Articolo pubblicato sul n. 179 di MCmicrocomputer (Edizioni Technimedia Srl - Roma) nel dicembre 1997

MCmicrocomputer


Digital Imaging:
Polaroid SprintScan 35 Plus
Binuscan PhotoPerfect

di Andrea de Prisco

Che Polaroid sia interessata più alla fotografia "particolare" che a quella "tradizionale" è ormai risaputo. Non a caso, l'azienda americana, pur essendo detentrice di migliaia e migliaia di brevetti di vario genere e tipo, è nota soprattutto per la cosiddetta "fotografia immediata". Detta anche Polaroid, per l'appunto.Copertina del numero di MCmicrocomputer contenente l'articolo
In campo digitale, tanto per non smentire le sue doti poliedriche, è presente sotto tutti gli aspetti. Esistono stampanti a colori prodotte da Polaroid, film recorder, fotocamere digitali, scanner piani e scanner per pellicole. Anzi, possiamo dire che nel "mondo dei bit colorati" il cavallo di battaglia dell'azienda americana fondata da quel genio di Edwin Land è proprio la completa gamma di scanner per pellicole, pronti a soddisfare praticamente qualsiasi esigenza di acquisizione digitale delle immagini.
E se in campo "chimico" Polaroid è notoriamente sinonimo di fotografia immediata, lo stesso possiamo dirlo in ambito digitale, dove i famosi SprintScan (il nome della linea è quanto mai azzeccato!) per velocità operativa polverizzano senza mezzi termini i più agguerriti competitor senza scendere a compromessi per quanto riguarda il livello qualitativo.
Dello SprintScan originario, il modello 35 tout court, ne abbiamo parlato quasi tre anni fa (precisamente sul fascicolo n. 150 dell'aprile 95) e in quella sede già rimanemmo estremamente soddisfatti sia per la qualità offerta che per l'incredibile velocità operativa dell'apparecchio che permetteva di ottenere ottime digitalizzazioni in poche decine di secondi contro gli interminabili minuti e minuti dei suoi concorrenti dell'epoca. Ma a conferma del fatto che la tecnologia non conosce limiti e anche il "meglio del meglio" può tranquillamente essere migliorato, dopo qualche tempo è arrivato sul mercato una nuova versione dello SprintScan 35 giustamente denominata "Plus". La marcia in più è rappresentata da una ancora maggiore velocità di scansione e da un convertitore analogico digitale a 12 bit per colore primario (36 bit/pixel di risoluzione cromatica!) che non va in crisi nemmeno davanti agli originali fotografici più "tosti" (sovraesposti, sottoesposti, contraddistinti da una gamma tonale estremamente ampia e dettagliata), negativi o positivi che siano.
Per la prova su strada del nuovo apparecchio, però, abbiamo aspettato al varco l'instancabile Polaroid: ci è sembrata, infatti, molto interessante la proposta bundle degli ultimi mesi, con cui viene proposto lo SprintScan 35 Plus (lo stesso accade anche con il modello multiformato SprintScan 45) corredato di software di autocalibrazione cromatica Binuscan PhotoPerfect, col quale è possibile ottenere digitalizzazioni praticamente perfette dai colori assolutamente corrispondenti all'originale. Pronti per la successiva fruizione digitale... senza sorprese di sorta!

Look noto

Dal punto di vista estetico, eccezion fatta per la sola finitura nera, il "nuovo" SprintScan 35 Plus non si differenzia molto dal modello base "formato tostapane" di cui accennavamo prima. Un simpatico scatolotto con una fessura superiore per l'inserimento di singole diapositive montate su telaietto e due aperture laterali atte ad ospitare il portapellicola per spezzoni in striscia da massimo 6 fotogrammi. Purtroppo, il posizionamento del fotogramma da digitalizzare avviene manualmente e non è possibile acquisire in automatico tutte le immagini dello stesso spezzone come avviene in altri prodotti di più recente realizzazione.
Il vero salto di qualità dello SprintScan 35 Plus rispetto ai suoi predecessori sta tutto nell'elettronica che ne governa il funzionamento interno. La sezione analogico digitale, che converte i valori rilevati dal sensore CCD in dati numerici di lettura, funziona a 12 bit per colore primario offrendo in questo modo il riconoscimento (teorico) di oltre 68 miliardi di sfumature cromatiche differenti. Ma questo, ovviamente, da solo non basta, e sempre dal punto di vista elettronico troviamo una nuova circuiteria hardware di trattamento del segnale che agisce in tempo reale sul colore, sulla definizione automatica della nitidezza dell'immagine, evitando virtualmente la necessità di un successivo trattamento al computer. In particolar modo se utilizziamo l'accluso software di regolazione cromatica Binuscan che, nella maggior parte dei casi, sembra proprio compiere veri e propri miracoli!
Anche sul retro dell'apparecchio, ringraziando Iddio!, non troviamo complicazioni di sorta. C'è il collegamento per il cordone di alimentazione, l'interruttore, la consueta coppia di porte SCSI sia in formato 25 che 50 pin. Il terminatore è incorporato nell'apparecchio, e si attiva attraverso un semplicissimo deviatore a slitta. L'indirizzo SCSI si setta (fin troppo) facilmente agendo su due appositi pulsantini che incrementano o decrementano la cifra visibile nella piccola finestrella. Il "fin troppo" tra parentesi è riferito al fatto che cercando a tastoni l'interruttore di alimentazione sul retro è possibile spostare accidentalmente l'indirizzo della periferica compromettendo temporaneamente il funzionamento della rimanente catena SCSI se, come spesso accade, si dispone di altre periferiche di stesso tipo collegate al computer. Pazienza!

Driver noto

Fintantoché non installiamo ed adoperiamo l'incredibile Binuscan, anche dal punto di vista software (e sempre ringraziando Iddio!) chi è abituato ad utilizzare i precedenti modelli Polaroid è immediatamente in grado di pilotare adeguatamente anche il modello Plus. Ad esempio, sempre da Photoshop (o da qualsiasi altro programma di trattamento grafico abilitato ad utilizzare i moduli aggiuntivi di acquisizione digitale) richiamiamo l'apposito plug-in SprintScan e possiamo procedere immediatamente alla nostra prima digitalizzazione.
Compare la consueta finestra di preview dell'immagine accompagnata dall'altrettanto solita finestra di comando dalla quale possiamo impostare risoluzione, dimensione, fattore di scala, tipo di supporto e formato dell'immagine. Per quel che riguarda la diapositive, è ammesso sia il formato verticale, che il formato orizzontale che il cosiddetto "superslide" di 36x36 mm per acquisire, ad esempio, buona parte anche dei fotocolor 6x6, previa riduzione a colpi di forbice e montaggio all'interno di un telaietto 5x5 cm con fessura 36x36 mm.
Per i materiali sensibili contemplati dal driver di acquisizione, oltre ai generici "bianco/nero negativo", "colore negativo", positivo e negativo "raw" (senza correzione alcuna), troviamo ben 17 tarature per altrettante pellicole differenti per sottrarre automaticamente e senza sforzo alcuno la maschera cromatica (presente in tutte le negative colore) e riequilibrare in maniera opportuna la resa tonale generale.
Il driver software degli scanner SprintScan consente un completo controllo delle operazioni di acquisizione digitale già in fase di preview dell'immagine. Possiamo fissare le alte luci, le ombre, la gamma media, intervenire sull'esposizione, sulla rimozione di dominanti cromatiche, sulla saturazione colore e sulla luminosità e contrasto, variare la curva gamma e intervenire sulla scala tonale, aumentare la nitidezza apparente intervenendo sul microcontrasto dell'immagine. Tutte operazioni che possono essere regolate finemente dall'utente più esperto o impostate automaticamente su specifica richiesta da menu, in caso di dubbio o perplessità circa il risultato cercato, ma sempre con l'immediato riscontro nella finestra di preview che mostra costantemente la reale anteprima dell'immagine in via d'acquisizione. Meglio di così...

C'e' solo Binuscan!

E' proprio la manna dal cielo. Se il nostro obiettivo, come spesso accade, è la rapida produzione di molte immagini digitali cromaticamente ineccepibili, pronte (ad esempio) per l'immediata fruizione tipografica, se non vogliamo perdere tempo a cercare il giusto equilibrio di un'infinità di parametri lasciamo lavorare Binuscan al nostro posto... e la vita ci sorriderà!
Il bello di Binuscan è proprio questo: fa tutto Lui, e lo fa bene! Pilota lo scanner attraverso il driver originale, effettua l'acquisizione salvando l'immagine su hard disk e ci ripropone nuovamente il driver per la lettura di un nuovo fotogramma. Così noi, rapidamente, digitalizziamo tutte le immagini che ci servono e, mentre effettuiamo quest'operazione tutto sommato meccanica (che, senza offesa per nessuno, possiamo demandare anche a personale non specializzato) Binuscan lavora in background riaprendo automaticamente le immagini via via acquisite, compiendo le opportune regolazioni cromatiche e tonali, risalvandole nello stesso ordine nella cartella FATTO. Più facile di così!
Naturalmente Binuscan, già tarato per operare correttamente con lo SprintScan Polaroid nella maggior parte delle situazioni "normali" offre comunque un dettagliatissimo controllo di ogni singolo passaggio, per ottenere risultati sorprendenti in tutti, proprio tutti i casi.
I moduli di elaborazione cromatica forniti con Binuscan, infatti, possono essere personalizzati facilmente se il livello qualitativo prodotto non corrisponde esattamente alle nostre aspettative. Un'apposita finestra richiamabile dall'utente, mostra l'immagine "grezza", così come è stata acquisita dallo scanner, e subito dopo la trasformazione cromatica di default. Una serie di controlli ci permette a questo punto di intervenire sulla trasformazione controllando a video il nuovo intervento correttivo (fermo restando che il risultato reale va valutato con una prova di stampa alla mano). Possiamo, ad esempio, regolare i valori di gamma globale, intervenire su ogni componente cromatica di selezione (ciano, magenta, giallo), regolare la saturazione, il contrasto e il fattore di rumore che ci permette di compensare eventuali anomalie di lettura che evidenziamo fondi non uniformi (presenza di "rumore") nonostante l'originale abbia una colorazione continua. Ancora, possiamo regolare finemente l'intervento della maschera di contrasto (regolazione del microcontrasto) in base al numero di pixel dell'immagine digitalizzata. E' noto, infatti, che quando si trattano immagini di grosse dimensioni la maschera di contrasto deve essere applicata ad intervalli di pixel maggiori per ottenere un effettivo (e tangibile) aumento della risoluzione apparente.
Insomma, Binuscan ci dà una grossa mano nella ricerca della calibrazione cromatica perfetta, fornendo risultati a dir poco eccellenti nella stragrande maggioranza dei casi e, con un minimo sforzo di raffinamento del procedimento di trasformazione, ci offre risultati entusiasmanti perfino nelle situazioni più ostiche. Leggi: materiali sovraesposti, sottoesposti, distinti da una gamma tonale eccessivamente ampia e dettagliata, affetti da dominanti cromatiche letteralmente polverizzate da Binuscan. Ottimo!


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