Articolo pubblicato sul n. 175 di MCmicrocomputer (Edizioni Technimedia Srl - Roma) nel luglio 1997

MCmicrocomputer


Digital Imaging:
Nikon F5 Digital:
Sogni mostruosamente proibiti...

testo e fotoelaborazioni di Andrea de Prisco

 

 

Inutile nasconderlo. Alla fotocamera digitale dei miei sogni ci penso (giorno e notte!) da lunghissimo tempo. Se fossi il presidente della Nikon Corporation non esiterei a promuovere di corsa la progettazione e la realizzazione di una fotocamera digitale atta a soddisfare le aspettative anche degli utenti più esigenti. E, per quanto possa sembrare anacronistico, immaginerei la nuova fotocamera "ad uso promiscuo", digitale o tradizionale a seconda del dorso installato. Una fotocamera sicuramente reflex, con messa a fuoco automatica, mirino intercambiabile, concepita per utilizzare obiettivi e accessori standard, dotata di otturatore elettronico e sofisticato controllo esposimetrico per esporre correttamente le pellicole fotografiche tradizionali.

Quando l'utente, per necessità o per semplice voglia, decide di passare al digitale, non dovrà far altro che installare al posto del dorso tradizionale quello elettronico, dotato internamente di un sensore CCD e esternamente di un display a cristalli liquidi a colori da utilizzare sia per visionare le immagini precedentemente scattate, sia per verificare al volo l'esposizione impostata automaticamente dalla fotocamera. Per salvare le immagini, il medesimo dorso digitale potrebbe ospitare un alloggiamento per schede di memoria PCMCIA da 10 o 20 megabyte, oppure un piccolo hard disk rimovibile per un'autonomia di ripresa ancora maggiore.

Le immagini potrebbero essere salvate in formato JPEG, ma con un livello di compressione non eccessivo, per evitare perdite di dettaglio visibili ad occhio nudo. Come sensore CCD opterei naturalmente per un formato "pieno" 24x36 mm in modo da non falsare l'angolo di campo degli obiettivi a corredo. Utilizzerei un sensore da almeno tre milioni di pixel per risultati, pur lontani da quelli ottenibili con la pellicola fotografica (una diapositiva 24x36 riesce a registrare qualcosa come venti milioni di punti!), comunque sufficienti per ottenere stampe più che dignitose da una moderna stampante a getto di inchiostro di buona qualità.

Nelle mie elucubrazioni mentali digital fotografiche, ho anche elaborato un semplice schema di interpolazione dei pixel col quale ottenere una buona risoluzione reale a partire dai tre milioni di pixel disponibili sul sensore CCD. E' noto, infatti, che i sensori CCD sono solo monocromatici: non sono direttamente sensibili ai colori ma leggono solo variazioni di luminosità. Per realizzare sensori a colori è necessario filtrare secondo il consueto schema RGB della sintesi additiva i singoli pixel di cui è composto il dispositivo di lettura. Tre milioni di pixel, tre milioni di microfiltri RGB, depositati singolarmente sugli elementi di lettura. E non è fantascienza: pensate che l'eccezionale dorso digitale Dicomed BigShot per Hasselblad conta la bellezza di 16 milioni di pixel e, nella versione a colori dello stesso, quest'ultimi sono ad uno ad uno rivestiti da altrettanti milioni di microfiltri RGB. Considerato poi che nella regione del verde il nostro occhio ha la sua massima sensibilità, dei tre milioni di pixel disponibili la metà esatta (scegliendoli in disposizione a scacchiera, vedi figura) li filtrerei utilizzando un pigmento verde a banda moderatamente ampia.

 Abbiamo quindi un milione e mezzo di pixel per acquisire, in pratica, l'informazione luminanza della scena ripresa. Considerata poi la disposizione a scacchiera dei pixel verdi, l'interpolazione dei punti mancanti appare assai semplificata: in ogni punto dove non è presente un pixel di questo colore ne troviamo ben quattro nelle sue immediate vicinanze. Lo stesso è possibile per il terzo colore da interpolare: ad esempio dove è presente un pixel blu, nel suo intorno (sempre secondo lo schema in figura) troviamo anche quattro elementi filtrati in rosso, e dove c'è un filtro di questo colore troviamo nelle sue vicinanze ben quattro elementi filtrati in blu (oltre ai consueti quattro tasselli verdi). Lo stesso, anche se in misura ridotta, avviene per interpolare i colori rosso e blu nei punti dove è disponibile un elemento con filtratura verde: in questo caso (tenete sempre d'occhio la figura in basso) abbiamo nelle vicinanze due punti rossi e due punti blu disposti rispettivamente in orizzontale e in verticale.

PS: non correte a prenotare l'incredibile Nikon F5 Digital che vedete illustrata in questa pagina. Fa parte del sogno, è solo frutto della mia fantasia e della potenza esplosiva dell'elaborazione digitale delle immagini. Se poi in Nikon vogliono accogliere il mio invito, sono perfino disposto a cedere gratuitamente l'idea...

 


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