Articolo pubblicato sul n. 133 di MCmicrocomputer (Edizioni Technimedia Srl - Roma) nell'ottobre 1993

MCmicrocomputer


Prove prodotti:
Vobis Highscreen BlueNote

di Andrea de Prisco

Vobis, sebbene solo da poco tempo massicciamente presente anche in Italia, e' giustamente considerata come la piu' importante catena di vendita europea di personal computer. E i numeri le danno sicura ragione: se consideriamo la sola Germania, la Vobis possiede una quota di mercato pari al 15.3% nel settore personal computer; in Europa, con i 400.000 e piu' PC venduti (fatturato 1992 1.500.000.000 di marchi) mantiene incontrastata la leadership di mercato. In Italia Vobis e' presente dal marzo 1992 con 14 punti vendita diretti in molte citta' del nord e, con due negozi, anche a Roma. E' inoltre presente nelle principali citta' all'interno della rete distributiva Metro.Copertina del numero di MCmicrocomputer contenente l'articolo

In Germania, dove la Vobis e' nata quasi vent'anni fa come rivenditore di sistemi per ufficio, troviamo piu' di 500 punti vendita (negozi e magazzini Metro) nonche' la sede centrale, situata ad Aachen (Aquisgrana), che si sviluppa su una superficie di 80.000 metri quadri con 1400 dipendenti.

La ricetta di tanto successo e' dovuta alla sacrosanta (purtroppo non molto diffusa) formula basata sulla completezza dell'offerta, sull'assistenza all'utente e sui prezzi particolarmente aggressivi dei prodotti. Riguardo quest'ultimo aspetto (in questo maledetto periodo di recessione e', ahinoi, l'ingrediente principale per rimanere in vita) la Vobis gioca in contemporanea su due fronti: la vendita per corrispondenza e l'apertura diretta ai negozi saltando un intermedio importatore-distributore che avrebbe aiutato a far lievitare i prezzi. La completezza dell'offerta e' assicurata da una vasta gamma di prodotti venduti che va dalla linea completissima di computer e periferiche Highscreen (tower, desktop, notebook, stampanti, monitor, mouse, ecc.) ad altri prodotti hardware Hewlett Packard, Epson, Olivetti o software Microsoft (per la quale cura la vendita dell'intero catalogo). L'assistenza all'utente e' organizzata attraverso la rete di negozi e presso la stessa Vobis attraverso un servizio di Hot Line per la soluzione di tutti i problemi urgenti.

La nuova linea di computer Highscreen e' nata nel 1993 ed e' caratterizzata, oltre che da caratteristiche di prim'ordine, da un look particolarmente curato sia dal punto di vista estetico che ergonomico, opera del designer italo-tedesco Luigi Colani. Noto per aver firmato diversi progetti di auto sportive, motociclette da primato di velocita' e macchine fotografiche giapponesi, Colani e' presente all'esposizione permanente di architettura e disegno industriale ospitata nell'atrio del Centro Pompidou a Parigi con alcuni oggetti da lui realizzati.

Il notebook che ci accingiamo a provare questo mese, denominato BlueNote, appartiene sicuramente alla fascia "massima" dei prodotti di questo genere. Al suo interno troviamo infatti quello che, per riutilizzare uno slogan pubblicitario di qualche tempo fa, non esitiamo a definire come "il meglio, del meglio, del meglio".

Processore 486 DX-2 a 66 MHz: fino a quando non arriveranno i notebook basati su Pentium rimane il piu' potente microprocessore utilizzato in questa categoria di prodotti.

Interfacciamento via Local Bus VESA per video e hard disk: grazie a questo sistema l'accesso a scheda video integrata e al controller dell'hard disk avviene senza passare dal bus AT di sistema, troppo lento per le performance raggiungibili dal processore.

Display a colori a matrice attiva: l'unico svantaggio di questa tecnologia e' l'alto costo di produzione che fa lievitare inevitabilmente il prezzo di vendita di questi computer. A parte il lato economico, non possiamo non affermare che si tratta del miglior sistema di visualizzazione per computer mai realizzato. Speriamo solo che presto si riuscira' a produrre display di questo tipo a prezzi piu' contenuti.

Hard disk da 210 megabyte: non solo le capacita' di memorizzazione sono piu' che sufficienti per ospitare quantita' di dati e programmi da far invidia ad un ben piu' voluminoso desktop, ma l'interfacciamento con la CPU tramite Local Bus VESA assicura prestazioni massime nonostante ci troviamo davanti un semplice notebook.

E come se non bastasse: la presenza due slot per schede PCMCIA ci da' la possibilita' di accedere a diversi prodotti seguenti questo standard che vanno dalle Flash Card per memorizzare dati elettronicamente, alle schede Fax Modem in tale formato oppure ai piccoli hard disk rimovibili spessi, ormai, solo pochi millimetri.

 

Nel blu dipinto di blu...

 

Allo studio medico: "Dottore, cosa posso fare per i miei denti gialli?"... "Provi con una cravatta blu!".

Chi utilizzera' un BlueNote non correra' sicuramente il rischio di non essere notato. Il colore, un po' strano per un computer, e' comunque elegantissimo e non vi fara' di certo sfigurare in nessuna occasione. Anche con i vostri curatissimi denti bianchi. Se poi siete di sesso femminile, donna in carriera come e' di moda in questi tempi (quelle che vivono con la performance!), magari con i capelli biondi piu' o meno finti, e avete gli occhi azzurri questo e' sicuramente il computer per voi!

Bando agli scherzi, iniziamo col dire che Colani, con questo suo BlueNote, ha creato un oggetto particolarmente bello da guardare, toccare utilizzare. Un po' meno gradevole risulta essere il peso, 3.2 Kg, che al contempo rivela una costruzione delle piu' robuste che nulla ha a che vedere con analoghi prodotti di origine meno nota. Non bisogna poi dimenticare che ci troviamo davanti ad una macchina basata su un 486 a 66 MHz con display a matrice attiva: buona parte del peso della macchina e' addebitabile al blocco batterie da 12 V 2.8 Ah che assicura due ore di funzionamento ininterrotto.

L'intervento del Prof. Luigi Colani non si e' ovviamente limitato alla scelta del colore, ma soprattutto alle forme particolarmente arrotondate e all'elegante nervatura che percorre la parte superiore esterna del coperchio display. La sua firma la troviamo serigrafata sia all'esterno del computer sia sotto al display ben in evidenza.

Sul lato destro della macchina si affaccia un minuscolo lettore per floppy disk 1.4 MB. Come avremo modo di raccontarvi meglio nella nostra escursione interna si tratta di un'unita' di ridottissime dimensioni, poco piu' grandi del dischetto che inseriremo. Accanto a questo due pulsanti rettangolari a filo con la "carrozzeria" implementano la funzione di tasto destro e sinistro della trackball integrata che incontreremo tra poco.

Sul lato opposto della macchina troviamo, come gia' anticipato, prima gradita novita': un vano per due schede PCMCIA 1.0 o 2.0 o per una scheda PCMCIA 3.0. Questo significa avere la possibilita' di utilizzare Flash RAM Card di varia capacita' cosi' come schede modem/fax oppure piccoli hard disk rimovibili sempre secondo questo standard.

Il "lato" piu' ricco rimane, come sempre, quello posteriore. Accanto al connettore per l'alimentatore/caricabatterie troviamo una fessura circolare: si tratta di una temibile ventola di raffreddamento che, nel caso del BlueNote, e' per fortuna particolarmente silenziosa. Ci e' capitato, purtroppo, di trovare su portatili di altre marche ventole talmente rumorose da scoraggiare l'uso del notebook in ambienti silenziosi, per la propria e l'altrui incolumita' mentale. Accanto alla ventola c'e' un grosso sportello in plastica sul quale a sua volta e' presente un piccolo sportellino a slitta. Dietro a quest'ultimo e' situato il connettore per un box esterno (docking station) nel quale inseriremo il notebook per usufruire delle schede di espansione li' installate. Aprendo interamente lo sportello piu' grande accederemo a tutte le interfacce disponibili riguardanti una porta seriale, una porta parallela bidirezionale, un'uscita per il video esterno VGA e per la tastiera esterna (compatibile PS/2).

Agendo sul grosso sblocco anteriore accediamo al vano tastiera display. Come visibile nelle foto, la tastiera e' tedesca: la macchina ricevuta per la prova era un prototipo arrivato di corsa dalla Germania dove ha sede la Vobis. Naturalmente le macchine vendute in Italia avranno la tastiera italiana. A parte alcune serigrafie in lingua (comprensibili e non, vedi Druck S-Abf per NumLock) l'assenza delle "nostre" accentate e lo scambio di consonanti Z e Y non ci dovrebbero essere fondamentali differenze. Alcune cose riguardanti la tastiera potrebbero, pero', essere migliorate. Ad esempio i tasti cursore di dimensioni troppo ridotte oppure l'ENTER e il BackSpace relegati in seconda fila a sinistra rispettivamente dei tasti Home e PageUp o il tasto Tab quasi invisibile. Da segnalare, infine, un funzionamento dei tasti non sempre regolare: a volte pur emettendo il tipico (e rassicurante) click di avvenuta pressione, non trasmettono il conseguente impulso elettrico all'unita' centrale. Sara', con molta probabilita' un difetto della macchina in prova che, lo ripetiamo, e' un prototipo.

Riguardo poi la disposizione della tastiera rispetto alla macchina, per non far torto ne' alla scuola classica ne' a quella piu' innovativa inaugurata dalla Apple con i suoi PowerBook, troviamo un posizionamento centrale che lascia spazio in basso per appoggiare i polsi durante la scrittura e in alto per le numerose spie disponibili, il pulsante di alimentazione, la piccola trackball integrata. Riguardo quest'ultima, pur risultando praticamente ottimale la posizione della pallina (a condizione di ruotarla con il pollice) rimangono un po' scomodi i due tasti destro-sinistro localizzati sul lato destro della macchina. Oltre a questo e' sempre un po' difficile stabilire al volo la funzione dei due tasti cosicche' il piu' delle volte (almeno fino a quando non abbiamo familiarizzato) occorre procedere per tentativi.

Tra il pulsante di accensione e la batteria di spie si nasconde (nel senso che e' mimetizzato molto bene) un piccolo coperchietto asportabile. Per toglierlo e' necessario dapprima sollevare la tastiera trattenuta da due minuscoli fermi di plastica. Sotto a questo coperchietto troviamo nientepopodimeno che il processore: secondo quanto scritto nel manuale e' possibile effettuare l'upgrade di questo prezioso elemento per passare ad esempio da un moderato 486SX a 25 MHz ad un piu' performante 486 DX2 a 66 MHz come nell'esemplare in nostro possesso.

Il nostro viaggio all'esterno del BlueNote si chiude sicuramente in bellezza toccando l'argomento display. Trattandosi di un'unita' a matrice attiva, la visualizzazione e' praticamente ottima sotto ogni angolazione. Il comando di regolazione luminosita' e' posto sotto al display vicino alla firma del designer della macchina: conviene tenerla sempre al massimo fintantoche' non abbiamo problemi di energia; si sa, infatti, che buona parte di questa e' assorbita dal pannello di retroilluminazione e quindi per avere un'autonomia maggiore e' opportuno abbassare un po' la luminosita'.

 

All'interno

 

Sette comunissime viti a croce tengono uniti i due semigusci del portatile BlueNote. Per separarli pero' e' necessario dapprima togliere la tastiera, trattenuta da due fermi in plastica blu. E' sotto la questa, infatti, che si nasconde la vite piu' insidiosa, la stessa che tiene chiuso il "cofano processore". Tolte tutte le viti i due semigusci si separano molto facilmente, dopo naturalmente aver provveduto a staccare manualmente i contatti elettrici della tastiera e del display.

Com'era prevedibile, all'interno troviamo un livello costruttivo ed una precisione di assemblaggio assolutamente ineccepibile a conferma del fatto che si tratta di un oggetto particolarmente robusto e affidabile. Tutta l'elettronica e' disposta su tre schede separate. La piu' grande occupa i due terzi della superficie d'impronta della macchina e contiene, utilizzando entrambi i lati, il processore, la memoria, i controller per l'hard disk e il floppy disk nonche' la scheda grafica e l'elettronica per le varie porte di I/O. Una seconda scheda, posizionata a sinistra, interfaccia la tastiera e contiene i 10 led visibili all'esterno; la terza ed ultima scheda contiene la sezione di alimentazione e, trattenuta da due incastri, la piccola trackball integrata. Trattandosi si un sistema DX-2 il clock della scheda e' esattamente la meta' di quello del processore. Cosi' i 66 MHz del 486 sono raggiunti raddoppiando internamente al processore il clock esterno da 33. Cio' significa, lo ricordiamo, che il processore lavora solo internamente a 66 MHz ma ogni volta che deve accedere all'esterno, ad esempio in memoria centrale, dovra' farlo alla velocita' della piastra che e', appunto, 33 MHz. Grazie alla presenza all'interno del 486 di una cache primaria, l'accesso all'esterno si verifichera' solo quando un dato richiesto non e' gia' presente all'interno di questa. Dipende quindi anche dalla struttura stessa dei programmi l'effettiva performance raggiunta, in funzione di quanto gli accessi a dati o istruzioni siano locali.

L'hard disk, nel nostro caso un Seagate da 210 megabyte e' posizionato sotto la tastiera, a ridosso del fianco sinistro della macchina. Tra questo e la compattissima meccanica per floppy disk troviamo la RAM di base pari a 4 megabyte. Proprio sopra a questa monteremo, all'occorrenza, l'espansione di memoria da 4 o da 16 megabyte per raggiungere rispettivamente 8 o 20 megabyte di RAM. Il processore e' sormontato da una opportuna, ancorche' necessaria, aletta di raffreddamento: accanto a questa un piccolo resistore collegato con la ventola di raffreddamento tiene a bada la temperatura della CPU. In pratica la ventola si accende solo quando la temperatura aumenta e gira piu' o meno velocemente secondo questa. Proprio come l'elettroventola dell'impianto di raffreddamento del motore di un'autovettura.

 

Hardware e software a corredo

 

I BlueNote sono disponibili in varie versioni. Differenti tra loro per il processore utilizzato, capacita' dell'hard disk e tipo di display. Tutti basati sul 486, possono avere velocita' di clock differenti: si va dal modello base a 25 MHz senza coprocessore matematico integrato alla versione da noi provata basata sul piu' potente 486 DX-2 a 66 MHz e coprocessore matematico integrato. Gli altri due processori disponibili sono il 486 DX a 33 MHz e il 486 DX2 a 50 MHz. In tutt'e quattro i casi il processore si interfaccia con la memoria centrale in modalita' "zero wait state".

Gli hard disk possono avere capacita' di 80, 120 o 210 megabyte. Per tutti l'interfacciamento avviene via Local Bus VESA che assicura performance di rilievo riguardo il trasferimento dati che non avviene attraverso il (lento) bus standard AT.
Anche per il display abbiamo possibilita' di scelta tra un classico monocromatico a matrice passiva e un "super ultra" TFT a matrice attiva a colori. In entrambi i casi avremo 640x480 pixel in 256 livelli di grigio o colori. Collegando un monitor esterno potremo spingerci fino alla risoluzione 1024x768 in 16 colori. Comoda la possibilita' di SimulScan che ci permette di visualizzare contemporaneamente sul display integrato e sul monitor esterno.

A corredo con la macchina troviamo un robusto alimentatore carica batterie, una pratica borsa in similpelle in grado di accogliere il computer, i manuali e il caricabatterie, un adattatore per la tastiera esterna. Dal punto di vista software troviamo l'MS-DOS 6.0, Windows 3.1, PC Tools o Works per Windows.

Attraverso il programma di SetUp possiamo attivare/disattivare alcune funzioni del nostro BlueNote. Queste riguardano la possibilita' di inserire una password di sistema (richiesta all'accensione o, a scelta, quando si accede al SetUp); la possibilita' di impostare una richiesta di conferma ogni volta che il sistema tenta di modificare il Boot Sector dell'hard disk (contro gli attacchi virali); l'impostazione del boot veloce (si saltano alcuni controlli sulla memoria nonche' il tentativo di boot da floppy disk) e lo stato del NumLock e della velocita' del processore al momento del boot. Oltre a questo, possiamo abilitare o disabilitare i tasti funzione (che ci permettono di invertire i video, attivare o meno il video esterno, porre il computer in stato di StandBy per risparmiare energia); abilitare o disabilitare la trackball integrata (nel caso preferissimo utilizzare un mouse esterno); cambiare la priorita' di boot per effettuare l'avvio da una scheda PCMCIA; copiare su RAM il System BIOS e il Video BIOS; impostare un timeout per hard disk e display.

 

In conclusione

 

Al momento di andare in stampa non erano ancora stati fissati dalla Vobis i prezzi di vendita per le varie macchine BlueNote. Dovremo accontentarci di trarre le nostre conclusioni basandoci solo sui prezzi indicativi. Si parla di prezzi a partire da 3.200.000 lire (IVA inclusa) per i modelli monocromatici e da 8.000.000, sempre IVA inclusa, per quelli a colori. Il grande divario di prezzo e' dovuto, come noto, all'alto costo di produzione dei display a matrice attiva a colori che effettivamente fanno lievitare il prezzo di vendita troppo sensibilmente. L'unica, magra, consolazione e' forse data dal fatto che tutti, proprio tutti, i portatili a colori a matrice attivano costano cifre simili o anche maggiori.

Considerazioni economiche a parte (chi vuole il colore lo paghera' un po' salato) i BlueNote sono computer portatili di ottima fattura, con caratteristiche tecniche di prim'ordine che soddisferanno pienamente ogni nostra aspettativa.

I nostri complimenti, per finire, al Prof. Colani, che ha saputo vestire questi oggetti con un look elegantissimo, senza dimenticare l'aspetto ergonomico che, almeno da punto di vista nostro, assume un ruolo ben piu' importante. 

 


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