Articolo INEDITO per il n. 219 di MCmicrocomputer (Edizioni Pluricom Srl - Roma) MAI PUBBLICATO!
Voglio
di più… Certo che i tempi sono proprio cambiati. Una volta bastava davvero poco per essere felici, oggi capita a volte di ingegnarsi in tutti i modi e “a qualsiasi costo” per complicare le cose. Un esempio per tutti sono i telefonini talmente tanto “ini” da risultare, alla fine, quasi inutilizzabili. Sia per la ridotta dimensione dei tasti sia, perché no?, per il formato pressoché impalpabile dell’apparecchietto stesso. Ottimi da trasportare, non c’è dubbio, ma molto, molto difficili da utilizzare una volta in funzione: perché??? Parlando più in generale, ci sono – o quantomeno ci dovrebbero essere - oggetti che per loro natura dovrebbero essere l’essenza stessa della semplicità… atta a semplificare la vita all’utente. Evidentemente, però, non tutti gli utenti sono uguali e ogni tanto tocca accontentare anche gli incontentabili. E’ il caso, secondo il mio modesto parere – ma non si tratta tout-court di un processo all’intenzione (tecnologica) - dell’ultimo arrivato in casa Palm, l’m505, praticamente identico al modello in prova lo scorso mese su MC (l’m500) ma con in più (o in meno?!?) un “bel” display a colori in luogo di un più tradizionale (e per certi versi sufficiente viste le funzionalità in gioco…) pannello a livelli di grigio. Bisogna innanzitutto intendersi su una cosa: questi oggettini – dal costo, en passant, tutt’altro che contenuto: si può arrivare a sfiorare i due milioni per certi PocketPC “d’alto bordo” – servono per essere utilizzati realmente o per essere mostrati, orgogliosi dell’acquisto testé fatto, a parenti e amici come una nuova, fiammante, fuoriserie??? Il pannello a colori, su oggettini tascabili come questo - ribadiamo: PalmOS o PocketPC che siano - ha di sicuro un solo vantaggio (il fatto, banale, di essere a colori) ma anche una serie ben più articolata di “difetti”. Primo tra tutti il fatto, ben evidente “agli occhi di tutti”, di offrire una scarsissima visibilità nell’utilizzo per così dire normale, se non in condizioni di illuminazione ambiente particolarmente ottimali. Messo a confronto diretto col sul fratellino monocromatico – resa tipografica permettendo potete osservare anche su queste pagine le differenze - il giudizio non può che essere impietoso nei confronti del modello a colori. La differenza in tal senso (negativo) è proprio abissale. Certo, le cose cambiano nel caso in cui decidessimo di accendere la retroilluminazione… ma così facendo ridurremmo drasticamente l’autonomia di utilizzo delle piccole, piccolissime, batterie ricaricabili (non sostituibili “al volo”) incorporate del palmare. Se a questo aggiungiamo che il “plus” a colori viene ceduto con un sovrapprezzo medio – valido in molti casi - di circa trecentomila lire… è chiaro che se non apparteniamo rigidamente alla categoria degli incontentabili (di quelli affetti da sindrome di “modellodipuntite acuta”) occorre un minimo esame di coscienza prima di lasciarsi andare con decisioni affrettate. Ovviamente tutte queste considerazioni sull’opportunità di un display a colori retroilluminato su un oggettino di tale fattura, lo ripetiamo ancora, non vanno riservate ai soli prodotti Palm. E’ come detto moda assai diffusa anche (o soprattutto?) sui palmari PocketPC - o Windows CE 3.0 che dir si voglia – accreditati addirittura di performance multimediali. Pare che con questi “cosetti” sia previsto addirittura la visione di film sul piccolo (piccolissimo…) schermo, salvo poi verificare due cose assolutamente non secondarie: l’autonomia delle batterie, quasi sempre anche in questi casi non sostituibili, e, assolutamente non meno importante, dove posizionare fisicamente (in quale hard disk fantasma o lettore ottico assente, viste le dimensioni in gioco…) il filmato digitale pronto da visualizzare. O arrivava direttamente, non ricordo… (sigh!!!), via etere tramite una connessione cellulare digitale, nelle migliori delle ipotesi a 250 lire al minuto??? (per la serie: “voglia di UMTS… saltami addosso!!!”). Insomma, produttori cari, qui toccherebbe farsi un vero e proprio esame di coscienza (più “voi” che “noi” a quanto pare!): non è che state, per caso, correndo troppo? Progresso tecnologico permettendo, ben venga un display a colori dalla visibilità non limitata (e dal consumo energetico non spropositato), sia ben chiaro, ma perché forzare così tanto la mano implementando tecnologie non mature – per l’utilizzo alle quali sono chiamate – pur di accontentare (ma siamo proprio sicuri di questo?) qualche utente un po’ più smaliziato?
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