Articolo pubblicato sul n. 183 di MCmicrocomputer (Edizioni Technimedia Srl - Roma) dell'aprile 1998
Prove prodotti: A giudicare dal massiccio consenso che la nostra rubrica "Altri Tempi" tutti i mesi riscuote presso i lettori di MC, i "c'ero anch'io" non dovrebbero proprio mancare. Nonostante questo, a volte mi chiedo quanti dei nostri lettori c'erano ancor prima di MC (mi riferisco alla fine degli anni 70), nell'era pre Apple II, pre TRS-80, pre PET 2001. E se già vi state chiedendo di cosa sto parlando, continuate naturalmente a leggere, ma preparatevi ad ulteriori interrogativi. Erano tempi in cui, sedata da un pezzo la diatriba Coppi-Bartali, chi voleva divertirsi con un oggetto almeno un po' programmabile aveva due sole possibilità di scelta: o una calcolatrice HP o una calcolatrice Texas. Pregi e difetti dei due avanzatissimi sistemi (per quei tempi!) erano noti finanche alle simpatiche massaie di Voghera, oggi tutte felicemente laureate in fisica nucleare e in costo di "masterizzazione" alla Bocconi di Milano. Le HP, notoriamente, costavano un po' di più e, secondo i loro fans, valevano un bel po' di più. Inoltre andavano fieri della loro logica RPN (notazione polacca inversa) con la quale per dire "quattro più tre per due", rispettando la priorità degli operatori, era necessario battere (fatemi pensare un attimo) "3 [ENTER] 2 [X] 4 [+]" ottenendo il risultato con la pressione di sei soli tasti. Gli utenti Texas, dal canto loro, sponsorizzavano la tecnica SOA (sistema operativo algebrico) con la quale le espressioni numeriche, per quanto complesse, si digitavano così com'erano scritte, parentesi nidificate comprese!, anche al "costo" di premere qualche tastino in più delle nobili concorrenti. Notazioni aritmetiche a parte (la lotta, a quei tempi, non si combatteva certo con i chilohertz del processore, con i byte - nemmeno Kbyte - di memoria RAM o con la quantità di segmenti dei display semplicemente numerici) le calcolatrici HP si distinguevano dalle dirette concorrenti anche per la qualità delle loro tastiere. Nessun rimbalzo, feeling eccitante, robustezza pressoché immortale. Anzi, sono praticamente disposto a scommettere che nelle calcolatrici programmabili HP di quei tempi eventualmente ancora in vita, avrà magari terminato di funzionare la batteria ricaricabile, si sarà affievolito il display, "incartapecorito" il lettore di schede magnetiche... ma quei tastini "al bacio" funzionano ancora alla perfezione. Si accettano smentite... Facciamo un salto in avanti di una ventina abbondante di anni e arriviamo ai giorni d'oggi. Anzi, com'è nostra abitudine, spingiamoci a guardare anche un po' nel futuro. Il futuro delle nostre esigenze di calcolo portatile, tanto portatile da stare comodamente non dico in tasca ma quantomeno in borsa. L'oggetto dei desideri in prova in queste pagine è, Signore e Signori, il primo prodotto basato su Windows CE 2.0 ad integrare un display LCD a colori, possibilità finalmente prevista dalla nuova release del sistema operativo per l'elettronica di consumo. Già... aspettiamoci di avere presto - dopo le autoradio - anche i forni a microonde, i videoregistratori, i frullatori (tutti, rigorosamente, col display a colori) motorizzati da Windows CE. L'HP 620LX - è il nome ufficiale di questo piccolo grande palmtop - ha tutte le carte in regola per essere più che altro un notebook in miniatura. Un'appendice elettronica intelligente del nostro computer da tavolo, pensata proprio per avere a disposizione in ogni momento e in ogni luogo, tutti i nostri file di Office e continuare a lavorare "quasi comodamente" anche lontano dalla nostra sede. Delle vecchie calcolatrici HP riporta (forse un po' anacronisticamente) i tastini di piccole dimensioni dal feeling un po' troppo "calcolatricioso", sicuramente robusti e affidabili, ma forse poco adatti ad un prodotto di questo tipo, dove la digitazione veloce di brevi testi è sicuramente un'esigenza più che legittima. Comunque, a parte questa pecca di natura ergonomica (sulla quale, ahimè, torneremo...), per quanto riguarda il resto il nuovo nato HP ha una serie pressoché interminabile di pregi, a cominciare dal già citato display a colori dalla leggibilità più che soddisfacente, alla quantità di memoria (16 megabyte) di tutto rispetto per un portatilino di questo tipo, alla presenza di un alloggiamento per schede PCMCIA (soprattutto fax/modem) che, batterie permettendo, consente il collegamento semplificato con molti dispositivi periferici esterni anche lontani da una rassicurante presa di corrente elettrica. Apprezzabilissima è poi la piccola docking station fornita a corredo, nonostante la sua fattura eccessivamente "plasticosa", con la quale il collegamento al PC per la sincronizzazione e il trasferimento dei file tra i due mondi (con conversione automatica dei formati) si riduce al semplice aggancio del "cucciolo" nella propria sede. Nel tempo di un click!
Sim-sala... brick!
Tutto ciò premesso, qualcuno potrebbe tranquillamente obiettare che l'HP 620LX possa essere più che altro un'esercitazione tecnologica della casa madre americana. Riuscire a mettere "tutto il mettibile" in un volume più o meno grande come una videocassetta (dal peso, 590 grammi, ben più alto) indipendentemente dal fatto se poi l'oggetto sia accolto favorevolmente dal mercato. Fermo restando che non possiamo prevedere l'effettiva vendibilità di un prodotto di questo tipo (forse addirittura unico nel suo genere) crediamo fermamente che il 620LX sia, come per la maggior parte dei prodotti nuovi in campo informatico, capostipite di una lunga generazione. Di una cosa, però, siamo abbastanza certi: se vogliamo un display a colori dalla luminosità e dalla visibilità come quelle offerte dall'attuale modello e, com'è giusto, non siamo interessati a ridurre drasticamente l'autonomia di funzionamento (attualmente intorno alle due o tre ore di uso continuo) ben difficilmente le generose dimensioni dell'attuale "seievventi" potranno ridursi significativamente. Questo fin quando non arriveranno nuove e sconvolgenti tecnologie, sia dal punto di vista dell'impegno energetico, sia riguardo le batterie ricaricabili, sempre più compatte e leggere, sempre più a lunga durata. Se guardiamo all'HP 620 nella giusta ottica (si veda anche il riquadro nelle pagine seguenti) non è difficile rendersi conto che si tratta comunque di un prodotto molto interessante. Tornando ancora una volta al display a colori, per quanto questo possa incidere negativamente sull'autonomia di utilizzo dell'apparecchio, ha comunque il vantaggio di far apparire Windows CE proprio come un sistema operativo vero, logica estensione portatile di quello che ormai da tempo siamo abituati ad utilizzare sul nostro computer fisso. CE, sui display monocromatici, appare un po' spoglio, sembra addirittura più difficile e meno immediato da utilizzare. Probabilmente ciò dipende dal fatto che il colore non è solo una connotazione estetica dell'interfaccia utente, ma un ingrediente principale, per non dire irrinunciabile, della comunicazione macchina-utente.
Look imponente
Come già anticipato, proprio a causa delle sue caratteristiche fuori dal comune, come Handheld PC l'HP 620LX è caratterizzato anche da dimensioni... fuori dal comune. Al suo interno, però c'è tanta di quella roba che ben difficilmente si sarebbe potuto ridurre significativamente l'ingombro. Il display, ad esempio, essendo a colori necessita della retroilluminazione continua: non è prevista in nessun caso la visualizzazione per sola riflessione come accade con gli schermi monocromatici o tutt'al più a livelli di grigio. La fonte di alimentazione interna utilizza una batteria ricaricabile agli ioni di litio: quella standard ha una capacità di 1.35 Ah e assicura due o tre ore di funzionamento ininterrotto della macchina. Opzionalmente è possibile installare una batteria a lunga durata che assicura un'autonomia di funzionamento doppia (deborda però posteriormente facendo aumentare ulteriormente le dimensioni dell'apparecchio). Nell'alloggiamento della batteria ricaricabile troviamo anche una piccola schedina estraibile contenente, su ROM, il sistema operativo della macchina, attualmente alla release 2.0: è evidente che appena saranno rilasciate nuove versioni di Windows CE, non essendo necessaria l'apertura della macchina, l'upgrade del 620LX risulterà particolarmente semplificato. Per preservare il contenuto della memoria quando la batteria principale si scarica completamente (o durante la sua sostituzione) troviamo una piccola pila a bottone, anch'essa al litio. All'interno dell'alloggiamento per quest'ultima è presente anche un pulsante di reset per risolvere, con le maniere forti, eventuali problemi caratteriali della macchina. Per l'interfacciamento col mondo esterno troviamo una porta seriale, una porta a raggi infrarossi compatibile IrDA, un alloggiamento per schede d'espansione in standard PCMCIA (di tipo II) e uno per schede di memoria CompactFlash utilizzate come RamDisk. L'uscita video standard VGA, non presente di serie nella macchina, è disponibile opzionalmente sotto forma di scheda d'espansione PCMCIA. Per accedere alla tastiera occorre premere con forza sul bordo del coperchio, flettendo temibilmente la plastica che circonda il display. E' strano che non abbiano pensato ad una soluzione più elegante: per l'espulsione dello stilo, di contro, hanno implementato un raffinato meccanismo a molla, comandato da un apposito pulsante cromato presente nella tastiera. Quest'ultima appare piuttosto completa, con tutte le funzionalità principali disponibili in prima battuta (troviamo anche un tastierino numerico "immerso" attivabile via NumLock). Quasi tutti i tasti, utilizzati contemporaneamente al tasto "AltGr", danno accesso ad altrettanti caratteri grafici. L'Alt tradizionale (posizionato come di consueto alla sinistra della barra spaziatrice) richiama i controlli di pagina (PgUp, PgDn, Home, End), permette la regolazione del contrasto del display e, come avviene in Windows 95, dà accesso ai menu a tendina delle applicazioni senza ricorrere allo stilo. Per accedere con lo stesso sistema ai menu specifici di Windows 95 (partendo da Avvio) si utilizza l'apposito tasto con il tipico logo della finestra volante. Dal punto di vista ergonomico la tastiera dell'HP 620LX non rappresenta purtroppo quanto di meglio sia desiderabile su un palmtop, specialmente quando lo spazio complessivo disponibile, fatte le debite proporzioni, di certo non manca. Su un prodotto di questo tipo, in verità, ci saremmo aspettati qualcosa di meglio. Nel caso specifico, la corsa dei tasti è eccessivamente limitata, così come sono minime le dimensioni degli stessi e, scala di riduzione a parte, non sono rispettate le proporzioni base/altezza rispetto ad un layout standard: la tastiera del 620LX, in senso verticale, appare ancora più compressa che in quello orizzontale. Il display, come detto, ha una visibilità più che soddisfacente. La retroilluminazione, facilmente regolabile dall'utente, rende perfettamente visibile il display in ogni situazione d'utilizzo. Dal pannello di controllo possiamo poi impostare un timeout per ridurla automaticamente anche dopo pochi secondi di inutilizzo della macchina, al fine di contenere al massimo il consumo energetico e resistere più a lungo con la carica della batteria. Accanto al display, a portata di stilo, troviamo quattro icone per l'accesso ad altrettante funzioni: regolazioni audio, luminosità, contrasto; posta elettronica; gestione fax; ricerca file per contenuto. Altre otto icone a sfioramento le troviamo tra tastiera e display e servono per richiamare agevolmente altrettante applicazioni incorporate nella macchina: registratore audio digitale, Pocket PowerPoint, Pocket Word, Pocket Excel, Agenda, Lista "da fare", Rubrica indirizzi, Calcolatrice software. Il registratore audio digitale si attiva anche esternamente, premendo il tasto bianco presente nella cerniera del display. E' posizionato, a dire il vero, in una zona fin troppo accessibile, tant'è che molto facilmente, impugnando la macchina, capita di premerlo accidentalmente provocando l'accensione indesiderata dell'intero sistema. Di rimbalzo manca all'appello un sensore di apertura/chiusura del coperchio display che avrebbe potuto anticipare lo spegnimento automatico della macchina in posizione di trasporto, rispetto allo scadere del timeout impostato dall'utente attraverso il pannello di controllo.
Senza volerlo…
… e in men che non si dica, mi sono ritrovato all’interno dell’HP 620LX tutti i miei dati più "intimi" (agenda appuntamenti e rubrica indirizzi) che normalmente utilizzo col mio Psion 5. Complice dell’azzardata migrazione, peraltro portata a termine senza intoppo alcuno, è stata la macchina Windows utilizzata per il collegamento di entrambi i dispositivi… entrambi perfettamente compatibili con Microsoft Outlook… entrambi in grado di eseguire la sincronizzazione automatica dei dati, senza intervento manuale da parte dell'utente. Detto in altre parole, al primo collegamento dell’HP (avvenuto subito terminata l’installazione da CD-ROM) i dati presenti in Outlook sono stati immediatamente trasferiti all'interno del piccolo-grande palmtop. Il fatto è che io, in quanto utente Mac, non utilizzo affatto Outlook e se quest'ultimo era a conoscenza di tutti i miei dati (in barba alla neoregolamentazione sulla privacy), lo deve solo al fatto che qualche giorno prima PsiWin 2.1 aveva effettuato (in maniera altrettanto automatica) la sincronizzazione in senso opposto dallo Psion 5 al PC. Questo per dire che anche nel caso dell'HP, e più in generale di Windows CE, la comunicazione tra sistema portatile e sistema fisso è particolarmente immediata e, nella maggior parte dei casi, praticamente indolore. Certo, se non siamo fedelissimi di Microsoft (non amiamo Office e utilizziamo, ad esempio, Lotus, WordPerfect e compagnia bella) la compatibilità a livello file è un po' più difficile da ottenere. Possiamo, ad esempio, salvare i nostri file che intendiamo trasferire da PC a palmtop in un formato Microsoft (quando possibile) oppure installare apposite utility di "migrazione" che i vari produttori software stanno singolarmente approntando per non restare fuori dal giro.
Conclusioni
Come è nostra consuetudine, terminiamo la "prova su strada" con uno sguardo al listino prezzi dell'HP 620LX e dei suoi principali accessori. La macchina costa poco più di due milioni (oltre l'IVA) e nel prezzo è compresa anche la piccola docking station per il collegamento ultrarapido al PC, il cavo seriale, l'alimentatore caricabatterie e, naturalmente, tutto il software preinstallato in ROM e, su CD-ROM, quello di interfacciamento da installare su PC. Le batterie ricaricabili agli ioni di litio (una è fornita a corredo) costano 151.000 o 261.000, sempre più IVA, a seconda se siano di tipo normale o a doppia capacità. L'adattatore per il monitor esterno, su scheda PCMCIA, costa anch'esso 261.000 lire, come la batteria a lunga durata. Per un sistemino completo (due batterie, scheda video, un po' di memoria aggiuntiva CompactFlash) si rischia di spendere qualcosa di molto prossimo ai tre milioni, grosso modo il prezzo al quale si riesce ad acquistare un notebook di fascia (molto) bassa. Ora, se sia meglio acquistare un super-palmtop o un portatile super-economico è davvero difficile da stabilire, nonostante il fatto che pregi e difetti di entrambe le soluzioni dovrebbero essere noti. Il palmtop, basato su Windows CE, è sicuramente molto più portatile, ma crea qualche problema in più riguardo la compatibilità dei file e, attenzione, nega la possibilità di utilizzare tutte le applicazioni Windows 95 per il quale non sia stato previsto il porting sulla piattaforma ridotta. Il notebook, dal canto suo, è un po' più impegnativo da trasportare, ma una volta deciso di portarlo con noi, abbiamo la possibilità di utilizzare tutti i dati e tutti i programmi di cui abbiamo bisogno grazie alla presenza di un hard disk ben più capiente del RamDisk di un portatilino. Certo, se l'HP 620LX costasse la metà...
Riquadro prezzi:
Produttore e distributore:
Hewlett Packard Via Nuova Rivoltana 95 20100 Limito (MI) Tel. 02/9212.1
Prezzi al pubblico (IVA esclusa):
HP 620LX - 16 MB RAM - Docking station - Cavo seriale - caricabatterie - batteria ricaricabile Li-Ion 1.35 Ah L. 2.090.000 Batteria ricaricabile Li-Ion 1.35 Ah (ricambio) L. 151.500 Batteria ricaricabile Li-Ion doppia capacità L. 261.000 Scheda video VGA in standard PCMCIA L. 261.000
Da Click a Tap
di Andrea de Prisco
Dal mio personalissimo punto di vista e per la tipologia di prodotto al quale è principalmente destinato (i palmtop), Windows CE ha come difetto principale il fatto di essere fin troppo "pen dependent". Si tratta naturalmente di considerazioni relative in generale al sistema operativo adottato, non di una critica rivolta alla specifica implementazione nell'oggetto in prova questo mese. In Windows CE, alcune funzioni sono accessibili anche da tastiera, navigando manualmente tra le numerose voci dei menu a tendina, ma nella maggior parte dei casi l'utilizzo dello stilo di puntamento è fortemente consigliato se non addirittura indispensabile. E se in un sistema da tavolo (o in un notebook vero e proprio) basato su Windows 95 il controllo delle varie funzioni tramite mouse o analogo dispositivo di puntamento è istintivo e immediato, in un oggetto dalle aspirazioni spiccatamente palmari (ovvero per il quale non è assolutamente necessaria una valida superficie d'appoggio per il suo impiego) la "pennina" può creare qualche problema. Pensate che anche "sotto" Windows CE esiste il concetto di tasto destro mouse per la comparsa di alcuni menu pop-up sensibili al contesto. Ad esempio per svuotare il cestino o per modificare le proprietà di schermo, creare una nuova cartella, rinominare un file e tant'altro (esattamente come facciamo sul computer da tavolo). Lo stilo, almeno nelle realizzazioni attuali degli HPC, non dispone di alcun pulsante e per implementazione del tasto destro è necessario premere l'Alt di tastiera mentre si tocca con la pennina lo schermo (nel gergo "palmtoppese" i click diventano "tap"). Bene, ora immaginate di dover compiere quest'operazione per strada, in macchina, in piedi in metropolitana o in qualsiasi altra situazione tutt'altro che "comodosa".
Incompatibilità di formule (allarme!!!)
di Andrea de Prisco
A Microsoft (HP non ha colpa al riguardo) una vigorosa tirata d'orecchie per la pericolosa semi-compatibilità tra Excel e Pocket Excel. Passi il fatto che si perdano per strada alcune formattazioni di cella, che in un foglio originariamente con i "riquadri bloccati" non è stato possibile lavorare sul pargoletto senza sbloccarli su questo, che in alcuni casi i valori nei campi data non corrispondano più dopo il trasferimento... ma che nasconda "sotto al tappeto" legittime incompatibilità tra i due mondi senza darne notizia all'utente ci sembra intollerabile. Del resto Excel "vero", nella sua più recente versione, conta ben 234 funzioni; Pocket Excel "appena" 109... ma non è questo il problema. Lo "scivolone" riguarda il fatto che quando una funzione non è implementata nella versione palmtop, il traduttore di Pocket Excel mette al suo posto (senza avvertire l'utente) il valore della formula, che da quel momento in poi rimane costante. Questo può portare senza dubbio a fogli di calcolo con risultati errati, nel momento in cui l'utente aggiorna i campi cui faceva riferimento la formula originaria. Il traduttore di formato da Excel a Pocket Excel dovrebbe, invece, avvertire l'utente della presenza nel foglio trasportato di funzioni non implementate, mettendolo così in guardia circa la possibilità di ottenere risultati inconsistenti anche solo modificando qualche cella. E se tutto questo non fosse già sufficientemente allarmante, basta pensare al fatto che se noi successivamente riportiamo, sovrascrivendolo, il file sul computer fisso (cosa che può avvenire anche automaticamente se abbiamo optato la sincronizzazione di quel foglio) quelle costanti - ex formule - non riprendono vita spontaneamente, rimanendo congelate per sempre all'ultimo valore calcolato al momento del primo trasferimento. A meno che, con tanta pazienza, non le rimettiamo manualmente a posto noi una per una, possibilmente non senza riservare una sonora punizione al pargolo "combinaguai". Cose da pazzi...
Un notebook piccolo piccolo...
Detto francamente a me piace considerare l'HP 620LX come un notebook molto compatto e non come un palmtop (o Handheld PC che dir si voglia) eccessivamente ingombrante. Se vogliamo è la solita storia del bicchiere mezzo pieno/mezzo vuoto, ma sarebbe veramente poco corretto da parte nostra non affrontare la prova anche da questo punto di vista. Un HP 620LX, tanto per essere subito chiari, nella tasca della nostra giacca - comodamente parlando - non ci sta davvero. Nemmeno se questa è la più XXXL delle XL! In compenso sta (molto) comodamente in borsa dove occupa di sicuro un terzo o un quarto dello spazio necessario ad un notebook. E lo stesso discorso vale, naturalmente, per il suo "peso corporeo". In redazione (quando siamo tra di noi riusciamo ad essere davvero acidi e maligni... soprattutto io!) abbiamo (ho) pesantemente scherzato sulla presenza della finestrella porta etichetta identificativa dell'utente dell'HP 620LX: visto l'ingombro in gioco forse in aeroporto non lo accettano come bagaglio a mano... Scherzi a parte, fatte le debite proporzioni anche il display e l'autonomia delle batterie ricaricabili di questo HP sono proprio da notebook. Il primo nel senso positivo del paragone, le seconde purtroppo in quello negativo. Con le attuali tecnologie, disporre di un'ottima luminosità e la brillantezza del display vuol dire anche ridurre a due o tre ore l'autonomia operativa nelle migliori condizioni, rinunciando a "settimane e settimane di utilizzo tipico" come accade per molti palmtop particolarmente parsimoniosi nell'impegno energetico. Rasentando la banalità, se, ad esempio, vogliamo non due ma quattro ore di tranquilla autonomia, siamo costretti ad acquistare una seconda batteria ricaricabile, dal costo tutt'altro che simbolico (cellulara docet, e qui siamo messi ancor peggio!) da portare a corredo del nostro baby notebook, peso e ingombro compreso. Nei palmtop propriamente detti, la repentina esigenza energetica "sul più bello", a meno di non stare chiusi in treno, in aereo, in astronave o... all'interno del nostro inseparabile bob a quattro, si risolve magicamente con la sosta al primo tabaccaio o edicolante evoluto per l'acquisto di una coppia di comunissime pilo stilo formato radiolina. Insomma, la vita da palmtop - sicuramente un po' spericolata - per l'HP 620LX non è certo delle più facili. E pensare che con l'HP 95LX era iniziata così alla grande! Meglio per il "seievventi" sguazzare alla grande nelle profonde acque dei notebook (e, ancor più, dei subnotebook) dove diventa di colpo perfino agile e scattante. Anzi, visto che Windows CE per i sistemi molto portatili ha addirittura ben poco da invidiare all'ingombrante Windows 95, non escludiamo affatto (anzi, ce l'auguriamo tout court!) che presto il nuovo sistema operativo compatto atterri nel regno dei portatili più propriamente detti, dotati di un display ancora più grande (basterebbe anche un "basico" 640x480), di una tastiera... tastiera e magari di un piccolo hard disk tanto per non fare torto a nessuno. A nessuno dei file che vorremmo avere sempre dietro a portata di borsa, ma che non abbiamo osato trasferire per non far scoppiare di byte il nostro piccolo grande cucciolo. Qualcuno, a questo punto, potrebbe sarcasticamente obiettare: "Bene, Signore e Signori, ADP ha finalmente inventato il notebook... Complimenti!". E' vero. Ma è altrettanto vero che ce ne sarebbe proprio bisogno. Oggi i notebook, specialmente quelli più interessanti, tutto sono meno che notebook. A cominciare dal prezzo di vendita di questi oggetti, nei casi più disperati assestato (ma dovremmo dire "assetato") addirittura ben oltre i dieci milioni di lire. Tutto questo mentre un PC da tavolo, dotato di ogni ben di Dio e dalle performance ormai stratosferiche, più alte di quelle dei pargoli d'oro, costa molto meno della metà e non addirittura un quarto. Servono, in realtà, notebook (meglio se "sub") utilizzabili per davvero, come complemento portatile del nostro PC e nulla di più, che abbiano un costo paragonabile a quello di qualsiasi altra periferica intelligente. Diciamo un milione o poco più, quanto può costare (ad esempio) un buon monitor, una buona stampante a colori per il piccolo ufficio, uno scanner piano fatto per lavorare e non per giocare. Ben vengano le sofisticazioni tecnologiche, purché queste siano utili per davvero!
Windows CE, dall'uno alla due
Secondo quanto riportato all'interno della documentazione relativa al nuovo "sistema operativo compatto" dal punto di vista dell'utente la nuova release 2.0 di Windows CE mette a disposizione tutte le precedenti funzionalità della 1.0 con l'aggiunta di nuove caratteristiche che ne rendono l'utilizzo ancora più facile ed immediato. Interfacciamento al PC Windows CE 2.0 ha semplificato la comunicazione con i sistemi fissi. Quello che era chiamato HPC Explorer nella versione 1.0 è ora integrato nell'Explorer di Windows 95 ed è così possibile "navigare" nelle risorse del palmtop come fossero locali al desktop. La comunicazione tra i due sistemi avviene semplicemente accedendo alla cartella "Mobile Devices" presente in "Risorse del computer". Sincronizzazione file ActiveSync estende le opzioni di sincronizzazione permettendo il confronto e l'aggiornamento reciproco in background. E' ora possibile la sincronizzazione di file, messaggi di posta elettronica, appuntamenti, contatti e liste "to-do". Oltre che attraverso la porta seriale, è possibile la sincronizzazione via raggi infrarossi, tramite scheda di rete o, in remoto, utilizzando una modem card. E' inoltre possibile sincronizzare più palmtop con il medesimo PC e un singolo palmtop su due differenti macchine fisse. Application Manager La release 2.0 di Windows CE permette ora di installare o rimuovere facilmente applicazioni sul palmtop utilizzando da PC il menu Tools della finestra "Mobile Devices". Navigazione file e web Microsoft Pocket Internet Explorer è stato ora integrato nel nuovo sistema operativo e consente la "navigazione" sia in Internet che, localmente, nelle cartelle e nei file salvati all'interno del palmtop. Pocket Word e Pocket Excel Entrambe le applicazioni offrono la visualizzazione "zoom" che permette di visionare sul piccolo schermo dell'HPC anche documenti e fogli di grosse dimensioni. Grazie poi all'utilizzo di "template" è possibile la formattazione veloce della struttura e del formato dei file. Pocket Excel, in particolare, offre ora la possibilità di "bloccare i riquadri" e/o di suddividere le finestre, mentre a Pocket Word è stato aggiunto un controllo dell'ortografia basato su un vocabolario termini incorporato. Pocket PowerPoint E' un "player" di presentazioni create (su PC) con Microsoft PowerPoint. Utilizzando l'uscita video opzionale VGA disponibile per alcuni palmtop è possibile mostrare presentazioni PowerPoint, semplicemente collegando un monitor a colori esterno o un videoproiettore per conferenze. Pocket Outlook Si tratta di una collezione di programmi (Calendar, Contacts, Tasks, Inbox) dalle caratteristiche simili a quelle offerte da Microsoft Outlook sui personal computer. E' possibile programmare incontri, inviarne notizia via e-mail, collegare note agli appuntamenti, aggiornare la lista dei "contatti", le cose "da-fare", semplicemente utilizzando la tastiera o utilizzando lo stilo sullo schermo del palmtop.
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