Articolo pubblicato sul n. 183 di
MCmicrocomputer
(Edizioni
Technimedia Srl - Roma) nell'aprile 1998
Digital
Imaging:
Olympus Camedia C-1400L
di Andrea de Prisco
Agli appassionati di fotografia (tradizionale... ormai
dobbiamo sempre specificare l'effettivo campo d'utilizzo!)
il marchio
Olympus
non dovrebbe risultare per nulla nuovo. Chi, come il
sottoscritto, si occupa di fotografia da un ventennio e più,
ricorderà certamente due pietre miliari nell'evoluzione
delle fotocamere prodotte in passato, denominate Olympus
OM-1 e OM-2. Erano due apparecchi estremamente compatti (per
un lunghissimo periodo hanno rappresentato la massima
espressione della miniaturizzazione giapponese per le
fotocamere reflex)
cuore di un sistema fotografico
professionale che già allora comprendeva accessori di ogni
tipo, obiettivi di ottima qualità (Zuiko Lens) e perfino
dispositivi per l'acquisizione fotografica in campo medico,
dove Olympus era già presente con i suoi microscopi ottici.
Pressoché identiche nell'estetica, l'OM-1 e l'OM-2 si
differenziavano per il fatto di essere una completamente
meccanica, l'altra completamente elettronica. E che
elettronica (per quei tempi)! L'OM-2, oltre ad essere stata
la prima reflex con lettura TTL della luce lampo (una
cellula, all'interno del corpo macchina rivolta verso la
pellicola, leggeva e dosava l'emissione del lampeggiatore
dal punto di vista... dell'emulsione fotografica) sfoderava
un rivoluzionario sistema di misurazione esposimetrico della
luce ambiente, anche in questo caso effettuando la lettura
direttamente sulla pellicola e/o sulla prima tendina
dell'otturatore nell'utilizzo dei tempi d'esposizione più
brevi. Una sofisticazione tecnologica così spinta (stiamo
parlando della fine degli anni settanta) che erano finanche
possibili aggiustamenti in tempo - reale durante
l'esposizione stessa! - in seguito a repentini cambiamenti
delle condizioni d'illuminazione. Fossero anche avvenuti nei
pochi millesimi di secondo d'esposizione in luce diurna.
Negli anni successivi le professionali OM-1/OM-2 sono state
sostituite rispettivamente dalla nuova coppia OM-3/OM-4
(tuttora in produzione, sempre una con otturatore meccanico
e l'altra con otturatore elettronico) ma la produzione della
casa giapponese in campo fotografico ha spalancato le porte
anche al mercato più propriamente consumer con alcuni
apparecchi reflex di fascia (e fattura) ben più economica e
con la fortunata famiglia di ultracompatte della serie "Miju".
Anno Domini 1996
Si è dovuta attendere la scorsa edizione della Photokina di
Colonia, svoltasi nell'ormai lontano 1996, per assistere al
grande salto nel mondo dei "bit colorati" da parte di
Olympus. In realtà anche all'edizione ancora precedente,
avvenuta nel giurassico 1994, c'era qualcosa di digitale
allo stand della casa giapponese: si trattava di una
fantomatica fotocamera marchiata Deltis che, per quanto ci
risulti, non è mai arrivata sul nostro mercato. Tornando al
'96, la prima grande iniezione di prodotti fotodigitali da
parte di Olympus si concretizza con il lancio simultaneo di
tre apparecchi fotografici, una stampantina a colori a
sublimazione, uno scanner per pellicole e diapositive, molto
compatto e in grado di fornire una dignitosa risoluzione di
1.770 punti per pollice (file da 11.5 megabyte per il
fotogramma 24x36 del 35mm). Le tre fotocamere digitali, con
sensore CCD da 350.000 e 810.000 pixel, hanno l'interessante
caratteristica di collegarsi direttamente alla stampantina a
colori (senza passare per il PC) per ottenere al volo
fotografie in "carne ed ossa" dai nostri scatti
assolutamente digitali.
Ma il vero e proprio salto nell'iperspazio si è avuto solo
quest'anno, con la commercializzazione del modello Camedia
1400, in prova in queste pagine, accreditato di una
risoluzione (interpolata) di ben 1280x1024 pixel, grazie al
sensore CCD da 1.4 milioni di pixel. Oltre a queste
caratteristiche spiccatamente numeriche, la Camedia 1400 pur
essendo offerta ad un prezzo di vendita del tutto
paragonabile a quello di molte altre concorrenti (poco più
di due milioni, oltre l'IVA) è in realtà un apparecchio
fotografico reflex, con ottica zoom 3x, flash e display a
colori a cristalli liquidi integrato.
Come supporto di memorizzazione utilizza schede di memoria
in standard SmardMedia. Disponibili attualmente in tagli da
4 e da 8 megabyte (con la fotocamera sono fornite due card
da 4 MB) possono diventare compatibili PCMCIA, ad esempio
per l'immediato utilizzo con un computer portatile,
attraverso un piccolo adattatore opzionale. In tutti gli
altri casi, l'interfacciamento col computer avviene tramite
porta seriale (e opportuno software di gestione) sia "verso"
la piattaforma Windows che verso quella MacOS, per le quali
sono forniti a corredo i relativi cavetti di connessione e
un CD-ROM per entrambi i sistemi.
Già dal punto di vista puramente funzionale la Camedia 1400
offre caratteristiche tecniche di tutto rispetto.
L'obiettivo zoom, come detto in precedenza, ha un'escursione
focale 3x ed è dotato di comando motorizzato (in realtà un
po' rumoroso nell'esemplare in nostro possesso). La focale
ottica varia tra 9.2 e 28 mm che corrisponde, nel formato
fotografico 135, all'incirca ad uno zoom con escursione
ottica 35-105 mm utilizzabile, quindi, nella maggior parte
delle occasioni. Anche la luminosità massima è piuttosto
interessante: alla focale minima (grandangolo) è pari a
f/2.8, alla massima (tele) si riduce a f/3.9 non essendo uno
zoom dallo schema ottico sofisticato e in grado di mantenere
costante l'apertura del diaframma al variare della lunghezza
focale. Il suo schema ottico semplificato, formato da sette
elementi ottici in sette gruppi, provoca un'evidente
distorsione a barilotto presente alle focali minori che
diventa prontamente a cuscinetto a quelle maggiori. La messa
a fuoco è naturalmente automatica e varia tra 60 cm e
l'infinito: sfruttando la "posizione macro" (va be', non
esageriamo!) dell'ottica è possibile fotografare anche ad
una distanza compresa tra 30 e 60 cm.
L'esposizione è automatica programmata, con i diaframmi che
variano di due soli valori (da 2.8 a 5.6 nella posizione
grandangolo o da 3.9 a 7.8 in posizione tele), mentre i
tempi d'esposizione, ottenuti elettronicamente dal sensore
CCD, variano senza soluzione di continuità tra 1/4 e
1/10.000 di secondo. La misurazione esposimetrica è TTL
(attraverso l'obiettivo di ripresa) e avviene a lettura
media con prevalenza al centro dell'immagine inquadrata. Il
piccolo flash integrato, "caricato a molla" sulla parte
superiore del gruppo ottico, ha un numero guida di 20,
sufficiente ad illuminare correttamente (e automaticamente)
fino a circa 3 metri di distanza dalla fotocamera. Dispone
inoltre della tipica funzionalità "anti occhi rossi" con la
quale sono emessi un certo numero di prelampi in rapida
sequenza per stimolare la contrazione dell'iride nei
soggetti ripresi. In realtà abbiamo notato che un'emissione
multipla di lampi, probabilmente utilizzati dal sistema
esposimetrico flash, si ha anche disabilitando la
funzionalità "anti occhi rossi". E questo, in alcuni casi,
può rappresentare un vero e proprio problema. In che senso?
Parlando molto francamente, non sono riuscito a fotografare
il mio gatto siamese con gli occhi aperti. Evidentemente il
suo ineguagliabile scatto felino si manifesta anche
attraverso il suo "dispositivo" antiabbagliamento
incorporato nelle palpebre: pur essendo stato ripreso quando
aveva gli occhi ben spalancati, in fotografia appariva
sempre con gli occhi chiusi o semichiusi! Fortunatamente lo
stesso problema non si manifesta con gli esseri umani...
In tutti gli altri casi, ovvero trascurando questa piccola
incompatibilità di carattere col mio gatto siamese, la
qualità immagine ottenibile con la Camedia 1400 - lo
anticipiamo subito per gli impazienti - è davvero
eccezionale in rapporto alla fascia di prezzo della
fotocamera. Non possiamo ancora parlare della tanto attesa
qualità fotografica assoluta (personalmente, come molte
dichiarato in questa e in altre sedi, smetterò di lamentarmi
pedantemente solo quando verrà infranto il muro dei tre
milioni di pixel per gli apparecchi consumer!) ma senza
ombra di dubbio... cominciamo proprio a ragionare. Certo una
buona risoluzione del CCD da sola non basta, bisognerà poi
lavorare ancora sugli schemi di microfiltratura RGB (a
quando una distribuzione stocastica degli stessi?), sugli
algoritmi di interpolazione software per minimizzare
l'aberrazione cromatica dei sensori, sulla conversione
analogico/digitale, sulla fedeltà cromatica, sulla qualità
delle ottiche intercambiabili, sui display a colori
integrati nelle fotocamere... insomma avremo di che parlare
(e sparlare) per molto, molto altro tempo ancora.
Look spaziale
Dal punto di vista estetico possiamo dire che la Camedia
1400 tutto sembra meno che una macchina fotografica. In
realtà lo stesso succede anche con alcune fotocamere
tradizionali dell'ultima generazione, realizzate tanto da
Olympus quanto da altri produttori giapponesi
particolarmente avveniristici (almeno per quel che riguarda
il design). Diciamo, più in generale, che ha un look via di
mezzo tra quello delle fotocamere e quello delle
videocamere. Naturalmente le dimensioni sono molto più
contenute e anche il peso (470 grammi senza batterie e
scheda di memoria) non provoca certo grossi inconvenienti
per il trasporto.
Comunque, ringraziando Iddio, l'obiettivo è situato sul lato
frontale, l'impugnatura è a destra, il mirino sul retro, il
pulsante di scatto sul lato superiore e la maggior parte dei
comandi secondari sono sacrosantamente a portata di pollice.
Sul lato sinistro dell'apparecchio, coperto da uno
sportellino in gomma morbida, troviamo le connessioni per
l'esterno: l'ingresso per l'alimentatore opzionale, l'uscita
seriale per il collegamento al computer (PC/Mac), una porta
parallela per la stampantina dedicata Olympus. Manca
all'appello, stranamente, un'uscita video per poter
visualizzare via presa SCART su televisore le immagini
appena riprese: senza collegamento al computer, l'unico modo
è di guardarle a turno sul piccolo display a colori LCD
incorporato nell'apparecchio. Poco sopra è presente la
regolazione diottrica per il mirino reflex e il comando di
sblocco per il flash "a serramanico".
Sul lato superiore troviamo il pulsante di accensione
spegnimento della macchina, il deviatore coassiale a
quest'ultimo per commutare ripresa e visualizzazione delle
immagini, il già citato pulsante di scatto e il comando per
lo zoom motorizzato. A ridosso del pulsante di scatto
(premuto a metà corsa attiva la misurazione esposimetrica e
la messa a fuoco automatica) è presente un piccolo display
LCD che visualizza costantemente lo stato di alcune
funzionalità della macchina e un LED rosso che lampeggia
durante il conto alla rovescia dell'autoscatto.
Il lato posteriore è quello più ricco di particolari
interessanti. Troviamo il display a colori LCD dalla
visibilità più che soddisfacente (naturalmente la sua
risoluzione non ha nulla da spartire, nemmeno lontanamente,
con quella offerta dal sensore CCD da 1.4 milioni di
pixel!), l'alloggiamento per la scheda di memoria SmartCard
e ben otto pulsanti per attivare e controllare le molte
funzioni offerte dalla Camedia 1400, la maggior parte di
queste accessibili da menu visualizzati sul pannello LCD.
In modalità di riproduzione, i quattro tasti superiori
permettono rispettivamente di accedere all'indice delle
immagini, di scorrere tutti gli scatti effettuati a mo' di
slideshow, di effettuare stampe utilizzando la stampante
collegata direttamente alla fotocamera, di cancellare
singole immagini. Gli stessi tasti, in modalità
registrazione, permettono di impostare la lettura
esposimetrica a misurazione spot, di agire sull'automatismo
flash (per utilizzare la funzionalità anti occhi rossi e/o
per attivare/disattivare forzatamente il funzionamento del
lampeggiatore), di inserire la messa a fuoco a distanza
ravvicinata, di attivare l'autoscatto con ritardo fisso di
12 secondi.
Le pile stilo (o le batterie ricaricabili) necessarie
all'alimentazione si inseriscono all'interno
dell'impugnatura laterale. Al suo interno trova posto anche
una piccola pila di backup che mantiene in vita l'orologio
interno alla macchina: per ogni immagine ripresa, infatti,
viene tenuta traccia anche dell'ora e della data dello
scatto. Proprio come si addice ad un file di dati qual è
un'immagine digitale.
Pronti... via!
Per mettere in opera la Camedia 1400 è sufficiente inserire
le quattro pile stilo (o le batterie ricaricabili fornite a
corredo), la scheda di memoria nella quale verranno
memorizzate le immagini e iniziare a scattare. Dopo ogni
ripresa, durante i secondi necessari alla
memorizzazione/compressione digitale, l'immagine compare sul
display LCD della macchina per poter verificare la corretta
esposizione e la messa a fuoco, operata automaticamente dai
circuiti elettronici dell'apparecchio. Il mirino reflex, dal
canto suo, pur offrendo una visione prospetticamente
corretta della scena inquadrata, manca del consueto schermo
di messa fuoco tipico delle fotocamere tradizionali e quindi
non è detto che un'immagine che ai nostri occhi appare
correttamente nitida sia altrettanto a fuoco sul sensore
CCD. Un'altra "stranezza" del mirino della Camedia 1400
riguarda il finto ribaltamento dello specchio reflex
(peraltro assente nella fotocamera) al momento dello scatto
(l'immagine sparisce per un attimo alla vista dell'utente)
al solo scopo di confermare l'effettiva ripresa.
All'interno del mirino è visibile un riferimento circolare
per la messa a fuoco e per l'eventuale misurazione spot
dell'esposimetro. Premendo a metà corsa il pulsante di
scatto la fotocamera effettua e blocca entrambe le
misurazioni, permettendo in questo modo di ricomporre a
proprio piacimento l'immagine senza correre il rischio che
il soggetto principale, magari decentrato nell'inquadratura,
venga fuori fuoco o sottoesposto/sovraesposto. Sempre nel
mirino sono visibili un LED verde e un LED giallo: il primo
segnala la corretta o l'impossibilità di effettuare
correttamente la messa a fuoco, il secondo si riferisce alla
ricarica del flash o alla necessità della luce lampo in
condizioni di illuminazione ridotte.
Tra uno scatto e il successivo è necessario attendere circa
otto secondi affinché l'immagine ripresa sia compressa e
salvata all'interno della memoria SmartCard. Da menu
possiamo selezionare tre differenti formati file: SHQ e HQ
utilizzano una risoluzione di 1280x1024 pixel, SQ si limita
a fornire immagini 640x512. Tra HQ e SHQ la differenza
risiede solo nel grado di compressione JPEG utilizzato, ma
dalle nostre prove effettuate appare praticamente inutile
utilizzare quest'ultima modalità, molto più costosa in
termini di occupazione di memoria (circa un megabyte ad
immagine) a fronte di una qualità impercettibilmente
superiore. In modalità HQ, pur sfruttando la massima
risoluzione, si riescono a salvare da 12 a 15 immagini in
una scheda di memoria da 4 megabyte, mentre accontentandosi
della risoluzione inferiore di 640x512 pixel del modo SQ
l'autonomia risulta essere quattro volte maggiore (in media
si riescono a salvare una cinquantina di scatti nei consueti
4 megabyte delle schede SmartCard fornite a corredo).
Tra le rimanenti opzioni selezionabili da menu apprezziamo
molto la presenza della compensazione manuale
dell'esposizione (di tre stop in sovra o in
sottoesposizione) anche se avremmo gradito un accesso più
immediato a questa importante funzione, tipo un pulsantino o
una rotellina sempre a portata di dito.
Il software di gestione
Sia per piattaforma MacOS che nel caso di Windows sono
forniti a corredo un'utility stand-alone di interfacciamento
con la fotocamera che un consueto plug-in (driver TWAIN nel
caso di Windows) per importare le immagini direttamente
all'interno dei programmi di fotoritocco come Photoshop.
Possiamo, inoltre, pilotare da computer la fotocamera per la
ripresa di immagini, così come impostare i parametri di
funzionamento e settare automaticamente data e ora
dell'apparecchio, sincronizzandole con quella del PC
collegato.
L'utility permette inoltre di effettuare l'upload delle
immagini (da computer a fotocamera) nonché di effettuare
semplici operazioni di editing (rotazione, riflessione,
ridimensionamento), agire sulla resa cromatica, modificare
il numero di colori utilizzato dall'immagine o trasformarla
a livelli di grigio.
In conclusione
L'Olympus Camedia 1400, come già avrete capito leggendo
quest'articolo, ci ha soddisfatto... un bel po'. Non
rappresenta certo la perfezione assoluta riguardo le
fotocamere digitali "consumer-ma-non-troppo" che aspettiamo
da tempo, ma ci si avvicina abbastanza. Una volta tanto ci
troviamo di fronte un prodotto offerto ad un prezzo di
vendita (FINALMENTE!) allineato con le reali caratteristiche
offerte, dotato di signor sensore CCD in grado di fornire
una qualità immagine ben più che accettabile, facile ed
immediata da utilizzare, completa sotto molti aspetti, con
un look sì un po' "plasticoso" ma non al punto da sembrare
un giocattolino da due soldi, come accade con altri prodotti
dal marchio finanche più blasonato di Olympus. In definitiva
un ottimo prodotto, con alcuni dettagli minori migliorabili
(i fotografi più smaliziati avrebbero gradito un maggior
controllo dell'esposizione e qualche informazione in più nel
mirino) che, soprattutto, non farà pentire dell'acquisto
dopo aver effettuato i primi scatti. Cosa che generalmente
succede con le fotocamere digitali di fascia bassa tuttora
in commercio. Si spera ancora per poco...
Articolo pubblicato
su
www.digiTANTO.it - per ulteriori informazioni
clicca qui
|