Articolo pubblicato sul n. 69 di MCmicrocomputer (Edizioni Technimedia Srl - Roma) nel dicembre 1987

MCmicrocomputer


Prove prodotti:
Toshiba T1000

di Andrea de Prisco

Voi non immaginate quanto scalpore, entusiasmo, emozione abbia suscitato l'arrivo in redazione del nuovo Toshiba T1000. Venivano ad onorarlo (qualcuno addirittura portando doni, altri cantando e danzando "Tu scendi dalle stelle...") da tutti i piani della Technimedia: quelli del laboratorio sito nel seminterrato, dall'ufficio pubblicita' al secondo, dall'amministrazione, dalla redazione di "Audio", dalla nuova redazione di "Orologi", da est, da ovest...Copertina del numero di MCmicrocomputer contenente l'articolo

Il motivo e' semplice: il nuovo portatile Toshiba, con le sue dimensioni ultra compatte, con il suo design molto attraente, con la sua leggerezza unica, con il solito display "leccabaffi" tipico dei Toshiba, col suo prezzo molto contenuto (qualcuno ha anche detto: peccato che costi 4 milioni... senza sapere che costa la meta') non poteva non suscitare tutto questo interesse. Se poi a tutto questo aggiungiamo il sistema operativo residente su di un finto disco interno a sola lettura (banale Rom, ma l'idea e' davvero grande), la possibilita' di inserire una espansione Ram che conserva i dati anche a computer spento e un modem, intelligente come tutto il resto, Hayes compatibile a 300/1200 baud, comprendiamo facilmente che l'interesse continua anche dopo un esame piu' particolareggiato.

Certo non intendiamo dire che il T1000 e' il miglior portatile esistente (anche perche' qualche difetto avremo comunque modo di evidenziarvelo), ma semplicemente che... sprigiona un certo fascino che altri non hanno.

 

Descrizione generale

 

L'estetica del T1000 non differisce di molto da quella del T1100 plus provato sul numero 63 di MC (al quale vi rimandiamo per fare i vostri confronti). E' soltanto un po' piu' piccolo, molto piu' leggero, dispone di un drive invece che due.

Il display, anch'esso in tecnologia super twist, e' di dimensioni minori, sempre in confronto a quello del  T1100 plus, specialmente per quanto riguarda l'altezza: i caratteri, molto leggibili, sono ahime' un po' troppo schiacciati. Da segnalare, come per il fratello maggiore, la presenza del regolo contacaratteri stampigliato nella plastica della cornice del display.

Ma la prima vera nota negativa dobbiamo segnalarla a riguardo della tastiera, sebbene abbastanza completa per quanto riguarda la disponibilita' di tasti, di qualita' troppo economica per un portatile che si rispetti. Il tocco non e' dei piu' favorevoli e la disposizione dei tasti non e' ergonomica (ricurvi verso le dita in modo da accorciare le distanze). Per dirla in breve siamo ben lontani dalla qualita' della tastiera del T1100 plus e perche' no, da quella del suo piu' diretto concorrente Datavue Spark provato sul numero scorso.

  Sul lato destro della macchina troviamo la fessura per inserire di microfloppy da 3.5", sul lato sinistro la manopolina per variare il contrasto del display, un deviatore per scambiare il drive interno con uno esterno e viceversa (utile quando dobbiamo effettuare il boot da disco 5.25") e la presa per tastierino numerico esterno opzionale: quello di serie lo troviamo "immerso" nella tastiera alfabetica... fornita a corredo.

Sul retro troviamo, coperto da un coperchietto metallico, il comparto per installare il modem interno, e vari connettori per le periferiche: partendo da sinistra abbiamo un'interfaccia seriale (connettore DB9 maschio, non proprio standard), la porta per la stampante parallela, il connettore per floppy disk esterno (sul T1100 plus questi due connettori erano un tutt'uno), le uscite per video esterno monocromatica e a colori RGBI. Sul fondo del T1000 una comoda maniglia estraibile facilita il trasporto della macchina.

Per finire, nel vano tastiera troviamo due spie: la prima segnala il funzionamento del drive, l'altra, bicolore, segnala l'accensione della macchina e lo stato delle batterie quasi scariche (la spia passa da verde a rossa).

 

L'interno

 

Aprendo il T1000 ci si rende subito conto di quanto l'oggetto in questione sia davvero un gioiello di tecnologia avanzata. La scheda occupa addirittura meta' superficie del fondo del cabinet, l'integrazione e' dunque molto spinta, e l'assemblaggio e' certamente dei piu' puliti mai visti: lo testimonia tra l'altro anche la facilita' con cui si montano e smontano le varie componenti interne.

La tastiera e' collegata alla piastra madre da un cavo piatto e per scollegarla occorre fare un po' d'attenzione essendo questo molto, molto sottile. Tolto il drive e il blocco batterie ricaricabili, mettiamo completamente a nudo la piastra. Come era da aspettarselo non si notano ripensamenti dell'ultima ora (ricordiamo che il T1000 discende direttamente dal T1100 plus il quale a sua volta discende dall'ormai vetusto T1100: come dire cha alla Toshiba la sanno lunga in fatto di portatili).

La memoria disponibile on board assomma a ben 512 K: non e' il massimo, ma state pur certi che non vi sentirete mai rispondere dal sistema che... e' troppo poca (trenne casi molto particolari,s'intende). Il processore montato e' il classico 8088 in versione CMOS (dunque e' un 80C88) clockato a soli 4.77 MHz. Dobbiamo dire che questa limitazione un po' ci dispiace: ormai quasi tutti gli MS-Dos compatibili (portatili e non) hanno la doppia velocita' se non altro per competere ad armi pari la concorrenza sempre piu' agguerrita.

La nostra escursione all'interno del T1000 continua segnalandovi la presenza di moltissimi chip custon grazie ai quali e' stato possibile miniaturizzare a tal punto la scheda madre. Sempre su questa troviamo alcuni connettorini per l'istallazione del modem interno e dell'epansione di memoria non volatile (batterie permettendo). A proposito di questa diciamo che si tratta di ben 768 K in cui i primi (beh, dipende pure da quale parte la guardiamo...) 128 K si aggiungono ai 512 gia' esistenti e vanno a formare i ben noti 640 K, massima quantita' visibile dall'MS-Dos; i rimanenti 640 possono essere utilizzati o come "banale" (scusate se e' poco) ram disk non volatile, o come espansione di memoria LIM-EMS per i programmi scritti secondo le specifiche descritte dall'accordo tra Lotus, Intel e Microsoft. Per la cronaca, secondo quanto dichiarato dalla stessa Toshiba, con le batterie ben cariche e il computer spento, la ram disk non volatile resiste per circa 18 giorni. La durata delle batterie cariche, a computer acceso e' di circa 4-5 ore, tempo che si riduce di circa un 40% se utilizziamo anche il modem opzionale.

 

Utilizzazione

 

  Col Toshiba T1000 e' fornito un manuale egregiamente tradotto in italiano, nessun dischetto e nient'altro. Perfino l'alimentatore e' da acquistare a parte, anche se l'alimentazione a 9 volt abbastanza standard potrebbe essere prelevata anche da altre fonti come alimentatori vari gia' in nostro possesso. Beh, inutile dirvi che non ci sembra il caso di fare questo tipo di economie: anzi, continuiamo a chiederci il perche' di questa scelta, gia' attuata al tempo del T1100, poi ereditata dal T1100 plus.

  Dal momento che il sistema operativo e' su Rom all'accenzione non dobbiamo inserire alcun dischetto nel drive: terminato infatti il test della memoria (interrompibile in qualsiasi momento premendo un tasto qualunque) il piccolo Toshiba ci saluta con l'hello del sistema operativo residente, nella versione 2.11. A parte e' possibile acquistare, su disco, la release 3.20: per gi usi cui e' destinato il T1000, la release residente e' comunque piu' che sufficiente. Il drive virtuale ROM su cui e' installato il sistema operativo e' il drive C, e il BIOS (proprio come fosse un Hard Disk) tenta sempre di effettuare il boot prima dal disco A. Se su questo fallisce (disco senza sistema o assenza di disco) viene caricato il sistema dalla ROM. Da notare che sul drive C troviamo sia il sistema vero e proprio, che i vari comandi esterni, disponibili come file eseguibili. Non manca, tra l'altro, anche un bel Autoexec.bat e il Config.sys come su qualsiasi disco sistema che si rispetti.

Grazie poi ad una utility contenuta nel disco virtuale, SETUP10, possiamo facilmente cambiare alcuni parametri (config.sys, compresa) per "customizzare" a nostro piacere la macchina sulla quale dovremo lavorare. Possiamo ad esempio scegliere di effettuare il boot sempre e comunque da ROM, scegliere il tipo di display (40 o 80 colonne), settare la dimensione del disco Ram (una volta installata l'epansione di memoria) ed altre cose di minore importanza.

Molto interessante anche l'utility CHAD, con la quale possiamo filtrare le pagine video a colori decidendo come visualizzare sul display LCD i caratteri colorati su fondi colorati.

 

Conclusioni

 

Il Toshiba T1000 e' una macchina che ci ha entusiasmato molto per le sue indiscutibili doti di "portatile dei sogni". Giocano a suo favore infatti la leggerezza, le dimensioni molto compatte, il display di ottima qualita', il costo assai contenuto, la possibilita' di istallare un'espansione di memoria non volatie al suo interno. A sfavore possiamo tirare in ballo solo la tastiera non troppo buona e la mancanza della velocita' doppia del clock, quest'ultima solo per ragioni concorrenziali. Si sa infatti che un portatile di questo tipo non dovrebbe (usiamo il condizionale per non... condizionare i lettori) sostituire in tutto e per tutto un computer da tavolo, ma essere usato quando della portatilita' non se ne puo' fare proprio a meno (in aereo, in treno, su una primaverile panchina del parco...) momenti in cui siamo dispostissimi a rinunciare al "turbo". Dunque promozione a pieni voti per questo portatile in quanto portatile, diciamo mezzo punto in meno se il T1000 dovrebbe o vorrebbe sostituirsi a un computer da tavolo serio. Come al solito la valutazione finale spetta agli interessati, che a giudicare dalle caratteristiche offerte, e il prezzo richiesto per l'acquisto, sicuramente non saranno pochi.


Articolo pubblicato su www.digiTANTO.it - per ulteriori informazioni clicca qui