Articolo pubblicato sul n. 130 di MCmicrocomputer (Edizioni Technimedia Srl - Roma) nel giugno 1993

MCmicrocomputer


Prove prodotti:
Apple Macintosh Centris 610

di Andrea de Prisco  

Cinque o sei anni fa, il mio primo articolo riguardante la recensione di un prodotto Apple, iniziava piu' o meno cosi': "C'era una volta il Macintosh, un simpatico parallelepipedo a sviluppo verticale... ". Era la prova del Macintosh II, che inaugurava l'era del colore in ambiente Macintosh. Ma soprattutto iniziava da quel momento una diversificazione delle macchine e degli accessori che permetteva di costruire il proprio sistema su misura, per rispondere ad ogni esigenza. La "saga" dei Macintosh II e' continuata con vari modelli: Si, Ci, Cx, Fx, Vi, Vx, tutti caratterizzati dalla possibilita' di espansione piu'Copertina del numero di MCmicrocomputer contenente l'articolo o meno grande a seconda del numero di slot NuBus presenti all'interno. Basati dapprima sul processore 68020 (con MMU separata opzionale) sono pian piano passati al successore 68030, dotato come noto di MMU interna: la diversificazione tra le varie macchine era basata essenzialmente sulla velocita' del clock di sistema.

Col passare del tempo i vari Macintosh serie II sono stati affiancati, da una parte dai potentissimi Quadra, basati sul piu' veloce 68040, e dall'altra da una nuova linea di prodotti entry level. Questi comprendono il sempre piu' rinnovato "parallelepipedo" denominato Classic (poi Classic II e Classic Colour) e i piu' flessibili LC arrivati alla loro terza generazione con l'ultimo LC III.

Nel rinnovamento della gamma mancava qualcosa di nuovo al centro: delle macchine non particolarmente espandibili, desktop, poco costose (in rapporto alle prestazioni), ma comunque rivolte all'utenza professionale. Quindi possibilita' di utilizzare vari tipi di monitor, una discreta velocita' di elaborazione, un minimo di flessibilita' anche per la scelta delle memorie di massa.

Il nome di queste nuove macchine e' sicuramente azzeccato: Centris. Due i modelli attualmente in commercio, 610 (in prova su questo numero) e 650 (di cui vi racconteremo le differenze in apposito box).

Il Centris 610 utilizza, a 20 MHz, una versione semplificata del 68040 priva, cioe', del coprocessore matematico integrato ma non della cache e della MMU. Come memorie di massa si va d un minimo di un hard disk da 80 megabyte alla versione piu' completa dotata di HD da 230 megabyte e lettore di CD-ROM SC 300 incorporato.

Puo', come tutti i nuovi Macintosh, utilizzare tutti i tipi di monitor Apple (tra cui anche il 15" verticale) e molti monitor "terze parti" compresi alcuni VGA e SVGA utilizzando un apposito cavo. Le possibilita' di espansione sono limitate ad un slot PDS (Processor Direct Slot) sul quale pero' possiamo installare un NuBus Adaptor per utilizzare una scheda NuBus. La Ram disponibile va da un minimo di 4 megabyte (8 per la versione CD) espandibile attraverso due slot SIMM da 72 pin fino a 68 megabyte utilizzando moduli da 32.

Per quanto riguarda la videoram si parte con 512K espandibili ad un megabyte per avere sedici milioni di  colori sui monitor piu' piccoli e trentaduemila su quelli piu' grandi.

Il Centris 610 ha un solo difetto (quasi inspiegabile). Ce lo fuciliamo subito, cosi' non ci rimarra' altro che decantare tutti i suoi tantissimi pregi. Diversamente da tutti i Macintosh serie II (dei quali e' discendente diretto) non ha l'accensione e spegnimento servoassistita. Accensione toccando il tasto in alto a destra della tastiera e spegnimento dal menu "Altro" del Finder. Si comporta, solo da questo punto di vista, come un Macintosh di fascia bassa: pulsante di accensione "hardware" e selezionando "Smetti" da menu, appare la consueta finestra (dopo aver sistemato le sue cose sulle memorie di massa) "Adesso puoi spegnere Macintosh". Ancor piu' inspiegabile e' l'alimentazione del monitor fornita dal computer, sempre sotto tensione anche a macchina spenta. In pratica per mettere in funzione il Centris 610 e' sufficiente una sola presa di corrente, ma necessario premere due interruttori: sulla macchina e sul monitor. Per lo spegnimento bisogna prima utilizzare la gia' citata voce "Smetti" dal menu "Altro", e poi ripremere i due interruttori. Penso che con qualche spezzone di filo e alcune saldature, se un giorno acquistero' per me un Centris 610, appena scaduta la garanzia porro' rimedio almeno a problema del monitor sempre alimentato. Magari mostrandovi attraverso un articolo i vari passi da compiere (sotto vostra responsabilita', pero').

 

Descrizione esterna

 

Diversamente dal suo fratello maggiore (il Centris 650, che utilizza il medesimo cabinet del Mac II Vi/Vx) il Centris 610 sfoggia un look inedito, con una linea ultra sottile, che ricorda alcune workstation grafiche della Sun Microsystems simpaticamente soprannominate oltreoceano "Pizza-Box". L'effetto e' gradevolissimo, il monitor appoggiato sopra non risulta cosi' troppo elevato da costringerci a posizioni "tipo giraffa" poco ergnonomiche per noi umani. Fortunatamente il bel monitor 16" a colori Apple ha il supporto basculante smontabile in modo da poterlo appoggiare direttamente sul cabinet del 610 ad una altezza "dal suolo" sicuramente piu' che accettabile.

La linea e', come di consueto, pulitissima: sul lato frontale troviamo semplicemente un piccolo led che segnala lo stato di accensione, la meccanica CD-ROM (acquistando il modello senza CD-ROM potremo utilizzare tale alloggiamento per ospitare qualsiasi altra unita' interna da 5.25"), il SuperDrive da 1.4 MB e il gia' citato (e poco apprezzato) interruttore di accensione. Sia il CD-ROM che il SuperDrive hanno il consueto buchino espelli disco da utilizzare solo in caso d'emergenza: e' noto, infatti, che i Macintosh hanno l'espulsione dei dischi servocomandata controllata, tramite Finder, dall'azione di trascinare l'icona del disco removibile sul ben noto cestino o direttamente dai programmi in uso alla richiesta di sostituzione disco.

L'unica cosa che non capisco bene, e' perche' la maggior parte dei costruttori di meccaniche per CD-ROM si ostini a imporre l'utilizzo di caddy per inserire i CD. E' vero che all'interno di un caddy il CD e' piu' protetto, ma vorrei sapere quanti utenti ne acquistano uno per ogni CD-ROM. Di solito e' un continuo togli e metti da caddy, prima di inserire questo nella meccanica: non mi dite che cosi' i CD-ROM durano di piu'... Non sarebbe meglio utilizzare le meccaniche (sicuramente meno costose) dei lettori CD da auto con le quali e' possibile inserire il CD come fosse un normale 45 giri in un mancia dischi (ve li ricordate?) e non stare a perdere tempo con questo stramaledettissimo caddy? Va beh, io lancio la pietra: spero di non fare male a nessuno.

Tornando al bellissimo 610, sul retro troviamo il connettore per l'alimentazione, la presa per collegare l'alimentazione del monitor (come detto non servoassistita), una porta SCSI, l'uscita video per il monitor, la porta stampante/AppleTalk, la porta seriale, due porte ADB (Apple Desktop Bus) per il collegamento di tastiere, mouse, trackball, l'ingresso per il microfono, l'uscita cuffie, la staffetta metallica dalla quale si affaccerà' l'eventuale scheda NuBus inserita all'interno, piu' due pulsantini che comandano rispettivamente il reset e un interrupt (utile ai programmatori, da non toccare!). Non manca l'aggancio meccanico per assicurare il Macintosh alla scrivania con una robusta catena (non si sa mai, ormai rubano di tutto!) ed e' presente un ulteriore foro rettangolare coperto da un tappo a rottura del tutto simile a quelli che troviamo nei portatili per la predisposizione per un modem interno. Chissa' cosa la Apple ci riservera' per il futuro, dietro quel rettangolino di plastica.

La tastiera, come per tutte le macchine non di fascia bassa, non e' compresa nell'imballo ma e' acquistabile separatamente scegliendo tra il modello base (solo tasti alfanumerici, tasti cursore e tastierino numerico), la tastiera estesa (che in piu' ha i tasti funzione, un tasto help , il tasto Del, PageUp e PageDown, Home ed End), la tastiera regolabile (con tastierino numerico separato) che permette di far assumere ai tasti una posizione ancor piu' naturale della semplice disposizione ergonomica delle tastiere tradizionali. Siamo curiosi di provarne una al piu' presto, per capire se si tratta di qualcosa davvero eccezionale o di un classico (non certo per Apple) "volevamo stupirvi con effetti speciali..."

Nuovo anche il "dispositivo di puntamento", ora denominato Apple Desktop Mouse II (poi ci sara' il IIx, l'Fx, il Ci, ecc., ecc.) che ha una forma piu' arrotondata e la pallina posizionata anteriormente (il topo, ingordo, credendo di aver ritrovato una delle parti mancanti della sua quotidiana razione di Emmental, non e' riuscita ad ingoiarla completamente e gli e' rimasta in gola: ben gli sta!). Li'  funziona meglio seguendo i nostri movimenti con piu' naturalezza: del resto con la nostra mano per puntare utilizziamo l'indice, non il palmo.

Un'altra idea intelligente... Apple (questi si'!).

 

L'interno

 

Qualche anno fa, in occasione della presentazione, se non sbaglio, di AppleShare, rimasi molto colpito da una slide proiettata sullo schermo all'inizio di un intervento di relatore Apple. Recitava cosi': Il Mac si connette alla Mac. Si voleva sottolineare che la semplicita' e la facilita' d'uso tipica dei Macintosh la ritrovavamo inalterata anche quando provavamo a fare qualcosa di concettualmente piu' complicato, come mettere in rete piu' macchine. Prendete due Macintosh, accendeteli, selezionate su ognuno Scelta Risorse e poi AppleShare. Se le due macchine non sono collegate tra loro non vedrete apparir nulla nella finestra di destra intitolata "Scegli un file server". Ora, senza spegnere nulla ne' uscire da Scelta Risorse, prendete un cavo stampante Apple e collegate tra loro le porte AppleTalk delle due macchine. In meno di un secondo vedrete comparire su ogni macchina il nome dell'altra macchina che ora sono ben consce di essere in rete.

Provate a fare la stessa cosa con due computer IBM compatibili accesi (col solo sistema operativo, s'intende!) un cavo seriale e tanta immaginazione: beh, se morite d'invidia non e' ne' colpa mia ne' di Apple. E' solo vostra!

Questo per sottolineare il fatto che il Macintosh inizia dal mouse, ma non termina mai. E allora potremmo semplicemente dire: "Il  Mac si smonta alla Mac". Con due sole dita si sollevano leggermente i due sblocchi posteriori e si sfila il coperchio superiore mettendo a nudo tutto l'interno. Vogliamo ad esempio togliere  la meccanica CD-ROM? Una volta scollegati alimentazione e collegamenti di interfacciamento (flat cable), di dito ne basta uno solo: con un sistema analogo sblocchiamo la meccanica che ora e' libera di scorrere avanti.

L'elettronica del Centris 610 e' situata tutta su una scheda di dimensioni molto contenute, diciamo un formato A4. Li' trova posto il processore, la memoria, la sezione video, tutte l'elettronica per le varie interfacce, cinque alloggiamenti SIMM tre per la memoria video, due per la RAM di sistema.

Il processore utilizzato e' una versione semplificata del 68040. Ma non si chiama 68040 SX, la sua sigla esatta e' 68LC040 dove LC sta presumibilmente per Low Cost. Manca al suo interno il coprocessore matematico: essendo pero' presente li' vicino uno slot PDS (Processor Direct) potremo sicuramente colmare la mancanza attraverso quest'ultimo nel caso non ne potessimo proprio fare a meno.

L'alimentatore, di tipo switching e' situato sulla destra con la ventola di areazione che pesca dal fondo; l'hard disk, da 3.5" 230 MB, e' situato in basso a sinistra, in posizione diametralmente opposta alla meccanica per floppy disk. La macchina in nostro possesso montava un Quantum ProDrive LPS.

Da segnalare, per finire, l'assenza di alcuni chip dalla piastra madre progettata per ospitare ulteriori componenti elettronici. Non sappiamo di preciso cosa aspettarci dalla Apple a tal riguardo, ma sicuramente la linea Centris e' destinata anch'essa ad espandersi. Magari tra non molto un 620 o un 630 (con accensione servoassistita) non guasterebbe affatto.

 

Il software a corredo

 

Con il Centris 610 troviamo il solo System 7 nella versione 7.1 completo di QuickTime. Con le macchine dotate di lettore di CD-ROM, invece, vengono dati in omaggio ben 8 CD per cominciare a curiosare in questo affascinante mondo. Si tratta per lo piu' di dischi demo, ovviamente, ma comunque sempre molto interessanti. Troviamo ad esempio dei demo riguardanti Applicazioni e Giochi. Possiamo letteralmente rimanere a bocca aperta visualizzando (grazie a QuickTime) il demo del PhotoCD Kodak con le sue stupende immagini. Oppure possiamo studiare Mozart con il disco "String Quartet in C Major". Ancora, con il disco "From Alice to Ocean" possiamo viaggiare a cammello per l'entroterra australiano visitando posti bellissimi. Last, but not least, troviamo anche "Nautilus", il primo sevizio informazioni multimediale disponibile su CD-ROM. Inutile dire di piu': questo nuovo mondo va solo esplorato!

 

Concludendo

 

Sin dall'introduzione di questa prova, abbiamo sottolineato che il Macintosh Centris 610 e' una macchina dalle prestazioni medio-alte e dal prezzo medio-basso. Mentre riguardo le prestazioni quantificarle non e' affatto difficile (un 68040 a 20 MHz corre piu' di un 68030 a 40 MHz) qualche difficolta' la troviamo circa il rapporto presto/prestazioni.

Gia', forse non lo sapete, ma la Apple ha deciso di non pubblicare piu' il listino prezzi al pubblico lasciando massima liberta' ai suoi rivenditori. Tutto questo nonostante il fatto che gia' i suoi listini non rappresentavano prezzi imposti ma semplicemente "raccomandati". Non comprendiamo bene i motivi di questa scelta, se non pensando ad una specie di "lavata di mani" alla Ponzio Pilato (ma forse pure peggio) riguardo il continuo fluttuare dei prezzi prima pubblicizzati e poi, pochi mesi piu' tardi, drasticamente ridotti. In altre parole se oggi una macchina costa X e domani Y (con Y molto minore di X) la colpa sara' dei rivenditori. Difficile pensare che gli utenti abbocchino: quale rivenditore riduce drasticamente il prezzo di un prodotto se non e' spinto da una conseguente riduzione di prezzo del loro, riservato, listino?

Avremo qualche problema anche noi, tanto nella guida computer di MC (togliamo Apple?) quanto nelle conclusioni relative alle macchine che proveremo. Difficile valutare un oggetto senza tenere conto del suo prezzo (personalmente non riesco nemmeno a scrivere una riga se non lo conosco) altrettanto impraticabile mi sembra la strada di fare un giro di telefonate per i vari rivenditori Apple alla ricerca del prezzo medio.

In attesa di prendere una decisione a riguardo, per questo mese ancora utilizzeremo l'ultimo listino prezzi del 10 febbraio u.s., ma gia' non piu' valido. Li' leggiamo che il Centris 610 in versione base (con HD da 80 MB) costa appena 4.000.000. La versione con HD da 230 MB costa un milione in piu', il modello completo di CD-ROM, medesimo hard disk e 8 mega di RAM (le altre due ne hanno 4) costa 6.100.000 lire. A questi prezzi dobbiamo aggiungere la tastiera (da 150.000 lire della "base" alle 375.000 della "regolabile") e naturalmente il monitor (non necessariamente Apple, come detto). E' molto probabile che tali prezzi, non piu' ufficiali, siano ancora abbastanza reali, sui quali riuscire a spuntare anche qualche 5-10% di sconto dal rivenditore (come generalmente e' successo finora, almeno nelle grandi citta'). Non c'e' dubbio, il rapporto presto prestazioni e' molto buono: sia che prendiamo come riferimento una macchina base con pari equipaggiamento, sia una macchina di livello piu' alto, ci rendiamo conto che il prezzo appare molto conveniente. Bisognera' solo capire, nei mesi a venire, che tipo di frutti portera' (se buoni o cattivi) questa improvvisa deregulation, questa volta imposta, di mamma Apple. Come dire... chi vivra' vedra'!
 

 

Riquadro Prezzi

 

Produttore e distributore:

 

Apple Computer SpA

Via Milano, 150

Cologno Monzese (MI)

Tel. 02/273261

 

Prezzi (Iva Esclusa)

 

Macintosh Centris 610 4/80                 L. 4.000.000

Macintosh Centris 610 4/230               L. 5.000.000

Macintosh Centris 610 8/230 - CD     L. 6.100.000

Tastiera base                                         L.    150.000

Tastiera estesa                                      L.    250.000

Tastiera regolabile                                L.    375.000

Monitor Colore 14"                                L.    900.000

Monitor Colore 16"                                L. 2.200.000

 

 

 


 

 

 

Riquadro 2

 

Macintosh Centris 650:

la marcia in piu'

 

Il fratello maggiore del Centris 610 provato in queste pagine si chiama 650. E' anch'esso basato sul processore 68040 senza coprocessore matematico, ma ha un clock a 25 MHz, il 25% in piu' del fratellino minore. E' disponibile con hard disk da 80, 230 o 500 megabyte nonche' con CD-ROM SC300 incorporato. Ha, inoltre, maggiori possibilita' di espansione: troviamo infatti al suo interno tre slot NuBus "pronti all'uso" (per il 610 e' necessario un adattatore per averne disponibile uno) e quattro alloggiamenti per SIMM aggiuntive relative alla RAM di sistema. Utilizzando 4 SIMM da 32 megabyte e senza dimenticare i 4 "on board" puo' dunque raggiungere la ragguardevole quota di 132 megabyte di RAM contro i 68 del modello inferiore. Per via dell'alloggiamento per tre schede NuBus non ha lo stesso cabinet ultra piatto del 610 ma ne utilizza uno di maggior spessore, per la precisione quello dei Macintosh II Vi/Vx nati pochi mesi fa e subito rimpiazzati dalla nuova famiglia Centris. Da segnalare, infine, la presenza del noto sistema di accensione/spegnimento servo assistito non disponibile sul modello 610. Peccato!

 

 

 

 


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