Articolo pubblicato sul n. 176 di MCmicrocomputer (Edizioni Technimedia Srl - Roma) del settembre 1997

MCmicrocomputer


Prove prodotti:
Toshiba Tecra 740 CDT

di Andrea de Prisco

Jovanotti ne ha fatto, addirittura, una bellissima canzone. Si chiama, se non ricordo male, "Voglio di più", ed è dedicata a tutti gli incontentabili: a quelle persone, oserei dire, quasi come il sottoscritto. E nel ringraziarvi, di cuore, per aver resistito alla tentazione di evitare la lettura di quest'articolo (nota la pericolosità dell'autore) sono disposto, addirittura, a cantarvene un pezzettino... piccolo-piccolo:Copertina del numero di MCmicrocomputer contenente l'articolo

"... Voglio un panino gigante con dentro un milione di cose; voglio Madonna per portarmela a letto e poi mandarle un milione di rose; voglio una piscina piena di Coca Cola e mentre nuoto voglio bere e abbronzarmi; voglio telefonare al Presidente americano e al telefono voglio sfogarmi; voglio un aereo, che dico, una nave, che dico uno shuttle, un sottomarino; voglio sposarmi con mille ragazze e per ognuna io voglio un bambino...".

Manca, nel pezzo di Jovanotti, (se posso permettermi) solo un desiderio: "Voglio un Toshiba, con hard disk da tre gigabyte, display a colori immenso, processore Intel Pentium MMX, lettore di CD-ROM, fax/modem, telefono, segreteria telefonica incorporata".

Proprio come il Tecra 740 CDT in prova in queste pagine dedicato, come "strillato" in copertina, agli incontentabili. A chi cerca un notebook "di marca", dotato di ogni bendidio possibile ed immaginabile per non rimpiangere il desktop d'ufficio anche nelle condizioni di utilizzo più gravose, a cominciare dal display a colori integrato dalla ragguardevole dimensione di 13.3 pollici, risoluzione 1024x768 pixel, e - naturalmente - visibilità mozzafiato. Del resto è proprio Toshiba uno dei principali costruttori mondiali di display a cristalli liquidi a colori, fornisce di tali dispositivi moltissime aziende presenti nel mercato dei notebook, settore in cui (anche per ragioni storiche) Toshiba stessa ha tracciato negli anni numerose linee guida. Chi non ricorda, ad esempio, il mitico T1100? Fu proprio uno dei primi portatili compatibili MS-DOS ad avere grandissimo successo, dalle dimensioni ridotte e potenza elaborativa adeguata (almeno per quei tempi, sto parlando di una dozzina abbondante di anni fa...) che ha reso felice almeno una "generazione informatica" di utenti particolarmente dinamici. Erano tempi, quelli, in cui gli hard disk (da 20 o 40 megabyte!) si trovavano solo sui desktop di fascia alta e il solo pensiero di vederli presto anche nei "laptop" (così erano chiamati i portatili di allora) faceva parte dei "sogni mostruosamente proibiti" dell'utente medio di personal computer.

Oggi i notebook hanno tutti il display a colori, integrano un lettore di CD-ROM, sono dotati di una completa sezione audio stereo (con altoparlanti e microfono incorporato), hanno hard disk e microprocessori da capogiro, possono installare grosse quantità di memoria per ogni necessità... ma - fortunatamente - non sono affatto tutti uguali.

Un Toshiba è un Toshiba, proprio come... Sanremo è Sanremo!

 

Look chiaro

 

Finalmente un "grigetto" fotografabile. Questo il commento, molto pittoresco, del nostro infaticabile Dario Tassa Fotografo. In effetti sia il colore, sia la linea estetica piuttosto morbida, un po' arrotondata, lo staccano quel tanto che basta dalla massa degli altri notebook, solitamente neri e spigolosi.

Il lettore di CD-ROM, assecondando prioritariamente criteri di natura ergonomica, si affaccia sul lato frontale. Al suo posto può essere installata l'unità floppy disk: se siamo interessati ad utilizzare contemporaneamente i due dispositivi, può anche essere collegata esternamente tramite un apposito adattatore fornito a corredo con la macchina. Il lettore di CD-ROM ha una velocità di lettura dieci volte superiore allo standard, tra le più alte disponibili in formato extra compatto per i notebook attualmente in commercio.

Ancora sul lato frontale troviamo quattro LED colorati per lo stato di accensione, il collegamento a corrente, la carica della batteria agli ioni di litio, l'accesso all'hard disk interno. Quest'ultimo, nell'esemplare in prova, era di "appena" 2.1 gigabyte, ma quando leggerete quest'articolo tutti i Tecra 740 venduti in Italia avranno di serie l'hard disk da tremila megabyte (fa più effetto che dire tre giga, vero?).

La batteria ricaricabile, dicevano, è di tipo Li-Ion, è di generose dimensioni, ma proprio grazie alla tecnologia utilizzata non è eccessivamente pesante. Fornisce 5.600 mAh a 10.8 volt e assicura un'autonomia di funzionamento della macchina di quasi tre ore. Grazie alla gestione "intelligente" dell'energia, il Tecra 740 è in grado di valutare con sufficiente precisione la carica residua e, dipendentemente dall'utilizzo medio del notebook (frequenza di accesso all'hard disk, al lettore di CD-ROM, al fax/modem integrato), può stimare l'autonomia rimasta in ore e minuti. Durante l'utilizzo a batterie, il tempo residuo può anche aumentare invece di diminuire: come facilmente intuibile ciò non è dovuto ad imprecisione del meccanismo di rilevazione dell'energia ancora disponibile, ma semplicemente al fatto che sono cambiate le condizioni di utilizzo del portatile (ad esempio abbiamo ridotto la luminosità del display, accediamo meno frequentemente all'hard disk o agli altri dispositivi periferici interni).

Sempre frontalmente, ribaltando un largo coperchio incernierato, accediamo anche all'hard disk rimovibile: come di consueto, un'apposita etichetta ricorda di effettuare l'operazione di sostituzione esclusivamente a bocce ferme (computer spento).

Sul lato destro sono presenti la porta di collegamento per l'unità floppy disk, due alloggiamenti per schede d'espansione PCMCIA, la presa per la linea telefonica. Dei due slot per i dispositivi PCMCIA, quello inferiore è compatibile con la tecnologia Zoomed Video per l'interfacciamento veloce col microprocessore. In questo standard sono disponibili soprattutto schede di digitalizzazione video nonché decompressori hardware MPEG che devono gestire velocemente grossi flussi di dati digitali.

Il modem integrato ci permette di spedire e ricevere fax, collegarci ad Internet in tutte le salse (a 28.800 baud), ma anche di effettuare normali telefonate vocali, grazie al microfono e alla coppia di altoparlanti integrati: il software di gestione implementa, inoltre, funzionalità di segreteria telefonica digitale.

Sul lato opposto troviamo la piccola (e silenziosissima) ventola di aerazione, il pulsante di accensione/spegnimento (protetto da uno sportellino a slitta), un piccolo pulsante di reset accessibile con un oggetto appuntito e da utilizzare solo nei casi più disperati.

Il retro è, come di consueto, la parte più ricca di particolari interessanti. Troviamo, raggruppati in quattro distinte sezioni, tutti i collegamenti per il mondo esterno. Dietro un primo sportellino a ribalta sono presenti una porta seriale e l'uscita SVGA per il monitor esterno. Accanto a queste, protetta da un duplice sportellino a molla, troviamo la grossa presa per le docking station opzionali. La più piccola, denominata Card Station II offre la replicazione di tutte le porte, un'interfaccia aggiuntiva MIDI/Joystick, due alloggiamenti supplementari per schede d'espansione PCMCIA. La più completa, la Deck Station V Plus, offre in più una porta SCSI, un alloggiamento per unità di memorizzazione formato 5 pollici, due slot ISA e uno slot PCI mezza lunghezza.

Segue la porta parallela bidirezionale compatibile ECP (Enhanced Capability Port) e la presa per l'alimentatore/caricabatterie esterno. Più in alto troviamo ingressi e uscite audio, la presa per il microfono esterno o per una coppia di casse amplificate: la sezione sonora è, come di consueto, compatibile con gli standard Sound Blaster Pro e Windows Sound System. Non manca, infine, una porta MiniDIN per mouse/tastiera di tipo PS/2 e la consueta interfaccia seriale a raggi infrarossi compatibile IrDA.

Per finire, sul lato inferiore del Tecra 740 CDT troviamo l'alloggiamento per l'espansione di memoria (la macchina ha di serie "solo" 16 megabyte di EDO-RAM, ma l'espandibilità massima raggiunge quota 144!), e una coppia di pedini estraibili caricati a molla che inclinano ergonomicamente il portatile verso l'utente. Hanno proprio pensato a tutto. 

 

Fiato alle trombe

 

Il vero fiore all'occhiello del nuovo Toshiba è rappresentato senza ombra di dubbio dallo splendido display a cristalli liquidi a colori a matrice attiva da ben 13.3 pollici. La risoluzione raggiunge la ragguardevole cifra di 1024x768 pixel e, con i due megabyte di videoram integrati nella scheda video, è possibile la visualizzazione contemporanea di 65mila colori: per garantire accessi alla videoram estremamente veloci, l'interfacciamento con il bus di sistema avviene a 64 bit.

La visibilità del display LCD è ottima su un ampio angolo di visuale e anche la retroilluminazione, nonostante le dimensioni pressoché esagerate, appare estremamente uniforme su tutta la superficie. Nell'esemplare in prova, inoltre, non si notavano (come purtroppo di solito accade con i display a matrice attiva) pixel fuori uso: fa comunque parte della garanzia di un anno dalla data di acquisto la sostituzione dell'intero pannello LCD nel caso in cui si dovessero evidenziare malfunzionamenti riguardanti oltre un certo numero prefissato di punti.

Un po' più discutibile, di contro, la tastiera: non tanto per la precisione di funzionamento (ineccepibile) o per la completezza (tra le migliori) quanto per il posizionamento di alcuni tasti. Mi riferisco, essenzialmente, a quelli di controllo cursore (PageUp, PageDown, Home, End) posizionati all'estrema destra, dove possono interferire con l'accesso ai più utilizzati BackSpace ed Enter.

I tasti funzione, come ormai è diventata consolidata abitudine, sono tutti disponibili in prima battuta: preceduti dalla pressione del tasto Fn consentono l'accesso ad alcune funzionalità di sistema, come la commutazione tra display integrato e monitor esterno (o entrambi), la regolazione del livello audio dei segnali di allerta, l'impostazione della modalità di risparmio energetico della batteria e della modalità di resume/restart del pulsante di accensione/spegnimento, la protezione istantanea del sistema riattivabile solo con la digitazione della corretta password utente.

Il dispositivo di puntamento integrato è il MousePoint, un microjoystick verde, annidato tra i tasti G, H e B, di nota ispirazione IBM ThinkPad (... se tu dai un display a me, io poi do un mouse a te...). I tasti destro-sinistro sono posizionati poco sotto la barra spaziatrice, al centro della zona antistante la tastiera che funge da supporto per i polsi durante la digitazione veloce. Tra tastiera e display troviamo la coppia di altoparlanti stereo integrati, la cui emissione sonora è regolata da un potenziometro circolare immediatamente azionabile alla bisogna. Molto meglio che andarsi a cercare l'apposito pannellino di controllo, chissà dove tra le infinite finestre di Windows 95.

 

 E a proposito di sistemi operativi

 

Alla prima accensione del Tecra 740 CDT possiamo (o, meglio, dobbiamo) scegliere quale ambiente utilizzare. Nelle macchine sono preinstallati sia Windows 95 che Windows for Workgroup 3.11, ma viene fornita un'unica licenza d'uso per l'utente. Effettuata la scelta, vengono automaticamente rimossi dal disco rigido tutti i file non necessari al sistema operativo selezionato e, conseguentemente, non sono ammessi ripensamenti al riguardo. A meno, ovviamente, di non acquistare successivamente un diverso system software e procedere, manualmente, alla sua installazione ex-novo. Magari per migrare verso OS/2 o, nella seconda metà del prossimo anno, addirittura al futuro Rhapsody di Apple Computer (disponibile anche per piattaforma Intel), basato su Unix e nato dall'acquisizione di NeXT Software da parte dell'azienda di Cupertino. Chi vivrà vedrà...

 

Prestazioni entusiasmanti

 

Marilyn Monroe in un suo celebre film recitava (come da copione) grosso modo così: "E' vero che i soldi non fanno la felicità, ma è meglio piangere in una ricca Rolls Royce che in un tram affollato". Il Toshiba Tecra 740 CDT ha una serie pressoché interminabile di pregi e, se vogliamo, solo un "trascurabile" (scritto tra virgolette per ovvi motivi) difetto. E' offerto ad un prezzo di vendita piuttosto alto, proprio come le sue prestazioni: dodici milioni e mezzo, oltre l'IVA, per la versione con 16 megabyte di RAM. Questo vuol dire spendere subito altri soldi per portarlo almeno a quota 32, quantità di RAM diventata ormai minima per non aver alcun problema con Windows 95 e con le maggiori applicazioni utilizzate.

In compenso (ma non si tratta della comune consolazione dei fessi), finanche tralasciando l'ottima ingegnerizzazione del prodotto e il livello qualitativo generale degno di un premio Nobel, abbiamo il piacere di segnalarvi che il Tecra 740, nonostante abbia un clock di "soli" 166 MHz, regge il confronto prestazionale addirittura con alcuni notebook più economici dotati di pari microprocessore MMX a 200 MHz. Nel caso del Toshiba (tenete d'occhio il grafico dell'Intel Media Benchmark pubblicato in questa pagina) è comprensibilissima la differenza di performance rispetto alla nostra macchina di riferimento desktop con Pentium MMX a 200 MHz (proprio per la minore velocità di clock), ma nel caso degli altri due concorrenti, con lo stesso clock del sistema da tavolo, come la mettiamo?

Il Toshiba costa un po' di più, vale un po' di più. In un certo senso (ma non fraintendetemi), come volevasi dimostrare...

 


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