Articolo pubblicato sul n. 174 di
MCmicrocomputer
(Edizioni
Technimedia Srl - Roma) nel giugno 1997
Digital
Imaging:
Tektronix Phaser 450
di Andrea de Prisco
La tecnologia di stampa a sublimazione, diretta discendente
(nonché nobile evoluzione) di quella a trasferimento
termico, è tuttora l'unica in grado di offrire il
fotorealismo reale, grazie alla sua caratteristica
principale di rendere le sfumature di colore a tono
continuo, senza meccanismi di retinatura.
Per
questo aspetto, se vogliamo, è addirittura superiore alla
stampa fotografica tradizionale che, per quanto "analogica"
possa essere considerata, riproduce le sfumature attraverso
l'accostamento più o meno fitto di granuli d'argento
diversamente colorati.
La stampa a sublimazione avviene, di contro, per
sovrapposizione (e conseguente fusione) di pigmenti
cromatici della sintesi sottrattiva - ciano, magenta, giallo
e, volendo, nero - trasferiti per via termica attraverso
un'apposita testina di stampa da un rullo multicolorato ad
un supporto cartaceo speciale. E' questo, se vogliamo,
l'unico limite delle macchine a sublimazione: l'alto costo
dei materiali di stampa (anche sei o settemila lire ad
uscita in formato A4) ne hanno sempre frenato la diffusione,
questo nonostante la presenza sul mercato (già da alcuni
anni) di apparecchi super semplificati e particolarmente
economici dal punto di vista dell'hardware, ma non
altrettanto invitanti per quel che riguarda il costo dei
materiali di consumo.
Una tecnologia di stampa, in definitiva, riservata
esclusivamente all'utenza professionale di alto rango, per
applicazioni in cui il fattore qualità sia assolutamente
predominante e tale da giustificare sia l'alto costo della
macchina (una quindicina di milioni...) che l'altrettanto
elevato costo d'esercizio.
Ed è a questo tipo di utenti che si rivolge Tektronix, forse
l'unico costruttore al mondo ad offrire stampanti a colori
in ogni tecnologia, dalle macchine a getto di inchiostro
liquido compatibili PostScript alle laser a colori dal costo
copia pressoché irrisorio, dalle macchine a sublimazione
certificate Pantone disponibili sia in formato A4 che A3,
per finire - in bellezza - alla tecnologia "getto di
inchiostro solido" (già nota in passato come "getto di
cera") che offre un'elevata velocità di stampa, utilizzabile
praticamente su ogni tipo di carta.
La Phaser 450
La macchina in prova in queste pagine, la Tektronix Phaser
450, è la versione aggiornata di un precedente modello, la
440, già provata su
MCmicrocomputer un paio di anni fa.
Della 440 mantiene
inalterata l'estetica (ereditata a sua
volta dai primissimi modelli a trasferimento termico) e
l'elevata qualità di stampa. Aumenta la velocità di
elaborazione (le macchine a sublimazione di alto livello
integrano al loro interno tanta memoria e un potente
microprocessore), migliorano le opzioni di calibrazione, è
possibile utilizzare nuovi supporti ad alta durata e
stabilità nel tempo. Tra questi ultimi è da segnalare la
disponibilità di una nuova carta più pesante - più simile ai
supporti fotografici tradizionali - e specificatamente
realizzata per la nuova nata. ColorSeal è, invece, un nuovo
nastro a colori che comprende anche uno strato protettivo
(steso sulla carta durante la stampa) resistente ai raggi
UV, ai graffi e alle impronte. Disponibile ora anche un
nuovo supporto adesivo che permette il montaggio
semplificato delle immagini nonché la facile realizzazione
di etichette a colori.
L'aumento della velocità di stampa è dovuto sia all'utilizzo
di un nuovo microprocessore RISC a 24 MHz, sia al
rinnovamento dei driver di stampa, in particolar modo al
nuovo plug-in di Photoshop (Macintosh e PC) per la stampa
diretta dall'applicazione.
La Phaser 450 è disponibile in due versioni. Il modello base
utilizza 32 megabyte di RAM la versione estesa 64. Oltre a
questo il modello superiore dispone di serie di porta
Ethernet che è opzionale per il modello più economico. Con
64 megabyte di RAM è possibile utilizzare tutte le
funzionalità di PhaserMatch (il sistema di calibrazione
cromatica proposto da Tektronix) e un adeguato buffer di
input per ridurre il tempo di trasferimento di immagini di
grande dimensione.
Le stampe escono sul lato superiore della macchina, dove è
presente il vano porta nastro accessibile attraverso un
coperchio incernierato. E' possibile utilizzare nastri a tre
colori (ciano, magenta, giallo) per la stampa in tricromia,
nastri a quattro colori (dispongono in più del nero) e
nastri per la stampa monocromatica, sempre di qualità
fotografica. Sul lato anteriore della Phaser 450 è presente
un piccolo pannellino di controllo dotato di sette spie
luminose e un accesso d'emergenza alla meccanica interna da
utilizzare in caso di inceppamento di un foglio di carta. I
sette indicatori luminosi segnalano rispettivamente lo stato
di accensione, lo stato di ready, il coperchio superiore o
anteriore non perfettamente chiuso, mancanza o esaurimento
del nastro, inceppamento di un foglio all'interno della
stampante e, infine, segnalazione di errore non recuperabile
dall'utente (un guasto per il quale è necessario rivolgersi
all'assistenza tecnica). Ad ogni accensione la stampante
effettua un self test automatico, verificando sia i
componenti elettrici e meccanici dell'unità che la presenza
e il corretto posizionamento dei materiali di consumo.
Ricca, com'era da attendersi per un prodotto di alto
livello, la dotazione di interfacce e conseguentemente la
possibilità di collegamento a computer. Troviamo, di serie,
un'interfaccia parallela, una porta seriale, un porta
LocalTalk e, opzionalmente, una porta Ethernet in grado di
supportare i protocolli EtherTalk, Novell NetWare e TCP/IP.
Con i driver forniti a corredo, la Phaser 450 è impiegabile
in ambiente Windows, Macintosh e Unix. Oltre alle porte di
interfacciamento computer troviamo anche una porta SCSI per
il collegamento di un disco rigido esterno utilizzabile per
installare ulteriori font (locali alla stampante) ma non per
bufferizzare i lavori di stampa.
Non manca, infine, la possibilità di installare un cassetto
supplementare di alimentazione carta, per avere
costantemente "in linea" due formati diversi o due
differenti tipi di supporto.
Il cassetto standard per la carta, multiformato, è
alloggiato nella parte bassa. E' adibito all'utilizzo di tre
diversi formati: A4, Letter e Letter Extra. Quest'ultimo
offre una superficie utile di stampa di ben 237x323 mm,
superiore dunque all'A4 standard (210x297 mm). Per passare
da un formato all'altro, quando si utilizza il solo cassetto
standard, è necessario innanzitutto togliere tutti i fogli,
spostare un margine anteriore e un margine laterale per le
diverse dimensioni e spostare una tacca presente su uno dei
lati. La sequenza di operazioni da compiere è, in realtà,
piuttosto macchinosa e quindi a chi è interessato ad
utilizzare spesso formati differenti di carta o diversi tipi
di supporto è caldamente consigliabile l'acquisto del
secondo cassetto. Lo stesso non accade per il nastro, dello
stesso tipo per tutti i formati carta: banalmente è
dimensionato per il formato massimo utilizzabile (Letter
extra), altrimenti sarebbe stato davvero complicato venirne
a capo senza diventare matti ogni volta.
Le stampanti a trasferimento termico utilizzano un nastro
multicolorato formato da tanti spezzoni di dimensioni almeno
pari al foglio di stampa. Se srotolassimo un nastro di
questo tipo, troveremmo un rettangolo giallo, un rettangolo
ciano, uno magenta, poi di nuovo giallo, ciano, magenta e
così via. Per i nastri a quattro colori c'è anche un
rettangolo nero ogni tre rettangoli colorati per la stampa
in quadricromia. Naturalmente questo significa che,
qualsiasi cosa stampiamo, consumiamo una serie completa di
settori nastro (tre o quattro colori a seconda del materiale
di consumo utilizzato), anche nel caso limite in cui
l'immagine non contenga affatto una determinata componente
cromatica.
PhaserMatch
Installato il primo nastro multicolorato e la carta
speciale, per ottenere risultati il più fedeli possibile
sotto il profilo cromatico, è necessario procedere alla
taratura della stampante. Durante l'installazione software
(effettuabile sia da dischetti che da CD-ROM) viene
ricopiata sul nostro hard disk un'apposita applicazione di
calibrazione denominata "PhaserMatch" con la quale è
possibile effettuare la calibrazione della stampante per
quel che riguarda il bilanciamento cromatico e la linearità
dei livelli di grigio, ma anche agendo sulle curve di
calibrazione per tarare al massimo i risultati ottenibili.
Oltre a questo possiamo creare o editare profili cromatici
per simulare il comportamento di determinati supporti
cartacei o di inchiostri e procedimenti di stampa
tipografica tradizionale. Calibrazioni e profili possono
essere salvati e caricati da hard disk o inviati e ricevuti
dalla stampante.
L'applicazione PhaserMatch può essere utilizzata in modalità
semplice (Easy Calibration) o avanzata (Expert Calibration).
Nel primo caso regoleremo solo il bilanciamento e la
linearità dei livelli di grigio, nel secondo caso sarà
possibile procedere anche alla regolazione delle singole
curve cromatiche.
Richiamando la finestra "Gray Balance", possiamo stampare
una prima pagina di test contenente cinque livelli di grigio
(dal 5 al 60 per cento) ognuno circondato a nido d'ape da
ben sessanta variazioni nelle sei direzioni dei colori
primari di sintesi additiva e sottrattiva. Per ognuno dei
cinque livelli di grigio stampati livello dobbiamo cercare
(effettuando l'operazione nelle giuste condizioni di
illuminazione ambientale e aiutandoci con un'apposita dima
cromatica fornita a corredo) nella rosa di sfumature il
grigio più neutro. Sarà sufficiente cliccare a video
nell'esagono corrispondente che, da quel momento, sarà
assunto come grigio puro.
La finestra "Gray Linearity", come dice il suo nome, ci
consente di regolare la linearità dei livelli di grigio,
sempre utilizzando una pagina di test all'uopo stampata.
Dovremo individuare la corrispondenza tra diversi grigi
"retinati" ed altrettanti livelli grigi "non retinati" che
comunicheremo alla stampante con un semplice click del
mouse.
Già con queste due calibrazioni di base, la resa della
stampante è ottimizzata per il nastro utilizzato in quel
momento (l'operazione, per risultati sempre coerenti,
dovrebbe essere ripetuta ogni volta che installiamo nuovi
materiali di consumo), chi non è ancora soddisfatto dei
risultati può abilitare la modalità "Expert Calibration" e
accedere alla finestra "Calibration Curve". In questo caso
possiamo agire singolarmente sulle curve gamma delle singole
componenti cromatiche, direttamente via mouse regolandole
graficamente a video o inserendo i valori di variazione
percentuale per le intensità comprese tra il 5 e il 100 per
cento.
Insomma, chi vuole sbizzarrirsi nelle regolazioni cromatiche
(anche quelle più perverse...) trova in questo caso molto
pane per i suoi denti. Attenzione però a non esagerare: se
non sappiamo dove mettere le mani, meglio lasciar perdere.
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