Articolo pubblicato sul n. 148 di MCmicrocomputer (Edizioni Technimedia Srl - Roma) nel febbraio 1995
Prove prodotti: C'e' chi pensa che i Macintosh siano macchine poco espandibili. Altri, ben piu' folli, tuttora ritengono che esista poco software disponibile per questa piattaforma, specialmente per le nuove macchine basate su PowerPC. Chi azzarda stime di questo tipo, evidentemente, fa i suoi conti solo su fattori meramente numerici, confrontando ad esempio il "numero" di programmi o di schede d'espansione disponibili per nel mondo Windows, rispetto al "numero" corrispondente nel mondo Mac. Altrettanto facilmente dimentica che i Macintosh sono macchine molto piu' complete dal punto di vista hardware e software e che quindi per la loro stessa natura necessitano di un "numero" inferiore di add-on. Giusto per fare qualche esempio, potremmo citare il fatto che praticamente tutti i Mac dispongono di serie di una porta SCSI, di una sezione video come minimo paragonabile ad una buona VGA o SVGA, di una completa connettibilita' in rete (il software necessario e' tutto contenuto nel sistema operativo originario) con tanto di interfaccia Ethernet disponibile nella maggior parte dei casi (perfino nei PowerBook dell'ultima generazione). Per non parlare, poi, della sezione audio stereofonica, che ben poco ha da invidiare allo standard de facto della onnipresente Sound Blaster nel mondo MS-DOS. Alla luce di questo, quando parliamo di "espandibilita'" di un Mac, se non ci stiamo riferendo ad un banale aumento della RAM o ad un hard disk piu' grosso, parliamo quasi certamente di hardware aggiuntivo molto particolare. Un esempio e' dato dalla scheda in prova questo mese, denominata PhotoEngine, prodotta dalla instancabile Radius. Ma non si tratta, nonostante il "cognome" potrebbe trarci in inganno, di una megascheda video biturbo superaccelerata in grado di soddisfare un Jumbotron della Sony formato palazzina di tre piani (con ascensore di manutenzione). E' una appendice hardware, sotto forma di scheda NuBus, per il mitico Adobe Photoshop grazie alla quale voleremo a velocita' anche quattro o cinque volte superiori nell'esecuzione di alcune funzioni pesanti. Il tutto in maniera assolutamente trasparente, continuando ad utilizzare Photoshop come se nulla fosse, risparmiando semplicemente (si fa per dire) il nostro tempo prezioso durante le fotoelaborazioni. Di chi e' il merito? Bah, robetta: non uno, ma quattro DSP (Digital Signal Processor) lavoreranno per noi sgravando i compiti del nostro amato microprocessore, PowerPC o 680x0 che sia. Non so se mi spiego...
L'oggetto
La scatola di cartone contenente la scheda PhotoEngine ha un'impostazione di tipo "esagerato" (nel senso positivo del termine). A cominciare dal bellissimo logo a colori del nome della scheda, che ritroviamo anche all'interno del file ReadMe presente sul disco d'installazione, ma soprattutto colpisce la scritta in alto a sinistra che recita piu' o meno cosi': "Saltate nell'iperspazio con le vostre immagini Photoshop". Sull'angolo opposto troviamo una descrizione leggermente piu' terrestre del contenuto dell'imballo: Acceleratore per Photoshop ad alte prestazioni con quattro digital signal processor. Ma non finisce qui. Ci sono ancora tre scritte in bella mostra da non sottovalutare. La prima, "Accelerated for Power Macintosh", indica che il prodotto oltre a funzionare correttamente anche con i Mac dell'ultima generazione, promette aumenti di prestazioni anche utilizzando questi modelli. Non si lascia intimidire, in altre parole, dalla potenza esuberante degli attuali chip PowerPC. La seconda scritta, Lifetime Warranty, indica che la scheda, come gli altri prodotti Radius, e' garantita a vita. Terza ed ultima, ma non per questo meno importante, la scritta Adobe Charged indica che la scheda Radius PhotoEngine (si tratta di una vera e propria certificazione) utilizza la tecnologia Adobe per ottenere gli stessi risultati di alta qualita', visivamente parlando, che si ottengono utilizzando Photoshop senza accelerazione alcuna. Le sole differenze riguardano, come detto, la velocita' di elaborazione. Cio' premesso, apriamo il pacco e vediamo cosa c'e' al suo interno. Il manuale utente, di sole 23 pagine, la dice lunga sulla facilita' di utilizzo della scheda. Un unico dischetto contiene il software di gestione e non manca la solita paccottaglia (mia madre, napoletana, le chiamerebbe "scartoffie") riguardante garanzia e licenza d'uso dell'attrezzo. Quando penso che hardware in inglese vuol dire ferramenta, sorrido come un deficiente. E ripenso all'incubo di trovare un giorno all'interno computer appena acquistato negli stati uniti (e chissa' quanto pagato!) non microprocessori, chip, memorie, hard disk e affini, ma un competo set del fai-da-te a base di chiodi, chiodini, viti, rondelle, lime, seghetti, martelli e, perche' no, qualche disco di carta vetrata per la levigatrice rotante. Ti e' piaciuta la ferramenta? E mo' pedali! Tornando, per quanto possibile, seri, la sensazione che si ha nell'osservare la Radius PhotoEngine e' di avere a che fare con un prodotto sicuramente robusto e duraturo (non ha caso e' garantito a vita) ma nello stesso tempo maturo ed affidabile. I quattro DSP sono posti in alto, si tratta di veloci 3207 a 66 MHz di produzione AT&T. Utilizzano bus dati e bus indirizzi a 32 bit, dispongono ognuno di 8 KB di cache on chip e sulla scheda trovano posto altri 128 KB di RAM statica. A riprova del fatto che la Radius non si e' limitata a mettere insieme integrati standard, troviamo anche un chip custom realizzato dalla stessa casa costruttrice di cui, in verita', ignoro assolutamente la funzione svolta. Tutti i componenti sono assemblati in tecnologia SMD (montaggio superficiale) e sul retro troviamo solo elementi passivi come microscopici resistori e condensatori. Per finire la scheda e' in formato da 7 pollici e utilizza come interfaccia con il Macintosh il protocollo NuBus 90. La stessa scheda, in tutt'altra veste, e' prodotta dalla Radius anche come daughter board per alcune schede video della stessa casa.
Installazione
Come e' da attendersi da un prodotto Mac, l'installazione sia dal punto di vista hardware che dal punto di vista software e' quanto mai semplificata. Trattandosi di una scheda NuBus, e' necessario disporre di almeno uno slot di questo tipo all'interno del nostro Mac. Alla luce di questo, sono automaticamente tagliati fuori tutti i possessori di LC, mentre gli utenti 610-660-6100 (Centris, Quadra e Power Macintosh) dovranno acquistare a parte un apposito adattatore prodotto dalla stessa Apple. Questo a condizione di non aver gia' occupato con altro hardware l'unico slot disponibile in queste macchine di fascia media. Chi, ad esempio, nelle macchine della serie 610-660-6100 utilizza una scheda video accelerata, la sezione AV dei Power Macintosh 6100, o l'upgrade a PowerPC su scheda PDS, avendo gia' occupato l'unico slot disponibile non potra' installare anche la scheda oggetto di questa prova. In tutti gli altri casi, nei Mac di fascia piu' alta o in quelli di fascia media non ancora espansi, l'installazione hardware non impegna che per pochi minuti. Basta aprire lo chassis del computer, individuare uno slot NuBus, inserire la scheda esercitando una leggera pressione, richiudere il Mac e dare corrente. Nessun ponticello da spostare, nessun problema di conflitto di interessi, nessuna bestemmia o maledizione necessaria al buon funzionamento. All'uopo, manca sulla confezione un quarto bollino con su scritto "Blasfem-Free Hardware, Good for paradise (future) destination!!!" (vista l'idiozia era d'obbligo un inglese quanto mai maccheronico, ndr). Su un dischetto fornito a corredo troviamo l'installer del software di gestione. Durante l'installazione ci verra' richiesto di indicare la cartella dei moduli aggiuntivi di Photoshop, posto in cui sara' ricopiato l'apposito plug-in. Oltre a questo, l'installer si limita ad aggiungere un'estensione nella omonima cartella del sistema operativo: vista la banalita' dell'installazione, sullo stesso file ReadMe contenuto sul dischetto e' proposta come alternativa "veloce" il trasferimento manuale delle due icone nelle rispettive cartelle, senza scomodare affatto l'installer, risparmiando, ancora una volta, tempo prezioso.
E' come volare...
Il bello della PhotoEngine e' che "scompare" all'interno del nostro Mac. Una volta terminata l'installazione hardware e software (esagerando al massimo in non piu' di un quarto d'ora si compiono entrambe le operazioni) possiamo lanciare il nostro amato Photoshop... facendo finta di niente. Anzi, non e' affatto necessario fingere: non dobbiamo proprio fare nulla. Come d'incanto molte delle operazioni piu' gravose effettuate sulle nostre immagini diventeranno di colpo brevi, regalandoci un'iniezione di potenza in piu' assolutamente inaspettata. Tutti i comandi di Photoshop, i menu', le funzioni rimarranno esattamente invariate. La scheda acceleratrice funziona in maniera assolutamente trasparente. Grazie al plug-in, ogni volta che viene invocata una funzione (standard) eseguibile dalla scheda DSP, il controllo verra' lasciato a quest'ultima che portera' a termine l'operazione in un tempo finanche quattro o cinque volte inferiore. Ovviamente l'aumento di velocita' sara' maggiore se non verra' chiamato in causa l'hard disk in funzione di memoria virtuale (autogestita, come noto, da Photoshop) ed e' quindi indispensabile disporre di una quantita' di RAM almeno tre o quattro volte superiore alla dimensione dell'immagine da trattare. Per fare un esempio, se un'operazione dura normalmente un paio di minuti, di cui la meta' o anche piu' sono impiegati per effettuare swap continuo da disco, la scheda DSP potra' accelerare solo il calcolo puro riducendo il beneficio totale. Viceversa, se disponiamo di sufficiente memoria RAM assegnata al nostro Photoshop (e quindi non e' il disco a farci perdere tempo, ma solo i calcoli pesanti per la nostra elaborazione) possiamo trarre massimo vantaggio dalla scheda PhotoEngine che elaborera' piu' velocemente del microprocessore del nostro Mac le istruzioni DSP che implementano l'algoritmo richiesto. PhotoEngine, allo stato attuale, non velocizza tutte le funzioni svolte da Photoshop ma solo alcune. Non e' escluso, comunque, che lo stesso hardware un giorno potra' accelerare un numero maggiore di funzioni con il solo upgrade della parte software. In ogni caso, gia' adesso, risulta essere un mezzo assolutamente indispensabile per ottenere performance in nessun altro modo ottenibili con il solo utilizzo dell'hardware di base attualmente esistente. Le funzioni attualmente accelerate riguardano quattro menu' di Photoshop: Metodo, Immagine, Filtri e Selezione. Dal menu' Metodo saranno accelerate le conversioni tra i modi Colore RGB e Colore Lab, tra Colore RGB e Colore CMYK, tra Colore Lab e Colore CMYK. Nel menu' Immagine risulteranno piu' veloci le rotazioni (libere o arbitrarie) e il ridimensionamento dell'immagine la distorsione prospettica. Inoltre e' piu' veloce anche la creazione dell'icona di preview dell'immagine salvata. Il menu' maggiormente accelerato e', come presumibile, quello relativo ai filtri digitali. Il controllo sfocatura, l'effetto movimento, l'effetto rilievo, la maschera di contrasto, il filtro contrasta contorni, individua profilo, smacchia, saranno tutti piu' veloci. Anche dal menu' Selezioni, risultera' accelerata la funzione di sfumatura, generalmente utilizzata per creare ombre artificiali. Per concludere il giudizio complessivo della Radius PhotoEngine e' estremamente positivo e puo' addirittura rappresentare una possibile alternativa all'intero upgrade della macchina, quando l'utilizzo di questa riguarda principalmente la fotoelaborazione tramite Photoshop. Articolo pubblicato su www.digiTANTO.it - per ulteriori informazioni clicca qui |