Articolo pubblicato sul n. 114 di MCmicrocomputer (Edizioni Technimedia Srl - Roma) nel gennaio 1992

MCmicrocomputer


Prove prodotti:
Apple Macintosh PowerBook 100

di Andrea de Prisco

Roma, fine novembre (quasi 1500...), redazione di MC, sala fotografia, durante il servizio fotografico del PowerBook 170 per il numero di dicembre. Raffaello De Masi, come sempre fresco fresco d'Irpinia, e il sottoscritto (quella volta scherzosamente arrabiato e non come al solito "pericoloso come tre cani lupo collegati in serie o se preferite come due dobermann in configurazione darlington"), tra un flash e l'altro:  "Ti taglio un dito!"... "No, no, niente da fare, la prova del 100 la faro' io!"... "Ti taglio un dito!"... "E io la scrivo con 9 dita sole (tie') ma la scrivo IO "...Copertina del numero di MCmicrocomputer contenente l'articolo

Milano, meta' dicembre. Sono da poco passate le sei del mattino e sto scrivendo (con tutt'e dieci le dita) la prova del PowerBook 100 in albergo. Sono qui a Milano sempre per Apple, ma la cosa non riguarda ne' la prova in corso, ne' i portatili in particolare ('sto palmtop proprio non ce lo vogliono dare..."). Stasera tentero' di finire l'articolo nel Pendolino, mettendo cosi' a dura prova anche l'autonomia della macchina e, perche' no?, in caso d'emerenza, l'efficienza della presa rasoio elettrico delle "ritirate" (non troppo bello come quadretto, vero ?).

Purtroppo Giovanna e' impassibile: mercoledi' se non le porto l'articolo ha gia' detto che mi fara' arrestare dalla squadra accalappiacani. Ma la faro' franca anche questa volta: lavorare col PowerBook e' quanto di meglio si possa desiderare e, tanto per entrare (giustamente, se non quando iniziamo ?) nel tema dell'argomento, cominciamo subito col dire che quanto annunciato nell'anteprima-reportage apparso sul numero di novembre e' assolutamente corrispondente alla realta': che ci crediate o meno, la TrackBall al centro dei pollici e la tastiera in avanti con lo spazio per appoggiare i gomiti fanno "schizzare" l'ergonomia di questa serie di macchine ai livelli dei migliori desktop. Qui l'unica cosa che non va e' la sedia dell'albergo troppo scomoda per i miei gusti. Scusate un attimo... passo sul letto e provo ad usare il PowerBook a mo' di LapTop. Fantastico, e' perfetto anche in questa "configurazione". Ora i polsi fanno praticamente da contrappeso, tant'e' che si riesce a lavorare anche con le gambe "a riposo" ovvero col computer un po' in discesa senza il minimo rischio che il portatile possa scivolare via. Una linea di computer portatili senza difetti ? No, uno e' pressoche' immediato: il display non e' a colori ! Scommettiamo che, anche per questo, non aspetteremo molto? 

 

La macchina

 

Gia', il PowerBook 100. Il modello base della linea di portatili Macintosh. Processore 68000 a 16 MHz, due o quattro mega di RAM tamponata "on board" (naturalmente e' presente all'interno uno slot per ulteriori espansioni), display LCD supertwisted retroilluminato, HD da 20 megabyte, "System 7 & Co." naturalmente di serie.

La cosa che maggiormente colpisce dell'estetica del PowerBook 100 (va da se' che molte considerazioni valgono anche per i modelli superiori) e' sicuramente la bellezza. I PowerBook sono proprio belli: da usare, toccare, guardare. Come del resto tutti i Macintosh finora prodotti nonche' tutte le loro periferiche: l'estetica alla Apple non e' mai stata sottovalutata. Quando poi a questo si aggiunge che le soluzioni estetiche non solo non pregiudicano ma addirittura favoriscono soluzioni ergonomiche d'avanguardia, il risultato totale e' estremamente positivo e tutto a favore dell'utente.

A differenza del vecchio "Portable" (scritto tra virgolette perche', si sa, tutto e' relativo) la nuova linea PowerBook ha un colore inedito per il mondo Mac e precisamente un bel grigio "medio-scuro" (vedi precedenti parentesi) che ha l'indubbio vantaggio di essere meno soggetto allo sporco apparente. Anzi, fossi in Apple, proporrei di lasciar migrare questa nuova tinta, almeno come opzione, anche a tutti gli altri modelli fissi, certamente meno sporcabili dei portatili, ma non comunque immuni a questo genere di problemi. Un po' come il mio cappotto, blu scuro, ma non vi diro' da quanto tempo non lo porto in lavanderia perché mi vergogno come un cane (non so perché ma oggi sono proprio fissato riguardo questo argomento...).

E passiamo, dall'insieme, ai particolari estetici (a proposito, la giornata volge al termine e sono finalmente sul pendolino: sono le 19:50 e siamo partiti da Milano circa 20 minuti fa; cerchero' di mantenere la retrolluminazione dei display un po' piu' bassa per risparmiare energia; vediamo quando "muore" dove saremo arrivati, tanto stiamo viaggiando insieme, vero?).

Mi sono perso, dove eravamo rimasti ? Ah, gia', i particolari estetici. Diversamente dai fratelli maggiori 140 e 170, il PowerBook 100 e' un po' meno "parallelepidoso" avendo il frontalino (se cosi' si puo' chiamare) curvo come di modelli fissi di fascia bassa (Classic, LC, SI). Al centro di questo troviamo lo sblocco a slitta  del coperchio display che protegge, naturalmente, anche tastiera e trackball. Sul lato destro... non c'e' nulla, su quello sinistro due pulsanti sufficientemente protetti da utilizzazioni accidentali: sono il pulsante di reset e il cosiddetto "pulsante del programmatore" che in pratica serve per generare un particolare inerrupt utile per debuggare i programmi. Almeno credo! Comunque mi sembra cosi' strano utilizzare un PowerBook per sviluppare software: bah!

Il retro e' la parte sicuramente piu' interessante, essendo li' presenti le interfacce per il mondo esterno, sacrosantemente protette da uno sportellino plastico con fermo a molla. Troviamo una porta SCSI, la porta per il drive esterno, la porta seriale "stampante/AppleTalk" (la seriale "seriale" non e' presente sul retro essendo riservata, internamente, al minuscolo modem opzionale) utilizzabile comunque anche per collegare "generici" dispositivi RS-232 o RS-422. Segue la porta per l'Apple Deskop Bus (in sintesi ADB, mi ricorda qualcosa...) e, esternamente allo sportellino, ma protetto dalla sua stessa profondita', la presa per l'alimentatore che provvede, ovviamente, anche alla ricarica della batteria interna. A proposito di questa, e' situata sul frontale, ed e' facilmente estraibile e sostituibile per raddoppiare la (o piu' in generale "ennuplicare") l'autonomia della macchina lontani da una rassicurante presa elettrica: non vi nascondo che non mi sento proprio-proprio a mio agio, sono un po' teso nonostante non sia passato piu' di un quarto d'ora (se vi sembra molto, non state considerando, e meritereste una sonora tirata d'orecchie, che devo anche pensare alle stupidaggini che scrivo!). Senza contare che personalmente odio la tastiera "full-italian" (scritto in inglese, tie') dei Macintosh: mi "impicco" sempre sulla "m" che istintivemente cerco al posto della "," per non parlare della "z" e "w" scambiate e i tasti numerici sotto "shift". Lo so che le tastiere delle macchine da scrivere anni 50 erano cosi', ma io non sono un dattilografo ne' ho mai fatto corsi di scrittura a macchina. Ho solo usato per anni tastiere americane (come layout) fregandomene sempre ed altissimamente delle vocali accentate, fuori standar ASCII e quindi causa al piu' di problemi quando ci si scambia file testo tra sistemi diversi, non ultime le unita' di fotocomposizione che produrranno le cosiddette "striciate" (in pratica le colonne testo degli articoli di MC) dell'articolo che sto scrivendo rigorosamente, come faccio da sempre, in ASCII "puro" (e casto!). 'Sto Pendolino oltre a correre come un dannato (nel senso positivo del termine, qualora esista) balla un po' troppo per i miei gusti o, meglio, per quello dei miei occhi. Comunque, continuo: una cazziata di Giovanna e' peggio di una visita dal dentista. E mo' che c'entra il dentista ? E' che l'esempio dell'oculista non reggeva in quanto a dolore subito. Insomma, vogliamo fare le persone serie ? Certamente no, comunque continuiamo la nostra chiacchierata.

Oltre alla trackball centrale di cui parleremo tra poco (posso chiamarla "palletta", d'ora in avanti ?) la seconda trovata geniale dell'ergonomia dei PowerBook sono i due piedini posteriori che, ruotati opportunamente, mantengono il computer leggermente inclinato verso l'utilizzatore migliorando INCREDIBILMENTE la comodita' della tastiera. A proposito di questa, diciamo subito che, pur con una corsa ridotta (rispetto ad una tastiera esterna comunque collegabile cosi' come un mouse) ha una qualita' eccellente nonostante l'impressione poco rassicurante che si potrebbe dare al primo utilizzo. Eppure vi garantisco che non ha perso un solo colpo, eccezion fatta, come detto, per gli scossoni "Pendolinosi" e per quei tasti, secondo me, disposti erratamente. Si', lasciamo stare l'argomento disposizione tasti in quanto so di essere in errore, ma non faccio altro che bestemmiare (si fa per dire) ogni volta che sbaglio tasto. Anche perche' (avevo detto che la piantavo, ma non ce l'ho fatta!) e' vero che pian piano mi abituo e non sbaglio piu', ma mi ritrovo nel problema complementare quando riutilizzo una tastiera "normale". Oltre a tutto questo (ancora !?) il problema "numeri sotto shift" e' ulteriormente doloroso pensando al fatto che non e' presente per motivi di spazio il tastierino numerico separato ed, evidentemente, quello "immerso" se lo sono proprio dimenticati. O forse alla Apple le fara' schifo. Chissa'...

 

TrackBall e schermo

 

E veniamo alla famosa "palletta". Di dimensioni lievemente piu' piccole di quella presente nei fratelli maggiori (riduzione dovuta al profilo della macchina piu' basso grazie, e sottolineo grazie, al drive compreso nel prezzo ma non nel cabinet) si tratta comunque di uno strumento di puntamento preciso, rapido ed efficace. Poi da "Pannello di Controllo" (avevo scritto 2Pannello di Controllo2, maledizione!!!) e' comunque possibile regolare velocita' e precisione di movimento: inoltre, il modo di funzionamento dinamico, fa si' che ad accelerazioni "pallettose" maggiori la freccetta si sposta ancor piu' velocemente della stessa velocita' dovuta alla maggiore accelerazione di cui sopra. Non so se mi sono spiegato molto bene: sono sicuro comunque che mi avete capito.

Sopra e sotto la "palletta" troviamo il tasto mouse duplicato per ragioni di pura comodita': quello di sopra ogni tanto interferisce (ficcanaso!) con la barra spaziatrice ricevendo pressioni non dovute: ma e' la solita storia dell'abitudine alla quale tutti, prima o poi siamo soggetti. Per inciso il problema non sussiste per i modelli superiori che hanno la tastiera qualche millimetro sopra il piano antistante quest'ultima, ma non per motivi ergonomici (semmai sarebbe un po' peggio) ma per fare spazio al drive interno situato proprio sotto la tastiera.

Alt! Stanno servendo la cena, salvo (e' la prima volta da quando siamo partiti... tanto la memoria e', dovrebbe essere incrociamo le dita!, tamponata), mangio e "torno".

Rieccomi, sono stato abbastanza rapido, considerato soprattutto che sono a dieta ferrea da oltre due mesi (col ragguardeveole risultato di aver perso gia' 18 chili, chissa' quando scompariro' del tutto...). Il computer l'ho ovviamente lasciato in stato di "stop" ovvero praticamente spento con in piu' il vantaggio di non dover rifare il boot a nuova accensione. A proposito, avevo dimenticato di dirvi che (anche questa e' una differenza coi fratelli maggiori) non e' presente alcun tasto di accensione ed e' sufficiente premerne uno qualsiasi della tastiera per porlo in funzione ed accedere al menu' "altro" del Finder per spegnerlo completamente o, come ho fatto prima, sempre dallo stesso menu' per porlo in stato di stop. Bene, abbiamo da poco oltrepassato Bologna, e' trascorsa gia' un'ora e mezza e l'indicatore di carica della batteria (che tengo sempre sott'occhio) segna ancora cinque "lineete" di carica su otto. Se continuamo cosi', bomba o non bomba, arriveremo a Roma. Nota Bene: non mi stavo riferendo ai tipici "guru" (opps!) del Mac, peraltro mai occorsi nemmeno con i programmi piu' datati (quindi non funzionanti sotto system 7) che al massimo si rifiutano di partire correttamente, ma solo alla canzone di Venditti. Scusate, ma la precisazione era dovuta al solo fine di scongiurare eventuali incomprensioni da parte dei piu' maligni.

E arriviamo allo schermo. La cosa piu' strana e' proprio la risoluzione, 640x400, quindi di tutto rispetto nonche' assolutamente compatibile con qualsiasi programma utilizzato: cio' che non e' chiaro e' perche' non abbiano usato un ben piu' comune 640x480 presente ormai in ogni notebook con schermo VGA. Dando per scontato infatti che la Apple non produce schermi (addirittura lo stesso PowerBook 100 pare sia costruito da Sony... forse anche per questo mi piace tanto!) non si capisce bene perche' non abbia cercato il display da utilizzare tra i tanti VGA compatibili presenti dappertutto. Va be', accontentiamoci di qualche riga in meno, non senza segnalare pero' che, seppur non splendido come quello dell 170 che e' a matrice attiva (e li', amici miei, non c'e' trippa per gatti nemmeno cercando col lanternino tra i migliori CRT mai prodotti da chicchessia), si tratta sempre di un ottimo schermo ad elevatissimo contrasto, tra l'altro lo sto tranquillamente continuando ad utilizzare a luminosita' ridotta per aumentare il piu' possibile l'autonomia e parimenti ridurre il numero totale di frustate che mi aspettano domani se non consegno l'articolo; ed effetti "echo" di riga o di colonna abbastanza limitati.  L'esemplare in nostro possesso (ringraziamo per il prestito della macchina l'ESPER sistemi elettronici Srl, del sottoscritto, di Luciano Macera e Giuseppe Cardinale Ciccotti, il noto team della scheda di rete "a base di transputer" di ADPnetwork) soffre di un leggero sbiadimento all'estremita' destra del display. Si tratta comunque, secondo me, di sfortuna allo stato puro in quanto molti altri esemplari da me visti non avevano problemi analoghi. Personalmente spero che il difetto man mano aumenti sempre piu' fino a far scattare la dovuta sostituzione in garanzia, anche perche' ora come ora l'effetto e', seppur visibile, talmente lieve che finirei per discutere inutilmente con qualsiasi centro di assitenza tecnica, probabilmente non affetto della mia stessa proverbiale pignoleria (della serie: ma lei e' proprio incontentabile ? Si', sempre. Anzi, molto peggio). 

 

L'interno

 

Per aprire il PowerBook 100 (a proposito, siamo ad un'ora e tre quarti di funzionamento in autonomia e il "pilometro" segna ancora quattro lineete su otto) e' sufficiente svitare dal fondo tre viti nascoste da pseudopiedini in gomma antiscivolo, ATTENZIONE, non senza aver tolto tanto la batteria ricaricabile quanto le tre pilette al litio accessibili dal retro. La raccomanazione (ricevuta in forma confidenziale da un responsabile Apple) e' necessaria proprio per scongiurare pericolosissimi cortocircuiti all'elettronica interna che, come detto, non e' protetta da alcun interruttore meccanico. O, meglio, un interruttore e' presente sul retro accanto alla presa per l'alimentazione, ma serve per isolare la sola batteria ricaricabile durante lunghi periodi di "astinenza": resta comunque all'opera l'energia fornita dalle pile al litio che assicurano la conservazione della memoria anche in questo stato.

Va da se', comunque, che l'apertura di un computer pregiudica la validita' della garanzia quindi e' un'operazione assolutamente da non compiere durante tutto il primo anno, anche se guardare un PowerBook 100 dentro e' un vero spettacolo.

Tutto e' assemblato alla "Apple": nessun filo volante, HD mantenuto da blocchi meccanici, tutto si smonta e rimonta senza alcun timore di provocare il minimo danno. E in piu', la grande sorpresa: processore e logica relativa sono montati su una daughter board il che fa presupporre la possibilita', almeno teorica, di upgradare il sistema verso CPU piu' veloci. Magari non da parte di Apple, ma da terze parti sempre attente alle esigenza anche "mostruosamente proebite" dell'utente piu' smaliziato. Sapevate, ad esempio, delle varie schede "terze parti" per l'LC, dotate addirittura di 68040 a non so a quanti megahertz, che lo fanno schizzare (dati forniti dai relativi costruttori e quindi NON verificati da noi) come performance ben sopra quelle di un FX ?

Magari un giorno uscira' qualcosa di simile anche per il piccolo PowerBook (piu' book che power): certo il bus rimane a 16 bit (come del resto per l'LC) ma un po' di velocita' in piu' certo non guasterebbe. Con questo non voglio comunque dire che il 100 sia una macchina particolarmente lenta (va sempre "al doppio" di un Classic, "lisciando" quasi un LC) ma si sa, la velocita' (come la memoria) non e' MAI sufficiente: piu' ne abbiamo piu' ne vogliamo. Comunque levatevi dalla testa l'idea di acquistare un PowerBook con soli due mega di Ram se volete vivere tranquilli voi e il vostro System 7. Anche perche' il 68000 non essendo dotato di MMU (come invece accade per il 68030) non puo' utilizzare la memoria virtuale offerta dal nuovo sistema operativo che, in presenza appunto di una MMU (Memory Management Unit: ogni tanto incontro qualche ingegnere elettronico indirizzo informatico neolaureato che non sa cosa sia...), puo' utilizzare una parte dell'harddisk come "prolungamento" della memoria Ram interna, provvedendo automaticamente a rendere il tutto trasparente alle applicazioni e all'utente. Trasparente nel senso che l'utente non deve far altro che attivare la memoria virtuale e lanciare un sacco di applicazioni, anche se il page-swapping  (o il segment-swapping, non so quale metodo sia utilizzato) e' comunque avvertibile come un generale ritardo di risposta durante queste operazioni.

E veniamo, per finire all'HD utilizzato. Purtroppo, e per me rimane un difetto, non si va oltre i 20 megabyte totali, unico taglio disponibile per questa macchina. Qui lo affermo e qui... lo riaffermo, sono disposto a scommettere qualsiasi cifra che prima o poi sara' disponibile anche la versione con HD da 40. Non dimentichiamo infatti che un 68000 a 16 MHz non ha nulla da invidiare ad un 386SX e praticamente tutti i notebook di questo genere  hanno ormai il 40 se non addiritura il 60 mega. Del resto Apple mira a vendere i suoi PowerBook non solo agli utenti Macintosh ma anche (soprattutto?) all'utenza MS-Dos che fino a qualche mese fa non potevano che comprare notebook in questo standard. Lo stesso drive da 1.44 megabyte, fornito di serie internamente o esternamente su tutti i modelli, ha la sua ragion d'essere essenzialmente per permettere un rapido ed efficace interscambio dati tra i due mondi MS-Dos e Mac. Tanto ormai i tipici programmi da notebook salvano praticamente sempre in formati facilmente importabili/esportabili se non addirittura compatibili (Exel che legge Lotus, a parte l'esistenza di quest'ultimo anche per il Mac, Word dei due mondi in grado di interscambiare non solo testi ma anche font e formattattazioni utilizzate, tanto per fare qualche esempio al volo).

Driver assolutamente inutile, aggiungo, per effettuare lo scambio di dati tra due Mac: in generale col System 7 con pochi colpi di mouse (o "palletta" nel caso del PowerBook) si ottiene una facile ed efficace file sharing con tanto di utenti e gruppi di lavoro abilitabili con password. In piu' l'hard disk del PowerBook 100 puo' essere utilizzato, grazie ad un apposito cavo SCSI (purtroppo non fornito a correto) come disco rigido esterno di un secondo Macintosh: cio' significa file interchange a velocita' SCSI ovvero come tra due HD sulla stessa macchina. Che non e' poco.

 

Concludendo

 

Pochi istanti fa il PowerBook mi ha avvisato che la batteria e' in esaurimento e converrebbe collegarsi alla rete. Automaticamente il sistema abbassa (ancora) la luminosita' dello schermo per permettere alla macchina una piu' lenta agonia e all'utente (in questo caso io, oh! come sono emozionato) di continuare a lavorare ancora un po'. L'ultimo segmento del "Pilometro" ormai lampeggia essendo forse indeciso sul numero effettivo di sgoccioli rimasti. Posso aggiornarvi sul nostro viaggio: sono le 22:45, siamo partiti in orario alle 19:30, diciamo che per circa mezz'ora non ho utilizzato il computer quindi siamo a ben tre ore meno un quarto di funzionamento a batterie, ho salvato due volte il file, e continuo a scrivere, vediamo fin dove arriviamo.

Dobbiamo tirare le somme riguardo il PowerBook 100. Dal tono stesso dell'articolo che avete appena letto avrete capito che siamo particolarmente entusiasti tanto della macchina quanto del prezzo di vendita (3.590.000 + IVA per la versione da 4MB di Ram, la versione da 2 non la prendo nemmeno in cosiderazione!) addirittura inferiore, fatti due conti, al prezzo di listino negli stati uniti dove, se non ricordo male il 2 mega con disco esterno (li' e' opzionale) costa 2499 dollari. In piu' i PowerBook venduti in Italia sono coperti da assicurazione contro il furto, cosa da non sottovalutare con i tempi che corrono. Ciliegina finale, sempre in Italia, chi ha acquistato o prenotato un PowerBook entro il 15/12/91 concorre all'estrazione di 10 Alfa Romeo 164 V6 Turbo. Praticamente quella con clock maggiorato!

Sono le 22 e 55, spengo se no rischio di perdere tutto l'articolo. Poi sai le risate. Comunque, ce l'ho fatta: mi sono risparmiato almeno 27 frustate. Non male...


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