione software del DuoScan è senza dubbio FotoTune.
E' grazie a questo che otterremo risultati cromaticamente
perfetti, valuteremo correttamente a video gli interventi
cromatici eventualmente necessari e - soprattutto - non
avremo brutte sorprese controllando le uscite finali su
carta o su pellicola.
Dal punto di vista concettuale, FotoTune ha un funzionamento
piuttosto semplice: è, in pratica, un traduttore di
spazi-colore che utilizza "ColorTag" (profili di
calibrazione) specifici per ogni dispositivo impegnato della
nostra catena di produzione. Alcuni ColorTag di dispositivi
standard (monitor e periferiche di uscita) sono già presenti
nel CD-ROM e utilizzabili direttamente, mentre per costruire
il ColorTag specifico del nostro DuoScan si utilizzano come
riferimento le tabelle cromatiche standard IT8 fornite a
corredo. Si tratta di una slide 35 mm per la calibrazione
della parte "lettore diapositive" e una stampa 13x18 cm per
quanto riguarda la corrispondenza cromatica della parte
"scanner piano". Tanto la slide quanto la stampa fotografica
hanno un proprio codice di riferimento numerico e un
allegato file con i valori di lettura effettuati in fabbrica
attraverso un sofisticato spettrofotometro. Digitalizzate le
tabelle test (nei due modi, per riflessione e per
trasmissione) FotoTune confronta i valori letti dallo
scanner con i dati registrati sul floppy disk (specifici
delle cartine fornite a corredo) e genera il profilo esatto
del nostro dispositivo. Lo stesso può essere fatto col
monitor, partendo dai dati colorimetrici forniti dal
costruttore (indicando le coordinate cromatiche dei fosfori,
il punto di bianco, e il valore di gamma) e per le
periferiche di uscita, tenendo in giusto conto il livello di
inchiostro totale, il livello GCR (sostituzione della
componente del grigio), il controllo del nero scheletrico e
dello schiacciamento del punto.
Più ColorTag possono tra loro essere collegati per generare
i cosiddetti ColorLink. Tramite questi si può automatizzare
la digitalizzazione ottenendo in uscita direttamente file
calibrati per la resa finale. Ad esempio possiamo ottenere
direttamente dallo scanner un file già ottimizzato per la
nostra stampante a colori, per il nostro monitor, o per il
suo utilizzo tipografico. FotoTune mette naturalmente a
disposizione anche gli strumenti per spostarsi manualmente
da uno spazio cromatico all'altro ottenendo, ad esempio, un
file immagine ottimizzato per la visualizzazione a video
partendo da un file non calibrato o calibrato per un altro
dispositivo. Inoltre, è possibile avere a video l'anteprima
di stampa secondo periferiche di uscita differenti, partendo
da file immagine calibrati o non calibrati. Allo stesso modo
(e sempre sfruttando opportunamente gli spazi cromatici)
possiamo ottenere prove di stampa simulate, ad esempio la
resa di una determinata "getto di inchiostro" su una
macchina a sublimazione o di una particolare tecnica
tipografica (un tipo di inchiostro o una differente carta)
sfruttandone un'altra.
FotoFlavor
Se FotoTune risolve con approccio scientifico la
corrispondenza cromatica tra originale digitalizzato e
uscita su carta (con l'utilizzo di un monitor a colori
altrettanto calibrato) FotoFlavor risponde ad esigenze più
di natura artistica. E' un modulo aggiuntivo di Photoshop
col quale effettuare rapide modifiche cromatiche
all'immagine, organizzando in sequenze gli interventi
correttivi, salvabili su file e applicabili su immagini
diverse. Possiamo, ad esempio, regolare i punti di bianco e
di nero (alte luci e ombre), sottrarre dominanti cromatiche,
arricchire di saturazione determinate tinte, rendere il
bilanciamento globale più neutro, agire solo sulle tinte
pastello, rendere il colore dell'oro più intenso o la tinta
dell'incarnato più chiara, ridurre i disturbi nelle zone
d'ombra, aumentare il contrasto generale dell'immagine. Ogni
intervento impostato viene inserito in una lista editabile e
tutte le operazioni svolte sono mostrate in una finestra di
anteprima. In ogni momento possiamo salvare la lista di
funzioni e per richiamarla e applicarla su altre immagini
dello stesso tipo. In definitiva un valido aiuto per chi ha
la necessità di intervenire cromaticamente sulle immagini
digitali ma non intende perdersi nei meandri di Photoshop e
delle sue potenzialità cromatiche basate sui livelli e sulle
curve caratteristiche.
Concludendo
Nel corso delle nostre prove, l'Agfa DuoScan ha dimostrato
di essere un apparecchio di alto livello, adatto soprattutto
ad applicazioni di livello professionale, dedicato a chi ha
esigenze qualitative elevate, sia in termini di risoluzione
ottica che di fedeltà (e corrispondenza) cromatica. In
questo è molto d'aiuto il software FotoTune fornito a
corredo con l'apparecchio col quale è possibile calibrare le
nostre digitalizzazioni non solo rispetto al monitor
utilizzato ma anche rispetto alle uscite successive su
carta, ovvero in merito alla fruizione finale dell'immagine
digitale (che poi è quello che più interessa). Alla luce di
questo, e senza sottovalutare che a corredo troviamo
finanche Photoshop in versione completa, il prezzo di
vendita al pubblico del DuoScan appare più che proporzionato
alle caratteristiche offerte. Uno scanner professionale,
giusta via di mezzo (per prezzo e prestazioni) tra i modelli
di livello e formato ancora maggiore e i piccoli "desktop"
sicuramente più economici, ma non in grado di fornire
risultati di tale livello.
Articolo pubblicato
su
www.digiTANTO.it - per ulteriori informazioni
clicca qui
|