Articolo pubblicato sul n. 145 di MCmicrocomputer (Edizioni Technimedia Srl - Roma) nel novembre 1994

MCmicrocomputer


Prove prodotti:
Antea SHD  DESIGNote

di Andrea de Prisco

E' vero, dovrei proprio vergognarmi. E' domenica mattina, siamo alla fine di ottobre (al rientro dallo SMAU) e' "quasi" una bella giornata, e invece di andarmene a spasso per Roma (Fontana di Trevi, dimenticata ormai la Tototruffa ai danni di Decio Cavallo, profuma dolcemente ancora di Claudia Schiffer) me ne sto rintanato nel mio studio a scrivere questa prova per MCmicrocomputer. Dobbiamo NECESSARIAMENTE correre per cercare di recuperare il ritardo indotto dalla nostra massiccia partecipazione allo SMAU che, tra una cosa e l'altra, chi ha tenuto impegnati full time per una buona decina di giorni.Copertina del numero di MCmicrocomputer contenente l'articolo

Confesso comunque, qualora ce ne fosse bisogno, che lavorare di domenica e' davvero straziante. Appena ho acceso il computer, all'incirca alle 11 del mattino, ho cominciato a sbadigliare: a nulla stanno servendo i tre caffe' finora incamerati col preciso intento di trovare la forza. Cosi', per farmi coraggio, ho deciso di autopunirmi rileggendo alcune introduzioni di miei articoli di alcuni anni fa, sempre rigorosamente tramandate di hard disk in hard disk man mano che cambiavo computer, sperando di trovare li' l'ispirazione giusta.

Sono bastate poche righe per mettermi le mani nei capelli. Ho cosi' scoperto che a quei tempi, disporre di un 386SX era il non plus ultra, con un disco da 60 megabyte non avremmo mai potuto desiderare nulla di piu', mentre la memoria centrale poteva variare tra 1 e 5 megabyte per la gioia anche dei programmi piu' esigenti. Mi sono sentito un po' cretino. Poi ho detto: forse eravamo tutti noi (utenti) un po' cretini. Il problema e' che forse lo siamo tuttora o non lo siamo mai stati. Rispolverare l'annoso problema dell'eccessiva/necessaria potenza disponibile in un notebook e' assolutamente sconsigliabile. Voglio evitare, almeno in questo articolo, di rimettermi le mani tra i capelli quando mi capitera' di rileggerlo tra pochi anni.

Il portatile che mi accingo a provare questo mese si chiama DESIGNote, e' prodotto e distribuito dalla Antea SHD di Torino e rappresenta un ottimo concentrato di ergonomia, potenza, estetica, modularita' e, conseguentemente, versatilita'. Composto da tanti moduli che si incastrasto l'un l'altro come in un prezioso mosaico, puo' essere configurato in svariate versioni, secondo le necessita' del singolo utente. A cominciare dal processore, che spazia dal moderato 486SX-33 al performante 486DX4-75, e dal display (monocromatico, colore matrice passiva, colore matrice attiva), per finire all'hard disk rimovibile, all'alloggiamento per schede PCMCIA, e al floppy disk sostituibile con un adattatore di networking, un'interfaccia SCSI  o IBM 3270.

L'esemplare in nostro possesso e' dotato di processore DX-2 a 66 MHz, display a colori a matrice attiva, hard disk da 340 megabyte, 4 megabyte di RAM espandibili a 20. No comment (non ci casco piu'...)

 

Descrizione esterna

 

L'estetica del DESIGNote e' contraddistinta da linee morbide: il colore utilizzato e' un bel grigio medio, leggermente tendente all'indaco. Nel maneggiarlo si ha la netta sensazione di avere a che fare con un oggetto molto robusto e ben equilibrato. Tutt'intorno troviamo diversi sportellini che proteggono le sedi per le varie componenti o le interfacce per il mondo esterno. Sul retro ne troviamo addirittura due: un primo sportellino nasconde sia la porta parallela che la porta seriale, il secondo, a scomparsa, protegge il grosso connettore per la docking station disponibile a richiesta. Sempre sul retro troviamo una presa standard PS/2 per tastiera esterna e/o mouse, l'uscita audio e l'ingresso per il microfono esterno oltre, naturalmente, alla presa per l'alimentazione. Il portatile e' comunque dotato sia di un piccolo microfono che di un altoparlante incorporato che fanno capo alla sezione audio interna Soundblaster compatibile.

Sul lato destro e' presente il drive per floppy disk da 1.4 megabyte, come detto, estraibile ed intercambiabile con altre interfacce opzionali. Sfilando il drive e' possibile accedere, dal fondo del portatile, all'alloggiamento per l'espansione di memoria disponibile in tagli da 4 o 16 megabyte. Sempre sul fondo troviamo i comandi di sblocco per rimuovere l'hard disk o la batteria ricaricabile. Quest'ultima,  in tecnologia NiMH, offre un'autonomia di funzionamento di circa due ore, aumentabili grazie all'utilizzo delle utility di gestione ottimizzata dei consumi (timeout sull'hard disk, sulla retroilluminazione dello schermo, sull'intero sistema).

Il lato destro e' occupato dall'alloggiamento per schede PCMCIA di tipo 3 (compatibile con una coppia di schede di tipo 2) e dall'uscita video per monitor esterno VGA. La sezione video utilizza un megabyte di VRAM ed e' interfacciata con il microprocessore attraverso un local bus di tipo VESA, grazie al quale offre prestazioni elevatissime anche da questo punto di "vista".

Per accedere al vano tastiera-display si agisce, molto comodamente, sul comando di sblocco situato al centro del lato frontale. Ad un tanto bello e comodo pulsante corrisponde, purtroppo, un ingombrante blocco a molla che vi affaccia sul lato superiore della macchina aperta, proprio a ridosso della trackball integrata. La disposizione di questa e della tastiera, in posizione avanzata verso il display, mostra fin troppo evidentemente (ma hanno fatto benissimo!) l'ispirazione ai primi PowerBook della Apple che hanno sicuramente fatto scuola nel campo dell'ergonomia dei computer portatili. La trackball al centro della (ampia) zona antecedente la tastiera  e' facilmente raggiungibile sia con la destra che con la sinistra senza la necessita' di allontanare le dita dalla tastiera. Sopra e sotto la pallina, troviamo i due tasti destro e sinistro del mouse: quello inferiore e' un po' scomodo da raggiungere per via della presenza del gia' citato blocco a molla del coperchio display.

La tastiera ha, come sempre, l'ormai consueta disposizione imposta dai costruttori Taiwanesi, della quale critichiamo (purtroppo si rischia di essere ripetitivi) la posizione dei tasti  PageDown e Home che possono rendere difficoltoso l'utilizzo dei tasti BackSpace ed Enter, relegati in questo modo in seconda fila. Il tasto presente in basso a sinistra, dotato di serigrafia blu Fn, permette l'accesso a tutti gli altri tasti serigrafati nello stesso colore. Anche l'accensione e lo spegnimento della macchina (cosi' come il passaggio forzoso allo stato di stand by) utilizzano il tasto Fn. Per accendere il computer premeremo Fn+Enter, per spegnerlo Fn+Alt+Home (giustamente piu' complicato per evitare azionamenti involontari), per passare in stand by Fn+Esc. Lo stand by puo' utilizzare la memoria centrale o l'hard disk per conservare l'intero stato del sistema. Nel primo caso si avra' un consumo di corrente ma una transizione da acceso a stand by o viceversa pressoche' immediato, nel secondo caso viene trasferito in pochi secondi tutto il contenuto della memoria sull'hard disk (e viceversa) con il vantaggio di un consumo di corrente assolutamente nullo durante lo stato di ibernazione.

Tra tastiera e display troviamo la consueta fila di spie che segnalano l'accensione, la carica della batteria, lo stato di suspend, le attivita' dell'hard disk e del floppy disk, lo stato dei tasti PadLock, NumLock, CapsLock e ScrollLock.

Oltre alla posizione avanzata della tastiera, alla disposizione centrale della trackball, il terzo elemento ergonomico del portatile Antea e' senza dubbio il display. L'esemplare in nostro possesso dispone di un'unita' a matrice attiva a colori dalla visibilita' eccellente, ma abbiamo avuto modo di ammirare anche il display a colori a matrice passiva che compie egregiamente il suo compito ad un costo di gran lunga inferiore rendendo il prezzo di acquisto del notebook significativamente piu' appetibile. Se invece vogliamo ridurre al minimo l'esborso di denaro e' offerta anche la possibilita' di acquistare il display monocromatico anche se, con i tempi che corrono (i programmi utilizzano sempre piu' il colore) sarebbe consigliabile orientarsi per lo meno su un display a colori a matrice passiva, dal costo comunque contenuto.

 

All'interno

 

La prima impressione di elevata robustezza che il notebook Antea mi ha comunicato appena l'ho sollevato, trova immediata conferma una volta smontato l'attrezzo per la mia solita visitina interna. Per aprire il DESIGNote e' sufficiente svitare sei sole viti, tutte presenti sul fondo, tutte ben visibili. Prima di procedere allo svitaggio e' necessario togliere la piccola trackball integrata (trattenuta al suo posto da un robusto fermo elastico) e sollevare la tastiera, elettricamente collegata all'elettronica da una classica coppia di flat cable.

Come forse saprete (o non saprete) nello smontaggio di un portatile e' proprio in questo momento che cominciano i dolori. Nel separare i due semigusci e' necessario porre molta attenzione al flat cable di collegamento tra piastra madre (solitamente ancorata al semiguscio inferiore) e display a cristalli liquidi (incernierato a quello superiore). L'operazione e' generalmente molto piu' complicata di quanto potrebbe sembrare dato che il display pesa, il flat cable e' di solito cortissimo ed e' molto facile strapparlo irreparabilmente durante l'operazione. Confesso che una volta e' successo anche a me, nonostante abbia alle spalle l'apertura e la corretta ricomposizione di almeno una cinquantina di portatili diversi, appartenente a svariate generazioni di macchine di questo tipo. Tornando al notebook Antea, non potete immaginare la mia felicita' nel constatare ed apprezzare il fatto che i due semigusci non sono collegati da alcun flat cable, ma il pilotaggio del display passa attraverso una coppia di connettori maschio-femmina, saldamente ancorati alle due parti che si collegano e si scollegano "da soli" unendo o separando i semigusci.

La scheda madre occupa circa la meta' dell'impronta del portatile. Il processore, sormontato da un'aletta di raffreddamento "mozzata", e' situato sul lato superiore (accessibile e sostituibile semplicemente asportando la tastiera) mentre la maggior parte dei componenti integrati e' sistuata sul lato inferiore. Solo la sezione di alimentazione e' posta su una schedina a parte, collegata all'elettronica da una coppia di connetori da stampato e da un cavetto quadripolare che porta l'alimentazione all'hard disk e, presumibilmente, anche alla meccanica per floppy disk incredibilmente sottile.

Sulla scheda madre troviamo anche quattro megabyte di RAM per il processore e tutta la sezione video sia per il pilotaggio del display integrato che per il collegamento ad un monitor esterno.

 

Conclusioni

 

DESIGNote e', come avrete capito leggendo questa prova, un portatile con molti vantaggi e praticamente nessun difetto di rilievo. E' piccolo, leggero (2.7 kg), molto potente (finanche DX4 a 75 MHz), ha una finitura estetica molto curata (oltreche' riuscitissima), e' molto modulare e ha un prezzo assai contenuto. Gia', di questo aspetto non ne avevamo ancora parlato: premesso che per stabilire il prezzo di un DESIGNote e' necessario utilizzare uno spreadsheet (per quante sono le possibili varianti o configurazioni), e' comunque facile scoprire che comunque effettuiamo la somma (leggi: comunque decidiamo di configurare il nostro portatile), il prezzo finale ottenuto appare particolarmente aggressivo. Ad esempio, una macchina base, con display monocromatico, processore SX-33, hard disk da 120 megabyte costa due milioni e settecentomila lire. Se desideriamo il display a colori a matrice passiva basta aggiungere al prezzo base un milione, per il display a matrice attiva servono invece due milioni e novecentomila lire. Per un processore piu' veloce, ad esempio il 486 DX2-66 la differenza e' di duecentomila lire mentre per aumentare l'hard disk a 250 megabyte dobbiamo aggiungere trecentosessantamila lire e per raggiungere quota 340 megabyte basta sommare altre duecentonovantamila lire. Calcolatrice in mano, il portatile provato costa 6.450.000 lire, sicuramente un prezzo ben proporzionato alle caratteristiche offerte.

 

Antea SHD DESIGNote

 

Produttore e Distributore

 

Antea SHD

Via Piazzi 54/L

10129 Torino

Tel. 011/3199922

 

DESIGNote 486DX2-66, hard disk 340 megabyte, RAM 4 megabyte, display a colori a matrice attiva L. 6.450.000

 

 


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